«Potenzialità notevoli dal trasporto pubblico»

16 Dicembre 2017

Cavalese, l’assessore alle infrastrutture Gilmozzi invitato da Transdolomites «Lavoriamo per standard europei: meno auto, più mobilità ferroviaria integrata»

Già nelle scorse settimane, nel corso di un convegno al Muse di Trento, l’assessore provinciale ai trasporti e alle infrastrutture Mauro Gilmozzi non aveva chiuso la porta in faccia alle richieste dell’associazione Transdolomites, ripetute nel corso degli anni, per la realizzazione della ferrovia dell’Avisio, che dal fondovalle risalisse le valli di Cembra, Fiemme e Fassa. E in un incontro pubblico, l’altra sera a Cavalese, l’assessore ha rilanciato la collaborazione con l’associazione, sollecitato dal suo presidente, Massimo Girardi. «In Trentino – ha detto l’assessore – lavoriamo per una mobilità che raggiunga gli standard europei, ribaltando il paradigma italiano, teso a privilegiare l’auto privata e non il mezzo pubblico. Dobbiamo modificare il modello trasportistico attuale, potenziandolo e cadenzandolo diversamente. E’ questo il contesto in cui si inserisce la collaborazione con Transdolomites». «Rispetto al corridoio Ten-T (Trans European Network-Transport) che dalla Scandinavia arriva sul Mediterraneo attraverso il Brennero – ha proseguito – il Trentino vuole essere punto di riferimento non solo per le città e i loro forti livelli di attrattività, ma guardando anche al lago di Garda ed alle Dolomiti come obiettivi di una mobilità ferroviaria integrata. In questo contesto può inserirsi anche la proposta di Transdolomites del treno dell’Avisio cercando però di trasformare questo sogno in un progetto che approfondisca la sostenibilità complessiva dell’intero disegno. Occuparsi di mobilità significa però occuparsi anche di strategie di breve termine che possano realizzarsi attraverso un miglioramento ed un potenziamento dell’attuale trasporto su gomma con modalità allo studio della Provincia, che intende investire molto nelle potenzialità del trasporto pubblico». Dal canto suo, il presidente di Transdolomites Massimo Girardi ha affermato che «parecchi sono i punti di contatto, su questi temi, con la Provincia», ricordando che «l’associazione intende essere utile nella sua azione fornendo spunti e valutazioni al dibattito in corso». Roberto Andreatta, dirigente provinciale dei trasporti pubblici, è intervenuto illustrando la situazione trasportistica pubblica in Trentino e, in particolare, in Val di Fiemme e Val di Fassa. «Le sperimentazioni in atto – ha detto vanno verso il potenziamento del servizio, elemento sostanziale per l’aumento della domanda di servizio: allo studio ci sono un’unica tratta Ora-Penia con il superamento dell’attestamento a Cavalese e una sorta di tramvia, a priorità semaforica, con corsia preferenziale».

Il Trentino – 16.12.2017

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Attraversare le Alpi in 25 minuti

15 Dicembre 2017

Dal 2027 un treno merci viaggerà dal Nord Europa a Gioia Tauro

di Marco Morino

Percorrere le Alpi in 25 minuti, a fronte degli attuali 80 minuti, a una velocità superiore ai 200 chilometri l’ora. Fantascienza? No, realtà. Tra dieci anni. A partire, cioè, dal 2027 quando sarà ultimato il nuovo tunnel ferroviario del Brennero tra Fortezza e Innsbruck. Il punto sull’avanzamento dell’opera è stato fatto ieri, a Trento, dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dall’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Maurizio Gentile, al convegno “Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia, un’opportunità per il Trentino e per il Paese”.

«Non c’è sviluppo senza connessioni ­ dice Delrio ­ e questo nuovo progetto di perforazione delle Alpi, di portata storica per il nostro Paese, accorcerà le distanze tra il Trentino­ Alto Adige e il cuore dell’Europa. Ricordiamoci che le vera ricchezza dell’Italia è nell’import­ export con l’Europa, la Cina è 25 volte minore come valore delle merci rispetto al commercio con l’Europa».

Attualmente, sotto il passo del Brennero si sta costruendo quello che un giorno diventerà il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo del mondo. Collegherà l’Italia con l’Austria unendo il Tirolo con l’Alto Adige. La galleria di base del Brennero offrirà nuove prospettive al traffico merci, agevolando il trasferimento della merce dalla strada ai binari. La galleria di base del Brennero presenta un tracciato pressoché pianeggiante, riducendo così la distanza tra Innsbruck e Fortezza a soli 55 chilometri contro i 75 chilometri della linea storica.

Con quasi 47 milioni di tonnellate di merce sugli oltre 160 milioni che varcano i confini terrestri nazionali, il Corridoio multimodale del Brennero già oggi rappresenta di gran lunga il più trafficato corridoio transalpino e, dunque, il principale elemento di connessione tra l’Italia e l’Europa e, in prospettiva, non potrà che accrescere il suo ruolo. Basti pen­sare che la realizzazione del solo tunnel di base, che sarà completata nel 2027 e costerà all’Italia 4,4 miliardi di euro, che diventano 5,92 miliardi di euro considerando anche altri interventi lungo la direttrice ferroviaria, consentirà di risparmiare circa un’ora di viaggio a merci e passeggeri. Inoltre, consentirà di sviluppare treni merci molto più competitivi in quanto con un solo locomotore sarà possibile trainare treni lunghi 750 metri e pesanti 1.600 tonnellate, a fronte del doppio locomotore che oggi serve per trainare treni di 450 metri e 1.200 tonnellate. A questa contabilità, va aggiunto il fondamentale vantaggio ambientale con la possibilità di assorbire una buona parte del ca­rico di Tir che ammontano nel 2016 a 2,2 milioni di mezzi con portata superiore alle 3,5 tonnellate.

«Il Brennero­ spiega Ennio Cascetta, amministratore unico Ram Logistica, Infrastrutture e Trasporti Spa ­è il primo valico ed è il più importante legame tra il nostro Paese e l’Europa ma è cambiata la composizione del traffico, servono treni più lunghi e più alti e questa è una scelta epocale. Il tunnel del Brennero è un’opera ferroviaria gigantesca. Si tratta di un’opera utile che serve e giustifica la quantità di risorse investite se però è parte di un sistema, ossia se si possono raggiungerei porti,i centri intermodali e se le strade sono connesse». La nuova galleria Brennero rappresenta la parte centrale del corridoio Ten ­T che parte dalla Scandinavia e arriva a Malta. «Con le nuove opere chiarisce Gentile­ potranno essere separati i flussi di traffici merci da quelli passeggeri». L’obiettivo è arrivare a un treno merci europeo che, dal 2027, colleghi il Brennero al porto di Gioia Tauro, in Calabria, passando sia per l’Adriatica sia per la Tirrenica. Un’opportunità ulteriore per le imprese italiane che esportano.

Ieri intanto Rfi e Interbrennero, la società che gestisce l’area dell’Interporto di Trento, al termine del convegno hanno firmato un accordo per dotare il terminal di Trento Roncafort di due nuovi binari (lunghezza 750 metri) e per lo sviluppo del servizio di autostrada viaggiante. E le Province di Trento e Bolzano, da parte loro, hanno annunciato l’introduzione di incentivi al trasferimento modale delle merci dalla strada alla ferrovia che andranno ad aggiungersi al ferrobonus nazionale.

Il Sole 24 Ore/Impresa & Territori – 15.12.2017

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Tav, il Consiglio vota il sì ma chiede nuove opere

Passano gli emendamenti che prevedono due rotatorie, un sottopasso e un cavalcavia. Molte le critiche da parte dei gruppi d’opposizione

di Laura Pilastro

Quasi sei ore di discussione, altrettanti ordini del giorno e 10 emendamenti, con la richiesta di introdurre nel progetto nuove opere viarie: due rotatorie, un sottopasso e un cavalcavia. Il Consiglio comunale alle 23.22 di ieri ha messo il timbro positivo alla delibera che incarica il sindaco di trasmettere alla Conferenza dei servizi le osservazioni e le prescrizioni del Comune al progetto preliminare dell’Alta velocità-Alta capacità, quello che ha inizio al “Bivio Vicenza” e termina all’altezza di viale del Risorgimento. Una votazione che si è conclusa senza sorprese, con 20 favorevoli (tutti esponenti di maggioranza e Nani del gruppo misto) e tre contrari (Dovigo, Ferrarin, Zaltron; altri consiglieri di minoranza non hanno partecipato al voto), ma non priva di esplosioni di malcontento e duri attacchi dai banchi delle minoranze, mentre in piazza andava in scena la protesta dei No Tav.

Nella maggioranza è Ennio Tosetto ad adottare l’approccio più cauto: «Il progetto ricadrà pesantemente sulle generazioni future, bisogna valutarlo con attenzione», premette il consigliere del Pd, prima di mettere in fila le perplessità: «L’impatto sul traffico del parcheggio da 500 posti in stazione, quello delle barriere antirumore e del ponte di via Maganza».

Promossi gli ordini del giorno di Valentina Dovigo (Sel) che impegnano l’amministrazione sul tema della mobilità ciclabile tra le zone est e ovest e chiedono un’accurata pianificazione paesaggistica. Sulla «massima connessione tra il servizio di mobilità urbano e il sistema ferroviario metropolitano regionale», l’ordine del giorno di Alessandra Marobin (Pd) firmato dalla maggioranza, ottiene l’impegno della giunta. Respinti quelli di Forza Italia (alta velocità virtuale) e di Lucio Zoppello di Progetto Vicenza 2018 (previsioni per le famiglie che vedranno demoliti i loro edifici).

Una discussione fiume, con la maggioranza che ha caldeggiato la votazione evitando il posticipo a oggi. Un’accelerazione che ha attirato le critiche da parte della minoranza: «Siete omertosi – attacca Zoppello – servili alla giunta che vi ha chiesto di votare stasera». «Sarà la cittadinanza a pagare il “prezzo” della Tav – tuona la consigliera pentastellata Liliana Zaltron -. Lo chiamerei devastazione della città». «Grida vendetta il fatto di prendere questa decisione senza un percorso di partecipazione», aggiunge Daniele Ferrarin.

Michele Dalla Negra (Forza Italia) punta il dito sulla fermata della Fiera: «È indispensabile?». A mettere l’accento sulle risorse è Manuela Dal Lago: «Al momento sono finanziati solo 150 milioni degli 805 necessari per tutta l’opera». Sullo stesso punto insiste Francesco Rucco di Idea Vicenza: «Siamo sicuri siano garantite?». «Vedo nel progetto la possibilità di togliere traffico nella zona dei Ferrovieri», incalza Lorenza Rizzini (Pd). La fase degli emendamenti conclude la discussione: passa il documento a firma di Dovigo che chiede che «la realizzazione dei cantieri operativi, se possibile, non avvengano in aree agricole». Ok anche all’emendamento di Rizzini che prevede, tra l’altro, «mascheramenti dell’infrastruttura» e a una richiesta di Zoppello sulla viabilità di via Martiri delle Foibe. Passano tutti gli emendamenti del sindaco Variati che introducono opere viarie, già contenute nello studio comparativo: una rotatoria di 50 metri tra viale della Scienza e via dell’Oreficeria, il prolungamento del cavalcaferrovia “Ponte Alto” verso sud per consentire il collegamento tra via dell’Oreficeria e via dell’Industria, una rotatoria tra via Martiri delle Foibe e viale dello Stadio e il prolungamento del sottopasso carrabile di viale dello Stadio in direzione sud.

Il Giornale di Vicenza – 15.12.2017

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Tav, il progetto definitivo è un «fantasma»

I sindaci della tratta: «L’ultima versione non ci è ancora stata fornita» Su lotti coinvolti e zone dei cantieri i Comuni ancora senza certezze

di Alessandro Gatta e Valentino Rodolfi

Nel progetto esecutivo fornito nel 2014, poi «controdedotto», erano previsti 530 espropri in 7 Comuni bresciani tra la città capoluogo e Pozzolengo, 7 cave di prestito (poi tutte eliminate), 6 mega-cantieri logistici della superficie media di tre ettari ciascuno e un elettrodotto sulle colline moreniche sulla retta fra Lonato e Pozzolengo, un’occupazione di aree valutabile, a occhio, in 2 milioni di metri quadrati, di cui 274 mila solo a Desenzano (poi ridotti), 4 cavalcavia alti 12 metri solo a Calcinato, un’opera destinata a non passare inosservata sul territorio.

Ma dopo l’ultima conferenza di servizi e le centinaia di osservazioni presentate da Comuni e Regioni, il progetto definitivo della Tav BresciaVerona è sicuramente cambiato: non ci sono più le cave, è stato eliminato lo «shunt» fra Montichiari e Travagliato, è stata ridotta da 230 a 35 ettari la superficie di vigneti Lugana Doc destinata ad a essere sacrificata. Anche l’elenco degli espropri è sicuramente cambiato.

MA CHI L’HA VISTO questo progetto definitivo? Ai Comuni non è arrivato, sugli espropri ci sono solo «pre-lettere» di informazione ma nessun atto ufficiale. Al punto che quando apriranno i cantieri, ci sarà appena il tempo di rendersi conto che stanno per arrivare le ruspe.

A CALCINATO, il sindaco Marika Legati conferma ad esempio che dopo le osservazioni e l’eliminazione dello shunt, al Comune non è arrivato nulla sulla versione ultima e definitiva del progetto: «Non è arrivata perchè non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, dunque non è un atto ufficiale, e non essendo un atto ufficiale non viene fornito ai Comuni. Il problema – spiega il sindaco Legati – è che abbiamo un’idea quasi precisa, ma non precisissima, di come saranno configurati i cantieri, di quali aree verranno espropriate».

La pubblicazione in Gazzetta, lo ricordiamo, non è ancora avvenuta a causa di un «intoppo» alla Corte dei Conti, che ha rispedito al Ministero (per «incompletezza documentale») la delibera del Cipe che stanziava 2 miliardi e 499 milioni per la Tav BresciaVerona.

A DESENZANO non ha fretta di vederlo approvato, avendolo impugnato con un ricorso al Consiglio di Stato, il sindaco Guido Malinverno. Ma anche lui conferma che il progetto non si è visto: «In municipio ad oggi non è arrivato nulla. Noi siamo impegnati sul ricorso al Consiglio di Stato -: ho parlato con il nostro avvocato e siamo pronti ad andare in fondo».

Sono i giorni anche delle trivelle, dei carotaggi nei terreni di proprietà privata, nei terreni che dovrebbero essere espropriati (e a Desenzano sarebbero ben 115): «Stiamo lavorando per fare rete – spiega Malinverno – e proveremo noi a contattare direttamente gli espropriandi. Stiamo lavorando anche al nostro Osservatorio per assistere i cittadini e le aziende coinvolte da espropri e cantieri: al momento è fermo, perché abbiamo fatto ricorso sperando di poterla fermare, la Tav, di cui non abbiamo il progetto definitivo. Lo attiveremo quando ci saranno le prime certezze sugli espropri».

Brescia Oggi – 15.12.2017

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Fs-Anas alla stretta finale

A inizio settimana c’è stato l’incontro decisivo con il ministro dell’Economia Padoan per delineare
i contorni dell’operazione di integrazione studiata mesi fa. L’ad resterà in carica per altri tre anni

di Andrea Montanari

Entro l’anno, come promesso. Forse anche prima di Natale. Corre a gran velocità il progetto di integrazione tra le Ferrovie dello Stato e l’Anas. Al punto che l’amministratore delegato del gruppo di trasporto ferroviario Renato Mazzoncini a inizio settimana ha incontrato ancora una volta il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, per definire i contorni dell’affare e per gettare la road map dell’operazione. Il primo step, secondo quanto appreso da fonti finanziarie e consulenziali da MF-Milano Finanza, sarà la convocazione dell’assemblea di Fs attesa per la prossima settimana. Inizialmente in calendario per martedì 19, è stata posticipata per motivi prettamente di natura tecnica al giorno successivo. Il passaggio più significativo dell’assise non sarà però il matrimonio già delineato da tempo e avallato non solo da Padoan ma anche dal titolare del dicastero delle Infrastrutture, Graziano Del Rio. Il vero punto focale sarà il rinnovo anticipato del consiglio d’amministrazione di Ferrovie, visto che quello dell’inglobata Anas, presieduto oggi da Gianni Vittorio Armani, decadrà per la regola del change of control. Mazzoncini, secondo indiscrezioni di mercato, avrebbe già ottenuto l’ok del Mef a essere confermato sulla tolda di comando del nuovo polo infrastrutturale. Mentre va definito il ruolo futuro di Armani. Il rinnovo della carica dell’attuale ad di Ferrovie, per una durata di altri tre anni, avverrà quindi entro fine dicembre. Questo perché la volontà del governo è di chiudere la partita proprio entro fine anno. Anche per ragioni di opportunità politica: il matrimonio strategico per lo sviluppo infrastrutturale del Paese va completato prima del prossimo round elettorale, atteso indicativamente per domenica 4 marzo. Perché nel caso di una vittoria dei Cinque Stelle l’aggregazione sarebbe fortemente a rischio. E anche se tutto è ormai indirizzato sul binario giusto, non va trascurato il fatto che, come ha fatto rilevare nei giorni scorsi il Fatto Quotidiano, in una delle ultime riunioni al ministero delle Finanze sarebbe emerso il nodo legato alla svalutazione di 2 miliardi del patrimonio Anas non ammortizzabili in base alle attuali regole contabili. Ma va altresì sottolineato che il Contratto di programma Anas 2016-2020, approvato dal Cipe lo scorso agosto, è già diventato efficace con la registrazione da parte della Corte dei Conti.

Proprio con l’ok al Contratto, come già emerso di recente, nell’arco dei prossimi cinque anni saranno previsti interventi per un ammontare complessivo di 29,5 miliardi, di cui 23,4 di nuova appaltabilità, coperti per l’appunto dal Contratto di programma e dal Fondo investimenti per 21,4 miliardi, e 6,1 miliardi per lavori in fase di attivazione e in corso di esecuzione, già tutti finanziati. Un piano, quello al 2020, di portata decisamente superiore al precedente che era di 20,2 miliardi. «Con l’efficacia del Contratto di programma Anas», aveva affermato lo stesso Armani, «viene attribuita una significativa iniezione di risorse che esprimono un preciso indirizzo sull’importanza della valorizzazione delle strade e sulla loro cura e manutenzione».

A regime, una volta completata l’integrazione di Anas in Fs, si creerà un agglomerato infrastrutturale che, come ha già ricordato Mazzoncini nei mesi scorsi, garantirà il raggiungimento di un giro d’affari consolidato di 10 miliardi (a fine 2016 ammontavano a 769,3 milioni i ricavi di Anas a fronte di un utile di 18,9 milioni) e con un monte-investimenti che sfiorerà gli 80 miliardi. Il tutto poi in vista del ritorno in auge del progetto di quotazione in borsa del business dell’Alta Velocità in scia all’ipo di Italo.

Milano Finanza – 15.12.2017

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Fondi per incentivare l’uso dell’autostrada viaggiante per il trasporto delle merci attraverso il Brennero

Protocollo d’intesa fra RFI e Interbrennero per il potenziamento dell’impianto di Trento Roncafort per promuovere il trasporto intermodale

Le Province autonome di Trento e Bolzano hanno stanziato tre milioni di euro all’anno ciascuna per un triennio con lo scopo di incentivare il passaggio delle merci dall’autostrada alla ferrovia. I fondi, infatti, saranno utilizzati per introdurre incentivi tariffari che rendano più conveniente adottare l’autostrada viaggiante per il trasporto delle merci attraverso il Brennero.

La misura di sostegno all’intermodalità è stata annunciata ieri nel corso del convegno nazionale “Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia. Un’opportunità per il Trentino e per il Paese”, organizzato a Trento dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti assieme a Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, RAM – Infrastrutture Logistica e Trasporti, Università di Trento e Confindustria Trento.

Nel corso della giornata è stato siglato anche un protocollo d’intesa fra Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Interbrennero, la società che gestisce l’Interporto di Trento, relativo al potenziamento dell’impianto di Trento Roncafort. Il protocollo impegna i soggetti firmatari ad istituire un gruppo di lavoro congiunto per approfondire le misure necessarie a potenziare il sistema Ro. La nell’area della stazione di Trento Roncafort. In particolare, si prevede la destinazione all’autostrada viaggiante di due binari dell’attuale fascio di Roncafort di lunghezza complessiva pari a 750 metri, che saranno elettrificati. Il tutto si inquadra nel contesto del corridoio europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo, di cui il progetto più importante è la galleria di base del Brennero che, una volta in esercizio, riverserà sull’intero percorso ferroviario un ingente traffico merci.

Il Brennero rappresenta un corridoio fondamentale con quasi 47 milioni di tonnellate di merce che annualmente vi transitano sui 160 milioni complessivi che interessano i valichi italiani. Il tunnel di base del Brennero sarà ultimato nel 2027 e costerà 4,4 miliardi di euro, 5,92 miliardi con gli interventi accessori. Il tunnel consentirà il transito di treni merci lunghi 750 metri e pesanti 1.600 tonnellate e quindi di maggiore capacità rispetto a quelli attuali che sono lunghi al massimo 450 metri per un peso di 1.200 tonnellate. Lo scopo dell’opera è anche quello di conseguire consistenti vantaggi sul piano ambientale, con il passaggio di una buona parte dei Tir che transitano per il passo – 2,2 milioni nel 2016 – dalla A22 alla ferrovia.

InforMare – 15.12.2017

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Ok del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici al progetto Hub Portuale di Ravenna 2017

Il documento passerà ora l’esame del Ministero dell’Ambiente

Oggi il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha espresso all’unanimità parere favorevole al progetto “Hub Portuale di Ravenna 2017”, il cui iter autorizzativo è stato avviato lo scorso 18 settembre con la presentazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, Daniele Rossi, ha espresso soddisfazione per questo ulteriore passaggio del progetto. «Continuiamo – ha specificato – a lavorare e a seguire con attenzione tutti gli ulteriori passaggi che attendono il progetto e che ora prevedono l’esame da parte del Ministero dell’Ambiente per la verifica della conformità alle prescrizioni date in fase di Valutazione di Impatto Ambientale e da parte del CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) per l’utilizzo del finanziamento pubblico di 60 milioni, già deliberato ai fini della sua realizzazione. Un mosaico – ha precisato Rossi – sicuramente complesso quello dei tanti soggetti che devono esprimere il proprio parere in merito al progetto Hub, ma i cui tasselli, uno alla volta, stanno andando tutti al loro posto e ci fanno pensare che l’iter possa concludersi in tempi rapidi, permettendo così di partire con i lavori di potenziamento infrastrutturale dello scalo, da tempo attesi e strategici per il futuro sviluppo del porto e della città di Ravenna».

InforMare – 15.12.2017

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Il Piano Operativo Triennale 2018-2020 del sistema portuale Venezia-Chioggia prevede investimenti per 440 milioni di euro

14 Dicembre 2017

Ad ottobre il traffico merci porto veneziano è diminuito del -3,0% e le crociere hanno segnato un -16,2%

Lo scorso ottobre il porto di Venezia ha movimentato 2,1 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -3,0% rispetto all’ottobre 2016. La diminuzione è stata causata dal calo del -11,2% delle rinfuse liquide che sono scese a 704 mila tonnellate. Sono risultate in calo, invece, sia le merci varie che hanno totalizzato 802 mila tonnellate (+3,5%), di cui 489 mila tonnellate di carichi containerizzati (+2,2%), 145 mila tonnellate di rotabili (+32,8%) e 168 mila tonnellate di altre merci varie (-10,1%), sia le rinfuse solide che sono ammontate a 685 mila tonnellate (+11,3%). Nel settore delle crociere il traffico è stato di 193 mila passeggeri (-16,2%).

Nei primi dieci mesi di quest’anno il porto veneziano ha movimentato complessivamente 20,4 milioni di tonnellate di merci, con una contrazione del -3,5% sul periodo gennaio-ottobre del 2016. Il totale delle merci varie è stato di 7,9 milioni di tonnellate (+2,1%), di cui 4,7 milioni di tonnellate di merci in container (-1,0%) totalizzate con una movimentazione di contenitori pari a 505.393 teu (-1,2%), 1,3 milioni di tonnellate di rotabili (+43,0%) e 1,9 milioni di tonnellate di altre merci varie (-8,0%). Le rinfuse solide e quelle liquide sono calate rispettivamente del -9,3% e del -4,0% attestandosi a 5,2 milioni e 7,3 milioni di tonnellate. Nei primi dieci mesi del 2017 i crocieristi sono stati oltre 1,3 milioni (-12,1%).

Intanto l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, il nuovo ente che è subentrato all’Autorità Portuale di Venezia e che oltre allo scalo veneziano amministra anche il porto di Chioggia, ha presentato il Piano Operativo Triennale 2018-2020, il primo per entrambi gli scali portuali e che prevede nel periodo investimenti per 440 milioni di euro.

Il documento analizza l’andamento dei traffici nell’ultimo quinquennio, con quelli movimentati dal porto di Venezia che sono arrivati lo scorso anno ad attestarsi intorno ai 25 milioni di tonnellate con un calo di circa il -15% rispetto al livello pre-crisi (2008), mentre il traffico passeggeri nel 2016 è ammontato a circa 1,7 milioni di persone, registrando negli ultimi anni un leggero calo dovuto alle limitazioni imposte all’ingresso delle navi da crociera. A tali traffici vanno ad aggiungersi quelli del porto di Chioggia, caratterizzati, in particolar modo, da rinfuse solide e merci in colli, con un volume medio dell’ultimo quadriennio pari a 1,6 milioni di tonnellate.

Il POT 2018-2020 evidenzia che una delle principali motivazioni della riduzione del traffico merci del porto di Venezia risiede nella repentina flessione, osservabile nel settore delle rinfuse liquide, dovuta principalmente alla cessazione degli arrivi di petrolio greggio derivanti dalla trasformazione della raffineria Eni in bio-raffineria e della raffineria IES di Mantova in deposito. Tuttavia, nonostante il calo complessivo, le merci in colli, composte da traffico ro-ro, merci varie e container, hanno mantenuto la loro quota di mercato trainate dalla forte e costante crescita del segmento container che al termine del 2016 ha fatto registrare un +7,7% rispetto all’anno precedente. In leggera crescita, nell’ultimo triennio, l’andamento delle rinfuse solide.

InforMare – 14.12.2017

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Manovra: concessione A22 vale 650 mln,160 mln da pagare in 2018

Emendamento governo punta a trovare coperture per enti locali

Il valore minimo della concessione autostradale della Modena-Brennero A22 è fissato in 650 milioni e la prima tranche andrà pagata nel 2018 per un totale di 160 milioni di euro. Lo prevede un emendamento del governo alla manovra depositato in Commissione Bilancio della Camera. Le tranche successive, dal 2019 al 2025 “e comunque fino a concorrenza del valore di concessione”, ammontano invece a 70 milioni di euro annui. Gli incassi sono destinati al Fondo per le esigenze indifferibili a disposizione della Camera per le modifiche della legge di bilancio e verranno destinati, in particolare, al finanziamento delle misure a favore degli enti locali.

Ansa/Trentino A.A. – 14.12.2017

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Porti: 1,1 mln euro per dragaggi e manutenzioni a Monfalcone

Piano di manutenzione dei porti, delle vie navigabili e dei segnalamenti marittimi

La Giunta regionale ha affidato in delegazione amministrativa al Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese l’esecuzione di un piano di manutenzione dei porti, delle vie navigabili e dei segnalamenti marittimi del valore di 1.130.000 euro.

Il provvedimento, spiega l’assessore Mariagrazia Santoro, è “una delega che individua il Consorzio quale soggetto che lavora in nome e per conto della Regione. Il tutto, in base a una lista di priorità degli interventi di dragaggio e messa in sicurezza degli stalli nautici, ma anche dei segnali a cura del Consorzio, che conferma l’impegno costante per la realizzazione di interventi a favore della sicurezza della navigazione che va a beneficio sia degli operatori economici del comparto della pesca sia di quelli turistici”.

Gli interventi si sommano a quelli che saranno effettuati direttamente dalla Regione e da altri soggetti nell’ambito della manutenzione delle vie d’acqua del Friuli Venezia Giulia.

Ansa/Mare – 14.12.2017

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