Vicenza, Tav: presentato il progetto preliminare. Opera in sei anni

20 Ottobre 2017

Da Altavilla al nuovo tribunale, percorso da 6,2 chilometri. Serviranno 805 milioni di euro

di Gian Maria Collicelli

Undici anni fa la prima bozza dell’alta velocità ferroviaria a Vicenza. Ora il primo vero progetto preliminare sul quale la città dovrà esprimersi nel giro di pochi mesi. E’ stato presentato venerdì 20 il progetto consegnato da Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Italferr e che tratteggia su mappe, planimetrie e dettagli tecnici l’attraversamento del capoluogo berico da parte dei treni dell’alta velocità-alta capacità. Il tracciato della Tav disegnato da Rfi è lungo 6,2 chilometri dal territorio di Altavilla alla zona del nuovo tribunale, oltre la quale al momento le carte non si spingono.

Finanziamenti

Per portare i treni veloci a Vicenza serviranno 805 milioni di euro, necessari a realizzare il raddoppio dei binari in superficie, il rifacimento della stazione in viale Roma, la costruzione della nuova fermata in zona Fiera (per Tav, treni regionali e del futuro Sistema ferroviario metropolitano regionale) e tutta una serie di opere «complementari», così come chiesto dalla città: dal filobus – che è in realtà un autobus elettrico su gomma con un tracciato di 12 chilometri da est a ovest – alla nuova strada dell’Arsenale, dai 5 cavalcaferrovia al sottopasso pedonale fra la stazione ferroviaria e viale Roma e fino al rifacimento del nodo di Ca’ Balbi a Vicenza est e a tutta la viabilità attorno alla zona Fiera che comprende rotatorie, maxi parcheggi e intermodalità.

Le scadenze

Tempi, ovviamente, da grande opera: lavori previsti in 2.340 giorni (6 anni e mezzo circa) e apertura dei cantieri stimata nel 2020, solo dopo essere passati per la conferenza dei servizi (entro Natale) e l’approvazione del progetto definitivo ipotizzata nel 2019.

Corriere del Veneto – 20.10.2017

© Riproduzione riservata

Autostrade e porti, ripresa a Nordest

19 Ottobre 2017

di Alberto Francesconi

La ripresa viaggia in autostrada, ma anche in aereo o attraverso il traffico dei container movimentati al Porto di Venezia. Nel 2016 in tutto il Nordest si è verificato un incremento costante degli spostamenti di merci e persone. A rilevarlo, dati alla mano, l’Osservatorio trasporti infrastrutture e logistica di Unioncamere Veneto, uno strumento ereditato un paio di anni fa dalla Fondazione Nordest. Lo scorso anno il traffico autostradale è cresciuto con tassi compresi fra il 2,4 e il 4,2%, superando in alcune tratte i livelli precedenti la crisi del 2007. L’aumento rispetto al 2015 si è sviluppato lungo i grandi corridoi europei: sulla Brennero-Verona l’incremento è stato del 5,9%, lungo la Venezia-Trieste del 4,6, sulla Udine-tarvisio del 5,6%. Positivo anche il bilancio dei traffico portuali: gli scali di Chioggia, Ravenna, Monfalcone, Trieste registrano un aumento, rispetto al 2015, compreso tra il 3,7% e il 10,9%. Venezia mantiene inalterato il traffico complessivo (+0,6%) ma migliora la performance nel settore container (+8,1%), in controtendenza rispetto agli altri principali porti del Nordest. Crescono anche i volumi di traffico dei maggiori aeroporti: più 10,5% a Treviso, 10% a Venezia e 8,4% a Verona. In lieve calo Trieste (-1,9%, complice la crisi di Alitalia) e Bolzano (-55,9%), dove l’attività è per lo più concentrata in estate.
L’incremento dei traffici sembra così confermare la generale ripresa del sistema produttivo del Nordest, come conferma Serafino Pitingaro, responsabile area studi di Unioncamere Veneto: «Per la prima volta nel 2016 si nota la tendenza al rafforzamento dei traffici di merci e persone, ed è probabile che il dato si consolidi nell’anno in corso. Le rilevazioni trimestrali di Veneto congiuntura del resto registrano un autentico boom del nostro sistema produttivo, e ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione dei livelli produttivi».
Di certo sarà necessario che le infrastrutture supportino la ripresa in corso: «Le infrastrutture non bastano mai – aggiunge Pitingaro – ma gli interventi sull’Interporto di Padova, sulla stessa Pedemontana e speriamo anche sull’asse Brescia-Padova dell’Alta velocità fanno ben sperare. Credo però che in futuro sia necessario guardare anche alla crescite delle cosiddette infrastrutture immateriali, che come Osservatorio vorremmo monitorare in modo stabile».

Il Gazzettino – 19.10.2017

© Riproduzione riservata

In Italia enormi potenzialità per logistica

La conferenza stampa tenutasi nella sede di Assologistica, è stata l’occasione per i vertici dell’Associazione di fare il punto della situazione presente e futura del settore.

«In Assologistica tutti gli operatori della logistica sono rappresentati con pari dignità e da 70 anni l’Associazione porta avanti gli interessi dell’intera categoria», ha esordito Andrea Gentile, presidente dell’Associazione che dal 1947 rappresenta imprese di logistica, magazzini generali e frigoriferi, terminal operator portuali, interportuali e aeropor( tuali. Alla conferenza hanno partecipato anche i vice presidenti Sebastiano Grasso, Massimiliano Montalti, Umberto Ruggerone ed il segretario generale Jean Francois Daher, oltre al presidente di Assologistica Cultura e Formazione, Luigi Terzi.

Subito dopo avere ricordato quanto strategica sia la logistica per il nostro Paese, che vive di approvvigionamenti delle materie prime per poi trasformarle ed esportarle (seconda in Europa al riguardo, subito dopo la Germania), Gentile ha sottolineato come nel Mediterraneo passano i maggiori traffici merci provenienti soprattutto da Asia e Mar Nero e quasi l’80% di tali traffici è rappresentato da merci alla rinfusa che poi proseguono verso i porti del nord Europa. «Le potenzialità sono quindi enormi – ha continuato Gentile -. Peccato che ci troviamo però in presenza di politici e clienti industriali con un certo deficit culturale in tema di logistica. Un esempio? In Olanda tutto quanto accade intorno e dentro al porto di Rotterdam rappresenta il 15% del Pil nazionale e tutto quanto è a servizio di Rotterdam è percepito positivamente sia dal mondo politico che da quello produttivo. In Italia una simile percezione non c’è: facciamo esattamente il contrario, rendendoci la vita difficile».

Dopo anni di lentezze e indecisioni anche il mondo politico italiano pare però avere invertito la rotta, effettuando un salto di qualità, soprattutto mediante alcune riforme, a partire da quella della portualità. «La riduzione e il superamento delle Autorità portuali e la costituzione delle Autorità di Sistema portuale non rappresenta solo un cambiamento di tipo nominale e non siamo in presenza unicamente di una semplificazione ammnistrativa – ha detto Gentile – Le Adsp sono tenute a dar vita a un’integrazione con il sistema logistico, ovvero devono dialogare con le ferrovie, gli interporti, i centri logistici e così via, evitando di comportarsi come cattedrali nel deserto».

Il vicepresidente Grasso ha invece posto l’attenzione sul trasporto ferroviario, dove finalmente – dopo la recente creazione del polo Merci Italia delle Fs – si può parlare di resurrezione per le nostre ferrovie per quanto riguarda la divisione merci, grazie all’approccio illuminato e razionale del ministro Delrio, che tecnico non è, ma che sta dimostrando voglia di fare con le ormai celebri “cure” del ferro e dell’acqua.

«Un fermento che non vedevamo da tanto tempo – ha affermato Grasso – dal ministro Signorile in poi c’è stato un buco pluriennale, che ora pare volersi colmare, grazie anche alla volontà di condividere scelte e decisioni con gli attori del settore. Il Ferrobonus, l’incentivo previsto dalla Legge di Stabilità per il triennio 2016-2018 a sostegno del trasporto combinato e trasbordato su ferro, rappresenta una sorta di primavera dopo un inverno profondo».

Grasso ha poi ricordato i risultati negativi delle recenti gestioni delle nostre Ferrovie: «Questi risultati hanno però indirettamente favorito il nascere di soluzioni alternative offerte da privati. Emblematico il caso di Fercargo, associazione di 16 imprese ferroviarie nata nel 2009 per supportare la liberalizzazione del mercato ferroviario italiano. Ai privati è toccato dunque il compito in questi anni di difendere l’immagine del traffico ferroviario merci italiano».

Sebbene il ferro in Italia continui a presentare criticità che ci rendono meno competitivi rispetto a quanto accade a nord delle Alpi (presenza di due macchinisti invece di uno, 24-25 vagoni su cui caricare le merci invece di 30, ecc.) non è vero però che i treni merci non siano puntuali. «Se il treno è ben servito al terminal e se entra in modo minutale in traccia, la puntualità del servizio è garantita: in Contship abbiamo il 94% degli arrivi on time – ha sostenuto Grasso -. Una cosa deve però essere chiara: il traffico merci su ferrovia richiede pianificazione, soprattutto perché le tracce vanno acquisite di anno in anno».

Grasso ha infine accennato al caso Rastatt, che per sette settimane ha interrotto la circolazione dei treni sul corridoio ferroviario Reno Alpi. «La faccenda ha creato danni enormi e questo ci deve far riflettere a non essere sempre e solo critici col nostro Paese: anche nell’efficientissima Germania, a interruzione avvenuta, non erano disponibili itinerari alternativi a quello forzatamente interrotto! », ha concluso Grasso.

Il vicepresidente Montalti ha affrontato il tema dei magazzini generali: Assologistica ha attivato una fitta interlocuzione con il Mise su diversi temi riguardanti tali infrastrutture; questa stretta collaborazione ha permesso di assistere gli associati circa il delicato tema delle cauzioni. «Nei prossimi mesi ci impegneremo per presentare ai vertici del ministero una proposta di revisione della normativa, che fa riferimento a un regio decreto del 1927, per il rilancio di una realtà storica quali sono appunto i magazzini generali», ha detto Montalti. Spiegando poi che per Assologistica resta imprescindibile la necessità di fare rete tra imprese, facendo conoscere in modo chiaro alle istituzioni il core business dei soci, accompagnando «le Pmi nel loro processo di internazionalizzazione, superando modalità operative di consegna delle merci orami obsolete. Fondamentali, infine, le sinergie con altre organizzazioni, come l’accordo siglato con Confagricoltura».

A Luigi Terzi, presidente di Assologistica Cultura e Formazione è toccato il compito di ricordare come quest’anno il ramo formativo di Assologistica compia dieci anni e come da sempre persegua il compito fondamentale di elevare il livello culturale degli operatori del settore. «Più cultura è uguale anche a più passione – ha chiarito Terzi.

E la passione nel nostro lavoro conta molto. I nostri corsi sono tenuti non solo da consulenti, ma anche da addetti ai lavori, il che conferisce del valore aggiunto alla nostra formazione, la quale di anno in anno arricchisce la sua offerta, giungendo nel 2017 a proporre anche un master di 200 ore per la formazione di responsabili delle questioni doganali, figura sempre più importante in vista del conseguimento della certificazione Aeo».

Alla conferenza stampa si è discusso anche del lavoro in logistica. Da quasi due anni è scaduto il contratto nazionale di lavoro del comparto logistica, trasporto merci e spedizione. Dopo mesi di negoziazione il sindacato ha programmato tre giorni di sciopero per la fine di Ottobre. La volontà del mondo dell’autotrasporto di trattare separatamente gli istituti per il personale viaggiante sta di fatto determinando una spaccatura del contratto. Anche il mondo della cooperazione sta trattando separatamente: è come se il contratto nazionale stia perdendo la sua funzione regolatrice. Di lavoro ha parlato il segretario generale Daher, il quale – dopo avere ripercorso la storia di Assologistica, nata nel lontano 1947 come “Magazzini Generali Alta Italia” e poi evolutasi e arricchitasi nel tempo aggregando anche altre associazioni fino a darsi l’attuale connotazione nel 1997 – ha ricordato come di recente non si sia stati in grado di far conciliare il diritto sindacale con il diritto di fare impresa da parte delle aziende.

«Due cose vorrei sottolineare – ha continuato Daher – la prima è che il tema del lavoro sarà al centro del convegno che precederà la consegna dei premi “Il Logistico dell’anno 2017” venerdì in Assolombarda a Milano; la seconda è che Assologistica è nata avendo come punto focale il Magazzino e quindi, al di là di tutte le rivoluzioni in atto, il magazzino resta centrale per la nostra attività, a dispetto di chi, già negli anni Ottanta ne decretava la morte! ». Infine, il vicepresidente Ruggerone ha ricordato come l’idea degli interporti sia di origine tutta italiana: a inizio anni ’70 infatti Mauro Ferretti ipotizzava il ricollocamento delle merci in aree esterne in prossimità di centri urbani e industriali, al fine di ottimizzare la gestione delle merci. «L’idea è attualissima – ha detto Ruggerone con la necessità di alleggerire le città, procedendo all’integrazione della supply chain in aree ad hoc. La prima legge sugli interporti risale al 1990 e a oggi queste infrastrutture sono 24, di cui 5 sono aderenti ad Assologistica. La legge è attualmente in via di riformulazione. Più che di interportualità sarebbe però corretto parlare di intermodalità e Assologistica, con tutte le sue anime, rappresenta una risorsa proprio per la sua multidisciplinarietà». Anche Ruggerone ha sottolineato come il mondo della logistica e dei trasporti stia vivendo una bella stagione pure a livello politico. «Tuttavia se sopra il Corridoio 5 siamo già in Europa, non ci si spiega perché per compiere un tragitto di 40 chilometri tra Novara e Milano si debba impiegare un’ora e mezza. Ancora oggi la merce va per lo più su camion nel nostro Paese: scarseggiano efficienti collegamenti ferroviari e la dotazione terminalistica a fatica raggiunge la qualità di quella del nord Europa e questo solo nella parte settentrionale dell’Italia. C’è poi il tema dell’armonizzazione del sistema e in Assologistica, più che in altre associazioni, si sta cercando di dare risposte a questi temi».

Un’ultima parola Ruggerone l’ha dedicata alla Borsa di Studio Alvaro Spizzica che venerdì verrà consegnata anche quest’anno a una giovane laureata, in memoria di Spizzica che tanto ha fatto per la logistica e gli interporti nel nostro Paese e che tanta attenzione riservava ai giovani.

Il Messaggero Marittimo – 19.10.2017

© Riproduzione riservata

Settembre da record all’Aeroporto di Verona

Si conferma anche a settembre il trend positivo dell’Aeroporto Valerio Catullo, che nell’ultimo mese della stagione estiva ha registrato un volume di 358.276 passeggeri, in crescita del 10% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Primi tre vettori dello scalo per volumi di passeggeri si sono confermati Volotea, Ryanair e Neos.
Il traffico nazionale ha rappresentato ancora il primo mercato del Catullo, coprendo una quota pari al 32% del totale, alimentato in particolare, nell’ordine, dai flussi su Catania, Palermo e Roma.  In ambito internazionale, i mercati principali sono stati Londra, Mosca e Monaco di Baviera.
Il traffico charter ha registrato una crescita del 5%, collegata anche alla ripresa dei voli su località del Mar Rosso.
“I dati di settembre confermano l’ottima performance del traffico dei primi nove mesi dell’anno che registrano oltre 2 milioni e mezzo di passeggeri, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – ha commentato Camillo Bozzolo, direttore Sviluppo Aviation del Gruppo Save – L’incremento del volume di passeggeri è stato determinato sia dall’aumento del numero di voli che dal miglioramento del coefficiente di riempimento degli aeromobili”.
La società sta lavorando affinché l’andamento positivo dei flussi prosegua anche nella stagione invernale, per la quale è già stata annunciata una prima importante novità: a partire dal 27 dicembre la compagnia S7 Airlines, marchio di Siberia Airlines e membro dell’alleanza “oneworld”, collegherà lo scalo con San Pietroburgo tre volte alla settimana.
“Siamo fiduciosi che anche i prossimi mesi possano evidenziare una positiva crescita del traffico, anche grazie alle nuove rotte e al potenziamento di voli previsti con la stagione Winter 2017 – ha dichiarato Paolo Arena, presidente dell’aeroporto di Verona – Con un ampio ventaglio di destinazioni, l’aeroporto di Verona punta ad allargare il network dei collegamenti e a rispondere alle esigenze del mercato, accrescendo le opportunità di mobilità di coloro che viaggiano sia per lavoro che per turismo”.

Trasporti-Italia.com – 19.10.2017

© Riproduzione riservata

L’azionista Caixa dice ok all’opa Atlantia, Abertis chiede di “migliorarla”

All’indomani della contro offerta promossa da Floretino Perez su Abertis attraverso la controllata Hochtief, Abertis e la Caixa, primo socio del gruppo autostradale iberico, si schierano a favore della proposta Atlantia

Criteria Caixa, primo azionista di Abertis con una quota del 15,08% è orientato ad aderire all’opa di Atlantia su Abertis aderendo allo scambio. Si legge nella valutazione del cda del gruppo spagnolo sull’offerta presentata dagli italiani.

“Criteria, tenendo conto della conclusioni della presente relazione e tenendo conto delle considerazioni industriali del progetto, valuta positivamente l’offerta e l’intenzione, ad oggi, è di accettare l’offerta con tutte le sue azioni aderendo all’opzione dello scambio” alternativa all’offerta in contanti.

Analogo orientamento di Inversiones Autopistas, società controllata da Criteria e azionista di Abertis con il 7,17% che “tenendo conto del patto sottoscritto con Criteria e della valutazioni, facendo sue le considerazioni industriali sul progetto risultante dall’offerta, ha intenzione ad oggi di aderire allo scambio”.

LA DECISIONE DI ABERTIS. Il Cda di Abertis ha diffuso oggi il resoconto della riunione convocata per valutare l’offerta di Atlantia, prima della contro-Opa lanciata da Acs attraverso la controllata Hochtief.

“Tenendo conto dei termini e le caratteristiche si valuta l’offerta in modo positivo e attraente da un punto di vista industriale però considera che il valore dell’offerta in contanti è migliorabile”, scrive il Cda di Abertis che rimane in attesa delle decisioni della Cnmv sulla controfferta. Considerando il prezzo offerto da Atlantia (16,50 euro per azione), il board ha sottolineato che questo prezzo incorpora un premio del 20% sui corsi di Borsa nei sei mesi precedenti l’offerta, ma alla chiusura di ieri Abertis quotava 18,84 euro (premio implicito del 14% rispetto al prezzo d’offerta). Per questo il Cda di Abertis “considera che esiste un margine di miglioramento tenendo conto della tensione competitiva del mercato, manifestata già ieri con la presentazione della controfferta competitiva del gruppo Acs”.

I VANTAGGI DELL’OPA ATLANTIA. Nel documento pubblicato sul sito della Consob spagnola, il board identifica poi una serie di vantaggi strategici e industriali rispetto all’Opa lanciata da Atlantia. In particolare, evidenzia in primis la volontà di Atlantia di non realizzare modifiche significative sul piano dell’occupazione. In aggiunta, il fatto che la maggior dimensione e la complementarietà geografica renderanno più competitivo il nuovo gruppo che si verrà a creare, allungando anche la durata media delle concessioni di Abertis e rafforzando la presenza della società spagnola in Cile e Brasile che diventa così il principale operatore autostradale. E ancora, valorizza l’impegno di Atlantia a non vendere attivi di Abertis per finanziarsi e l’intenzione del gruppo italiano di non modificare l’indebitamento di Abertis una volta conclusa l’offerta. Infine, le azioni Abertis continueranno a essere quotate anche se con flottante ridotto.

Esaminando le due diverse opzioni di adesione all’Opa (contanti o con scambio in azioni speciali Atlantia) in particolare sui vantaggi dello scambio, il Cda di Abertis ha precisato che gli azionisti di Abertis potranno beneficiare della dichiarazione di Atlantia di una politica di remunerazione degli azionisti che arriverà a crescere fino a un 30% rispetto all’attuale e della prospettiva che i titoli Atlantia siamo inseriti in un indice di eccellenza come l’Eurostoxx 50.

E GLI SVANTAGGI. Tra gli svantaggi della scelta della modalità scambio, il principale, per il Cda di Abertis, è che le azioni speciali di Atlantia non potranno essere trasferite fino al 15 febbraio 2019 e non saranno quotate fino alla loro conversione obbligatoria in titoli ordinari Atlantia. Nella valutazione del Cda della società spagnola si apprende infine che Criteria Caixa, primo azionista di Abertis con una quota del 15,08%, è orientato ad aderire all’Opa di Atlantia, favorendo lo scambio. Orientamento analogo a quello di Inversiones Autopistas, società controllata da Criteria e azionista di Abertis con il 7,17 per cento.

LA RISPOSTA DI ATLANTIA. Il mercato ora attende al varco Atlantia, chiamata a valutare se rilanciare su Abertis dopo che ieri Acs, attraverso la controllata tedesca Hochtief, ha alzato la posta offrendo 18,76 euro per azione, un valore superiore di 2,26 euro rispetto a quella di Atlantia. I tempi inevitabilmente si allungheranno con possibile slittamento al 2018.

Gli analisti di Natixis vedono la prospettiva di una guerra di prezzo con risvolti positivi per il titolo Abertis e negativi invece su Atlantia, che probabilmente alzerà la propria offerta. Rilancio di Atlantia ritenuto probabile anche da Banca Akros: « Atlantia può contrastare l’offerta di Hochtief e migliorarla aumentando il prezzo di offerta in contanti. Da un punto di vista di governance crediamo che l’offerta di Atlantia è più attraente: Abertis rimarrebbe quotata e l’attività di Atlantia è decisamente più coerente con Abertis».

La Tribuna di Treviso/Nord Est Economia – 19.10.2017

© Riproduzione riservata

Meno Tir e più treni per centrare gli obiettivi europei

18 Ottobre 2017

Logistica. Le imprese: strategia positiva

di Marco Morino

La cura del ferro lanciata dal governo e sostenuta con forza dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha avuto il merito di riaccendere i riflettori sulla ferrovia come modalità alternativa al trasporto su strada. Incentivi tipo il ferrobonus sono stati accolti con favore dagli operatori, in particolare nel settore dell’intermodalità. Ora però è necessario non abbandonare la scelta intrapresa, per decongestionare la rete stradale, spezzare l’assedio dei Tir ai porti italiani, ridurre lo smog e mettere l’Italia al passo con gli obiettivi europei. La Ue infatti punta a trasferire entro il 2030 il 30% del traffico merci dalla gomma alla rotaia e il 50% entro il 2050. Questo il messaggio chei vertici di Assologistica, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane di logistica, magazzini generali e terminalisti, rivolgono al mondo politico.

«L’Italia ­ dice il presidente di Assologistica, Andrea Gentile, aprendo ieri a Milano la conferenza stampa annuale dell’associazione ­ ha un disperato bisogno di un sistema logistico moderno ed efficiente. Purtroppo, nella nostra tradizione culturale ha sempre contato, e ancora conta, di più produrre: tanto poi (si pensa) in un modo o nell’altro le merci arriveranno dove devono arrivare. Mai si è considerata la logistica come un sistema integrato». Il risultato di questo deficit culturale, osserva Assologistica, è che non solo le marci faticanoa partire e ad arrivare in Italia, ma che una quantità di merci via via minore sia prodotta nel nostro paese. «È evidente che bisogna rimuovere gli ostacoli logistici se si vuole tornare a crescere come sistema paese» sostiene Assologistica.

Il trasbordo delle unità intermodali dalla strada alla ferrovia è dunque un buon punto di partenza per rendere più moderno e competitivo il sistema logistico nazionale. Un ulteriore progresso potrebbe arrivare con l’utilizzo delle rete ad alta velocità/alta capacità anche per i treni merci e non solo per i treni passeggeri. La società Interporto servizi cargo ha già annunciato che dal 1° gennaio 2019 partirà con i primi treni nord-­sud lungo la rete italiana ad alta velocità/alta capacità. Un’innovazione che consentirà di trasportare sui treni semirimorchie container con la sagoma P400, che attualmente non possono viaggiare sulla linea ferroviaria esistente e sono quindi istradati tutti via camion. «È un’esperienza da seguire con interesse ­ afferma il vicepresidente di Assologistica, Sebastiano Grasso ­. La rete Av/Ac potrebbe dare ulteriore spinta al trasporto merci su ferro, anche se c’è l’incognita dei costi di utilizzo dell’infrastruttura. Dipenderà da quali tariffe Rfi applicherà alle compagnie ferroviarie. Perché la rete Av/Ac resta un’autostrada piuttosto costosa».

Infine i porti marittimi, le valvole cardiache che garantiscono l’afflusso di beni nel Paese. «I porti ­ sottolinea Gentile non devono essere realtà isolate ma dialogare con il retroterra e fare sistema con gli interporti. Inoltre è molto importante potenziare i collegamernti tra la rete ferroviaria italiana e i porti». Se offrono servizi efficienti, i porti diventano il volàno degli scambi commerciali. Se ciò non avviene essi si trasformano in trombi e il sistema va in tilt.

Il Sole 24 Ore – 18.10.2017

© Riproduzione riservata

 

Traffico merci a Nordest sopra i livelli precrisi

Forte aumento dei Tir sulle autostrade di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ottima crescita per i porti e gli interporti, da Trieste a Venezia, da Chioggia a Ravenna

Nel 2016 il volume di traffico complessivo di veicoli sulla rete autostradale del Nord Est è aumentato, con un tasso di crescita rispetto al 2015, compreso tra il 2,4% e il 4,2% superando in alcune tratte i livelli precrisi del 2007.

L’aumento è determinato dall’incremento di tir, soprattutto nelle direttrici che si inseriscono nei grandi corridoi europei: l’A4 Venezia-Mestre-Trieste (+4,6%), l’A4 Padova-Mestre (+4,7%), l’A22 Brennero-Verona (+5,9%), l’A4 Brescia-Padova (+2,8%), l’A23 Udine-Tarvisio (+5,6%).

È quanto mette in luce l’analisi del sistema infrastrutturale del Nord Est realizzata dall’Osservatorio Trasporti Infrastrutture e Logistica di Unioncamere del Veneto, relativo all’anno 2016.

I numeri rappresentano, secondo Unioncamere, un indicatore importante, sintomo di una ripresa dell’economia italiana ed europea.

Nel contesto portuale complessivo dell’Alto Adriatico, emerge poi che gli scali di Chioggia, Ravenna, Monfalcone, Trieste registrano un aumento, rispetto al 2015, compreso tra il 3,7% e il 10,9%.

Venezia mantiene sostanzialmente inalterato il traffico complessivo (+0,6%) ma migliora ulteriormente la performance nel settore container (+8,1%), in controtendenza rispetto agli altri principali porti del Nord Est (Trieste -2,9% e Ravenna -4,2%).

I flussi passeggeri gestiti dagli aeroporti del Nord Est mostrano andamenti differenti: +10,5% a Treviso, +10,0% a Venezia e +8,4% a Verona.

Andamento negativo per lo scalo di Trieste (-1,9% dovuto alla crisi della compagnia Alitalia) e quello di Bolzano (-55,9% dovuto all’operatività minima per pochi charter nei mesi estivi).

L’interporto di Verona, infine, nel 2016 ha movimentato 29 milioni di tonnellate di merci, delle quali 21 milioni via camion e 8 milioni via treno. Il traffico ferroviario nel 2016 è stato di 402.215 UTI (corrispondente a circa 719 mila TEU), in leggero aumento rispetto al 2015 (+0,9%).

L’interporto di Padova invece ha raggiunto i 286.459 TEU, con un incremento del 4,2% rispetto al 2015.

 

La Nuova di Venezia/Nord Est Economia – 18.10.2017

© Riproduzione riservata

Save via dalla Borsa il 23 ottobre

17 Ottobre 2017

Con la conclusione dell’Opa, Agorà Investimenti detiene complessive 53.329.420 azioni di Save, pari al 96,37% del capitale sociale. Dopo il delisting, ha detto il presidente Enrico Marchi, si procederà con la semplificazione con un unico veicolo, Milione, che controllerà Save

Annunciati oggi i risultati definitivi dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria promossa da Agorà Investimenti e avente a oggetto 21.762.371 azioni Save, rappresentative del 39,32% del capitale, a un prezzo di 21 euro per ciascun titolo. Durante il periodo di adesione, che è terminato la scorso venerdì, sono state portate in adesione 19.136.791 azioni, pari al 87,94% circa dei titoli oggetto dell’Opa e al 34,58% circa delle azioni del capitale di Save, per un controvalore complessivo di 401.872.611 euro.

Con la conclusione dell’Opa, Agorà Investimenti detiene complessive 53.329.420 azioni di Save, pari al 96,37% del capitale sociale. Avendo superato la soglia del 95%, ricorrono i presupposti di legge per l’esercizio da parte di Agorà Investimenti del diritto di acquisto delle azioni residue ancora in circolazione, pari al 2,44% del capitale di Save.

Borsa Italiana, infine, disporrà che le azioni di Save siano sospese dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario (MTA) nelle sedute del 19 e 20 ottobre 2017 e revocate dalla quotazione a partire dalla seduta del 23 ottobre 2017.

Dopo il delisting, ha detto il presidente di Save Enrico Marchi, si procederà con la semplificazione con un unico veicolo, Milione, che controllerà Save e ci saranno risorse per investimenti per almeno 100 milioni ogni anno per 5 anni.

Completati i piani, infine, si potrà ripensare alla quotazione.

La Nuova di Venezia – 17.10.2017

© Riproduzione riservata

Autotrasporto, Ferrobonus: riaperti i termini, domande fino al 20 ottobre

Il ministero dei Trasporti ha riaperto il termine per la presentazione delle domande per ottenere l’incentivo Ferrobonus. Ora le istanze potranno essere presentate fino al 20 ottobre; il termine precedente era invece stato fissato per il 2 ottobre.

La finalità del Ferrobonus è lo spostamento del traffico delle merci dalla rete stradale a quella ferroviaria attraverso un incentivo volto a favorire l’uso del trasporto combinato e trasbordato su ferro da e verso nodi logistici e interporti italiani. È rivolto in particolare all’Italia meridionale, in cui lo squilibrio tra l’uso delle ferrovie e della strada è decisamente più marcato.

Possono usufruire dell’incentivo imprese utenti di servizi di trasporto ferroviario intermodale e/o trasbordato e operatori del trasporto combinato (MTO) che commissionano alle imprese ferroviarie treni completi e che si impegnino a mantenere dei volumi di traffico in termini di treni/chilometro e a incrementarli nel corso del periodo di incentivazione. I beneficiari del contributo sono tenuti a ribaltare una quota dell’incentivo ricevuto verso gli utenti del servizio ferroviario.

Trasporti-Italia.com – 17.10.2017

©  Riproduzione riservata

Imprese: Serracchiani, per Fvg nuova centralità europea

Sviluppo, infrastrutture, lavoro, ambiente e salute. Sono stati questi i temi affrontati dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nell’ampio dibattito a 360 gradi organizzato a Trieste dall’Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda (Aidda).

Un incontro che Serracchiani, affiancata dalla presidente dell’Aidda, Lilli Samer, ha aperto evidenziando l’importanza dei rapporti “tra il governo regionale e quello nazionale, perché il Friuli Venezia Giulia non è un luogo chiuso, ma una regione di confine inserita in un contesto europeo, nel quale dobbiamo assumere una nuova centralità, anche grazie all’importante ruolo del comparto scientifico”.

Parlando di infrastrutture l’attenzione si è concentrata sulla A4, sul porto di Trieste e sul polo intermodale dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari. In merito alla prima la presidente ha ricordato che “è stato sbloccato l’intervento molto impegnativo dal punto di vista ambientale al Lisert con l’ampliamento del piazzale in ingresso e uscita delle corsie per il telepass”. In merito allo scalo giuliano Serracchiani ha rimarcato la crescita dei traffici e dell’occupazione, mentre per l’aeroporto ha precisato che “la realizzazione del Polo intermodale sta andando avanti in modo spedito. La notte del 20 ottobre verrà montata la passerella che collegherà la prima stazione ferroviaria predisposta per l’alta velocità del Nordest con l’aeroporto e se tutto va bene la struttura sarà inaugurata a gennaio 2018”.

Sul fronte della salute Serracchiani ha ribadito che “quella sanitaria, dato il peso della spesa sul bilancio regionale, è la riforma delle riforme. Prima di essa la sanità regionale cresceva nei costi senza migliorare i servizi, per cui l’abbiamo dovuta riadattare ai nuovi bisogni della popolazione. In particolare sono stati potenziati i servizi sul territorio, anche con l’avvio dei Centri di assistenza primaria (Cap)”. La presidente ha inoltre rimarcato “la rilevanza della digitalizzazione in ambito sanitario e il forte investimento per l’edilizia sanitaria e gli impianti tecnologici, come il robot chirurgico, ma anche i mezzi di soccorso e la risonanza magnetica a 3 Tesla dell’ospedale di Cattinara, oltre all’apertura del Centro di riferimento unico amianto (Crua)”.

Sul fronte delle relazioni internazionali la presidente ha illustrato gli accordi siglati dalla Regione con l’Iran, la Baviera e gli Stati Uniti e l’importanza che “Trieste sta assumendo per la Cina, come terminale della nuova via della seta. Per questo a dicembre è in programma una missione a Pechino e Shangai proprio per chiudere gli accordi sui quali stiamo lavorando in questo ambito”.

In merito al lavoro Serracchiani si è soffermata sui dati dell’occupazione, mettendo in luce come “pur venendo da 8 anni di crisi pesantissima stiamo risalendo la china. Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2017 è del 6,4%, mentre nel 2015 era del 8,5%”.

Sull’ambiente Serracchiani ha evidenziato la necessità di “tutelare la salute, garantire il lavoro e proteggere l’ambiente”, mentre per la cultura ha spiegato che “il Friuli Venezia Giulia è la prima regione in Italia per risorse investite in questo ambito, con risultati evidenti”.

Regione Autonoma FVG/Notizie dalla Giunta – 17.10.2017

© Riproduzione riservata