Non solo il Central Park nello Scalo merci, ma anche un tunnel di quattro corsie sotto i binari per unire viale Piave a via Albere
di Enrico Giardini
Verona punta in alto per ottenere il più possibile in opere pubbliche di compensazione e in infrastrutture collegate nel progetto del tracciato dei treni Tav ad alta velocità-alta capacità, nel nodo di Verona-ingresso ovest. Cioè dal Quadrante Europa, dove c’è l’interporto logistico, fino alla stazione di Porta Nuova, che pure verrà modificata per il passaggio dei treni Tav. Anche per quanto riguarda il collegamento con il vicino scalo merci, che l’Amministrazione Sboarina auspica sia il più possibile destinato a parco urbano, anche in questo caso come compensazione pubblica.
La delibera con le osservazioni e le richieste nell’ambito del progetto preliminare della tratta – di sette chilometri, dal Quadrante Europa a Porta Nuova, dove ci saranno quattro binari – è già andata all’esame della commissione consiliare urbanistica, dove tornerà. A Italferr, società incaricata da Rete ferroviaria italiana per il progetto della Tav (questa è la linea Brescia-Verona-Vicenza), l’Amministrazione chiede, come compensazione, un parco urbano di fruibilità pubblica, all’ex scalo merci, «le cui dimensioni dovranno essere le più ampie possibili, tendendo possibilmente all’interezza di tale ambito».
Nella delibera si rileva poi che le dimensioni e l’orientamento dell’ambito ferroviario di Verona Porta Nuova e dei fasci di binari disposti lungo l’asse est-ovest hanno «storicamente limitato le connessioni tra i quartieri a nord e a sud della linea ferroviaria». Si sottolinea poi che le connessioni tra quei quartieri sono i sottopassi di viale Piave e di via Albere, distanti più di due chilometri l’uno dall’altro e quindi altamente congestionati di traffico. Sulla base di studi viabilistici già elaborati si prevederebbe un collegamento tra via Albere e stradone Santa Lucia.
Per questo Palazzo Barbieri chiede un sottopasso del fascio di binari per la parte interessata dalle nuove linee, prevedendo però uno spazio idoneo a costruire una strada a due corsie per senso di marcia e una pista ciclabile in sede separata, in posizione baricentrica tra via Albere e viale Piave. Si chiede inoltre una nuova banchina, in corrispondenza della stazione di Porta Nuova, posta al limite sud del nuovo fascio di binari, «che consenta di mettere in connessione diretta entrambi i sottopassi esistenti».
Altre osservazioni, sul progetto, vengono esplicitate sotto forma di richieste, sul progetto preliminare di Italferr. «Si chiede quindi l’allargamento dei tre sottopassi ferroviari di via Albere, per rendere possibile la costruzione di una carreggiata a due corsie, marciapiedi e pista ciclabile». Per quanto riguarda il nuovo sottovia e l’adeguamento di via Carnia il Comune evidenza di avere già redatto il progetto preliminare la connessione diretta tra il casello autostradale di Verona nord e il Quadrante Europa attraverso la strada mediana sovrapponendosi di fatto alla viabilità prevista dal nodo alta velocità-alta capacità di Verona-ingresso ovest. Come si evidenzia nella delibera con le osservazioni, il tratto di strada previsto dal progetto preliminare permette l’accesso diretto al Quadrante Europa ed è funzionale alla futura connessione con la tangenziale sud. Il Comune chiede quindi che il progetto del nodo Av/Ac recepisca quel preliminare. E, «considerato che via Fenilon è una strada di ridotte dimensioni, non idonea a sostenere carichi diversi da quello ti tipo residenziale e agricolo, si chiede che il collegamento sia realizzato almeno fino a via Sommacampagna».
Con la realizzazione della nuova viabilità, si rileva, verrebbe però meno un collegamento pedonale tra le località Cason e Fenilon, cioè a nord e a sud della linea ferroviaria Milano-Venezia. «Per poter realizzare questo collegamento a servizio della mobilità lenta», si legge, «si chiede di realizzare un percorso ciclo-pedonale protetto, illuminato e in sede propria», vicino alle nuove stra e ai sottopassi ferroviari.
Inoltre, l’Amministrazione comunale chiede la costruzione di un apposito percorso ciclopedonale che collega la Fiera con la stazione di Porta Nuova, «da realizzarsi parallelamente a viale Piave e all’interno dell’ambito dello scalo merci. Il percorso inizierà dall’attuale sottopasso pedonale, con uscita a sud vicino alla palazzina della Polizia ferroviaria».
Altre due richieste, infine: quella affinché il nuovo tratto di via Cason venga realizzato consentendo sia il doppio senso di marcia che la possibilità di una pista ciclopedonale. E poi, considerando che verrà rifatta completamente via XXIV Giugno e realizzato un nuovo sottopasso ferroviario, si chiede sia inserito un percorso ciclabile e pedonale protetto.
L’Arena – 29/10/2017
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