Porti: project cargo via fiume da Rovigo a Venezia

11 Settembre 2017

Terzo lotto di spedizione di un’operazione senza precedenti

E’ salpata dalle banchine del terminal Transped la nave Heavy Lift PAnthera J: a bordo anche i 4 exchanger del peso di 130 tonnellate ciascuno, imbarcati direttamente dalla banchina dell’Interporto di Rovigo e giunti a Venezia su chiatta lungo il Canal Bianco. Si tratta del terzo lotto di spedizione di un’operazione senza precedenti, iniziata già nel luglio scorso. che valorizza il collegamento fluviale tra interporto di Rovigo e scalo fluviale a favore del traffico dei project cargo (colli eccezionali).

Il Porto di Venezia ad oggi è infatti l’unico in Italia a poter contare sulla modalità fluviale con chiatte di classe V e il servizio di trasferimento su chiatta fluviale dei colli eccezionali da Rovigo a Venezia eseguito da Fagioli Spa e da Tecnoservice, entrambi vettori operanti il servizio fluviale che collega già regolarmente Venezia a Mantova. “Un’esclusiva, quella della modalità fluviale, che si è dimostrata fondamentale nel caso dei 4 mega exchanger, le cui caratteristiche dimensionali hanno fortemente determinato la scelta di impiegare la modalità fluviale per il loro trasporto da Rovigo a Venezia, permettendo di trasportare i colli eccezionali in totale stabilità e sicurezza” come spiega Paolo Zangrando di CTS Trasporti, operante a Venezia da anni 25 anni e fra le più avanzate nel settore dei servizi trasporto eccezionale, sollevamento e movimentazione industriale, che ha eseguito i trasporti e seguito le fasi di imbarco all’Interporto di Rovigo fino al trasbordo da Chiatta a nave oceanica a Marghera dei mega carichi per conto di Altius S.A, spedizioniere ed armatore spagnolo General Contractor dell’operazione, rappresentato in Italia da Alessandro Tomada.

“Questo è un esempio concreto di un sistema portuale e logistico che opera su scala regionale, una sinergia tra porto e Interporto che vogliamo continuare a valorizzare e che dimostra una piena ed efficace integrazione nella messa in opera di un servizio a sostegno di una filiera importantissima per il Porto di Venezia, che si estende anche oltre i confini regionali raggiungendo i mercati lombardi, quella dei colli eccezionali appunto” ha affermato il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino. La Panthera J si dirige ora a Shuaiba in Kuwait, una tra le oltre 50 destinazioni mondiali dei carichi eccezionali in partenza dal Porto di Venezia.

Ansa/Mare – 11.09.2017

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Lotti costruttivi, direttrici e upgrading: i cantieri Fs

In questo momento – spiega l’Ad di Rfi Maurizio Gentile – «i principali cantieri in corso sono il Terzo Valico di Genova, che sta tornando a pieno regime dopo il commissariamento, il Brennero, il nodo di Palermo, e una miriade di interventi diffusi, tra cui l’adeguamento delle reti di adduzione al Gottardo e l’upgrading tecnologico della Torino-Padova linea tradizionale». «Tra le opere in fase di avvio – prosegue – abbiamo i due lotti aggiudicati sulla Napoli-Bari (cè qualche ritardo per un ricorso al Tar), il 1° lotto della Brescia-Verona appena approvato dal Cipe (cantieri a inizio 2018), mentre contiamo di ripartire a ottobre sul nodo di Firenze ed è in corso la gara per il 1° lotto della Catania-Palermo». Nel Contratto di programma 2017-2021 (parere positivo Cipe il 7 agosto), i nuovi finanziamenti per 13,3 miliardi (10 miliardi dal Dpcm investimenti in pubblicazione, 2,4 dall’Fsc 2014-2020 e 0,9 mld da altre fonti) sono così ripartiti:

1) Sicurezza e l’adeguamento a obblighi di legge (2 miliardi), con il proseguimento di interventi necessari a contenere i rischi nelle gallerie, nelle zone sismiche e in quelle soggette a dissesto idrogeologico, oltre ad interventi per la salvaguardia dell’ambiente e la mitigazione del rumore, e per la soppressione dei passaggi a livello;

2) Tecnologie per la circolazione e l’efficientamento (688 milioni): ammodernamento tecnologico delle linee e degli impianti ferroviari;

3) Valorizzazione turistica delle ferrovie minori (36 milioni). Specifico programma rivolto alla valorizzazione di tali linee in funzione della fruizione paesaggistica e dell’accessibilità ai siti di maggior interesse sotto il profilo ricettivo. Opere sulla Benevento-Pietralcina, la Campobasso-Termoli, la Agrigento-Porto Empedocle;

4) Valorizzazione delle reti regionali (1,3 miliardi). Interventi rivolti a dare ulteriore impulso al rilancio del TPL, anche individuati di concerto con le Regioni nell’ambito del programma FSC 2014-2020;

5) Potenziamento e sviluppo infrastrutturale aree metropolitane (885 milioni). Upgrading infrastrutturale e tecnologico nei vari nodi metropolitani. Particolarmente significativi gli interventi nell’area metropolitana di Catania;

6) Accessibilità su ferro a porti, interporti e aeroporti (700 mln). Investimenti per avviare, tra l’altro, la fase realizzativa dei nuovi collegamenti con gli aeroporti di Venezia e Genova, e per il potenziamento dei collegamenti ai porti e terminali;

7) Potenziamento e sviluppo infrastrutturale delle 13 direttrici (5 miliardi di euro), così come rappresentate nell’allegato del Mit al Def 2017. Proseguono interventi di potenziamento della direttrice adriatica, ionica e tirrenica nord finanziati anche nell’ambito dell’Fsc 14-20. Si segnalano il finanziamento dell’ulteriore fase della Milano-Genova, del Ripristino linea dei Bivi di Venezia Mestre, della Giampilieri-Fiumefreddo, dell’ulteriore lotto della linea AV/ AC NA-BA – tratta Frasso Telesino-Vitulano (Benevento) – cui si aggiungono i 210 milioni di euro destinati alla ripresa dei lavori della Linea Ferrandina-Matera, unica opera di RFI ad oggi iscritta nell’anagrafe delle opere incompiute;

8) Finanziamento lotti costruttivi (2,6 miliardi), sui principali corridoi europei, finalizzati a completare e potenziare il sistema Av/Ac oltre che i collegamenti con l’Europa. Finanziati il 5° Lotto del Terzo Valico dei Giovi, il 5° Lotto della Galleria di base del Brennero e il 2° lotto della tratta Brescia Est-Verona.

Il Sole 24 Ore/Edilizia e Territorio – 11.09.2017

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Investimenti Rfi in crescita, Anas tenta la ripresa

La spesa ferroviaria punta a 4,7 miliardi nel 2018 ­ Strade ai minimi, sblocco a ottobre

di Alessandro Arona

È finalmente arrivato l’atteso via libera del Cipe (nella seduta del 7 agosto) al contratto di programma Anas 2016­2020 (approvazione) e a quello di Rfi­ investimenti 20172021 (parere). Il primo vale 23,4 miliardi di euro (più 6,1 miliardi di opere in corso) e sblocca nuovi finanziamenti per 12,4 mld; il secondo (Rfi) programma nuove risorse per 13,3 miliardi. Entrambi i “via libera” (quello Anas definitivo dopo la pubblicazione della delibera, quello Rfi con iter da proseguire e Dm Economia-Mef finale previsto operativo per fine anno) arrivano con molti mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ma mentre nel caso di Rfi questo non ha pesato, visto il portafoglio di risorse e progetti già sbloccati, e gli investimenti effettivi continuano a crescere, nel caso dell’Anas il ritardo sta inchiodando la spesa al minimo storico di 1,7 miliardi di euro. Per le altre decisioni del Cipe (ok ai lotti costruttivi della Torino-Lione, revisione criteri economici per gli aggiornamenti quinquennali dei Pef autostradali, anticipo al 2017 di 170 milioni del piano periferie, sblocco fondi banda ultralarga) si rinvia ai servizi su Edilizia web, digitando “Cipe” nel motore di ricerca.

IL CONTRATTO ANAS. L’approvazione più attesa era quella sul Contratto 2016-2020 dell’Anas, previsto dalla legge di Stabilità 2016 con il suo carico di 6,4 miliardi aggiuntivi ma rimasto bloccato per un anno per il braccio di ferro tra Ministero dell’Economia, da una parte, e Anas e Infrastrutture dall’altra. Ora la delibera Cipe di approvazione deve essere formalizzata e registrata dalla Corte dei Conti, si punta a ottobre-novembre. Questo passaggio è fra l’altro indispensabile per l’integrazione di Anas nel Gruppo Fs. Il Contratto Anas 2016-2020 prevede un programma di opere da 23,4 miliardi di euro, già finanziato per 15,9 miliardi di euro (i restanti 7,5 miliardi dovranno essere reperiti nei prossimi anni). Circa 12,4 miliardi sono le risorse aggiuntive: 6,4 miliardi dalla legge di Stabilità 2016 e altri 6 miliardi stanziate per opere Anas nella programmazione Fsc 2014-2020 approvata nell’ultimo anno. Altre risorse per circa 3,4 miliardi di euro erano già disponibili prima del 2016 e si tratta di opere già in corso. Il piano prevede 8,4 miliardi per completamento di itinerari; 10,4 per manutenzione straordinaria e messa in sicurezza; 4 miliardi per nuove opere; 0,4 ripristino viabilità statale e locale post-sisma 2016; 0,2 per altri investimenti. Oltre ai 23,4 miliardi ci sono poi opere per 6,1 miliardi di euro già in corso di esecuzione (oltre il 15% di Sal) e che andranno avanti con le vecchie regole. La novità del piano è infatti anche sulle ” regole “. Si passa dai finanziamenti statali a fondo perduto a un meccanismo di “corrispettivo”. «Il nuovo meccanismo – spiega il presidente Anas Gianni Armani – permetterà allo Stato di risparmiare in 5 anni circa 800 milioni di euro». «Sulla parte investimenti – prosegue – l’Anas si assume il rischio costruzione: gli oneri accessori di ogni lavoro vengono abbassati a regime dal 12,5% al 9% (era il 15% fino a due anni fa), e dopo l’approvazione del progetto definitivo il rimborso statale non cambia, spetta a noi fare in modo che i costi non crescano in costo d’opera. Poi ci sono penalità sui tempi non rispettati. Sulla parte servizio il canone statale, partendo dai costi storici Anas, prevede la variazione in base a parametri di qualità e traffico effettivo».

IL BLOCCO ALL’ANAS. I ritardi causati dal governo (indirettamente il Codice appalti 50/2016 e direttamente i ritardi sul nuovo Contratto) hanno fermato gli investimenti Anas, soprattutto nuove opere. La società strade ha accelerato la manutenzione straordinaria, con bandi per 1,5 miliardi nel 2016, «e quest’anno – ci spiega il presidente Armani – cerchiamo di fare più bandi e molte più aggiudicazioni rispetto allo scorso anno» (rispettivamente 2,2 miliardi di euro i bandi Anas 2016 e circa 900 milioni di euro le aggiudicazioni). «Ma per la spesa effettiva – spiega il presidente – stiamo cercando di mantenere la produzione dell’anno scorso (1,7 miliardi, il minimo degli ultimi dieci anni), senza nuove opere, ricordiamolo», che dipendono dal nuovo Contratto. «Nel 2018 – aggiunge Armani – potremo cominciare ad aumentare gli investimenti effettivi, ma molto dipenderà dai tempi del nuovo CdP 2016-2020». A regime il piano industriale Anas prevede tre miliardi di euro di investimenti all’anno.

CONTRATTO RFI. Nel caso delle ferrovie, il ritardo nell’approvazione del contratto di programma «non avrà effetti sulle previsioni di investimento». A spiegarlo al Sole 24 Ore è lo stesso Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi. I finanziamenti sbloccati nel 2016 , oltre 18 miliardi di euro – spiega Gentile «ci garantiscono un serbatoio di risorse e progetti in corso tale da centrare comunque la previsione di 4,2 miliardi di spesa, nel 2017, che facemmo a inizio anno. Il ritardo di qualche mese, fra l’altro, ci ha consentito di inserire nel piano anche i nuovi fondi Fsc concordati dal Mit con le Regioni, arrivando dunque a 13,3 miliardi di euro complessivi di nuove risorse programmate». «Dal 2018 – sostiene Gentile – il trend di spesa potrà di nuovo salire, per arrivare a oltre 6 miliardi di euro l’anno»

Il Sole 24 Ore/Edilizia e Territorio – 11.09.2017

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Save: Martorelli (Fondo Amber) si dimette dal cda: è il sesto uomo che “lascia” il Marco Polo da giugno

9 Settembre 2017

Per il consigliere indipendente “impossibile svolgere il proprio ruolo” dopo che Bofa Merril Lynch ha rinunciato all’incarico di valutazione dell’opa. Per la società “agli indipendenti sono assicurate tutte le informazioni”

Il consigliere indipendente di Save, Giorgio Martorelli, ha rassegnato le dimissioni dal Cda della società che gestisce l’aeroporto di Venezia dopo che l’advisor degli amministratori indipendenti, Bofa Merrill Lynch, ha rinunciato all’incarico di valutare la congruità dell’Opa obbligatoria lanciata dal presidente Enrico Marchi e dei fondi infrastrutturali Infravia e Deutsche Am attraverso la società veicolo Milione.

Nella missiva a Marchi, contenuta in un comunicato stampa di Save, Martorelli spiega la sua decisione con le «motivazioni che hanno portato Bofa Merrill Lynch a recedere dal mandato che gli era stato conferito dagli amministratori indipendenti quale esperto indipendente per la formulazione di un parere sull’Opa e la congruità del corrispettivo previsto». Alla luce delle «informazioni» fornite da Merrill Lynch e «della situazione che si è venuta a creare all’interno del consiglio di amministrazione, non ritenendo di poter svolgere in modo adeguato e informato il ruolo che la legge attribuisce agli amministratori indipendenti», Martorelli, che siede in Cda su indicazione del fondo Amber, ha rassegnato le sue «dimissioni irrevocabili».

Giovedì si erano dimessi altri due consiglieri indipendenti, Maria Leddi Maiola, «per motivi strettamente personali» e l’ex dirigente di Mediobanca, Maurizio Cereda, senza fornire alcuna motivazione. Prima di loro era stato Sandro Trevisanato, lead independent director e presidente del comitato controllo e rischi, a lasciare, il 26 luglio. Sempre per «motivi personali», come quelli di addotti dai consiglieri indipendenti, Ronald P. Spogli, dimessosi il 21 giugno, e Massimo Colli, che ha lasciato il 18 luglio.

Il gruppo Save si difende dall’accusa del consigliere indipendente, Giorgio Martorelli, di non consentirgli di svolgere il suo ruolo di amministratore indipendente. Nella nota in cui dà conto delle dimissioni di Martorelli Save afferma di «aver messo a disposizione degli Amministratori Indipendenti tutte le informazioni di cui dispone sul generale andamento della gestione e sulla prevedibile evoluzione e ritiene che esse siano adeguate ai fini della valutazione richiesta agli Amministrazione Indipendenti nel contesto di un’offerta pubblica obbligatoria come quella lanciata da Agorà», per conto del presidente Enrico Marchi e dei fondi Deutsche Am e Infravia. Per quanto a conoscenza di Save, inoltre, la collaborazione con Bofa Merrill Lynch – advisor degli amministratori nella valutazione della congruità dell’Opa – «si è interrotta con reciproco rammarico per ragioni meramente inerenti a sue procedure interne e gli Amministratori Indipendenti stanno portando avanti la loro analisi supportati da altro primario advisor finanziario».

La Nuova di Venezia – 09.09.2017

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La Tav a Desenzano, in arrivo 115 espropri

8 Settembre 2017

Il Comune apre un osservatorio per seguire l’opera e dare assistenza Malinverno: «Impossibile ormai fermare i cantieri, limitiamo i danni»

di Alessandro Gatta

Un osservatorio comunale sulle grandi infrastrutture, dedicato espressamente alla Tav e che funzionerà più che altro come sportello informativo per i cittadini, con particolare attenzione a quelli che dovranno affrontare gli espropri, fornendo loro assistenza tecnica e legale.

A DESENZANO non sono pochi: in tutto tra aziende, agricoltori e privati sono ben 115, circa un quinto del totale sulla tratta BresciaVerona, dove di espropri ce ne saranno poco meno di 600.

È stato presentato ieri mattina: verrà attivato entro un mese, si comporrà di tecnici comunali (con l’ovvio supporto politico dell’amministrazione) e per cominciare rimarrà aperto una volta al mese, in municipio e con date ancora da definire.

Il primo passo verso un approccio più «soft» al progetto dell’alta velocità, approvato in via definitiva (per la tratta BresciaVerona, in tutto 43 chilometri per 2 miliardi e mezzo) il 10 luglio scorso: per capirci, la Tav ormai la fanno, tanto vale provare a salvare il salvabile: «Siamo tutti d’accordo che dovremo affrontare un mostro – ha spiegato il presidente del consiglio comunale Rino Polloni – ma dobbiamo essere consapevoli che ormai fermarla è impossibile. Per questo è inutile fare muro, meglio giocare d’anticipo: con l’osservatorio per aiutare i cittadini, e sedendoci a un tavolo con Rfi e Regione per ottenere qualche compensazione».

Qualcosa è già arrivato: a seguito di sopralluoghi e verifiche, Rfi ha accettato alcune richieste di mitigazione presentate ancora dalla giunta Leso. Tra queste lo spostamento della logistica di cantiere dalla zona del Lavagnone (ma già si sapeva), modifiche alla «pista» di cantiere e agli accessi alla cascina Serraglio per limitare i danni all’attività agricola e zootecnica dell’importante azienda desenzanese, lo spostamento ad ovest di un cavalcavia in località San Rocco, un’area verde di compensazione in località Colombare.

Sul via ai lavori, niente di nuovo: «Nessuno ci ha più detto nulla – ammette il sindaco Guido Malinverno – e del futuro progetto esecutivo sappiamo solo di una piccola nota sul sito del Ministero. È da tempo comunque che ci siamo attivati sul tema Tav: abbiamo incontrato esperti, tecnici e anche cittadini».

NON SI SA ancora nulla nemmeno del ricorso presentato dal Comune di Desenzano insieme ad altri sei municipi tra cui Pozzolengo e Peschiera (in ballo ce ne sono altri due, del Consorzio Lugana e dei comitati No Tav). Così come non si sa nulla della stazione del Garda di San Martino: «Non abbiamo ancora avuto nessuna comunicazione – conclude Malinverno – ma sarebbe comunque troppo vicina alle altre fermate per diventare alta velocità, quindi sarebbe meglio risparmiare un po’ di territorio».

Brescia Oggi – 08.09.2017

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Veicoli pesanti: in autostrada traffico in crescita del 3,1% nei primi cinque mesi del 2017

Da gennaio a maggio 2017 il traffico di veicoli pesanti in autostrada nel nostro Paese è aumentato del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2016. Questo dato, elaborato da Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), e reso noto dal Centro Ricerche Continental Autocarri, contribuisce a confermare la congiuntura positiva che il settore dei trasporti pesanti sta attraversando in Italia.

Positivo anche l’andamento del traffico di veicoli leggeri in autostrada, traffico che nei primi cinque mesi del 2017 è cresciuto dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In totale, secondo i dati elaborati da Aiscat, il traffico in autostrada da gennaio a maggio 2017 è cresciuto del 2,1% rispetto al 2016.

Trasporti-Italia.com – 08.09.2017

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A Trieste “Portis Meeting”, iniziativa su mobilità e porto

Dal 13 al 15 settembre. Progetto finanziato da Ue

Dal 13 al 15 settembre si terrà il “Trieste Portis Meeting”, iniziativa nell’ambito del progetto europeo “Civitas Portis” per sperimentare soluzioni innovative di mobilità urbana sostenibile e creare living labs in cui aumentare la coesione funzionale e sociale tra centri urbani e porti, spingendo la crescita economica e migliorando l’attrattività degli ambienti urbani.

Il progetto vede coinvolte cinque città portuali europee: Trieste, Anversa (Belgio), Aberdeen (Regno Unito), Costanza (Romania) e Klaipeda (Lituania) ed è finanziato dall’Unione Europea con 16,4 milioni di euro di cui 2,8 al Comune di Trieste, nell’ambito del Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l’Innovazione Horizon 2020. Il Comune è coordinatore locale, assieme all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Area Science Park, Università e Trieste Trasporti.

L’iniziativa è stata presentata oggi dall’assessore comunale al Territorio, Luisa Polli. Per quanto riguarda la città, si punta a integrare dal punto di vista della mobilità il porto e la città, con un focus sul Porto Vecchio. Si lavorerà al miglioramento dell’accessibilità della zona costiera che collega il Porto Vecchio e il Porto Nuovo e a supportare lo sviluppo del mercato crocieristico con opzioni di mobilità urbana sostenibile per i turisti.

La tre giorni prevede una serie di incontri tecnici a porte chiuse nelle giornate del 13 e 14 settembre, mentre il 15 settembre è in calendario una giornata aperta alle scuole e al pubblico, con eventi che avranno luogo nella Centrale Idrodinamica in Porto Vecchio.

Ansa/Mare – 08.09.2017

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Porti: ok del cdm al decreto correttivo, riorganizzazione delle Autorità

Mit, nuova classificazione e adeguamento funzioni presidente

Nuova classificazione dei porti e adeguamento delle funzioni del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale in materia di governance del lavoro portuale.

Sono alcune delle novità previste dallo schema di decreto legislativo con disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 169 dell’agosto 2016, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Lo schema di decreto – precisa il Ministero dei trasporti in una nota – detta misure integrative e correttive al decreto legislativo 169/2016 ad un anno dalla sua entrata in vigore nel rispetto dei principi e criteri direttivi della delega relativamente alla riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali, con particolare riferimento alla governance e alla semplificazione.

I punti di maggiore interesse dello schema di decreto, spiega il Ministero, riguardano:

– Nuova classificazione dei porti. Si prevede una riqualificazione dei porti introducendo, rispetto all’attuale, un criterio più snello e semplificato. Vengono, pertanto, previste tre sole categorie: porti finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato; porti commerciali di rilevanza internazionale o nazionali costituenti nodi delle grandi reti dei trasporti e della navigazione; porti di rilevanza interregionale e regionale nei quali le Regioni esercitano funzioni gestorie.

– Adeguamento delle funzioni del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale in materia di governance del lavoro portuale. Allo stesso sono prevalentemente trasferite le funzioni che prima erano svolte dall’Ente gestore. In particolare: il presidente adotta il Piano dell’organico del porto dei lavoratori delle imprese di cui agli articoli 16, 17 e 18 della legge 84/94 sulla base dei piani di impresa, degli organici e del fabbisogno lavorativo comunicati da dette imprese; a queste si affiancano le funzioni che il presidente può adottare sulle misure di politiche attive del lavoro indirizzate a migliorare i fattori di criticità del mercato del lavoro tramite dei piani. Questi piani hanno per oggetto: la formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione del personale interessato; eventuali misure di sostegno al reddito volto ad accompagnare, per un periodo massimo di cinque anni, i lavoratori interessati ai trattamenti previdenziali di legge; la ricollocazione del personale inidoneo a ciascuna delle mansioni previste e richieste nell’ambito della fornitura del lavoro portuale.

– Estensione del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 ai membri del Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale. E’ previsto, cioè, che ai membri del Comitato di gestione si applichino le disposizioni vigenti in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico. Si prevede, inoltre, che il Comitato di gestione sia comunque regolarmente costituito con la metà più uno dei componenti.

Ansa/Mare – 08.09.2017

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A luglio il traffico delle merci nel porto di Venezia è aumentato del +8,8%

7 Settembre 2017

Nel settore delle crociere è stata registrata una diminuzione del -16,7%

Lo scorso luglio il porto di Venezia ha movimentato quasi 2,2 milioni di tonnellate di merci, con una crescita del +8,8% rispetto a 2,0 milioni di tonnellate nel luglio 2016. Nel settore delle merci varie il traffico è aumentato del +9,4% a 843mila tonnellate, di cui 513mila tonnellate di merci containerizzate (+3,9%), 139mila tonnellate di rotabili (+58,7%) e 190mila tonnellate di altre merci varie (+0,9%).

Nel segmento delle rinfuse liquide sono state movimentate 917mila tonnellate (+9,0%), di cui 799mila tonnellate di prodotti petroliferi raffinati (+11,3%), 110mila tonnellate di prodotti chimici (-6,3%) e 8mila tonnellate di altri carichi liquidi (+33,3%). Il volume complessivo delle rinfuse solide è ammontato a 418mila tonnellate (+7,0%), di cui 118mila tonnellate di carbone e lignite (+10,3%), 112mila tonnellate di prodotti metallurgici (+175,3%), 111mila tonnellate di mangimi, foraggi e semi oleosi (-18,7%), 13mila tonnellate di cereali (-79,6%), 13mila tonnellate di prodotti chimici, settore merceologico nel quale nel luglio 2016 non erano stati movimentati carichi, e 37mila tonnellate di altre rinfuse secche (+15,4%).

Nel luglio 2015 il traffico dei crocieristi è stato di 230mila persone (-16,7%), mentre nel comparto dei traghetti e dei servizi locali il traffico è stato di 45mila persone (+24,0%).

Nei primi sette mesi di quest’anno il porto veneziano ha movimentato 14,4 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -5,1% sul periodo gennaio-luglio del 2016. Le merci varie si sono attestate a 5,6 milioni di tonnellate (+1,8%), di cui 3,3 milioni di tonnellate di merci in container (-1,9%) realizzate con una movimentazione di contenitori pari a 363.006 (-0,4%), 887mila tonnellate di carichi ro-ro (+44,1%) e 1,4 milioni di tonnellate di altre merci varie (-6,7%). Nel segmento delle rinfuse liquide sono state movimentate globalmente 5,2 milioni di tonnellate (-1,9%) e in quello delle rinfuse secche 3,5 milioni di tonnellate (-17,9%).

Nei primi sette mesi del 2017 il traffico dei crocieristi è stato di 692mila unità (-16,6%) e quello dei traghetti e dei servizi locali è risultato pari a 107mila passeggeri (+35,6%).

InforMare – 07.09.2017

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Assaeroporti: passeggeri in aumento a luglio negli aeroporti italiani

6 Settembre 2017

Sono stati 19.110.993 i passeggeri transitati negli aeroporti italiani nel mese di luglio, con un aumento del 6,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In crescita anche il cargo, che ha visto 104.241,6 tonnellate di merci movimentate, +11,4% rispetto a luglio 2016.
Nel dettaglio, i risultati degli aeroporti romani continuano una tendenza in chiaroscuro, con Fiumicino che registra una diminuzione di passeggeri del 2,7% (4.277.932) e Ciampino che, invece, vede una crescita di presenze del 4,9%, con 520.235 passeggeri. Per quanto riguarda gli scali milanesi, in leggero calo i passeggeri all’aeroporto di Linate (-0,6%) che sono stati 951.002, mentre Malpensa registra un +16,2%, con 2.301.511 passeggeri transitati.

Tra gli altri scali principali, particolarmente buoni i risultati degli aeroporti di Napoli (29%), Pescara (+27,6%), Trieste  (+25,9%), Treviso (+25,2%), Catania (+15,7), Cagliari (+13,9%), Bari (+11,7%), Lampedusa (+10,1%).
Più contenuto, ma comunque positivo, l’andamento del traffico passeggeri negli aeroporti di Alghero (+9,6%), Bologna (+7,2%), Comiso (+7,6%), Perugia (+7,3%), Olbia (+7,1%), Palermo (+6,1%),
Negativi, invece, i risultati di Reggio Calabria (-29,7%) e Trapani (-1,7%).
In totale nei primi sette mesi del 2017 i passeggeri negli aeroporti italiani sono stati 99.574.010, in aumento del 6,8% rispetto allo stesso periodo 2016.

Trasporti-Italia.com – 06.09.2017

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