Porti: Trieste e Koper, l’aumento dei traffici favorisce entrambi

18 Giugno 2017

Prospettive di collaborazione su promozione e formazione

Il porto di Trieste e quello di Koper-Capodistria “fanno due lavori diversi” ma possono collaborare, soprattutto in ambito di promozione e di formazione. È la prospettiva delineata dal presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, durante un convegno sul lavoro e la collaborazione tra i due porti organizzato oggi dalla Cgil-Filt nel capoluogo giuliano. Dragomir Matic, presidente del Cda del porto di Capodistria, ha affermato che i due porti “devono crescere assieme altrimenti torneranno in una posizione mediocre. Abbiamo una grande opportunità grazie alla nostra posizione geopolitica e al ruolo che ci siamo conquistati”, ha dichiarato. Per il presidente di Capodistria una crescita all’unisono è necessaria “per rispondere alle sfide dei porti Nord europei e della Nuova via della Seta. Non si tratta tanto di sommare i teu movimentati: sviluppare nuovi traffici ha ricadute in termini di occupazione e benessere in tutta la regione”. D’Agostino ha ricordato come “mettendo assieme i treni movimentati da Trieste con quelli di Koper si supera il numero dei treni di Rotterdam. Il che vuol dire che nel giro di pochi chilometri ci sono grandi intelligenze”.

Ansa/Mare – 18.06.2017

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«Grandi navi, soluzione molto vicina»

L’impegno del ministro Delrio: «Siamo in stretto contatto con Porto e Comune, stiamo esaminando le diverse ipotesi»

di Mitia Chiarin

«La soluzione è molto vicina». Non svela la scelta finale ma ribadisce che il governo è quasi vicino a decidere sulle grandi navi in laguna il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. Di grandi navi ieri Delrio ha parlato a margine dell’inaugurazione dell’aerostazione aeroportuale a Tessera visto che lì c’erano tutti i protagonisti di una scelta che è urgente. Delrio si è intrattenuto con il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente del Porto, Pino Musolino. Ed Enrico Marchi (Save) socio del Terminal crociere si appella al governo per una decisione in tempi brevi. Che necessariamente passerà per il Comitatone.

«Abbiamo lavorato e stiamo lavorando intensamente e siamo orientati per tenere le grandi navi fuori dalla laguna, dal bacino San Marco e dare una soluzione di lungo periodo evitando al massimo l’impatto sulla laguna», ha detto il ministro Delrio. «Ma vogliamo anche che l’economia veneziana continui a fruire della potenzialità del settore crociere. Siamo vicini a una soluzione, siamo davvero a un passo dalla meta», ribadisce il ministro e conferma il lavoro con il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino. «Ci ha fornito diverse ipotesi anche nei giorni scorsi, le stiamo esaminando». Delrio pensa anche ai traffici commerciali dopo le missioni in Iran, Cina, Vietnam. «L’Oriente guarda a Venezia da sempre come una grande potenzialità per l’ingresso delle merci attraverso il Brennero e l’unione di Venezia e Trieste può offrire grande disponibilità sui mercati internazionali», precisa riferendosi al progetto della “Grande via della seta”. Attende le decisioni del governo il sindaco Brugnaro che ieri ha discusso con Musolino e Delrio. «È il ministro che deve dire quale è la soluzione. È sua la responsabilità e dovrà essere sua anche la bella figura. Noi siamo solo umili servitori della vigna», scherza Brugnaro che però dal palco dell’inaugurazione non lesina stoccate al referendum dei No Grandi navi. «Sarà il solito pienone di pareri contrari. Del resto se a votare vanno solo loro, il risultato è ovvio». E ribadisce per Porto Marghera la necessità di investire: deve tornare un grande polo industriale, della logistica e del terziario: così faremo ripartire il lavoro».

Si appella a una decisione veloce del governo Gentiloni anche Marchi (Save): «Vicenda su cui ci sono tante opinioni diverse e tanta demagogia. La questione va risolta e contiamo molto sull’energia di Musolino perché è evidente che in un periodo di crisi economica come questo non ci possiamo assolutamente permettere di fare a meno di un settore in forte crescita come quello delle crociere».

Marchi cita il conte Volpi, il creatore del progetto di Porto Marghera, di cui ricorre il centenario con il via alle iniziative da luglio, per ricordare che a pesare sul presente e il futuro di Venezia «è il suo tipico cicaleccio». Ma per tutti è tempo di «salvaguardare il passato e garantire il futuro». Un tema che torna nelle parole di Brugnaro: «Ringrazio la gente di buona volontà che sconfiggendo la cultura del degrado e dell’apatia sta contribuendo a dare speranza ai nostri giovani che invito a restare. Venezia è una città che si è finalmente rimessa in moto ed è più viva che mai».

La Nuova di Venezia – 18.06.2017

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«Romea commerciale? Non prioritaria»

Il ministro Delrio affossa il progetto dell’autostrada: «Partiremo subito con la messa in sicurezza della Statale 309»

di Alessandro Abbadir

«La Romea Commerciale, cioè l’autostrada Orte – Mestre, non è una priorità. È una priorità invece la messa in sicurezza degli incroci sulla Romea attuale visto che anche nel tratto mirese i rischi di incidenti mortali sono molto rilevanti».
A dirlo ieri pomeriggio è stato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che insieme al sottosegretario Pier Paolo Baretta, ha fatto, anche per appoggiare la coalizione elettorale guidata da Marco Dori candidato sindaco del centrosinistra a Mira, un sopralluogo su un punto dell’arteria stradale considerato fortemente a rischio incidenti.
I residenti che erano presenti e anche alcuni esponenti del comitato Opzione Zero che, hanno fatto notare al Ministro, come in quell’incrocio della statale 309 con via Giare, siano morte nel corso degli anni, 35 persone. Una cifra spaventosa che, se la Romea non verrà messa in sicurezza potrebbe continuare ad aumentare.

Il ministro Delrio ha spiegato che nel giro di pochi mesi i lavori per la messa in sicurezza dell’attuale tracciato potranno partire: «Sono interventi che possono essere fatti subito: possono essere fatti svincoli, allargate le piazzole dei bus, fatti sottopassi dove la progettazione lo contempla. Sono tutte soluzioni che costeranno molto meno dell’intervento legato alla Romea Commerciale e che possono essere messi in campo fin da subito senza la necessità di investire miliardi di euro di difficile reperibilità».

Insomma la Romea Commerciale va per ora in archivio. Sul capitolo traffico pesante il Ministro Delrio, reduce da un convegno a Venezia con gli autotrasportatori, ha sottolineato l’impegno del governo per far dirottare entro i prossimi 5 anni il 50 per cento del trasporto merci su ferro e acqua: «in questo senso abbiamo un progetto di politica dei Trasporti complessivo che si orienta verso la piena sostenibilità. Vogliamo che sulle strade i mezzi pesanti usino sempre più le autostrade». Aspetto molto importante per il comitato Opzione Zero: «Molto spesso», spiega Mattia Donadel presidente di Opzione Zero, «i tir usano la Romea per poter risparmiare il ticket dell’autostrada e questo è inaccettabile». Soddisfatti i candidati sindaci del centrosinistra Maria Rosa Pavanello di Mirano e Marco Dori a Mira. «La presenza del Ministro Delrio oggi a Giare», ha detto Dori, « è un segnale importante. Gli interventi che tutti stiamo aspettando per la messa in sicurezza in particolar modo degli attraversamenti pericolosi si faranno, e presto. Si parte dall’incrocio di Giare appunto, dove hanno perso la vita decine di persone. Dal governo abbamo ottenuto impegni precisi».

Anche il sindaco di Chioggia, Alessandro Ferro, ha avvicinato Delrio durante l’inaugurazione del nuovo terminal dell’aeroporto di Tessera. «Gli ho fatto presenta», dice Ferro, «che stiamo ancora aspettando una sua visita. Attendiamo infatti che Delrio mantenga la promessa fatta in campagna elettorale per discutere dei problemi della strada statale. Siamo certi che non vorrà deludere una città intera che aspetta da troppo tempo risposte e un territorio che non può più sopportare il peso della Romea così com’è ora».

La Nuova di Venezia – 18.06.2017

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Inaugurato l’ampliamento del Terminal passeggeri dell’aeroporto “Marco Polo” di Venezia

17 Giugno 2017

L’intervento, dal costo complessivo di 68,6 milioni di euro, rientra tra le opere previste da Save spa nel Piano di Investimenti dell’aeroporto per il periodo 2012-2021.

Il nuovo ampliamento del Terminal passeggeri dell’aeroporto Marco Polo di Venezia è stato inaugurato oggi, 17 giugno, nel corso di una cerimonia alla presenza del Presidente di SAVE, Enrico Marchi, del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, del Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dell’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Veneto, Elisa De Berti e del Presidente di ENAC, Vito Riggio.

La cerimonia è stata introdotta dal saluto del Patriarca di Venezia, S.E. Mons. Francesco Moraglia.

A poco più di sette mesi dall’inaugurazione della nuova darsena e del moving walkway avvenuta lo scorso 7 novembre, come annunciato in quell’occasione, SAVE presenta la nuova opera, primo importante ampliamento del terminal passeggeri del Marco Polo, che attraverso spazi ampi e confortevoli e soluzioni architettoniche eleganti e razionali va ad accrescere il livello dei servizi ai passeggeri.

La nuova struttura si sviluppa sul lato landside dell’aerostazione, in aderenza con le aree arrivi (piano terra) e partenze (primo piano) preesistenti, per complessivi 11.500 metri quadrati aggiuntivi, che portano la superficie totale del terminal a 78.800 mq.

Il primo piano è caratterizzato da una grande galleria vetrata destinata ad accogliere i passeggeri con funzione di atrio commerciale e zona di orientamento prima dell’ingresso nell’area dei check-in. La galleria ha una lunghezza massima di 278 metri, una larghezza di 18 metri ed un’altezza di 18 m dal piano campagna. I due lati della galleria, simili a delle “ali” vetrate, ospitano sale d’attesa e zone per il ristoro, con maggiori spazi e servizi per i passeggeri.

Elemento architettonicamente caratterizzante del piano è rappresentato dalla copertura metallica con pianta trapezoidale, costituita da un graticcio di travi bidirezionali in acciaio rivestite e vetri piani che seguono l’andamento curvilineo attraverso un sistema di curvatura chiamato “cold bending”.

La scelta tecnologica di adottare l’acciaio ed il vetro come materiali base ha permesso di creare un edificio che ben si colloca architettonicamente all’interno degli edifici esistenti rivestiti in mattoni faccia a vista. Al centro un grande waterwall, un muro d’acqua di marmo nero Zimbawe, riprodotto in proporzioni più ridotte anche in due differenti spazi al piano arrivi.

Il progetto dell’opera è di SAVE Engineering, controllata di SAVE, con la consulenza alla progettazione architettonica, strutturale e impiantistica di One Works, tra i principali studi di architettura italiani con profilo internazionale e leader nel settore dell’architettura per le infrastrutture del trasporto.

I lavori, realizzati dall’ATI Consorzio Integra Soc.Coop – Bilfinger Sielv Facility Management S.r.l., sono iniziati il 9 febbraio 2015. Il costo complessivo dell’opera è di € 68,6 milioni. L’apertura al pubblico dell’intera nuova area è prevista lunedì 19 giugno.

L’inaugurazione è stata anche l’occasione per annunciare ufficialmente l’apertura della nuova sala vip “Marco Polo Lounge”, ubicata nell’area della precedente sala, ma totalmente rinnovata nella veste architettonica e nel design ed ampliata negli spazi, all’altezza dei migliori esempi internazionali. La lounge si configura con due macro-aree: su un lato, affacciata sulla pista e illuminata da grandi finestre, si colloca la principale area relax, caratterizzata da pareti di vetro e soffitti ondulati che si fondono con il pavimento in parquet. Dall’altra parte del vetro divisorio si colloca un’area, vicina al nucleo centrale dell’aeroporto, dedicata a funzioni accessorie e servizi quali reception, guardaroba, spogliatoi, deposito e aree di preparazione cibo. Tra questi due spazi si collocano due aree relax. La terrazza è coperta in parte da un nuovo giardino d’inverno.

Lo sviluppo dell’aeroporto di Venezia e la realizzazione delle nuove infrastrutture previste nel Masterplan sono resi attuabili dal Contratto di Programma siglato tra SAVE ed ENAC a fine 2012 per il periodo 2012-2021, a sua volta suddiviso in due sottoperiodi regolatori.

Nel primo sottoperiodo riferito al quinquennio 2012 – 2016 gli investimenti realizzati da SAVE sono stati pari e € 292,3 milioni ed hanno riguardato in particolare:

  • nuova darsena e il moving walkway
  • centrale di trigenerazione
  • nuove caserme di Guardia di Finanza sezione elicotteri e dei Vigili del Fuoco sezione elicotteri e presidio
  • lavori sulle infrastrutture di volo.

Per il sottoperiodo 2017 – 2021 sono previsti investimenti pari a € 540,6 milioni, i principali dei quali riferiti a

  • nuovo ampliamento dell’aerostazione passeggeri
  • adeguamento infrastrutture di volo
  • Adeguamento sistemi di accesso, viabilità e parcheggi
  • Adeguamento reti e impianti

“E’ per noi grande motivo di orgoglio inaugurare alla presenza del Ministro Delrio il nuovo ampliamento del terminal passeggeri, che rappresenta un ulteriore importante tassello nell’articolata tabella di marcia che sta progressivamente cambiando il volto dell’aeroporto Marco Polo” – ha dichiarato Enrico Marchi, Presidente di SAVE – “Come promesso in occasione dell’inaugurazione della nuova darsena e del moving walking avvenuta solo sette mesi fa, abbiamo prodotto con puntualità un nuovo risultato che arricchisce il nostro scalo di un’infrastruttura funzionale e particolarmente ricercata nelle soluzioni architettoniche”.

“Il nostro obiettivo è quello di accompagnare la crescita del traffico con infrastrutture adeguate, attraverso una pianificazione che non lasci nulla al caso” –  ha proseguito Marchi – “Il Contratto di programma sottoscritto con ENAC si conferma in tal senso uno strumento fondamentale, a supporto di strategie di crescita che hanno portato il Marco Polo dall’essere uno dei tanti scali medi europei a terzo gate intercontinentale nazionale”.

“Realizzare il nuovo ampliamento è stato particolarmente complesso, in quanto i lavori si sono svolti in concomitanza con la normale attività dello scalo” – ha concluso Marchi – “In questo particolare contesto, la nostra macchina organizzativa ha dimostrato grande efficacia grazie alla competenza, professionalità e passione di tutto il personale e alla collaborazione di enti ed operatori dell’aeroporto. Ora, com’è nostra pratica, continuiamo a progettare il futuro, che nel medio termine consegnerà in fasi progressive a Venezia e al nostro territorio un aeroporto ulteriormente ampliato e arricchito di nuove infrastrutture”.

La Nuova di Venezia/Nord Est Economia – 17.06.2017

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Mobilità: online la proposta di piano

16 Giugno 2017

Novanta giorni di tempo per osservazioni

È stata pubblicata sul portale internet della Provincia la proposta di piano per la mobilità.
Ora ci sono 90 giorni di tempo per avanzare proposte e osservazioni. Obiettivi del piano sono la sostenibilità, l’attenzione alle esigenze degli utenti, gli elevati standard di qualità del servizio pubblico. “Gli elementi centrali del piano – sottolinea l’assessore Florian Mussner – sono la raggiungibilità e la messa in rete del territorio, specialmente per quanto riguarda le zone periferiche e turisticamente poco sviluppate, e le misure per eliminare le barriere architettoniche nel trasporto pubblico”.
Il piano può essere consultato all’indirizzo www.provincia.bz.it/mobilita/temi/piano-mobilita.asp. Comuni, cittadini o gruppi di interesse hanno 90 giorni di tempo (fino al 14 settembre) per avanzare le loro proposte e prese di posizione via e-mail a trasporto.persone@provincia.bz.it oppure via Pec a personenverkehr.trasportopersone@pec.prov.bz.it.

Ansa Trentino A.A. – 16.06.2017

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Porto di Trieste: terminato il progetto di modifica dell’impianto fotovoltaico

Il porto di Trieste ha terminato il progetto di modifica dell’impianto fotovoltaico presente nello scalo, grazie al supporto del Gestore dei Servizi Energetici, società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze con un ruolo centrale nella promozione dello sviluppo sostenibile in Italia. Con la modifica progettuale individuata, e in seguito alla valutazione tecnica effettuata dal G.S.E., i pannelli fotovoltaici posti sulla copertura del magazzino sul molo V, potranno essere ricollocati su altri magazzini del porto, garantendo il mantenimento in esercizio dell’impianto e il rispetto delle condizioni per l’accesso agli incentivi.

La vicenda dei pannelli fotovoltaici era sorta quando la Samer & Co. Shipping aveva chiesto all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale la demolizione del magazzino n. 50, sul quale erano installati sin dall’anno 2012 i pannelli dell’impianto gestito dalla Meridian Parco Energia srl. Obiettivo della Samer Co Shipping è l’acquisizione di nuove aree scoperte all’interno del molo V al fine di ricavare nuovi spazi operativi per il terminal intermodale attualmente in costruzione.

“Lo scalo giuliano ha una forte vocazione ferroviaria, ed è impegnato nella crescita della mobilità intermodale e nella movimentazione sostenibile delle merci – commenta il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino -. Desidero ringraziare il G.S.E. poiché l’autorizzazione ricevuta ci consente di perseguire i piani di sviluppo del porto, creando le condizioni per realizzare nuovi investimenti senza penalizzare le attività economiche già esistenti”.

Trasporti-Italia – 16.06.2017

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Le “free zone” cinesi interessate a punti franchi e logistica triestina

15 Giugno 2017

Il Friuli Venezia Giulia e Shanghai si apprestano a siglare un memorandum d’intesa per avviare concrete progettualità comuni in alcuni settori economici di reciproco interesse. È quanto una nota della Regione Fvg riporta riguardo l’incontro di ieri tra la presidente Debora Serracchiani, e Sun Xinhua, presidente di Invest Shanghai, agenzia governativa per lo sviluppo degli investimenti stranieri in Cina. «Un incontro molto importante» come lo ha definito Serracchiani al termine di oltre un’ora di colloquio in cui «abbiamo parlato dei settori su cui possiamo fare davvero un investimento bilaterale, in particolare sui nostri porti e su tutto il sistema della ricerca regionale e sull’alta formazione offerta dalle nostre Università di Udine e Trieste e dalla Sissa».

L’incontro si è svolto a Roma a margine del Forum italo-cinese per la cooperazione economica ed il commercio, promosso dalla Municipalità di Shanghai con il patrocinio del nostro ministero dello Sviluppo Economico. Al Forum hanno preso parte numerose e qualificate imprese cinesi operanti in settori particolarmente importanti per le esportazioni italiane, principalmente moda, gioielli, tessile-abbigliamento, design, ma anche impiantistica, robotica, telecomunicazioni, e-commerce, sicurezza, informatica, infrastrutture portuali e parchi industriali. Proprio alcuni di questi ambiti produttivi entreranno a far parte del memorandum su cui Serracchiani e Sun Xinhua hanno confermato – scrive la nota – il reciproco valore: non solo la portualità regionale, con il sistema infrastrutturale ferroviario, e l’innovazione tecnologica e scientifica, ma anche il settore del legno-arredo, del design e dell’agroalimentare. Particolarmente significativa la prospettiva di una collaborazione, indicata esplicitamente da Sun Xinhua, tra il porto franco di Trieste e la “free zone” del porto di Shanghai, rafforzata dalle recenti intenzioni manifestate dal presidente cinese Xi Jinping di inserire i porti italiani di Genova e Trieste tra quelli su cui investire come terminali del progetto per la nuova Via della seta. Secondo Sun Xinhua la direttrice Shanghai-Italia potrebbe trovare proprio in Trieste un approdo privilegiato sul Mediterraneo. Il porto di Shanghai si conferma porto leader a livello mondiale: nei primi quattro mesi dell’anno il terminal ha registrato i maggiori volumi di traffico movimentati tra tutti i porti della Cina, con 12, 6 milioni di teu (+8, 2% rispetto allo stesso periodo del 2016 secondo InforMare). Serracchiani ha posto l’accento su altri aspetti di eccellenza della Regione sia in ambito industriale, dalla cantieristica navale, alla siderurgica, alla biotecnologia.

L’incontro è stato sostenuto da una delegazione tecnica cinese e da una delegazione tecnica italiana composta da funzionari regionali, da Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità portuale di Trieste, e dalla rappresentanza dell’Unido Itpo Italia, promotrice dell’incontro nell’ambito del progetto “Smes 4 Business Development China & Cuba” , che si propone di promuovere e facilitare la creazione di partnership tra aziende della regione, la provincia di Shanghai e Cuba. Il rafforzamento delle relazioni tra Friuli Venezia Giulia e Shanghai avrà un suo secondo concreto sviluppo nella visita in Cina che Serracchiani svolgerà a fine ottobre. Nel frattempo, il 17 luglio, Trieste ospiterà la presentazione del Rapporto Annuale della Fondazione Italia-Cina, costituita da Cesare Romiti nel 2003.

Il Piccolo – 15.06.2017

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Venezia, lo snodo tra l’Europa e l’Oriente

14 Giugno 2017

Prove di retroporto con Verona: da questo mese collegamento trisettimanale con Fusina

La “Fusina” era il macchinario che sorgeva sulla Tajada, il possente argine costruito dai veneziani negli anni Trenta del XIV secolo per bloccare e incanalare tutti i corsi d’acqua che si gettavano nella Laguna, e le cui sabbie rischiavano di imprigionare la città. Fusina si trova infatti sulla riva della bocca più antica del Brenta, quella che si formò, secondo l’antica storiografia, nell’ottobre del 589 a seguito della Rotta della Cucca, la grande alluvione da cui nacque la Laguna veneta: prima di quell’evento da fine del mondo, il fiume pare raggiungesse l’Adriatico passando tra due vasti laghi, con un percorso sinuoso che si individua ancora nel Canal Grande, reliquia di quell’antico corso d’acqua. La vocazione di Fusina come industria e snodo logistico di Venezia è rimasta nel tempo, perché questa località è a un tempo l’accesso principale via Laguna alla città e dalla metà del Novecento parte della sua vasta area industriale. Proprio per questo nel 2014 l’Autorità portuale ha aperto qui il Venice Ro­Port Mos, con un investimento da 230 milioni (70% da privati) e un cofinanziamento europeo da 10 milioni. L’infrastruttura sorge sulle aree ex Alumix, il colosso di Stato dell’alluminio ceduto negli anni Novanta al gruppo americano Alcoa. Del terminal, che ha concessione 40ennale, sono soci a fianco dell’Autorità di sistema portuale Mantovani (con la maggioranza) Adria Infrastrutture e Coveco, mentre a ottobre 2016 la compagnia Grimaldi aveva manifestato il suo interesse a entrare nella società. Con l’entrata in esercizio dell’infrastruttura è stato eliminato il passaggio dei traghetti dal Canale della Giudecca e quindi da davanti a Piazza San Marco. A tre anni dall’ingresso in attività, a fianco delle linee merci­passeggeri per la Grecia operate dalla compagnia Anek, sta prendendo forma lo scopo per cui il Venice Ro Port Mos è stato progettato, e cioè quello di farne un grande crocevia per i traffici dal Mediterraneo Orientale verso la Germania e L’Europa Centrale. Il servizio (cinque partenze alla settimana) di Grimaldi con collegamento marittimo per Igpumenitsa e Patrasso (con opzione di passaggio via Bari) ha generato nel 2016 un milione di tonnellate di merce movimen­tata ­ la quasi totalità del traffico Ro-Ro transitato da Venezia, 1,052 milioni di tonnellate lanciando così una funzione nuova per lo scalo, che deve reinventare un futuro logistico per le aree dove l’industria è venuta meno, lasciando però in eredità spazi e dotazione in­frastrutturale uniche in Italia per estensione. Così, il traffico generato dalle Autostrade mare nel porto di Venezia è cresciuto in un solo anno del 30% “e anche il 2017 promette di essere chiuso con un incremento a doppia cifra” dice Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Chioggia ­ Venezia. Per Guido Grimaldi, direttore commerciale dei traffici a corto raggio della compagnia, il risultato di Venezia è doppiabile: l’obiettivo è due milioni di tonnellate, in un settore che rappresenta una delle peculiarità logistiche italiane, raccogliendo il nostro Paese il 36% di questa tipologia di traffico nel Mar Mediterraneo (fonte Srm). Il porto con i volumi maggiori è Livorno, con 12 milioni di tonnellate, mentre per dare un riferimento Genova si attesta sui sette milioni, stessa cifra della vicina Trieste. Oltre ai piani di incremento dei traffici di Grimaldi ­ ai collegamenti con la Grecia si aggiunge il servizio settimanale verso i porti di Alessandria, Ashdod, Haifa e Limassol l’Adsp punta a rinforzare la parte terra del corridoio intermodale. Il terminal di Fusina e’ infatti a cinque minuti dall’autostrada, ma per i collegamenti via terra di ampio raggio l’opzione ferrovia oggi dispone di linee verso Francoforte, Duisburg, Lubecca e Rostock. Manca tuttavia un retroporto in grado di attirare e convogliare la merce da e per io porto di Venezia: Padova lavora per le linee sul Mar Tirreno, e dunque il partner ideale, con cui l’Adsp ha già avviato dei contatti, è l’interporto di Verona: una delle strutture più grandi in Europa, che oggi rappresenta nei fatti il punto di presa del sistema logistico centro­europeo in Italia, attraverso l’autostrada e la ferrovia del Brennero. Proprio per questo l’interporto potrebbe funzionare da collettore per i traffici su ferrovia da e per Venezia, e un esperimento in questo senso è il nuovo collegamento tri­settimanale annunciato da Grimaldi all’inizio di questo mese tra Verona e Fusina.

L’Avvisatore Marittimo – 14.06.2017

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Ferro e acqua: lo scalo più intermodale d’Italia

Il porto merci di Venezia può contare su 1.447 ettari di aree operative portuali e industriali ­ più altri 662 ettari di canali, specchi d’acqua, strade, ferrovie e altre servitù ­ servite da 12 chilometri di banchine attive, raggiungibili da navi con pescaggi fino a ­11,5 metri e articolate in decine e decine di lotti, tutti dotati di raccordi stradali (40 chilometri) e di 135 chilometri di raccordi ferroviari e sette chilometri di fibra ottica. Ma il porto di Venezia oggi è il più intermodale d’Italia, l’unico che alla movimentazione congiunta via nave e ferrovia aggiunge anche la modalità fluviale. Solo a marzo 2017, sono state movimentate via chiatta più di 1.600 tonnellate di merce (virole), dalla Lombardia al porto di Venezia per poi imbarcarsi da qui per la Cina. Un servizio apprezzato anche dall’Unione europea che ha inserito la tratta Venezia-­Mantova lungo l’asta del Po nel Corridoio Mediterraneo della rete Ten-­T contribuendo a sviluppare anche servizi regolari nei settori container, siderurgico e chimico. Un servizio sostenibile perché ad ogni chiatta (pari a 60 container o 60 camion) corrisponde un risparmio di 603 euro di costi esterni e un risparmio in termini di emissioni di anidride carbonica pari a 60,31 tonnellate rispetto al trasporto su gomma.

L’Avvisatore Marittimo – 14.06.2017

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Dibattito pubblico, arriva il decreto

Delrio accelera la project review: taglio ai costi di Torino-Lione e terzo valico

di Giorgio Santilli

Entra nell’ordinamento italiano il «dibattito pubblico», che, in attuazione del codice appalti, rivoluziona il ruolo di cittadini e territori nelle procedure di «informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, le finalità e le soluzioni progettuali di opere, progetti o interventi pubblici». Novità assoluta per l’Italia, mutuata dal francese «débat public» e destinata a imprimere una democratizzazione (e si spera stabilizzazione delle decisioni assunte) nei procedimenti di approvazione delle infrastrutture.

Il decreto sul dibattito pubblico ­ un Dpcm che andrà in Consiglio dei ministri dopo l’acquisizione dei pareri di Beni culturali e Ambiente ­ è una delle due armi che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, userà stamattina all’Università La Sapienza per dare il senso di una forte accelerazione del ridisegno dei piani infrastrutturali italiani.

L’altra sarà il primo bilancio a 360° del lavoro di project review ferroviaria, autostradale, portuale e aeroportuale, che il ministro ha condotto insieme alla «struttura di missione» guidata da Ennio Cascetta per ridefinire priorità, costi, filosofia e obiettivi dei più importanti progetti. Un lavoro enorme di riprogrammazione che stamattina comincia a concretizzarsi in una visione trasportistica e logistica. Non a caso lo slogan scelto da Delrio è «dalle grandi opere alle opere utili».

Se l’accento sull’aspetto dimensionale dà lo scarto politico delle nuove strategie ministeriali rispetto al primo quindicennio degli anni 2000 (legge obiettivo), i dati più rilevanti saranno però il taglio dei costi con l’approccio low cost e la riduzione dei tempi di connessione (l’altro slogan è “Connettere l’Italia”).

Un colpo d’occhio sul taglio dei tempi di percorrenza ferroviaria cui il ministero punta nel prossimo quinquennio si ha con la mappa che pubblichiamo in pagina: 4 ore e 30 minuti da Bologna a Bari (contro le attuali 5 ore e 40), 4 ore da Roma a Reggio Calabria (contro 5), 3 ore da Roma a Bari (contro 4 e mezza), 6 ore da Napoli a Palermo (contro le oltre 9 attuali): esempi che son una declinazione della nuova filosofia dell’Avr, l’Alta velocità di rete (si veda Il Sole 24 Ore del 2 giugno). In sostanza, oltre ad estendere di altri 145 chilo­metri la rete di Alta velocità in senso stretto (con la Brescia­-Verona-Padova si superano i 1.200 chilometri), si aumenterà la velocità commerciale oltre i 200 km/h sulla rete ordinaria utilizzando tecnologie e interventi Av mirati su linee esistenti. Il modello italiano si avvicina a quello tedesco.

È sfuggito ai più, però, in questi mesi, che la project review porterà a decisioni clamorose. Per la Torino­Lione rivisto «il fasaggio dell’opera contenendone al momento i costi alla sola spesa prevista per la parte italiana della tratta internazionale (tunnel di base), stimata al momento i circa 4,9 miliardi». Inedite le note ministeriali sul Terzo valico che, oltre a risparmi «marginali» dati dalla eliminazione dello shunt di Novi Ligure, notano: «Gli scenari di ottimizzazione del progetto dovrebbero consentire di incrementare l’effi­cacia delle soluzioni di rete da e per Torino/Milano (collegamenti Avr da e per Genova con tempi dell’ordine dell’ora) e per i valichi svizzeri, assumendo altre parti della rete (ad esempio il quadruplicamento Milano-­Pavia) un approccio caratterizzato da miglior rapporto costi/efficacia».

Su Brescia­-Verona-­Padova il Mit mette in conto un taglio da 9,22 miliardi a 4­5, mentre sulla Venezia­-Trieste-Udine il risparmio di 5,5 miliardi «mantenendo prestazioni elevate» si ottiene rinunciando alla Av da 7,45 miliardi e passando a una soluzione di velocizzazione della linea esistente.

Tornando al dibattito pubblico, è passata la linea realistica di renderlo obbligatorio solo sulle opere sopra i 200 o 500 milioni a seconda delle tipologie. È però obbligatorio anche su richiesta del governo, degli enti locali o dei cittadini (50mila firme). Dura 4 mesi cui vanno aggiunti a monte una fase di progettazione del processo decisionale di3 mesi e a valle una possibile proroga di 2 mesi. Viene gestito da un responsabile del dibattito pubblico che sarà una figura indipendente selezionata dal proponente dell’opera con una gara fra gli iscritti a un elenco tenuto dalla Commissione nazionale per il dibattito pubblico. Con il responsabile del dibattito pubblico collaborano il soggetto proponente dell’opera e il comitato di monitoraggio formato dagli enti locali su cui insiste l’opera.

Il soggetto proponente dell’opera, entro tre mesi dalla fine del dibattito, presenta un dossier conclusivo che dovrà evidenziare la volontà o meno di realizzare l’intervento, le eventuali modifiche apportate al progetto e le ragioni che hanno condotto a non accogliere eventuali proposte.

Il Sole 24 Ore – 14.06.2017

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