«L’obiettivo strategico è allacciare i porti ai grandi corridoi europei»
di Marco Morino
«Vogliamo avvicinare il treno alla nave, realizzando all’interno dei porti e lungo le banchine delle vere e proprie stazioni ferroviarie, sul modello di quanto è stato fatto nel porto di Livorno, per abbattere i costi delle manovre e promuovere il trasporto merci su ferro». Così Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), la società del gruppo Fs Italiane a cui fa capo la gestione dell’infrastruttura ferroviaria del nostro Paese, sintetizza il piano di Rfi per migliorare l’intermodalità del trasporto merci e sfilare quote di traffico alla strada. Entro il 2026, Rfi investirà 730 milioni di euro, di cui 403 hanno già ottenuto la copertura finanziaria, in progetti per potenziare i collegamenti ferroviari sia con i porti, sia con la rete degli interporti. In particolare, per gli scali marittimi sono previsti investimenti per circa 300 milioni di cui 175 già disponibili grazie all’aggiornamento 2016 del contratto di programma siglato da Rfi con il ministero delle Infrastrutture mentre la quota rimanente sarà finanziata a breve che riguardano scali del calibro di Genova, Trieste, Ravenna e Taranto. «L’obiettivo strategico – spiega Gentile – è allacciare i porti alla rete dei grandi corridoi europei TenT che attraversano l’Italia: ScandinaviaMediterraneo, RenoAlpi, Mediterraneo, BalticoAdriatico. Un obiettivo fissato dal piano nazionale della portualità e della logistica per rafforzare la competitività del sistema mare e potenziare il ruolo dell’Italia negli scambi internazionali». Una strategia che si sposa con la cura del ferro avviata dal ministro Graziano Delrio e in linea con gli obiettivi dell’Unione europea: trasferire il 30% del trasporto merci su ferro entro il 2030 e il 50% entro il 2050. A Taranto (investimenti finanziati per 26 milioni) il potenziamento della stazione di Cagioni, all’interno dello scalo, è previsto per febbraio 2019, mentre il collegamento con la piastra logistica è previsto per maggio 2019. Trieste (investimenti finanziati per 60 milioni), primo porto italiano per movimentazione ferroviaria, gioca un ruolo decisivo su due distinte catene logistiche: i collegamenti marittimi intercontinentali a lungo raggio e le relazioni a corto medio raggio intra mediterranee. La profondità dei fondali (pari a 18 metri) permette a Trieste l’attracco anche a navi portacontainer di ultima generazione. A Trieste, Rfi prevede entro il 2023 di ultimare il potenziamento della stazione Campo Marzio e l’adeguamento delle linee di collegamento tra lo scalo e la rete ferroviaria nazionale. Il piano è stato studiato per ridurre le manovre tra il porto e la stazione di arrivo/partenza dei treni. Anche Genova Campasso (investimenti finanziati per 26 milioni di euro) sarà interessata da lavori di potenziamento. Per quanto riguarda il terminal di Voltri Mare, gli interventi sono articolati in due fasi: la prima fase, già finanziata e attualmente in corso, prevede un assetto transitorio dell’impianto merci in attesa che si risolva l’interferenza con il viadotto autostradale di collegamento tra l’autostrada A10 e il porto di Voltri (progetto di competenza dell’Autorità Portuale). A Livorno, lo scorso dicembre, è stato inaugurato il nuovo terminal Livorno Darsena (investimento pari a 43 milioni), che consente il collegamento ferroviario diretto tra il porto e la linea Tirrenica,a Nord. L’opera agevola il passaggio delle merci dai container alla rete ferroviaria nazionale con l’eliminazione del passaggio dallo scalo merci di Livorno Calambrone. Inoltre, il nuovo impianto ferroviario è attrezzato con binari a modulo da 750 metri, così come prevede lo standard europeo. Interventi sono previsti anche nel porto di Ravenna (eliminazione interferenze con rete viaria, adeguamento sagoma, prolungamento dorsale merci: investimento finanziato per 20 milioni). Per quanto riguarda gli interporti,è di pochi giorni fa l’accordo tra Rfi e l’interporto Quadrante Europa di Verona. L’intesa prevede un nuovo terminal di carico e scarico con gru a portale, aree di stoccaggio e binarie di arrivi e partenze di 750 metri. Il Quadrante Europa potrà così sfruttare al meglio l’apertura della galleria di base del Brennero, prevista nel 2026, e la sua posizione strategica che permette di intercettare due corridoi europei TenT, Scandinavia Mediterraneo (Helsinki -La Valletta) e Mediterraneo (dalla penisola iberica all’Ucraina).
Il Sole 24 Ore/Impresa & Territori – 19.03.2017
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