Brescia-Verona, si allungano i tempi per la realizzazione

25 Marzo 2017

Per la realizzazione della tratta saranno necessari due anni in più. Da aggiornare i valori dell’opera per il quadruplicamento in uscita

di Mimmo Varone

Arrivano conferme e novità per la linea Alta velocità Brescia-Verona. Il quadruplicamento dei binari in uscita da Brescia verso est diventa ormai un dato acquisito. Di nuovo c’è che si allunga di due anni il tempo di realizzazione della tratta. Ferrovie dello Stato spiega che l’iter autorizzativo del progetto definitivo è in fase conclusiva, conferma pure che i cantieri saranno avviati nel 2017, ma i lavori saranno conclusi entro sette anni, non più entro cinque come si era ipotizzato al momento dell’inaugurazione della Treviglio-Brescia. Qualche novità è attesa pure nel costo complessivo della linea, inserito nell’aggiornamento 2016 del Contratto di Programma (parte Investimenti 2012-2016) fra Rfi e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come si sa è pari a 3,8 miliardi di euro, di cui 2,2 già finanziati. Il valore, tuttavia sarà da aggiornare «a valle della progettazione inerente il quadruplicamento in uscita da Brescia previsto in sostituzione dello shunt», come si legge in un comunicato diffuso ieri da Fs. Ed è facile immaginare un ritocco al ribasso. Intanto alla Stazione Centrale sono in corso i lavori per riorganizzare l’assetto dei binari, in modo da separare i flussi di traffico (Alta Velocità, media e lunga percorrenza, regionali/metropolitani e merci).

A QUESTO SCOPO si stanno realizzando tre nuovi marciapiedi sul lato di via Sostegno. Due di essi sono destinati al servizio Av, e il terzo al trasporto regionale per Cremona. L’attivazione dei nuovi binari dedicati ai treni Av avverrà nel corso del 2018, e non più a fine 2017. Ma la Stazione sarà del tutto rinnovata anche nel fronte sud di via Sostegno. Il Comune – spiega Fs – ha elaborato una soluzione che in una prima fase interessa tutta l’area tra via Privata De Vitalis e il Cavalcavia Kennedy. Sarà destinata a servizio delle trasformazioni previste in corrispondenza dell’ingrasso meridionale del nuovo sottopasso pedonale. Quando tutto sarà pronto, i flussi non si mescoleranno più, con benefici per tutti. La separazione del traffico a lunga percorrenza da quello regionale e metropolitano, spingerà in alto lo standard di regolarità e puntualità anche per il traffico pendolare. I nuovi binari dell’Alta velocità, d’altronde, permettono di ottimizzare l’utilizzo della rete nel suo complesso. Il che è l’obiettivo dichiarato da Fs con il programma di investimenti da 14 miliardi di euro per la Lombardia, presentato ieri. «Tutti gli interventi pianificati e in corso di realizzazione rispondono a una visione di sistema che punta da un lato a creare linee dedicate ai diversi flussi – precisa Fs -, dall’altro a sbottigliare i nodi a tutto vantaggio del trasporto pendolare, della media-lunga percorrenza e del merci». Dei 14 miliardi, 4,5 (il 32 per cento) sono destinati all’Alta Velocità, che in Lombardia vuol dire Brescia, con i 2 miliardi già spesi per la tratta da Treviglio inaugurata nel dicembre scorso e altri 2,5 messi sul piatto per il prolungamento verso Verona. Tutto il resto, pari a 9,5 miliardi circa, andrà per riorganizzare la rete dei collegamenti con la Svizzera, nonchè per il raddoppio della Cremona-Mantova.

Brescia Oggi – 25.03.2017

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A22, nel 2016 traffico cresciuto del 4,1%

24 Marzo 2017

Tasso di incidentalità di 19,5, in linea con quello del 2015

Nel 2016 il traffico lungo l’Autostrada del Brennero è cresciuto del 4,10%, con una tendenza già rilevata nel 2015 dopo anni di dati negativi dovuti alla crisi economica. I livelli di traffico raggiunti lo scorso anno – osserva la società – sono la risultante dell’incremento dei veicoli per chilometro registrato sia tra i quelli leggeri (+3,5%) che tra quelli pesanti (+5,6%). Sempre nel 2016 il tasso di incidentalità globale ha raggiunto il valore di 19,5, sostanzialmente in linea con il dato del 2015, minimo storico di Autostrada del Brennero.

I dati sono contenuti nel progetto di bilancio 2016 approvato oggi dal cda della società.

Ansa/Trentino Alto Adige – 24.03.2017

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Ambiente: Venezia, siglato accordo ‘Blu Flag 2017’ per navi

Documento impegna a ridurre al minimo emissioni nocive

Il Comune di Venezia, l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico e 41 compagnie di navigazione hanno sottoscritto questa mattina a Ca’ Farsetti l’accordo volontario “Venice Blue Flag 2017”, per limitare al minimo le emissioni nocive delle navi in arrivo in città. Alla stesura dell’accordo ha collaborato anche la Capitaneria di porto. Alla firma erano presenti, oltre all’assessore comunale all’Ambiente, Massimiliano De Martin, al presidente Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico, Pino Musolino, e ai rappresentanti delle compagnie crocieristiche il presidente di Venice Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, e il direttore di Clia (Cruise Lines International Association) Italia, Francesco Galietti.

“Per l’Amministrazione comunale – ha detto l’assessore De Martin – è stato importante innanzi tutto estendere la valenza dell’accordo a 12 mesi. Pur consapevoli del fatto che l’attività crocieristica cala nei mesi invernali, vogliamo che l’attenzione all’ambiente sia garantita sempre”.

Con il documento, le compagnie di crociera si impegnano a far funzionare i motori principali e ausiliari delle loro navi con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1% in massa, e questo non solo all’ormeggio, ma anche durante la navigazione e le fasi di manovra all’interno dell’area portuale di Venezia. Inoltre, le macchine di bordo saranno gestite in modo da ridurre il più possibile le emissioni nocive dei gas di scarico.

Ansa/Mare – 24.03.2017

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Pedemontana, il primo sì alla manovra finanziaria

23 Marzo 2017

In commissione Lega e centrodestra votano il contributo di 300 milioni a Sis e l’addizionale Irpef per il 2018. Contrario il Pd, i 5 Stelle abbandonano l’aula De Berti furiosa «Dal M5S falsità e ignoranza»

di Filippo Tosatto

Dal Consiglio regionale arriva il primo sì nel travagliato percorso politico-amministrativo della Pedemontana Veneta ed è quello espresso, a maggioranza, dalle commissioni Affari istituzionali e bilancio convocate in seduta congiunta dal presidente Marino Finozzi. Il voto favorevole di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Siamo Veneto riguarda lo stanziamento di un contributo di 300 milioni ai cantieri della superstrada e la reintroduzione dell’ addizionale regionale sull’Irpef nel 2018 (il gettito è stimato in 220 milioni) a copertura del mutuo acceso per finanziare l’ opera.
«Con queste misure assicuriamo continuità ai lavori della Pedemontana, scongiurando i rischi di una paralisi rovinosa», è il commento soddisfatto del leghista Finozzi «rilevante anche l’ emendamento che limita ad un unico anno l’ aliquota Irpef: un passaggio necessario per garantire ai veneti che quanto chiediamo sarà temporaneo e varrà in modo specifico per questa operazione»; ora la decisione finale spetta all’assemblea: «La discussione in Consiglio avverrà già la settimana prossima, presumibilmente martedì e mercoledì».
Il via libera dei commissari è stato tutt’altro che indolore, tanto che al momento del voto i 5 Stelle hanno abbandonato l’ aula rifiutando «ogni responsabilità» in una manovra giudicata «illegittima e vergognosa».
«Le nostre proposte sono state ignorate», lamenta Stefano Fracasso, il capogruppo del Pd «a partire da quella di spalmare in tre anni l’ erogazione di 300 milioni, così da evitare il prelievo fiscale. Perciò abbiamo votato contro e daremo battaglia in Consiglio»; «È ingiusto tassare i veneti per mascherare i buchi di un privato inadempiente», rincara il dem Andrea Zanoni «il Consorzio Sis-Dogliani finora non ha sborsato un soldo e Zaia avrebbe dovuto mandarlo a casa». «Nessun favore all’impresa, che anzi è stata costretta a ridurre i margini di ricavo», ribatte Francesco Calzavara (Lega) «ma è nostro dovere completare un’ opera che avrà una ricaduta positiva sull’intero sistema produttivo veneto, non soltanto lungo i 94 km che la riguardano». E se Cristina Guarda (Lista Moretti) sollecita «priorità assoluta per gli indennizzi agli espropriati e in particolare ai proprietari di fondi e agli agricoltori», Marino Zorzato (Ap) attacca a fondo l’ esecutivo definendo «anomala e ad alto rischio di contenzioso legale la modifica del contratto», dapprima a tariffa e ora a canone «che blinda i profitti del concessionario e addossa tutti i rischi d’ impresa alla Regione»; «Quando la convenzione è stata aggiornata tu dov’ eri? Mi risulta fossi il vice di Zaia», la frecciata di Antonio Guadagnini di SiamoVeneto, che se la prende con lo Stato: «È immorale che incassi 2,5 miliardi di imposte su un’ infrastruttura di interesse strategico nazionale» e auspica che «i pedaggi divengano compatibili con quelli dell’A4 se vogliamo che i volumi di traffico siano rispettati e quindi non sia la Regione a ripianare i mancati introiti di Sis» che, a sua volta, «dovrebbe farci un ulteriore sconto, visti i suoi margini esorbitanti».
Tant’è. Nel gruppo tosiano Giovanna Negro non lesina critiche al segretario generale di Palazzo Balbi che ha condotto le trattative – «Ilaria Bramezza è colpevole di inerzia, conosceva la criticità del dossier Pedemontana fin dal luglio 2016 ma si è attivata in ritardo»; mentre Andrea Bassi, pur temendo che la superstrada «si ritrovi sepolta da quintali di carte bollate» dopo la diffida legale inviata da Impregilo (il colosso escluso dall’appalto) manda a quel paese «gli sciacalli che cavalcano il disastro».
Fino al M5S: «Noi veneti siamo un popolo di imprenditori, non ci vengano a prendere in giro, qua il privato senza pagare nulla avrà ricavi per miliardi di euro. Quale business, investendo zero euro e con zero rischi, ti dà il 90% di ricavi lordi?», le parole di Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel, che hanno disertato il voto mentre l’ eretica a 5 Stelle Patrizia Bartelle ha scelto di restare in aula e di esprimere un «no sdegnato».

Corriere delle Alpi – 23.03.2017

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«Aeroporto, manca il piano di rischio»

Un esposto per accertare il motivo e le responsabilità per cui a tutt’oggi non è stato ancora redatto il Piano di rischio conto terzi per l’ aeroporto di Tessera.

Lo hanno presentato ieri alla Procura di Venezia i due consiglieri della Municipalità di Favaro del Movimento 5 Stelle, Federica Giovannacci e Claudio Giubbilo, il coordinatore del Comitato cittadini di Tessera e Campalto Cesare Rossi, Marco Zanetti di Venezia Cambia e Michele Boato di Ecoistituto Veneto. Le aree limitrofe al sedime aeroportuale sono esposte al rischio di incidenti di natura aeronautica – spiegano gli estensori dell’ esposto – e in base all’art. 715 del Codice di navigazione tale Piano dev’essere obbligatoriamente redatto se atterraggi e decolli superano i 50 mila l’anno. E al Marco Polo siamo ormai oltre i 90 mila, in costante aumento. Il Piano, una volta predisposto, viene presentato ai Comuni interessati, i quali sono tenuti a recepire i risultati del risk assessment adattando i propri strumenti di gestione e di pianificazione del territorio sulla base delle planimetrie di Enac.
Invece – si legge nell’ esposto – agli scriventi risulta che il Piano di rischio conto terzi succitato, sebbene obbligatorio, non sia stato ad oggi predisposto da Enac. Nell’atto viene ricordato che i corridoi di atterraggio e di decollo del Marco Polo gravano sulle aree residenziali delle frazioni di Campalto (Villaggio Laguna, via Passo e adiacenti), Tessera, Ca Noghera, Montiron e Portegrandi e un po’ più distanti Cannaregio, Murano e Burano. Inoltre – viene sottolineato – i serbatoi di aviocarburante da 1,2 milioni di litri si trovano sì interrati, ma solo a 120 metri dall’ingresso passeggeri dell’aerostazione, a 300 metri dalle piste di atterraggio e decollo e a 450/700 metri dalle prime abitazioni di Tessera e da due alberghi.

Il Gazzettino – 23.03.2017

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Porti: Venezia capofila del progetto europeo Talknet

420 mila euro per sviluppare nuovi servizi intermodali

Il Porto di Venezia è risultato capofila e vincitore del progetto europeo TalkNET – Transport and Logistics Stakeholders Network – il cui obiettivo è di sviluppare azioni a supporto dell’attivazione di nuovi servizi intermodali. TalkNet infatti prevede di implementare e promuovere il coordinamento tra gli stakeholder della catena logistica del trasporto merci nel centro Europa, per rendere più efficienti ed eco-compatibili i nodi logistici (porti ed interporti) e supportare l’implementazione di nuovi servizi e piccole infrastrutture. Il progetto è finanziato al 100%, di cui l’80% dal programma Central Europe con fondi Fesr e il rimanente 20% dal Fondo di rotazione nazionale, la durata prevista è di 36 mesi e il budget totale è di circa 2,9 mln di euro. Nell’ambito di TalkNet, Venezia ha presentato un progetto, del valore di circa 420 mila euro, di cui è capofila insieme a 15 partner. Il progetto prevede di realizzare studi di fattibilità e analisi per il miglioramento dei collegamenti portuali con i mercati dell’Europa centrale, in particolare del sistema di gestione ferroviaria in porto per sviluppare l’interoperabilità e l’integrazione con i corridoi ferroviari merci. Nell’ambito del progetto veneziano si prevede di avviare sin da subito alcune azioni pilota che consentano di effettuare dei test di nuovi servizi logistici per il miglioramento di nuovi collegamenti ferroviari tra il porto di Venezia e l’area del centro Europa.

“L’intermodalità – rileva Pino Musolino, presidente Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale – sarà uno dei punti cardine dello sviluppo dello scalo lagunare nei prossimi anni. Ci metteremo subito all’opera, assieme anche agli altri porti dell’Associazione Napa, per studiare come poter migliorare i collegamenti ferroviari con i mercati del centro Europa mettendo in valore, per quanto ci riguarda, l’enorme patrimonio infrastrutturale di Porto Marghera”.

Ansa/Mare -23.03.2017

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Progetto Freeway: il Porto di Trieste si allea con l’Area

21 Marzo 2017

Obiettivo: attirare imprese innovative ad alta tecnologia in un area di 80 mila metri quadrati grazie all’accordo con Samer

di Benedetta Moro

Attirare nell’area industriale del porto di Trieste imprese innovative ad alta tecnologia e di grande calibro, nazionali e internazionali, con l’obiettivo di insediare la prima nuova realtà produttiva a dicembre. Area Science Park, che da 20 anni lavora nell’ambito del trasferimento tecnologico e della valorizzazione della ricerca, e il primario operatore portuale e di logistica Samer & Co Shipping hanno dato ufficialmente il via ieri all’accordo attuativo della convenzione quadro “Freeway Trieste”, per mettere a frutto inizialmente lo spazio industriale retroportuale di 80mila metri quadrati nella zone di Noghere, oggi dotato del regime giuridico internazionale del Punto franco, di proprietà dell’agenzia marittima. Un modo per creare a breve, secondo le stime, un centinaio di posti di lavoro nell’ambito manifatturiero di qualità, e mille poi in altri settori industriali, man mano che si ampliano le aree. Il programma, su cui lavora un gruppo di dieci persone da quattro mesi, prevede che la prima fase si concluderà a dicembre, quando s’insedierà la prima impresa. Poi scatta la seconda parte: convincere ulteriori possibili imprenditori e ampliare gli spazi per l’inserimento di nuovi soggetti. I contatti intanto con le aziende infatti sono in lavoro da tempo, ma i nomi sulle possibili e future aziende sono ancora top secret. «Che saranno sui filoni – come ha specificato Stefano Casaleggi, direttore generale di Area intervenuto con il presidente Sergio Paoletti- dell’economia circolare, recupero delle terre rare, dei materiali preziosi, di tutto quello che avviene dallo scarto dei materiali abituali, sono tutti prodotti che hanno in sé piccole componenti di grande prestigio, perché sono tecnologie che hanno bisogno di una fase ancora molto importante di sperimentazione. Poi i prodotti devono essere vendibili e trasportabili lontano, quindi qui entrano in gioco magazzini, logistica, sistema ferroviario. Poi toccherà al partner privato, cioè Samer, a occuparsi di aiutare il potenziale investitore in tutte le sue necessità richieste». Il piano si mette sulla carreggiata del protocollo d’intesa stipulato una settimana fa tra Area portuale e Area Science Park nel palazzo della Regione. «Vediamo che Trieste reagisce in maniera positiva e mi fa piacere che temi citati un tempo ora diventino realtà» ha commentato il presidente dell’Authority Zeno D’Agostino. «È da dieci anni che immagino questo, cioè da quando abbiamo iniziato a investire nel Porto»- ha aggiunto Enrico Samer, presidente e ad dell’omonima agenzia marittima. «Da uno scenario, quello di quattro anni fa, in cui l’Area di ricerca e il porto erano due corpi estranei che non comunicavano tra loro e con la città – ha concluso la presidente della Regione Debora Serracchiani -, oggi questi due soggetti invece collaborano con la finalità dello sviluppo e della crescita occupazionale del territorio, in partnership con un imprenditore lungimirante come Samer. Questo accordo è un’opportunità per tutto il Fvg, che in passato era spesso stato definito una grande piattaforma logistica».

Il Piccolo – 21.03.2017

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A Montichiari voli all cargo su Hong Kong via Baku

Catullo spa, società di gestione degli aeroporti di Verona e Brescia, Save spa, società di gestione dell’aeroporto di Venezia, SW Italia e Sto Express, annunciano in una nota l’attivazione di collegamenti all cargo su Hong Kong via Baku, capitale dell’Azerbaijan, all’aeroporto di Montichiari (Brescia) dalla prossima settimana. Il collegamento è frutto di un accordo tra aeroporto di Brescia, Sw Italia e Sto Express sulla base del quale Sw Italia effettuerà tre voli settimanali con l’aeromobile B747-400F messo a disposizione di STO Express, il più grande gruppo cinese di spedizioni express, quotato alla Borsa di Shanghai e in fase di forte sviluppo sui flussi di traffico Far East-Europa.

Il corriere espresso, sottolinea la nota, garantirà e gestirà la merce in entrata a Brescia proveniente da Hong Kong, che in parte andrà ad alimentare i magazzini di aziende di vendita online in tutta Europa e in parte sarà consegnata direttamente ai clienti che acquistano prodotti sulle piattaforme online.

SW Italia, fondata dall’imprenditore italiano Ignazio Coraci e guidata dal Comandante Francesco Rebaudo, è partecipata per il 43% da Silk Way Group, società dell’Azerbaijan.

L’Arena – 21.03.2017

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A gennaio il traffico delle merci nel porto di Ravenna è diminuito del -3,5%

20 Marzo 2017

Lieve aumento dei container e dei rotabili. In calo merci secche e rinfuse liquide

Lo scorso gennaio il porto di Ravenna ha movimentato 2,17 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -3,5% rispetto a 2,25 milioni di tonnellate nel gennaio 2016. Le merci allo sbarco sono ammontate a 1,90 milioni di tonnellate (-4,8%) e quelle all’imbarco a 268mila tonnellate (+7,2%).
Complessivamente il volume di traffico delle merci secche si è attestato a 1,50 milioni di tonnellate (-3,2%), di cui 566mila tonnellate di prodotti metallurgici (-5,0%), 344mila tonnellate di minerali greggi, manufatti e materiali da costruzione (-9,2%), 255mila tonnellate di concimi (+27,4%), 151mila tonnellate di prodotti agricoli (-23,3%), 107mila tonnellate di derrate alimentari (-34,1%), 42mila tonnellate di combustibili e minerali solidi (+133,2%) e 35mila tonnellate di minerali e cascami metallurgici. Nel settore delle rinfuse liquide il traffico ha totalizzato 350mila tonnellate (-7,9%), di cui 191mila tonnellate di prodotti petroliferi (+10,4%), 87mila tonnellate di prodotti chimici (+4,0%) e 71mila tonnellate di derrate alimentari (-42,0%). I traffici di merci containerizzate e di carichi rotabili sono lievemente aumentati entrambi del +0,4% salendo rispettivamente a 181mila e 134mila tonnellate.

InforMare – 20.03.2017

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Variante Romea, il Comitato attacca il primo cittadino

di Roberto Perini

Le osservazioni preliminari al progetto della variante alla Romea, recentemente formulate dall’Amministrazione comunale, non soddisfano il comitato Legge regionale speciale per Chioggia e area metropolitana. Lascerebbero presumere un atteggiamento possibilista da parte del sindaco Alessandro Ferro qualora l’Anas dovesse premere per la realizzazione di un by-pass a est, rispetto all’attuale tracciato che attraversa Sant’Anna e Cavanella d’ Adige. In pratica, il testo non sosterrebbe adeguatamente la variante oltre Canal di Valle, giudicata da tutti come ottimale.
Assai più costosa e impegnativa, però, rispetto a quella ad est della riserva naturale di Bosco Nordio. Le osservazioni così formulate, mette in guardia il Comitato, costituirebbero «una semplice mossa propagandistica sulla pelle della città». Ferro, inoltre, stando al documento, non pretenderebbe, «com’è previsto dalla normativa sugli studi di fattibilità e dal nuovo codice degli appalti, che venga svolta una analisi costi e benefici e una valutazione comparata».

Il Gazzettino – 20.03.2017

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