Zoppas in campo: «Ora facciamo squadra. La priorità è la Tav fra Verona e Padova»

Il numero uno di Confindustria Veneto favorevole al tavolo. L’assessore regionale De Berti: «Io ci sono, ma serve unità»

di Cristiano Cadoni

Rivolta, dunque. Il Veneto trascurato contro la classe politica romana, «miope e arrogante». Dal Frecciarossa diretto per Roma – soppresso in nome di calcoli economici non del tutto convincenti – alla Tav che procede a rilento, il fastidio è lievitato, diventando rabbia. E le categorie economiche non aspettavano altro che la chiamata alle armi lanciata ieri dal presidente di Unioncamere Veneto Mario Pozza. La sua proposta di una «cabina di regia a difesa degli interessi economici e politici del territorio» ha trovato cancelli spalancati in tutte le sedi.

Subito l’alta velocità.

Insieme a Pozza – e sull’eco della protesta del presidente di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco che mercoledì aveva parlato di «schiaffo al Nord che produce» – ieri è intervenuto anche il numero uno di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas. «I problemi evidenziati da Finco si sommano a quelli delle altre associazioni territoriali venete che, come si evince dal piano delle Ferrovie dello Stato, sono gravemente penalizzate dal mancato sviluppo infrastrutturale», ha scritto Zoppas in una nota. «Ora serve un lavoro di squadra. Già oggi ho avuto un confronto con l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti: siamo d’accordo su un tavolo di lavoro che raccolga tutte le istanze. Dobbiamo sbloccare le opere che avanzano a una velocità incompatibile con le necessità di sviluppo e competitività. Iniziando dalla definizione di un piano strategico di sviluppo al medio termine dove tutti gli attori coinvolti – non solo su scala regionale – si prendano i propri impegni. Propongo quindi di mettere tra le prime priorità il tratto della Tav Verona-Padova».

Unità

Al tavolo del convegno di Unioncamere su “Sviluppo e territorio”, l’assessore De Berti è stata protagonista di un intervento appassionato. «Io sono a Roma ogni settimana per chiedere di mandare avanti i progetti, ma le battaglie non si fanno da soli», ha sottolineato l’assessore De Berti. «Bisogna essere uniti, cosa che non sempre succede. Gli enti locali non sono sempre uniti e anche le categorie economiche spesso si dividono. Invece bisogna essere capaci di fare sintesi». Sulla Tav De Berti è stata netta: «Va fatta e subito. Non ha senso arrivare con le merci a Verona e poi caricarle su un camion. Chi decide deve spogliarsi dalle ideologie e ascoltare il territorio. Ho fatto decine di riunioni sulla Tav, accompagnato i sindaci a Roma, ora bisogna insistere per la Brescia-Padova perché fermarla significa spegnere il motore dello sviluppo del Paese». Ma anche se l’attacco ai Cinque Stelle è sembrato chiaro a tutti, De Berti si è affrettata a precisare: «Se siamo così indietro la colpa non è solo di Toninelli, che è lì da dieci mesi». E, pur senza avere un tono polemico, ha aggiunto: «Padova non mi ha mai chiesto un tavolo sulla Tav. Forse perché comunque ci sono da sciogliere prima i nodi di Verona e Vicenza».

Coro unanime

Ma dagli industriali agli artigiani ai commercianti, la proposta di mobilitazione ha raccolto immediatamente un coro di adesioni. Franco Miller, l’esperto di Tav per gli industriali, ha sottolineato l’importanza dell’opera «non solo in chiave locale, ma nell’ottica dei corridoi europei (ce ne sono ben tre che passano per il Veneto su nove)» e ha puntato il dito contro la politica: «È vero che Brescia non ci ha fatto nessun favore e abbiamo un conto in sospeso con loro, ma il problema è tutto politico, perché Rfi ha sempre ascoltato le nostre richieste. Qui abbiamo linee vecchie e congestionate, incompatibili con le nostre ambizioni di sviluppo».

Il Mattino di Padova – 17/05/2019

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