Venezia, lo snodo tra l’Europa e l’Oriente

Prove di retroporto con Verona: da questo mese collegamento trisettimanale con Fusina

La “Fusina” era il macchinario che sorgeva sulla Tajada, il possente argine costruito dai veneziani negli anni Trenta del XIV secolo per bloccare e incanalare tutti i corsi d’acqua che si gettavano nella Laguna, e le cui sabbie rischiavano di imprigionare la città. Fusina si trova infatti sulla riva della bocca più antica del Brenta, quella che si formò, secondo l’antica storiografia, nell’ottobre del 589 a seguito della Rotta della Cucca, la grande alluvione da cui nacque la Laguna veneta: prima di quell’evento da fine del mondo, il fiume pare raggiungesse l’Adriatico passando tra due vasti laghi, con un percorso sinuoso che si individua ancora nel Canal Grande, reliquia di quell’antico corso d’acqua. La vocazione di Fusina come industria e snodo logistico di Venezia è rimasta nel tempo, perché questa località è a un tempo l’accesso principale via Laguna alla città e dalla metà del Novecento parte della sua vasta area industriale. Proprio per questo nel 2014 l’Autorità portuale ha aperto qui il Venice Ro­Port Mos, con un investimento da 230 milioni (70% da privati) e un cofinanziamento europeo da 10 milioni. L’infrastruttura sorge sulle aree ex Alumix, il colosso di Stato dell’alluminio ceduto negli anni Novanta al gruppo americano Alcoa. Del terminal, che ha concessione 40ennale, sono soci a fianco dell’Autorità di sistema portuale Mantovani (con la maggioranza) Adria Infrastrutture e Coveco, mentre a ottobre 2016 la compagnia Grimaldi aveva manifestato il suo interesse a entrare nella società. Con l’entrata in esercizio dell’infrastruttura è stato eliminato il passaggio dei traghetti dal Canale della Giudecca e quindi da davanti a Piazza San Marco. A tre anni dall’ingresso in attività, a fianco delle linee merci­passeggeri per la Grecia operate dalla compagnia Anek, sta prendendo forma lo scopo per cui il Venice Ro Port Mos è stato progettato, e cioè quello di farne un grande crocevia per i traffici dal Mediterraneo Orientale verso la Germania e L’Europa Centrale. Il servizio (cinque partenze alla settimana) di Grimaldi con collegamento marittimo per Igpumenitsa e Patrasso (con opzione di passaggio via Bari) ha generato nel 2016 un milione di tonnellate di merce movimen­tata ­ la quasi totalità del traffico Ro-Ro transitato da Venezia, 1,052 milioni di tonnellate lanciando così una funzione nuova per lo scalo, che deve reinventare un futuro logistico per le aree dove l’industria è venuta meno, lasciando però in eredità spazi e dotazione in­frastrutturale uniche in Italia per estensione. Così, il traffico generato dalle Autostrade mare nel porto di Venezia è cresciuto in un solo anno del 30% “e anche il 2017 promette di essere chiuso con un incremento a doppia cifra” dice Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Chioggia ­ Venezia. Per Guido Grimaldi, direttore commerciale dei traffici a corto raggio della compagnia, il risultato di Venezia è doppiabile: l’obiettivo è due milioni di tonnellate, in un settore che rappresenta una delle peculiarità logistiche italiane, raccogliendo il nostro Paese il 36% di questa tipologia di traffico nel Mar Mediterraneo (fonte Srm). Il porto con i volumi maggiori è Livorno, con 12 milioni di tonnellate, mentre per dare un riferimento Genova si attesta sui sette milioni, stessa cifra della vicina Trieste. Oltre ai piani di incremento dei traffici di Grimaldi ­ ai collegamenti con la Grecia si aggiunge il servizio settimanale verso i porti di Alessandria, Ashdod, Haifa e Limassol l’Adsp punta a rinforzare la parte terra del corridoio intermodale. Il terminal di Fusina e’ infatti a cinque minuti dall’autostrada, ma per i collegamenti via terra di ampio raggio l’opzione ferrovia oggi dispone di linee verso Francoforte, Duisburg, Lubecca e Rostock. Manca tuttavia un retroporto in grado di attirare e convogliare la merce da e per io porto di Venezia: Padova lavora per le linee sul Mar Tirreno, e dunque il partner ideale, con cui l’Adsp ha già avviato dei contatti, è l’interporto di Verona: una delle strutture più grandi in Europa, che oggi rappresenta nei fatti il punto di presa del sistema logistico centro­europeo in Italia, attraverso l’autostrada e la ferrovia del Brennero. Proprio per questo l’interporto potrebbe funzionare da collettore per i traffici su ferrovia da e per Venezia, e un esperimento in questo senso è il nuovo collegamento tri­settimanale annunciato da Grimaldi all’inizio di questo mese tra Verona e Fusina.

L’Avvisatore Marittimo – 14.06.2017

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