Terna non interra le linee nel Perginese: altrove sì

di Maddalena Di Tolla Deflorian

Su tema dell’interramento dell’elettrodotto nel Perginese interviene anche Legambiente. Terna nei giorni scorsi aveva detto al nostro giornale che riteneva di non poter interrare la nuova linea, che si eleverà per dislocare quella attuale, perché facendolo, stanti le condizioni di rete locali, si avrebbe un rischio di discontinuità prolungata nell’erogazione di elettricità, in caso di guasti. Eppure il 23 novembre Terna stessa annunciava, con enfasi, in un comunicato (che pubblichiamo sotto) il mega-cantiere per interrare 28 km di cavo dall’Italia verso l’Austria, del costo di 85 milioni di euro. Forse Pergine offre un’opera troppo piccola per considerare ulteriori sforzi progettuali? Forse l’impegno politico nel chiedere l’interramento è stato finora troppo blando? Forse considerare il dislocamento di una piccola tratta un “favore”, riduce il potere contrattuale del territorio?

La doverosa premessa è che gli uffici nazionali di Legambiente, dove si hanno le competenze tecniche di settore, non hanno avuto modo di studiare il dossier perginese tuttavia alcune riflessioni generali interessanti emergono parlando con l’architetto Edoardo Zanchini, vicepresidente dell’associazione.

«Non conosco nel dettaglio il progetto per esprimere una valutazione puntuale – spiega Zanchinbi – tuttavia, mi lascia perplesso la spiegazione data da Terna in risposta alle vostre richieste, rispetto alla scelta di non interrare il nuovo elettrodotto. Cito ad esempio l’annuncio, risalente a pochi giorni fa, di Terna stessa, che comunica l’interramento della linea verso l’Austria».

In quel comunicato di Terna salta agli occhi questa affermazione: «Il progetto consentirà a Italia e Austria di aumentare la capacità di interscambio elettrico di 300 MW, raddoppiando quella attuale. Grazie all’interconnessione, inoltre, sarà possibile integrare maggiormente le risorse rinnovabili e migliorare l’efficienza e l’affidabilità della rete elettrica, con conseguente incremento della qualità e della continuità della fornitura».

Ecco le nostre domande a Legambiente, allora.

A parte tutti gli aspetti locali che Legambiente non ha potuto studiare nel dettaglio, in generale quali benefici e quali problemi ambientali porta un interramento rispetto a una linea aerea (in casi simili alla linea in oggetto)?

L’interramento indubbiamente ha un costo maggiore, ed è questa la ragione per cui in passato veniva quasi sempre escluso. Senza dubbio è un passo avanti nell’approccio ai nuovi progetti infrastrutturali che si possa oggi intervenire con l’interramento di linee. Questa possibilità è importante in particolare in aree abitate e di grande valore paesaggistico, dove l’obiettivo è di interrare le linee magari vicino a infrastrutture esistenti.

In altre parti del paese, per quanto ne sappia Legambiente, quali processi decisionali (partecipati o meno) sono stati svolti per casi simili?

Terna ha cominciato un processo di informazione dei cittadini sui progetti di infrastrutture, con incontri pubblici e giornate costruite ad hoc. Non c’è dubbio che su questo tema si possa fare di più, per capire le richieste dei territori, le preoccupazioni dei cittadini, venire incontro alla necessità di aumentare la qualità e l’integrazione ambientale dei progetti.

Esistono fondi europei o statali per la salvaguardia del paesaggio di fronte a simili opere, considerato che in questo caso alcuni tralicci impatterebbero comunque con la visuale sul Castello, oggi di proprietà popolare, grazie ad una operazione di acquisto e valorizzazione rarissima in Europa (a parte il lavoro dei grandi fondi come il Fai)?

Gli interventi realizzati da Terna sono pagati da risorse prelevate dalle bollette, con criteri stabiliti dall’Autorità nazionale per l’energia. Come Legambiente chiediamo che questo tipo di interventi di interramento e riduzione dell’impatto paesaggistico e ambientale sia considerato sempre nei costi del progetto, in modo da riuscire in ogni intervento ad avere la migliore integrazione rispettosa della qualità dei territori.

Trentino – 19/12/2020

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