«Tav veneta ostaggio di Toninelli». Salvini punta il dito sul Mit, il M5s: «Colpa delle aziende»

E intanto Trentino e Veneto litigano con il ministro anche sulla Valdastico

di Martina Zambon

«Tav veneta ostaggio del Mit», tuona Matteo Salvini a metà giornata. Tempi (social) di reazione olimpionici del succitato Mit (Ministero per le Infrastrutture e Trasporti ndr) che fa girare a spron battuto le slide di Rfi (Rete ferroviaria italiana) che mettono in fila cronoprogramma, tempi di ultimazione dei cantieri, finanziamenti già stanziati per la Tav fra Brescia e Padova. L’effetto ping-pong è assicurato perché le agenzie battono a stretto giro la controreplica del vicepremier leghista: «Sono felice di aver sbloccato la Tav, una buona notizia per il Veneto e per il Paese». Gli occhi sulla pallina, distratti appena da qualche nota collaterale, su tutti quella della pentastellata veronese Francesca Businarolo che addossa la colpa dei ritardi al consorzio Cepav Due che si aggiudicò a suo tempo i lavori dell’alta velocità/alta capacità da Brescia a Verona. Il pasticciaccio della Tav veneta che affonda nelle sabbie mobili di un «no» mai detto ufficialmente torna prepotentemente d’attualità. A scatenare l’ennesimo putiferio mediatico, le rassicurazioni dei giorni scorsi del titolare del Mit, il pentastellato Danilo Toninelli, proprio sulla Tav fra Brescia e Padova. «Pubblicheremo a brevissimo l’analisi costi-benefici – ha detto Toninelli al Corriere del Veneto – che non l’ha mai rallentata e che servirà invece a migliorarla in termini di efficienza e sostenibilità».

Ammodernamento dell’esistente

La traduzione, per gli addetti ai lavori sostenitori della Tav, è da brivido perché sembra coincidere con l’ipotesi di potenziamento della linea storica così come si farà fra Venezia e Trieste, vale a dire niente Tav ma ammodernamento dell’esistente. «Leggo che il ministro Toninelli dice che la Tav veneta è finanziata e si farà. Sono felice di aver sbloccato un cantiere fondamentale per l’Italia e fermo da troppo tempo. – dice Salvini – Vuol dire che la pressione della Lega ha trasformato un ”no” in un “sì”». E nella chiusa è difficile non leggere una traccia di sarcasmo: «Una bella notizia per il Veneto e per lo sviluppo del Paese. Anche per le autonomie, la flat tax e la sicurezza auspico lo stesso costruttivo atteggiamento da parte dei 5stelle». I toni, fra i due alleati di governo, vanno dal gelido al furioso. È il caso di Businarolo, deputata M5s già nota per aver eletto a proprio domicilio parlamentare una casa espropriata proprio per la Tav nel Veronese. «Ma quale ostaggio del Mit! – si indigna Businarolo – L’Alta velocità Brescia- Verona è, semmai, ostaggio dei ritardi della Cepav Due, l’azienda che ha vinto la gara per la realizzazione del primo lotto. Sono state infatti richieste 309 ”prescrizioni” al progetto, cioè adeguamenti chiesti dal Cipe sulla base delle segnalazioni dei territori. Noi continuiamo a presidiare i nostri territori perché le opere rispettino la nostra salute e l’ambiente». Interviene anche il Pd con la deputata scaligera Alessia Rotta: «Le dichiarazioni del ministro Toninelli fanno mettere le mani nei capelli. Il “Ministro per caso” sta facendo solo danni al Veneto e pare non abbia intenzione di fermarsi. L’analisi costi benefici sulla Tav Brescia-Padova che è conclusa, è stata secretata». La rotta di collisione fra Veneto e Roma punta dritto al Mit. E non solo per la Tav al palo. Nelle ultime ore Toninelli ha fatto presente che Trentino e Veneto hanno inviato due ipotesi distinte di tracciato per la Valdastico diversamente da quanto richiesto, cioè un’ipotesi di tracciato unica. Il neo governatore di Trento, Maurizio Fugatti fa presente che a Roma si è inviato un documento unitario col Veneto. Il Mit smentisce categoricamente e lo staff di Toninelli aggiunge: «A questo punto demanderemo al concessionario di fare i dovuti approfondimenti». Fugatti spiega: «Tre mesi è il tempo entro cui si prevede che la concessionaria della A31 Valdastico realizzi lo studio di fattibilità sull’ipotesi del collegamento stradale tra Lastebasse, in Veneto, e Rovereto sud». La partita a ping-pong procede. Non si può dire lo stesso, nei fatti, per Tav e Valdastico.

Corriere del Veneto/Politica – 18/05/2019

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