Tav, allarme sui progetti «Ritardi a est di Verona»

di Enrico Giardini

Mentre sulla Tav alta velocità alta capacità ferroviaria nel tratto Brescia-Verona si attende un via libero definitivo dal Governo a procedere con i cantieri – dopo l’analisi sul rapporto tra costi e benefici, è allarme delle categorie produttive contro i ritardi della Tav alta velocità alta capacità ferroviaria nel Veneto e in particolare a est di Verona. «L’annuncio dato da Ferrovie dello Stato del piano industriale 2019-2023 certifica che l’alta velocità a est di Verona è in grave ritardo, quella da Vicenza a Padova non è finanziata né progettata». Lo ha denunciato il presidente di Assindustria Venetocentro Massimo Finco, al convegno su «Territorio e sviluppo», svoltosi a Padova, a cura di Unioncamere Veneto e Uniontrasporti. Sono dati che allarmano Franco Miller, di Confindustria Verona, delegato di Confindustria Veneto ai corridoi ferroviari europei, intervenuto ai lavori. «Più che di Tav del Veneto dovremmo parlare di reti ferroviarie connesse ai corridoi europei Ten-t: sono nove e, di questi, tre passano dal Veneto. Quindi la questione va valutata nel suo complesso. Se invece scendiamo alla questione regionale delle tratte Brescia-Verona e Verona-Padova, il problema è essenzialmente burocratico», ha sottolineato. «Infatti Rete ferroviaria italiana non ha ancora concesso la disponibilità dei terreni per la linea della Tav al Consorzio che deve realizzare l’opera. I soldi ci sono, per la Verona-Padova si tratta di 1,5 miliardi, ma siamo ancora fermi appunto per intoppi burocratici. Ma giocano contro anche fattori localistici e interventi vicini al ministero dei Trasporti, che rallentano il programma della Tav».«Tutta la regione rischia esiti marginali inaccettabili rispetto alla densità produttiva e di flussi internazionali a cui si deve il 13,7% delle esportazioni italiane. È solo l’ultima di una serie di scelte, indifferente alle ragioni delle istituzioni locali», ha proseguito Finco, come riporta una nota dell’agenzia Il Sole 24 Ore-Radiocor Plus, «inaffidabile rispetto a impegni già assunti dalle stesse Fs, mortificante nei confronti di migliaia di imprese di quest’area che produce il 40% del valore aggiunto manifatturiero del Veneto». Al convegno è intervenuto anche Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, spiegando che «nel Veneto l’alta velocità non esiste ed è paradossale che su 1.800 chilometri di ferrovie non ci siano chilometri di Tav. E ci sono solo 612 chilometri di ferrovie a doppio binario con il 65% di linee elettrificate. Quindi il 35% delle linee ferroviarie venete non è elettrificato, come 50 anni fa».Quindi Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, ha chiesto di accelerare i tempi per concludere Pedemontana veneta, Tav, Galleria del Brennero, la terza corsia della A4 Venezia Trieste. «Siamo pronti a mettere a disposizione di Fs il nostro Ufficio studi e le nostre competenze».

L’Arena – 17/05/2019

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