«Save investa sul Canova» Sindacati sul piede di guerra

Cgil, Cisl e Uil preoccupate per il futuro dell’aeroporto e dei suoi dipendenti Gli scali del Nordest si rimettono in moto da giugno ad eccezione di Treviso.

di Alessandro Bozzi Valenti

Da un lato il piano di sviluppo del masterplan, dall’altro garanzie e ripartenza per i dipendenti. È quanto chiedono le sigle sindacali trevigiane che, unite, si appellano a Save-Aertre per il futuro dell’aeroporto Canova di Treviso. Lo fanno però, ironia della sorte, nello stesso giorno in cui – ieri – la società guidata da Enrico Marchi, la veneziana Save, che ha inglobato la trevigiana Aertre (che gestisce il Canova) si dice ufficialmente pronta a far ripartire il proprio “Polo del Nordest” (che comprende gli scali aerei di Venezia, Treviso, Verona), senza però dare particolare peso all’aeroporto Canova, citato di sfuggita una sola volta, perché probabilmente sarà l’ultimo a tornare a regime (in termini di procedure anti-Covid, assicurano dalla società, è però già tutto pronto).

I sindacati

Il Canova, d’altronde, dipende dalle mosse di Ryanair, la compagnia low-cost che più usufruisce dello scalo trevigiano. E che a sua volta, a differenza delle compagnie WizzAir, Jet2, Klm, AirFrance, non è citata nella nota di Save. Forse perché Ryanair nei giorni scorsi ha annunciato una propria graduale ripartenza a partire solo dal primo luglio, ma al lumicino, cioè al 40% rispetto al pre emergenza. Cgil, Cisl e Uil provano a dare comunque una scossa, in attesa che il ministero recepisca il recentissimo ok della commissione ministeriale Via (Valutazione impatto ambientale) al piano di sviluppo (masterplan) del Canova, un progetto da 50 milioni di euro – ridimensionato lo scorso anno – presentato dalla società di Marchi.

Il piano di sviluppo

Un disegno che prevede degli ammodernamenti a struttura dello scalo e viabilità, una nuova torre di controllo e una passerella pedonale sulla Noalese. Ormai manca solo la firma dei ministri coinvolti e, come precisato anche dall’amministratore delegato di Aertre Corrado Fischer alla tribuna, vedersi approvate le procedure urbanistiche. Non una passeggiata, insomma. Che probabilmente terminerà tra fine anno e l’inizio del 2021. Anche perché poi andranno rispettate e messe in atto tutte le prescrizioni previste dalla commissione Via. E cioé voli anche sui cieli di Treviso (21% dei decolli totali), monitoraggi sul rumore e sull’aria, oltre a varie opere di mitigazione, che avranno il loro ulteriore impatto economico sulla società di gestione.

L’appello

«Ora Save inizi quanto prima i lavori per il rilancio e la messa in sicurezza dello scalo trevigiano, in particolare dal punto di vista ambientale e viario», chiedono a gran voce i segretati generali Mauro Visentin (Cgil), Cinzia Bonan (Cisl) e Guglielmo Pisana (Uil), «L’aeroporto di Treviso deve avere un futuro: il progetto del masterplan contribuirà a migliorare la viabilità dell’intera zona e la sostenibilità ambientale dell’aeroporto. Punto, questo, sul quale non si può transigere». Quel che è dato ormai per certo, però, è che Save-Aertre ha in mente di rivedere il masterplan: se non nelle progettualità da realizzare, di certo nelle tempistiche. Slitteranno di anni, poiché il 2030 è l’orizzonte temporale massimo previsto da Save entro cui realizzare tutte le opere? Si vedrà. Di certo, l’impatto del Covid sul Canova andrà pesato bene. E bisognerà capire se, economicamente, lo scalo trevigiano – dopo uno shock economico simile – sarà ancora sostenibile.

Sostenibilità e Ryanair

A parlare di sostenibilità, ma ambientale, sono sempre i sindacati: «È decisivo affermare il principio della salute pubblica e della sostenibilità ambientale. Impariamo dalla fase che stiamo vivendo: Save e Aertre facciano la loro parte ed inizino senza indugi a programmare lavori e riapertura» chiudono infatti i tre segretari. Da capire, come detto, ci sono però anche le mosse di Ryanair. Ad oggi la compagnia low-cost permette l’acquisto di biglietti di voli dal Canova per 28 destinazioni. Sulle 41 totali pre-Covid ben 13 sono state tagliate (Brema, Colonia, Fez, Marrakech, Gran Canaria, Stoccolma per citarne alcune), 5 sono prenotabili dall’ultima settimana di giugno (Bari, Catania, Malta, Palermo, Valencia) e 12 dal mese di luglio (tra queste Brindisi, Bruxelles, Dublino, Ibiza). Le restanti 2 da agosto (Berlino e Londra) e le ultime 9 da ottobre (Praga, Parigi, Budapest, Cracovia le più importanti).

La Tribuna di Treviso – 17/05/2020

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