Rapporto Intesa Sanpaolo-Asstra: crescita dei trasporti pubblici azzerata dal Covid

Presentato il Rapporto “Le performance delle imprese di trasporto pubblico locale. Dal miglioramento dei risultati gestionali alle sfide del futuro”, giunto alla sua quarta edizione, redatto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e dall’Ufficio studi e ricerche di Asstra, che dà conto delle conseguenze della fase più acuta dell’emergenza sanitaria sul TPL.

Il settore del trasporto pubblico locale – spiega il rapporto – è fra i più colpiti dall’emergenza sanitaria. La domanda è crollata nella fase del lockdown e fino alla fine della pandemia rimarrà inferiore del 30% rispetto al dato pre-Covid.
Le aziende hanno comunque sempre garantito il servizio pubblico con importanti ripercussioni sugli equilibri economico-finanziari.
Si prevede che le minori entrate per vendita titoli di viaggio per il 2020 saranno complessivamente circa 1,66 miliardi di euro.

“Il Rapporto dà le esatte dimensioni dei danni prodotti dal Covid-19 sui trasporti pubblici locali, un settore che faceva registrare prima della pandemia un continuo miglioramento delle performance gestionali e una crescita degli investimenti – ha commentato Andrea Gibelli, presidente Asstra –. La sfida da affrontare oggi va ben oltre tornare a muovere 15 milioni di persone al giorno coi mezzi pubblici. La mobilità pubblica è, infatti, parte essenziale della ripresa nel solco della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, come formidabile volano per l’economia dei territori e per la qualità della vita delle persone. E per questo il settore deve essere sostenuto e non solo attraverso un’iniezione di nuove risorse necessarie a garantire l’equilibrio economico dei contratti di servizio ma anche con interventi a zero budget, ad esempio diversa distribuzione degli orari delle città ed eliminazione dei limiti di capienza sui mezzi di trasporto, e che darebbero enormi benefici in termini di qualità del servizio e di efficientamento delle aziende”.

Il rapporto ricavi da traffico su costi operativi che in costante miglioramento aveva raggiunto, nel 2018, il valore medio nazionale pari al 34,6%, a seguito dell’emergenza epidemiologica è stimato scendere al 25,5%.
Per assicurare l’equilibrio economico dei contratti di servizio serve 1 miliardo di euro, oltre che misure a zero budget (es. rivisitazione degli orari delle città, modifiche a prescrizioni sul distanziamento fisico) che consentirebbero, altresì, di migliorare in modo significativo il servizio agli utenti.

L’analisi di bilancio evidenzia performance economico-finanziarie solide e l’auspicata accelerazione degli investimenti nel 2018.
Margini, risultati e redditività risultano positivi per buona parte delle imprese esaminate: oltre il 75% delle imprese registra una redditività positiva, superando i risultati negativi che avevano caratterizzato anni passati.
Anche le aziende a partecipazione pubblica hanno registrato un consolidamento costante dei risultati economico-finanziari.

Rimane un fabbisogno finanziario ingente per rinnovare le flotte e le infrastrutture e per fare investimenti in tecnologie e innovazione.

“I bilanci delle aziende di trasporto pubblico locale evidenziano che nel 2018 si è realizzata l’auspicata e tanto attesa ripresa dei flussi d’investimento. È un segnale importante in un settore in cui è necessario e urgente rinnovare le flotte e le infrastrutture per garantire la sostenibilità ambientale e la qualità del servizio – ha spiegato Laura Campanini di Intesa Sanpaolo –. Rilevanti sono anche gli investimenti in tecnologie digitali e innovazione. Le tecnologie digitali consentono, infatti, di sviluppare nuovi modelli di offerta e garantiscono una maggiore integrazione dei servizi, maggiore flessibilità e sicurezza. La smart mobility e la digitalizzazione del servizio erano già fondamentali nella concezione della mobilità ante Covid-19 e diventano essenziali a seguito dell’emergenza epidemiologica”.

Vediamo di seguito più nel dettaglio i dati relativi agli effetti del Covid-19 sul trasporto pubblico locale contenuti nel Rapporto.

Gli effetti del Covid-19 sul settore TPL

Il Rapporto Asstra-Intesa Sanpaolo certifica i gravi effetti dell’emergenza da Covid-19 sul trasporto pubblico locale. Un settore che nel periodo pre-Covid spostava oltre 14 milioni di persone al giorno, per un totale complessivo annuo di quasi 5,4 miliardi di passeggeri, ha improvvisamente subito un crollo della domanda e ha dovuto velocemente riorganizzare il servizio in linea con prescrizioni governative di complessa applicazione.

Nei primi mesi dell’emergenza (marzo-aprile 2020) si sono persi quasi 400 milioni di viaggi al mese (-90% dei passeggeri). Dal 18 maggio, con la riapertura di ulteriori attività economiche, i passeggeri risultavano essere circa il 25/30% di quelli registrati l’anno precedente. Nelle prossime settimane la domanda non supererà il 35/40% (con punte del 50/60% nelle città metropolitane) dei livelli pre-Covid, fino ad arrivare a settembre, con il riavvio delle attività didattiche, al 70/80% rispetto allo stesso periodo pre-Covid.

Si prevede che le minori entrate per vendita titoli di viaggio, per il 2020, saranno complessivamente circa 1,66 miliardi di euro. Il Governo ha previsto misure a supporto del TPL, misure tuttavia insufficienti a mettere il settore al riparo dal rischio fallimento. Nello specifico, il fabbisogno totale di settore per garantire l’equilibrio economico dei contratti di servizio è stimabile attualmente in circa 1,04 miliardi di euro.

Per rendere più chiaramente il peso dell’inversione di tendenza causata dagli effetti della pandemia, il Rapporto analizza i bilanci del triennio 2016-2018. Vediamone i punti principali di seguito.

La performance 2016-2018: un’analisi sui bilanci

Dall’analisi dei ricavi da traffico sui costi operativi, è emerso un costante miglioramento dell’indicatore che nel 2018 raggiunge il valore medio nazionale pari al 34,6%. Si stima che a causa degli effetti della pandemia la copertura dei costi attraverso i ricavi scenderà a un valore del 25,5%.
Che il settore, nel periodo pre-Covid, vivesse un lento ma continuo processo di miglioramento dei risultati gestionali viene confermato anche dall’analisi della performance economico-finanziaria delle aziende.
Dal 2016 al 2018 le imprese del settore hanno registrato una crescita sostenuta della domanda che aumenta, nel triennio, del 5,6%. Mentre il valore della produzione, in termini nominali, mostra tra il 2016 e il 2017 una relativa staticità e tra il 2017 e il 2018, a livello mediano, una crescita dell’1%. La performance economico-finanziaria consolida le tendenze in atto da tempo di riduzione dell’incidenza del costo del lavoro ma risente dall’accelerazione del costo dei carburanti.

Il 2018 rappresenta l’atteso anno di rilancio degli investimenti delle aziende di trasporto pubblico, che, in percentuale, sulla produzione accelerano sensibilmente trasversalmente su tutto il campione. A livello mediano la spesa per investimenti materiali passa dal 5,3% del valore della produzione al 10,3% tra il 2017 e il 2018.

I dati ripartiti per dimensione d’impresa indicano una più sensibile ripresa degli investimenti per le aziende di medie e grandi dimensioni. Nel triennio sono, inoltre, le imprese del Centro-Nord ad aumentare in modo più sensibile la propria spesa in conto capitale, mentre le imprese localizzate al Sud mostrano maggiore inerzia. L’accelerazione degli investimenti ha riguardato il servizio sia su ferro sia su gomma, i dati non mostrano differenze significative.
Con specifico riferimento alle aziende a partecipazione pubblica, nonostante in alcuni casi circoscritti ci siano state criticità industriali e finanziarie, hanno registrato un consolidamento costante dei risultati economici finanziari. Nel 2018, ben l’87% delle aziende chiude il bilancio in utile contro un 54% registrato nel 2009.

La performance economico-produttiva risulta stabile e strettamente legata alla tipologia di servizio offerto. Il costo per vettura-km è pari a 3,45 euro km a livello mediano e rimane stabile nel triennio esaminato. Il costo per passeggero si attesta a 2,68 euro.

Alla luce delle conseguenze della pandemia, il Rapporto ravvisa la necessità di risorse e investimenti che consentano al settore di sostenere le perdite e sostenere il processo di riorganizzazione dei servizi.

Servono risorse fresche e strumenti innovativi per sostenere gli investimenti

Il quadro complessivo dei contributi statali in conto investimenti stanziati a supporto del settore del trasporto pubblico locale evidenzia un importo totale di oltre 16 miliardi di euro, escluso il cofinanziamento minimo garantito dai soggetti beneficiari, a disposizione per l’acquisto di autobus, materiale rotabile ferroviario e per interventi per la sicurezza della rete ferroviaria, lo sviluppo del trasporto rapido di massa e per il rinnovo della flotta navale, in un orizzonte temporale che arriva al 2033.

Sebbene con il Dl rilancio siano state introdotte misure per contenere gli effetti negativi dell’emergenza da Covid-19 e per favorire lo sviluppo e una attuazione tempestiva e rapida degli investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, le simulazioni elaborate da Asstra sui diversi scenari di rinnovo della flotta autobus evidenziano che in mancanza di finanziamenti aggiuntivi, considerando i vincoli imposti dal piano strategico nazionale della mobilità sostenibile in tema di alimentazione dei mezzi, l’età media del parco autobus supererà i 17 anni nel 2033. Il fabbisogno aggiuntivo stimato per raggiungere un’età media in linea con gli standard europei (circa 7 anni), alla fine del periodo temporale preso in esame, risulta pari a circa 500 milioni di euro aggiuntivi all’anno.

Il cambiamento degli orari delle città e/o altre misure a costo zero consentirebbero di distribuire la domanda in modo più omogeneo durante l’arco della giornata determinando un minore fabbisogno di mezzi grazie al superamento delle criticità delle ore di punta.

Il Rapporto certifica, infine, una crescente attenzione delle aziende di trasporto pubblico alla sostenibilità ambientale e un’apertura verso le nuove tecnologie e la smart mobility.

Attenzione all’ambiente e investimenti per la smart mobility

Nel settore del trasporto locale il ricorso alla certificazione di qualità e ambientale risulta rilevante. Le imprese che hanno ottenuto almeno una certificazione di qualità tra quelle considerate sono, nel complesso, il 69%; il 45% delle imprese ha una certificazione ambientale. Le imprese che hanno investito in sostenibilità evidenziano migliori performance rispetto alle imprese che non hanno ottenuto certificazioni. Nel 2018 le aziende che hanno fatto ricorso a strumenti volontari di protezione dell’ambiente hanno, infatti, sperimentato una maggiore dinamicità, migliori margini, risultati e una maggiore redditività.

Con riferimento agli investimenti, il gap fra imprese certificate e non certificate è molto significativo. Nel 2016-17 le imprese certificate si sono attestate su un livello di investimenti in percentuale al fatturato di circa il 7%, quasi 1/3 in più di quanto realizzato dalle imprese non certificate. Nel 2018, anno di ripresa degli investimenti per tutto il campione, le imprese dotate di certificazione ambientale hanno investito il triplo delle imprese non certificate a livello mediano.

Innovazione e sostenibilità ambientale sono due priorità per garantire il miglioramento qualitativo dei servizi per i cittadini, una maggiore flessibilità dell’offerta e per questa via agevolare anche lo shift modale fra mezzo privato e mezzo pubblico. L’adozione e la diffusione di soluzioni innovative consentono sia di avere sistemi sempre più efficienti dal punto di vista dell’impatto ambientale e dei consumi, sia di focalizzare l’attenzione sull’orientamento alle esigenze dell’utente finale, grazie all’utilizzo sempre più rilevante delle potenzialità di internet e della digitalizzazione.

Negli ultimi anni gli operatori del settore hanno già iniziato ad adottare le nuove tecnologie. I sistemi AVM (Automatic Vehicle Monitoring) sono oggi già largamente diffusi tra le aziende di trasporto pubblico (87% delle aziende delle aziende intervistate) e consentono il monitoraggio e la regolazione del servizio in tempo reale della flotta aziendale. Il 90% delle aziende intervistate è dotato di un sistema di videosorveglianza di bordo, grazie al quale è possibile sia garantire maggiore sicurezza a passeggeri e operatori di trasporto, sia monitorare i flussi ed evitare assembramenti. I pagamenti elettronici si stanno diffondendo rapidamente anche se in modo molto differenziato fra realtà diverse.
Tali funzionalità, di per sé fondamentali nella concezione della mobilità ante Covid-19, diventano essenziali a seguito dell’emergenza epidemiologica sviluppatasi nel 2020. La gestione del traffico e l’informazione agli utenti consentirebbero un utilizzo sicuro del mezzo, le tecnologie digitali possono dare un supporto in questa fase emergenziale per il controllo dei flussi di traffico e la gestione in sicurezza del servizio.

Trasporti-Italia.com – 03/07/2020

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