«Produttività, Verona al top ma Tav e guerra dei dazi ci stanno preoccupando»

Bauli e la graduatoria Istat: «Conferma delle nostre capacità»

di Claudio Trabona

L’Azienda Verona sta in alto, lo sappiamo. Ma è sempre interessante averne conferma statistica, soprattutto se i numeri sono inediti. Come quelli diffusi dall’Istat sulla produttività e il valore aggiunto delle imprese nei territori: per quanto riguarda la prima, la città si piazza all’undicesimo posto nazionale (52.267 euro di «ricchezza» prodotta per addetto, miglior dato veneto) e nel secondo caso conquista la nona posizione (quasi 5 miliardi di valore aggiunto). E tanto per confermare l’eterna vocazione locale, Verona è seconda nella graduatoria del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi. Per Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona, è l’ennesima prova «della capacità di creare business che hanno saputo costruire le nostre imprese».

C’è un altro bollino dell’Istat, quindi.

«Verona, in buona sostanza, sta nella top ten della produttività e del valore aggiunto. Mi pare un bellissimo risultato, ottenuto grazie ai fattori che in questi anni abbiamo sempre messo in evidenza: diversificazione delle tipologie produttive, presenza delle multinazionali, felice posizione geografica, attività sempre più internazionalizzate».

I dati Istat sono in realtà del 2015. Se la fotografia fosse più recente?

«Sarebbero ancora migliori, perché beneficerebbero dell’onda di investimenti con il piano Industria 4.0 che noi stimiamo, solo per quest’anno, di circa tre miliardi di euro a Verona».

In quale direzione vanno?

«Da un lato, gli aspetti più prettamente industriali, vedi il miglioramento delle linee produttive nelle imprese manifatturiere. Ma c’è anche un versante commerciale, perché le nostre imprese hanno capito, per fare un esempio, che investire per l’accesso ai big data e alla loro gestione significa poter conquistare nuovi mercati».

Confindustria infatti sta facendo la battaglia per mantenere gli stimoli fiscali. Ma in questi mesi sono entrati in gioco parecchi fattori destabilizzanti.

«Specialmente nei 90 giorni in cui non abbiamo avuto un governo ed è partita la speculazione sui mercati finanziari. Adesso il governo c’è, ed è necessario che vada avanti sulle riforme necessarie al Paese. I temi sul tavolo sono sempre quelli: la conferma degli stimoli fiscali, la lotta alla burocrazia e all’evasione fiscale, per dirne alcuni».

L’allarme tra le imprese del Nordest è suonato a proposito di infrastrutture. Per esempio la Tav, che i Cinquestelle, ora al governo, avversano. La preoccupa?

«Certo che mi preoccupa l’idea di mettere in discussione l’Alta Velocità. Ci abbiamo messo vent’anni per convincere che la Tav va fatta al di qua delle Alpi. È in gioco quella efficienza delle infrastrutture che sta alla base della capacità competitiva di un sistema economico. Nel nostro Paese la carenza in questo ambito si traduce in un aggravio di costi pari al 15% per ogni bene prodotto. Abbiamo bisogno che le merci e le persone viaggino liberamente e più velocemente».

A proposito di circolazione delle merci. Confindustria ha espresso timori sulla guerra dei dazi innescata dalle decisioni del presidente Usa Donald Trump. Timori ribaditi anche da vostri singoli associati.

«È sempre lo stesso concetto: ogni cosa che frena la libera circolazione delle merci, non può che essere una cattiva notizia per le imprese veronesi. Comunque, finora non ho visto conseguenze dirette sul nostro sistema produttivo».

Le associazioni degli industriali di Padova e Treviso hanno annunciato la fusione. Un passo storico. E voi?

«Hanno fatto bene, peraltro seguendo un’indicazione nazionale che ha prodotto altri esempi in Italia. Noi, da parte nostra, non sentiamo la necessità di aggregazioni: siamo la quarta territoriale d’Italia, e mi sembra che i nostri iscritti siano soddisfatti dell’associazione e dei servizi che eroga».

Tornando alle infrastrutture. L’aeroporto Catullo, assai criticato da alcune forze politiche e anche da Cariverona, ora dichiara una crescita del 10% per il traffico.

«Io devo attenermi ai numeri, che mi sembrano buoni soprattutto se teniamo conto da dove si veniva. E se, come dichiarato da Paolo Arena, partiranno presto i lavori per la nuova aerostazione, significa che la direzione è giusta».

Corriere di Verona – 15/06/2018

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