Pedemontana, lo stop di Rfi diventa scontro politico

Il nodo Tav e il casello di Montecchio sulla A4. I grillini: non è colpa nostra

di Alessandro Zuin

L’antefatto: causa infinite incertezze sulla Tav tra Verona e Padova (supererà il vaglio della famigerata analisi costi/benefici? Ma poi si farà? E quando?), anche la Superstrada Pedemontana Veneta rischia di nascere monca. Tutto questo perché la Pedemontana, quando si dice la sfortuna, va a innestarsi sulla A4 all’altezza di Montecchio (vedi il grafico a destra), e in quel tratto l’autostrada corre parallela alla linea ferroviaria, che in teoria dovrebbe essere raddoppiata per sostenere l’alta capacità/alta velocità. Perciò Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana, ha fatto sapere a tutti i diretti interessati che, perdurando l’incertezza sulla Tav, non è in grado di sottoscrivere l’indispensabile convenzione per la realizzazione del nuovo casello di Montecchio. Senza il quale, ovviamente, Pedemontana e A4 rimangono due mondi separati, con pesanti ripercussioni sui futuri flussi di traffico. Vista dal lato veneto, reso oltremodo diffidente da una serie di precedenti specifici, la vicenda si presta a una lettura dietrologica: vuoi vedere che al ministero delle Infrastrutture hanno trovato l’inghippo per tenere sotto scacco due infrastrutture – la Tav e la Pedemontana – non particolarmente gradite al titolare del ministero medesimo, Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle?

L’aria che tira a Venezia

L’aria che tira a Venezia, sede del governo regionale, dev’essere esattamente questa, visto che il gruppo dei 5 Stelle si è affrettato a rovesciare la frittata con una nota congiunta dei suoi componenti, rilasciata ieri pomeriggio: «La giunta regionale del Veneto – è il messaggio, tutt’altro che criptico – non cerchi ancora scuse per giustificare il ritardo che sta contrassegnando l’avanzamento dei lavori della Superstrada Pedemontana, né tanto meno tenti di scaricare le proprie responsabilità sul ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli». Anche fonti del ministero, per altro, hanno provveduto a mettere in chiaro alcuni punti-chiave: «L’analisi costi/benefici sulla Tav nel tratto veneto, che sarà diffusa a brevissimo – fanno sapere dal Mit – non ha affatto bloccato o rallentato l’opera stessa, che può procedere secondo il suo cronoprogramma. Peraltro, già da mesi il ministro Toninelli ha detto che la Tav si farà, anche se con i miglioramenti legati proprio all’esito dell’analisi costi/benefici». Come dire: all’indirizzo del Mit non abita nessuno che voglia ostacolare lo sbocco naturale della Pedemontana nella A4. Ringhiano ancora i consiglieri pentastellati veneti: «Zaia e i suoi non cerchino ora di mascherare la loro incapacità trovando l’ennesimo alibi in ordine a un’opera progettata 25 anni fa, voluta e portata avanti in modo deciso dalla Lega, che solo ora si accorge di questo problema».

Per una Pedemontana alternativa

Quelli del Covepa – il coordinamento per una Pedemontana alternativa – tornano a sguainare la spada: «Siamo in mano a dei veri e propri pellegrini, che manco sanno che questa questione è nota dal dicembre 2013, quando l’ex commissario Silvano Verinizzi chiuse un progetto esecutivo coi buchi, per prendersi i soldi del secondo finanziamento del governo da 370 milioni». Secca la replica della struttura regionale di progetto dell’opera: «Nel 2013, diversamente da quanto sostiene il Covepa, il problema dell’interconnessione di più infrastrutture a Montecchio non esisteva proprio, poiché i lavori del casello erano in fase di realizzazione. L’intoppo, come già detto, arriva nel 2014 e all’epoca non era ancora dato sapere dell’accavallarsi degli eventi susseguitisi». Morale della favola? Secondo Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione, non può essere che questa: «Qua siamo di fronte a un governo “blocca-Veneto”. Il caso del nuovo casello di Montecchio è solo l’ultimo di una vergognosa serie di rinvii e rimpalli di responsabilità tra Lega e 5 Stelle. E meno male che doveva essere un esecutivo amico della nostra regione!».

Corriere del Veneto/Politica – 21/06/2019

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