Superstrada Pedemontana Veneta

La “Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta” è individuata nel Piano Regionale dei Trasporti della Regione Veneto del 2004 (adottato) e dalla Variante a valenza paesaggistica al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del 2013 (adottata). Congiunge l’area vicentina a quella trevigiana, interessando in particolare l’ambito territoriale della valle dell’Agno (tra Montecchio Maggiore e Castelgomberto) e della zona pedemontana veneta (tra Malo e Bassano del Grappa in provincia di Vicenza e tra S. Zenone degli Ezzelini, Montebelluna e Spresiano in provincia di Treviso). L’opera interessa il territorio di 37 comuni veneti, di cui 22 nella provincia di Vicenza e 15 nella provincia di Treviso. Si prevede uno sviluppo complessivo di 94,90 km.

L’asse presenta 3 interconnessioni: con la A4 Torino/Trieste al nuovo casello di Montecchio Maggiore (Vicenza) in fase di progettazione da parte di Autostrada Brescia-Padova S.p.A.; con la A31 Valdastico a Villaverla (Vicenza); con la A27 Mestre Belluno a Spresiano (Treviso).

La sezione stradale del tracciato è a due corsie per senso di marcia. Lungo il tracciato sono previsti gallerie, ponti e viadotti e 14 svincoli che presentano una distanza media di 6,8 km.

Il progetto della Pedemontana Veneta, secondo i promotori, ha l’obiettivo di riordinare e riorganizzare l’intero sistema viario del territorio  in funzione delle esigenze della mobilità e dello sviluppo a livello locale, consentendo modifiche sostanziali all’assetto della mobilità stessa sull’intero Nord-Est.

La Superstrada è in corso di realizzazione. Il cantiere è stato aperto nel novembre 2011 e, al marzo 2016 secondo le stime dell'ANAC,  risulta un avanzamento dei lavori pari al 16,41%. Nella fase attuale i cantieri vengono finanziati attraverso il ricorso all’equity della società e, soprattutto, ai contributi forniti dalla Regione Veneto (170 milioni di euro) e dal Governo (370 milioni di euro), nell’ambito del Decreto “Sblocca cantieri” dell’agosto 2013.  
Consegna dell’opera prevista nel 2018 (stima della Regione). Entrata in esercizio nel 2019  
2.258.000.000 euro. I costi previsti nel progetto preliminare ammontavano a 1.809 miliardi di euro. Le varianti e le opere di mitigazione dell’impatto richieste dai comuni interessati dal tracciato hanno poi fatto lievitare i costi fino ai 2.258 miliardi previsti nel progetto esecutivo.
La concessione avrà la durata di 39 anni a decorrere dall’apertura della Superstrada al traffico.
La Corte dei Conti, sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con delibera n. 18/2015/G del 30 dicembre 2015, approva la relazione concernente la superstrada a pedaggio “Pedemontana veneta” ma con alcune pesanti osservazioni  che hanno riguardato le caratteristiche generali, il commissariamento, la progettazione, i costi, la convenzione ed i ritardi nei finanziamenti privati. In particolare tra le osservazioni rispetto alle caratteristiche generali, si riporta che la vicenda della Pedemontana veneta è stata caratterizzata da: iniziativa pressoché esclusiva dei privati nella progettazione e nella esecuzione dell'opera; ripetute rimodulazioni della modalità di realizzazione, che hanno condotto alla realizzazione di una superstrada a pagamento con caratteristiche autostradali; rilevante mole di contenzioso; lievitazione dei costi e del contributo pubblico. Relativamente al commissariamento la Corte osserva che “le procedure semplificate, se hanno consentito di accelerare i tempi di approvazione dei progetti, hanno prodotto, tuttavia, conflitti e contenziosi. La struttura commissariale presenta costi rilevanti che si aggiungono a quelli degli organi che restano preposti alle attività ad essa delegate. I controlli dei ministeri competenti e della regione risultano carenti”. Riguardo al progetto dell’opera la Corte osserva che una più approfondita analisi economico-finanziaria dell'investimento, avrebbe potuto prevenire rimodulazioni che hanno comportato riflessi negativi per le finanze pubbliche. Riguardo al costo di realizzazione si riporta che, nel corso degli anni, è cresciuto notevolmente e la sostenibilità finanziaria appare incerta. Riguardo alla convenzione, invece, la Corte rileva che pur presentando condizioni di convenienza per il concessionario, non si è ancora realizzato il perfezionamento dei finanziamenti di parte privata, con la conseguenza che l'avanzamento dei lavori finora, è stato reso possibile soprattutto attraverso il contributo pubblico.