A febbraio 2015, l’amministratore delegato di FS Michele Elia ha reso noto che l’intervento di velocizzazione della linea ferroviaria tra Trieste e Venezia Mestre è in fase di progettazione preliminare. In base alle stime è previsto un investimento di circa 1,8 miliardi di euro, cui dovrebbero concorrere le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Secondo quanto è stato ipotizzato, gli interventi di velocizzazione non dovrebbero escludere la realizzazione dell’Alta velocità, oppure il raddoppio della linea storica, pianificati per una fase successiva, una volta raggiunta la saturazione della linea storica.
Alla fine del 2012 è emersa l’ipotesi di un intervento di costo e dimensioni inferiori rispetto alle linee di AV/AC finora realizzate o progettate. La proposta, presentata dal Commissario alla ferrovia Venezia-Trieste Bortolo Mainardi, prevedeva un intervento sui “colli di bottiglia” della linea esistente: il nodo dell’attraversamento di Mestre (Linea dei Bivi), il quadruplicamento del Bivio S.Polo a Monfalcone, il raddoppio dell’unico binario tra Cervignano e Udine, il nodo della stazione di Udine, l’eliminazione di circa 30 passaggi a livello tra Mestre e Trieste. Ciò, in considerazione del fatto che la linea storica risulterebbe utilizzata per solo il 40% della sua capacità attuale. In base alle stime ipotizzate allora, l’intervento doveva circa 750-800 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’Alta velocità, nel settembre 2013 la Commissione Via del Ministero dell'Ambiente ha dato il via alla procedure di Valutazione di impatto ambientale sulle quattro subtratte interessate: Mestre-Aeroporto Marco Polo, Aeroporto-Portogruaro; Portogruaro-Ronchi; Ronchi-Trieste. L’iter risulta essersi arrestato e il progetto non ha ancora completato il procedimento di approvazione della Commissione ministeriale.
La ragione di ciò sta nel fatto che nel frattempo si sono moltiplicate le voci di contrarietà degli enti locali veneti interessati dal passaggio del tracciato ipotizzato.
Dal 2010, quando fu presentato, il cosiddetto "tracciato litoraneo", così chiamato in quanto doveva passare più a Sud della linea storica, fino a lambire la costa, ha raccolto la contrarietà degli enti locali coinvolti in provincia di Venezia, soprattutto a causa del forte impatto ambientale. A ciò andavano poi aggiunti gli elevati costi, che rendevano impossibile prevedere l'inizio e la conclusione dei lavori. All’inizio del 2014 il progetto è stato quindi disconosciuto anche dalla Regione Veneto, che lo aveva promosso e ne aveva commissionato la realizzazione a Italferr.
La stessa opportunità di realizzare l’Alta Velocità sulla Venezia-Trieste era stata messa in discussione anche da parte dei vertici di RFI, a causa della mancanza, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, di un bacino d’utenza di dimensioni adeguate a giustificare un investimento pubblico consistente. Le stime, in mancanza di un progetto preliminare, ipotizzavano infatti un costo di tre miliardi di euro.
La proposta consiste in un ulteriore affinamento di quella già avanzata dal Commissario Mainardi ai Comuni interessati nell’aprile del 2012, che prevedeva l’affiancamento della linea storica tra la stazione di Mestre e quella di Portogruaro.
Tale percorso prende il posto del cosiddetto “tracciato balneare”, che era stato presentato nel dicembre 2010 dalla Giunta regionale del Veneto. Collocato più in basso rispetto alla linea storica, secondo le intenzioni dei promotori doveva servire le località balneari venete.
Il primo tracciato proposto, che invece doveva affiancare l’autostrada A4, fu invece abbandonato in quanto si voleva accelerare l’avvio dei lavori per la terza corsia dell’Autostrada A4 Venezia-Trieste.