I treni non migliorano e il biglietto aumenta

Anno nuovo, prezzo nuovo. Da ieri, primo gennaio 2019, chi viaggia su treni regionali in Veneto paga il 2 per cento in più, secondo l’adeguamento Istat calcolato sull’inflazione. In soldoni, per le corse singole si sborseranno 10 centesimi in più mentre per gli abbonamenti l’aumento si attesta tra 1 e 2 euro. Roberto Nardo, presidente di Adiconsum Padova, in una nota commenta la novità: «Non siamo soddisfatti dell’aumento medio sui treni regionali perché ciò che conta è la qualità del servizio e la puntualità dei treni. Anche se prendiamo atto che Trenitalia si sta rinnovando in positivo, con meno ritardi e più posti disponibili, non basta. Sono ancora tanti i pendolari che viaggiano in condizioni non dignitose. I miglioramenti devono essere di più». Parole che nella nostra provincia suonano come l’ennesimo appello ad avere cura di una tratta «dimenticata da Dio», si potrebbe dire, ovvero della Verona-Rovigo, una delle linee più problematiche d’Italia.

UN TRISTE PRIMATO che è stato ribadito anche dal rapporto «Pendolaria 2018» di Legambiente: treni vecchi, servizio a singhiozzo e tempi di percorrenza che si allungano anno dopo anno e che portano all’esasperazione i pendolari. «La Regione Veneto», avevano spiegato il deputato dem Diego Zardini, l’esponente del Pd di Rovigo Diego Crivellari e il consigliere comunale di Rovigo Giorgia Businaro, «avrebbe la possibilità di intervenire e di ridurre i disagi. Uno dei problemi è l’elettrificazione di due terzi dei 97 chilometri e il potenziamento della capacità della linea. Il costo è tutt’altro che esorbitante, circa 30 milioni di euro, ma sembra mancare la volontà politica. Infatti, non c’è un euro disponibile per il potenziamento della linea». La Regione ha rinnovato, a gennaio, il contratto di servizio assicurando a Trenitalia, senza gara pubblica, quindici anni di gestione delle ferrovie regionali per la cifra di 4,5 miliardi di euro. Eppure la linea Verona-Rovigo avrebbe un bacino di utenza «molto ampio, di 430 mila persone», ricordano Zardini, Crivellari e Businaro, «ovvero è una tratta che potrebbe trasportare ancora più pendolari di oggi, con vantaggi enormi su sicurezza, traffico in ingresso e uscita da Rovigo e Verona e qualità della vita dei lavoratori». Negli ultimi anni, però, sottolinea il rapporto di Legambiente, c’è stato un deterioramento del servizio. Quindici anni fa il treno più veloce impiegava 1 ora e 25 minuti, oggi 16 minuti in più. Non c’è poi un sistema di bigliettazione unica che agevolerebbe gli spostamenti tra le diverse località lungo la linea. Il costo del biglietto, a fronte di un servizio così inefficace è esorbitante: 2,55 euro per 13 chilometri e senza gli investimenti infrastrutturali, a poco serviranno i nuovi treni che dovrebbero entrare in servizio nel 2019. «Poiché l’accordo tra Trenitalia e Regione prevede investimenti in cambio di una concessione di 15 anni nella gestione del servizio (10 più 5 in opzione), la Regione deve utilizzare parte di quelle risorse che, lo ricordiamo arrivano dallo Stato e non dal bilancio regionale, per il potenziamento di alcune linee in particolare dove il servizio è particolarmente deficitario in termini di tempi, continuità e qualità», concludono Zardini, Crivellari e Businaro. Ai consiglieri Pd aveva risposto piccata l’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti: «Se i rappresentanti del Pd di Verona e Rovigo devono dire la loro sui problemi dei trasporti, almeno lo facciano dopo essersi documentati e non con interventi confusi e strampalati che creano solo disinformazione e non contribuiscono a far comprendere ai cittadini quali sono le reali iniziative da attuare per migliorare la qualità dei servizi. Nella loro disamina arruffata e inconcludente, i tre confondono addirittura i ruoli di RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, e Trenitalia, società incaricata dello svolgimento del servizio su tutta la rete veneta, fuorché proprio della tratta Verona-Rovigo e della Rovigo-Chioggia. Ma svarioni a parte, dimenticano, o omettono di ricordare, che già nelle prossime settimane sono previsti potenziamenti dei servizi e che nei prossimi anni vi saranno importanti investimenti per riqualificare complessivamente il collegamento ferroviario in quest’area».

DE BERTI evidenzia che, in via sperimentale, dal 7 gennaio, opereranno sulla linea 4 nuovi «regionali veloci» che, oltre a migliorare i tempi di percorrenza, avranno ricadute positive sulla qualità della vita di lavoratori e studenti. «Sarà garantito l’accesso a Verona già dalle prime ore della mattina, in tempo per le principali coincidenze ferroviarie nazionali, mentre i nuovi servizi serali, potenziati ulteriormente nei giorni festivi, permetteranno di prorogare la propria permanenza in città anche di sera». «Per quanto riguarda l’elettrificazione della linea», continua De Berti, «in sede di revisione dell’accordo quadro sottoscritto dalla Regione con RFI alla fine del 2016, abbiamo proposto di realizzarla sui 20 chilometri tra Cerea e Isola della Scala, completando così l’elettrificazione tra Verona e Legnago, 48 km circa. Ma gli interventi che ora sono prioritari, e non perché lo dico io ma perché viene richiesto a viva voce dal territorio, sono quelli di eliminazione dei troppi passaggi a livello lungo tutta la tratta, spesso causa di ritardi e disservizi. E in tal senso abbiamo recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana per la soppressione di 50 passaggi a livello nel territorio regionale, dei quali più di un terzo, ben 18, sono lungo la linea ferroviaria Verona-Rovigo. Portate a compimento queste opere, avremo sicuramente ricadute positive in termini di puntualità, affidabilità e sicurezza».

«MA SONO POI previsti anche importanti finanziamenti per il completo rinnovo della flotta dei treni», conclude l’assessore De Berti, «la Giunta regionale ha infatti già previsto di destinare 24 milioni del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che determineranno un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro, per l’acquisto di nuovi convogli da assegnare prioritariamente alle linee Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia. Se aggiungiamo a tutto ciò che la Regione integra annualmente con circa 25 milioni di euro le risorse stanziate dallo Stato per la gestione dei contratti dei servizi ferroviari di interesse regionale e locale, la polemica sollevata dagli esponenti del Pd appare ancor più pretestuosa e inutile».

L’Arena – 02/01/2019

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