Emissioni A22, il Tar incalza «Un piano entro 30 giorni»

Successo parziale degli ecologisti. Transiti, monito di Dorfmann Appello Pedaggi, chiesti interventi omogenei

Entro 30 giorni il comitato tecnico del Ministero dovrà presentare un primo elenco di misure per ridurre le emissioni di biossido di azoto lungo l’A22 sul territorio altoatesino. A stabilirlo è il Tar del Lazio, con una sentenza che accoglie (anche se solo in parte) il ricorso presentato lo scorso autunno dalla Federazione protezionisti sudtirolesi (Dachverband). E di inquinamento legato ai transiti si è parlato ieri in consiglio provinciale nel corso della seduta dedicata all’Europa. «Occorre un sistema omogeneo di regole per i valichi alpini» avverte l’eurodeputato svp Herbert Dorfmann.

Difficile capire la portata concreta della sentenza. In ogni caso qualcosa si muove sul fronte delle misure anti-NO2 in Autobrennero. Il Tar del Lazio si è pronunciato nei giorni scorsi sulla disputa legata al mancato rispetto da parte dello Stato dei limiti di ossido di azoto lungo l’A22. La condanna «diretta» chiesta dagli ecologisti viene giudicata inammissibile dai magistrati. Tuttavia il Tar accoglie la richiesta «subordinata», e ordina al Comitato tecnico istituito nel 2013 dal governo di redigere entro 30 giorni un elenco di misure per ridurre gli inquinanti atmosferici. La questione riguarda essenzialmente la riduzione dei limiti di velocità in un tratto di 11 km a cavallo del capoluogo: da questo punto di vista, il progetto sperimentale avviato sua sponte da Autobrennero non può bastare allo Stato come «alibi» per ritardare gli interventi. «Richiediamo ora con fermezza il rispetto delle scadenze indicate delle autorità competenti, affinché vengano finalmente adottate le misure volte a proteggere la salute degli oltre 40.000 persone direttamente interessate lungo l’autostrada del Brennero» commenta Andreas Riedl del Dachverband. Secondo stime dell’associazione, gli sforamenti continui di NO2 potrebbero causare circa 70 morti l’anno in Alto Adige.

Il tema del traffico lungo l’asse del Brennero è stato anche al centro del dibattito sull’Europa tenutosi ieri in consiglio provinciale. Tra gli ospiti, l’eurodeputato Dorfmann. «Dal 2003 al 2017 – ricorda l’esponente Svp – si è passato da 5 a 14 milioni di veicoli in transito, e questo durerà ancora per 10-12 anni, fino a quando sarà pronto il tunnel Bbt: se si continua di questo passo, l’autostrada arriverà al collasso. Bisogna quindi prendere decisioni fondamentali a livello europeo e provinciale. La questione fondamentale è come viene organizzato il traffico: vanno considerate come infrastrutture tutti i valichi alpini, mentre oggi le merci che transitano lungo il Brennero sono pari a quelli del Gottardo e Tarvisio, cosa incomprensibile. A livello europeo si sta lavorando affinché gli Stati membri possano chiedere un aumento del pedaggio di corridoio. L’Eurobollo è attualmente facoltativo, e non ci si può aspettare la sua introduzione da parte dell’Italia: solo se gli Stati membri saranno costretti a prevedere questo aumento, esso sarà applicato anche in Italia. Ci vuole un sistema omogeneo».

In sintonia Arno Kompatscher. «Vanno eliminati – afferma il presidente – tutti i fattori che portano a scegliere un transito di aggiramento, come per esempio il basso prezzo del diesel in Austria: non basta il solo tunnel di base del Brennero». Il 12 giugno al Technopark «Noi» di Bolzano i tre ministri dei Trasporti di Germania, Austria e Italia e i rappresentanti dell’Euregio ne parleranno in un vertice sul traffico.

Corriere dell’Alto Adige – 10/05/2018

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