Da Trieste a Roma il volo è un salasso: fino a 900 euro per un last minute

Pesano monopolio di Alitalia e assenza di alternative valide su rotaia. E la concorrenza di Ryanair non riesce a incidere

di Diego D’Amelio

Essere periferici costa caro. E quando si parla di trasporti, chi utilizza l’aereo per raggiungere Roma e Milano per lavoro sa bene che un viaggio organizzato all’ultimo momento possa comportare una spesa salatissima, con un impatto rilevante sui bilanci delle imprese che mobilitano frequentemente i propri funzionari per esigenze sorte, come spesso accade, all’improvviso. Pesa il sostanziale monopolio che Alitalia detiene sui collegamenti interni da Ronchi, ma anche il fatto che le linee aeree che partono dall’estremo Nordest non devono fronteggiare la concorrenza dell’alta velocità ferroviaria, come accade ad esempio a Venezia e Milano. Le Frecce di Trenitalia sono infatti più economiche dell’aereo, ma poco competitive se si considera che il viaggio su ferro dal Fvg dura quasi sei ore verso Roma e oltre quattro verso il capoluogo lombardo.

I passeggeri di Ronchi devono allora da una parte sottostare alla comprensibile assenza di un ventaglio di coincidenze paragonabile agli scali vicini, dovuta alla necessità di riempire il più possibile i quattro voli che ad esempio collegano giornalmente l’aeroporto con la capitale. Dall’altra, devono sobbarcarsi una spesa fuori mercato, se costretti a prenotare all’ultimo. Quasi sempre un viaggio Trieste-Roma andata e ritorno viene a costare attorno ai 650 euro, se acquistato nella giornata precedente a quella di partenza e in un normale mese lavorativo. Questione non riscontrabile dunque ad agosto, quando i viaggiatori per lavoro sono di meno, ma pronta a riesplodere a settembre, quando alcuni sfortunati passeggeri potranno arrivare a pagare anche 900 euro negli incastri last minute più infelici. Somme con cui, con un po’ di organizzazione, si va e si torna da New York.

La questione non pare legata alla necessità di coprire i costi di aerei semi vuoti, visto che il vettore che parte da Ronchi alle sette del mattino è sempre pieno, tanto che le prenotazioni in extremis vedono regolarmente esauriti i più convenienti biglietti di categoria Economy Light ed Economy Classic, con l’effetto di costringere l’acquirente a optare per l’Economy Flex da oltre 400 euro per la sola andata, cui si somma il solitamente meno caro biglietto di ritorno, quasi sempre attestato sui 200 euro. Accade così che, a parità di acquisto all’ultimo, il volo nazionale per Roma sia più costoso dell’internazionale Trieste-Monaco operato da Lufthansa.

Il confronto con altri scali settentrionali è impietoso. Utilizzando il sito di Alitalia, acquistare un biglietto di andata e ritorno in giornata Venezia-Roma costa 200, 300 euro in meno della soluzione Ronchi, mentre Milano offre alternative che partono da un totale di 120 euro e che possono contare su un numero non paragonabile di possibilità, con voli che nelle ore di punta partono anche ogni mezz’ora. La disparità c’è, sebbene più contenuta, anche per prenotazioni con congruo anticipo: e così un biglietto di andata e ritorno su Roma acquistato ad esempio per il 3 settembre costa 173 euro da Ronchi, 149 da Venezia e 110 da Milano.

I pendolari dell’aria non sono aiutati nemmeno dalla low cost Ryanair, che viaggia a giorni alterni e le cui coincidenze non consentono viaggi in giornata: il volo della compagnia irlandese per Roma parte infatti da Roma alle 14.20 per Trieste e decolla per la capitale alle 15.55, senza prevedere una seconda soluzione e con orari dunque impossibili per chi voglia andare e venire nello stesso giorno.

Il direttore dell’aeroporto, Marco Consalvo, allarga le braccia: «Abbiamo provato molte volte a convincere Alitalia ma non ci siamo riusciti. Torneremo alla carica a settembre, quando incontreremo il direttore commerciale della compagnia, Fabio Lazzerini, assieme a Confindustria e alle aziende della regione: vorremmo avviare una riflessione per cercare una soluzione commerciale adeguata».

Per Consalvo, «il problema è l’assenza di programmazione che però capita spesso a chi viaggia per lavoro. Purtroppo Alitalia ha un algoritmo che alza fortemente i prezzi nell’ultima giornata: una politica che difficilmente potrà mutare».

Secondo il direttore dello scalo aeroportuale, ospitare altre compagnie per abbassare i prezzi grazie alla concorrenza non è percorribile, perché «Alitalia offre quattro voli al giorno: con una simile frequenza un secondo vettore non avrebbe la forza per entrare sulla rotta».

Il Piccolo/Nordest Economia – 10/08/2018

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