«Crociere a Marghera, traffici a rischio»

L’ingegnere Lucchi avverte: «L’entrata di mille navi in più da Malamocco potrebbe penalizzare il traffico commerciale»

Industriali e operatori portuali mettono le mani avanti sul progetto di spostare l’entrata delle navi da crociera dalla bocca di porto del Lido a quella di Malamocco – con la possibilità di utilizzare la nuova conca di navigazione costruita in modo da aggirare le barriere del Mose in caso di acqua alta– per percorrere il canale dei Petroli fino alla nuova stazione Marittima che dovrebbe essere realizzata lungo le banchine di Porto Marghera.

Ipotesi, quest’ultima, tornata in auge dopo la proroga al 2019 concessa dall’Unesco alla soluzione del problema delle grandi navi da crociera. Il ministro Del Rio, infatti, ha tirato il freno su progetto di scavo del canale Vittorio Emanuele fino all’attuale stazione marittima di Santa Marta che però è ancora sostenuto dal sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino.

L’ingegnere Sergio Lucchi – riconfermato venerdì scorso alla presidenza dell’Ente Zona Industriale di Porto Marghera che raggruppa gran parte delle aziende insediate nel polo industriale e logistico – nel suo intervento d’apertura dell’assemblea annuale dei soci ha detto chiaro e tondo che qualsiasi ipotesi di “dirottare” l’entrata delle oltre mille navi da crociera dalla bocca di porto di Malamocco rischia di compromettere i traffici commerciali e industriali che percorrono il canale dei Petroli per raggiungere i terminal di Porto Marghera. Gli industriali non pongono alcuna pregiudiziali per quanto riguarda la futura collocazione del porto passeggeri per le navi al di sopra delle 40.000 tonnellate di stazza, ma puntano il dito su «alcune criticità per quanto riguarda gli aspetti gestionali del traffico portuale» e ribadiscono che per loro «il mantenimento del ruolo centrale della Marittima rappresenta ancora oggi uno dei maggiori punti di forza di Venezia».

«L’aumento di oltre mille navi passeggeri attraverso l’ingresso in laguna da Malamocco – ha sottolineato Lucchi – potrebbe comportare una penalizzazione del traffico navale commerciale con conseguenti danni economici per le industrie. L’Autorità portuale deve quindi individuare la collocazione del nuovo porto Passeggeri in maniera da interferire il meno possibile con le industrie esistenti e con gli accessi marittimi ai canali industriali». «Il possibile percorso che le navi passeggeri andranno a compiere per raggiungere il nuovo porto» non potrà quindi prescindere dal fatto che «in prossimità dei canali industriali sono insediati stabilimenti a rischio di incidente rilevante e che pertanto eventuali eventi incidentali, durante il transito delle navi, deve essere adeguatamente studiato e valutato». Sulla scorta dei dati sugli accessi delle navi in laguna attraverso la bocca di Malamocco e la costruzione di una nuova stazione Marittima a Marghera, Sergio Lucchi ha precisato che il porto commerciale di Venezia «deve poter operare nell’arco delle 24 ore (anche per merci pericolose) al fine di garantire il transito per tutte le navi; ciò non deve tuttavia comportare un aggravio di costi in quanto questo rischierebbe di penalizzare pesantemente il traffico merci». Lo scalo portuale veneziano, secondo l’Ente Zona, deve «individuare la collocazione del nuovo porto Passeggeri in maniera da interferire il meno possibile con le industrie esistenti e con gli accessi marittimi ai canali industriali. Diversi canali soffrono di limitazioni di pescaggio dovute al mancato completamento dei lavori di escavo (in particolar sul canale Ovest) tali da rischiare di vanificare gli investimenti industriali compiuti in alcuni stabilimenti». ll presidente dell’Ente Zona ha quindi ricordato che «numerose aziende industriali hanno completato importanti investimenti sui propri impianti che necessitano di una adeguata accessibilità nautica; è necessario che l’Autorità di Sistema Portuale, nel proprio Piano Operativo Triennale, pianifichi in maniera adeguata le operazioni di escavo al fine di ripristinare in tutto il porto i valori delle quote di progetto». «La collocazione del nuovo porto passeggeri a Marghera – ha aggiunto Lucchi – non deve penalizzare le aziende industriali limitrofe in quanto la realizzazione di strutture dedicate alle necessità della crocieristica potrebbe rendere “fastidiose” per i passeggeri delle crociere le attività industriali in termini di rumori , traffico di camion, emissioni in atmosfera (autorizzate) e di rischio connesso ad incidenti rilevanti». «Dal nostro punto di vista – ha concluso Sergio Lucchi – si deve tener conto che le industrie sono preesistenti e che pertanto devono essere salvaguardati i loro diritti».

La Nuova di Venezia – 25.06.2017

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