Accordo fra Fvg e Veneto: al via Autostrade Alto Adriatico

Nasce la società a capitale interamente pubblico. Serracchiani: «Abbiamo rispettato gli impegni. Non escludiamo il possibile coinvolgimento di Anas»

di Marco Ballico

Se ne parla da un paio d’anni, ma adesso ci siamo. Autovie Venete sta per lasciare il campo a una società “in house”, ovvero a capitale interamente pubblico, con soci le due Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (e il possibile, successivo inserimento di Anas), l’unica via per evitare le gare europee e ottenere il prolungamento della concessione sulle tratte autostradali per 30 anni, fino al 2048. Con tariffe che, nonostante i costi per il completamento della terza corsia, non dovrebbero superare il tasso d’inflazione corrente.

La nascente spa, che di fatto renderà le due Regioni concessionarie autostradali, ha già un nome: si chiamerà “Società autostrade Alto Adriatico”. Il capitale sociale iniziale sarà di 6 milioni di euro (4 a carico del Fvg, 2 del Veneto). I tempi? Molto brevi per quel che riguarda la costituzione del nuovo soggetto. Nella seduta di venerdì, la giunta Serracchiani ha approvato una delibera comprensiva dello schema di atto costitutivo e dello statuto, nonché il testo dell’accordo che sarà sottoscritto tra le due amministrazioni regionali per l’esercizio del controllo cosiddetto “analogo” congiunto sulla spa (che inizialmente avrà un amministratore unico), attraverso uno specifico comitato di indirizzo. La stessa documentazione dovrà essere prodotta e approvata dalla giunta Zaia.

Il vicedirettore della direzione Fvg Finanze Alessandro Zacchigna fa sapere che l’iter dovrebbe completarsi entro marzo. Una vola costituita la società dal notaio, spiega ancora il dirigente regionale, si tratterà di attendere due passaggi: quello dell’Autorità di regolazione dei trasporti, chiamata a esprimere valutazioni sul fronte tariffario, e quello del Cipe. Si dovrebbe quindi arrivare ad autunno per completare entro il 2018, queste le intenzioni del ministero dei Trasporti, la definizione della convenzione di concessione.

«Un impegno rispettato», il commento della presidente della Regione Debora Serracchiani, pure nella veste di commissario della A4 Trieste-Venezia, dopo l’approvazione in giunta degli atti propedeutici al dopo Autovie. «Nel rispetto delle richieste della Commissione europea e dei ministeri dei Trasporti e dell’Economia – spiega Serracchiani –, ci siamo mossi in una direzione che prevedesse il superamento di tutte le partecipazioni private in Autovie e l’avvio della NewCo. Alla firma dei documenti tra le due Regioni ci saranno le condizioni per ottenere il rinnovo della concessione sulla rete autostradale da parte dei Trasporti».

Il coinvolgimento di Anas? «Non va escluso, qualora le condizioni lo richiedessero», si limita a dire la presidente. La principale mission di “Società autostrade”, si legge nello statuto, consisterà nelle attività di progettazione, costruzione, esercizio e adeguamento di autostrade, infrastrutture di trasporto limitrofe alla rete autostradale, infrastrutture di sosta e intermodali, nonché delle relative adduzioni. In tali attività vanno comprese anche quelle di mera gestione del servizio e di manutenzione. Gli stessi compiti, in sostanza, di Autovie, cui la NewCo subentrerà controllando, oltre alla A4, la A23 Palmanova-Udine Sud, la A28 Portogruaro-Pordenone-Conegliano, la A57 tangenziale di Mestre (con competenza fino al Terraglio) e la A34 Villesse-Gorizia, in forza di una convenzione stipulata con Anas, scaduta il 31 marzo 2017 e attualmente in regime di proroga. In agenda, naturalmente, anche la prosecuzione dei lavori per la terza corsia, come dettato dal protocollo d’intesa firmato a inizio 2016 da Fvg, Veneto e ministero dei Trasporti.

L’ultimo ostacolo sarà finanziario. Si tratterà infatti di liquidare i soci privati nel momento in cui, al posto di Autovie, subentrerà una società interamente pubblica. La cifra? Secondo le stime, si tratterà di un centinaio di milioni di euro. Un esborso notevole, ma obbligatorio per il rinnovo della concessione.

Il Piccolo/Nordest Economia – 11/03/2018

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