A4 ormai satura, la quarta corsia solo se salta la Valdastico Nord

La Regione: «La Brescia-Padova è una colonna di camion, una soluzione va trovata»

Che c’entra l’A31 con la Brescia Padova ormai perennemente intasata? Più di quanto si possa pensare e, in un domino complesso, riporta potenzialmente in auge anche il project financing sul Sistema delle Tangenziali Venete (Sitave) proposto e adottato nel Piano dei trasporti della Regione nel 2004. Il prolungamento a Nord dell’A31 è un’opera del valore di 1,920 miliardi (a carico della società autostradale Brescia-Padova)cui si lega la concessione autostradale ottenuta fino al 2026 senza gara europea. Nel frattempo, il traffico post crisi ha saturato la maggiore arteria autostradale veneta.

Colonna di camion

«Vivendo a Verona – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti – la percorro spesso. Ormai è un’unica colonna di camion, ormai satura. E pericolosa. Per questo il tema è inserito nel Piano dei trasporti. Una volta votato a fine anno, ne discuteremo con la Brescia Padova. Una soluzione va trovata». La parola chiave è «quarta corsia». Se n’è parlato in termini di corsia dinamica in prossimità dei grandi centri attraversati. Per il resto, fra Padova e Vicenza, e fra Vicenza e Verona, sarebbe da costruire. Il costo si aggirerebbe intorno a una cifra analoga al costo della Valdastico Nord. Ed ecco il nesso. La società autostradale non potrebbe stanziare nel suo Pef (piano economico finanziario) altri due miliardi nel caso in cui il prolungamento dell’A31 andasse a buon fine. Per alleggerire il traffico lungo l’A4 c’è chi vede ancora nel Sitave la soluzione. Si tratta, però, di un’opera il cui proponente, come capofila, è quella Mantovani ridotta al lumicino dalle traversie giudiziarie legate al Mose. Nella cordata che propose a suo tempo il project ci sono anche Maltauro e Pizzarotti, aziende in buona salute ora impegnate con la Tav fra Brescia e Verona. «Prima vediamo come finire con l’A31 – dice De Berti – perché è alternativa alla quarta corsia».

Convocazione al ministero

Si capisce, quindi, perché vista dal Veneto, il dossier più pesante sul tavolo del ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli è quello dell’A31. «Ci aspettiamo di essere convocati a breve dal ministero – spiega De Berti– così capiremo se la pratica si sbloccherà». Il problema, da sempre, è tutto trentino. La Provincia autonoma si è fieramente opposta per decenni. Con il cambio di passo e l’arrivo ai vertici della Provincia del leghista Maurizio Fugatti la strada sembrava in discesa ma il neo governatore si è ben presto trovato a fronteggiare comitati di cittadini e ambientalisti contrari e decisi a non cedere. Così, nel corso dello scorso anno, si è ragionato su un diverso tracciato con attacco all’A22 all’altezza di Rovereto Sud anziché a Trento. Lo studio di fattibilità sul percorso alternativo a quello originario è stato completato dalla Brescia Padova e consegnato al Mit ai primi di ottobre. Da lì l’attesa a stretto giro di una convocazione per Regione Veneto, Provincia di Trento e della concessionaria.

Gioco di incastri

Se si arrivasse a dama sull’A31, il problema della saturazione dell’A4 potrebbe plausibilmente venire affrontato chiedendo al Mit (ministero delle Infrastrutture e trasporti) di sbloccare il Sitave. L’iter del sistema delle tangenziali venete (una nuova A4 in parallelo)aveva ottenuto a suo tempo la dichiarazione di interesse pubblico della Regione. Ora spetta al Mit procedere con l’istruttoria e con il passaggio al Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica) per l’approvazione del progetto preliminare. Si tratterebbe di 110 chilometri di cui 77 di nuova costruzione, i rimanenti 33 sono le tangenziali esistenti tra Verona e Padova da ampliare e attualmente in gestione proprio alla Brescia-Padova. Tre corsie di marcia in corrispondenza con i capoluoghi e due nei tratti di connessione. Costo: 2 miliardi e 230 milioni secondo la formula, appunto, del project financing.

Corriere del Veneto – 09/11/2019

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