La crisi della crocieristica, i lavoratori: “Siamo con le spalle al muro”

Il comparto da un anno non lavora. “Non abbiamo prospettive, non sappiamo quando riprenderemo, rispetto ad altri porti in Italia abbiamo un problema nel problema. Per 8 anni abbiamo dato fiducia ai politici, abbiamo creato il comitato perché non siamo più disposti a darla” dice Vladimiro Tommasini, presidente del Comitato Venezia Lavora.

«Siamo con le spalle al muro, siamo pronti a tutto». Così Vladimiro Tommasini, presidente del Comitato Venezia Lavora, che conta 500 iscritti, lavoratori provenienti dalle molteplici attività legate all’ambito portuale ed al suo indotto, al mondo della crocieristica a Venezia: portabagagli, ormeggiatori, vetrerie, tassisti, gondolieri. Se non arriveranno risposte e sostegni agli oltre 1700 lavoratori, Tommasini ipotizza di mettere in atto azioni che creeranno «un problema di ordine pubblico. Non siamo abituati a questo, abbiamo sempre lavorato – dice -. Però se siamo messi nelle condizioni di farlo, siamo pronti ad agire».

Il problema, ricordano Tommasini e il vicepresidente del comitato, Marco Gorin, non riguarda solo la pandemia ma l’annoso e insoluto problema del passaggio delle grandi navi a Venezia. «Il comparto crocieristico – rileva Tommasini – da un anno non lavora. Non abbiamo prospettive, non sappiamo quando riprenderemo, rispetto ad altri porti in Italia abbiamo un problema nel problema. Per 8 anni abbiamo dato fiducia ai politici, abbiamo creato il comitato perché non siamo più disposti a darla».

Tommasini riosserva che c’è anche la questione del «costo delle concessioni portuali che continuano ad andare avanti: abbiamo chiesto di fare delle proroghe e che vengano annullati». «In questo anno – aggiunge Gorin – siamo partiti con la disastrosa acqua granda e abbiamo proseguito con il covid. Avevamo speranza che ad agosto o settembre qualcosa si muovesse, poi l’illusione è svanita quando abbiamo visto le navi salpare per il porto di Trieste. Vogliamo che dalla politica locale e nazionale vengano prese decisioni».

In caso contrario, perdita economica e dei posti di lavoro. Ci sono lavoratori che da aprile non hanno cassa integrazione, spiegano dal comitato, né sostegni economici. Non possiamo permettere più a nessuno di prenderci in giro.

Nordest Economia – 13/11/2020

© Riproduzione riservata