Nel comprensorio della Ferriera un polo logistico a servizio del porto di Trieste

Siglato l’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riconversione industriale

Sabato a Trieste è stato firmato l’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riconversione industriale del complesso siderurgico della Ferriera di Servola, nel quale lo scorso aprile è stato avviato lo smantellamento dell’area a caldo. L’intesa mira a rilanciare il comprensorio industriale dove sorgeva l’altoforno, spento nei mesi scorsi dopo 123 anni di attività. Obiettivo è quello di far nascere al suo posto un polo logistico a servizio del porto di Trieste e dell’economia del territorio.

Il nuovo assetto dei terreni sarà formato dal consolidamento dell’investimento del gruppo Arvedi nel laminatoio a freddo per la parte industriale e dallo smantellamento e riconversione dell’area a caldo in un terminal portuale e ferroviario, collegato allo sviluppo della nuova Piattaforma Logistica, guidata dal gruppo Icop-PLT. Si tratta in sostanza – ha spiegato l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – di due aree equivalenti: quella privata, gestita attualmente da Arvedi, viene demanializzata e assegnata all’authority giuliana, con successiva concessione dei terreni a Icop-PLT, mentre quella attualmente pubblica viene ceduta ad Arvedi. In un’ottica di sviluppo portuale – ha precisato l’AdSP – va rilevato che sull’ex area a caldo si svilupperà il raccordo ferroviario della stazione di Servola, che potrà accogliere treni completi da 750 metri, nonché uno snodo autostradale diretto sulla Grande viabilità, ponendo le basi per il successivo avvio dei lavori del Molo VIII, previsto dal Piano Regolatore Portuale approvato nel 2016.

Gli interventi previsti dalla Icop, socia di Piattaforma Logistica Trieste, si concentreranno prevalentemente sulla bonifica e messa in sicurezza del perimetro, e verranno realizzati in tre fasi, non appena saranno portate a termine da Arvedi le attività di smantellamento di tutti gli impianti e i materiali ferrosi. A fronte di una concessione di 26 anni da parte dell’AdSP, l’investimento complessivo di Icop-PLT sarà di circa 127 milioni di euro. L’acquisto dei terreni di Arvedi da parte di Icop-PLT, avrà un valore di circa 21 milioni di euro. Gli anni previsti per la riconversione sono cinque, con una suddivisione in tre fasi distinte, e un valore di 98 milioni. Il nuovo terminal logistico verrà dotato di due gru e di altre attrezzature di banchina, con un investimento di sette milioni di euro.

L’AdSP ha evidenziato le prospettive per l’occupazione: al termine dei lavori di messa in sicurezza permanente dell’area a caldo della Ferriera – ha spiegato l’ente – saranno più di 100 le persone utilizzate nell’attività di sviluppo logistico del comprensorio. Gli addetti dell’attività logistica per la siderurgia potranno essere impiegati immediatamente per lo svolgimento di operazioni e servizi portuali conto terzi per l’approvvigionamento di materia prima (rottame, ghisa, minerali di ferro), sia a servizio del gruppo Arvedi, sia per la spedizione via mare dei prodotti finiti destinati al Mediterraneo e Medio Oriente. L’AdSP ha specificato che, inoltre, gli eventuali step successivi del progetto, che includono la realizzazione del Molo VIII, prevedono l’impiego di altre centinaia di addetti, rappresentando una delle prospettive di lavoro più rilevanti per il futuro della città di Trieste.

«L’accordo di programma per la Ferriera di Servola – ha sottolineato il commissario dell’AdSP dell’Adriatico Orientale, Mario Sommariva – deve essere inteso come il passaggio epocale verso una fase di nuova industrializzazione del nostro territorio. Trieste dimostra di essere una moderna città proiettata verso uno sviluppo avanzato e sostenibile, poiché porto e industria sono un binomio inscindibile. Non è possibile pensare ad una prospettiva di sviluppo e crescita dell’occupazione se entrambi i settori non si sviluppano contestualmente. L’authority giuliana con questa operazione riesce nello scopo di salvaguardare integralmente i lavoratori, risanando l’ambiente e creando nuove prospettive per le generazioni future».

«Remando tutti nella stessa direzione – ha evidenziato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – siamo riusciti a sbloccare una situazione ferma da oltre vent’anni, garantendo la salute dei cittadini, tutelando l’occupazione e offrendo opportunità di sviluppo in ambito logistico. La chiusura dell’area a caldo, che è il primo passo per la riqualificazione del sito e segna l’avvio di una era per Trieste, non avrebbe potuto concretizzarsi senza un’azione a difesa del lavoro e una prospettiva industriale rivolta al futuro».

InforMare – 29/06/2020

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