Ambiente: 45 città italiane sottoscrivono la Carta per la neutralità climatica

8 Luglio 2021

Un pacchetto di misure sottoscritto da ben 45 città: si tratta della cosiddetta Carta per la neutralità climatica presentata in occasione della IV Conferenza Nazionale delle green city, realizzata dal Green City Network (la rete promossa dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il Gse e con il supporto di Conou.

Le misure in questione sono circa 40, sono suddivise per 5 obiettivi strategici e sono finalizzate a supportare le città nella loro sfida il clima. Spaziano dall’utilizzo delle risorse del Pnrr per progetti con ricadute sul clima alle riqualificazioni energetiche di edifici pubblici e privati; dall’utilizzo di elettrodomestici ad alta efficienza all’elettrificazione della mobilità urbana.

Gli obiettivi della Carta per la neutralità climatica

Ma quali sono gli obiettivi strategici ed alcune delle misure per avviare le città alla neutralità climatica?
Promuovere un nuovo protagonismo delle città per la transizione alla neutralità climatica: per raggiungere questo obiettivo le città dovrebbero in particolare utilizzare al meglio le nuove possibilità di realizzare progetti locali con ricadute sul clima finanziati con le risorse del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza e rendere espliciti e valorizzare, oltre ai vantaggi per il clima, anche eventuali altre ricadute per il benessere e l’occupazione. Aumentare l’impegno per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili: in particolare, riducendo i consumi complessivi di energia entro il 2030 di almeno il 15% rispetto a quelli pre-pandemia e tagliando di circa il 40% i consumi di combustibili fossili, arrivando al 40% di fonti rinnovabili a fine decennio con le rinnovabili elettriche che dovranno coprire il 70% della produzione.
Per rispettare questo quadro le città dovranno, tra l’altro, definire programmi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e di quelli privati, promuovere progettazioni integrate che ottimizzino la risposta bioclimatica, definire misure contro gli sprechi di energia per massimizzare l’efficienza energetica degli impianti termici, promuovere l’uso di apparecchiature ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, promuovere sistemi solari attivi, termici e fotovoltaici di nuova generazione, sistemi mini e microeolici, sistemi di approvvigionamento di energia da fonte geotermica, ecc.

Le città dovranno poi definire un piano per la mobilità sostenibile, integrata con la pianificazione urbana, precisando gli obiettivi, con particolare riferimento alla riduzione dell’uso dell’auto privata; favorire il modal shift e la sharing mobility. Dovranno estendere le zone pedonalizzate e le Ztl; facilitare la riduzione degli spostamenti, facilitando forme di smart working; estendere le reti di piste ciclabili e di percorsi pedonali; promuovere l’elettrificazione, comprese le infrastrutture di ricarica, l’uso dei biocarburanti sostenibili e dell’idrogeno verde per la mobilità urbana; riorganizzare la distribuzione urbana delle merci. Promuovere l’economia circolare decarbonizzata.
Le città dovranno in particolare promuovere tra i cittadini consumi consapevoli che non danneggino il clima; sostenere la transizione delle imprese locali verso modelli circolari e nei miglioramenti di efficienza energetica; promuovere la bioeconomia rigenerativa che, utilizzando in modo sostenibile risorse rinnovabili, non genera emissioni di gas serra e contribuisce a recuperare aree dismesse, a tutelare i suoli agricoli e ad aumentare il carbonio organico nei suoli; promuovere la diffusione di pratiche agro-ecologiche e biologiche; ridurre la produzione di rifiuti.
Aumentare gli assorbimenti di carbonio: gli assorbimenti di carbonio nei suoli, nei sistemi forestali e nelle infrastrutture verdi, entro il 2050 dovrebbero almeno raddoppiare rispetto ai livelli attuali, per compensare le emissioni incomprimibili e consentire un bilancio di emissioni nette pari a zero. Le città dovrebbero quindi, tra l’altro, tutelare i suoli come serbatoi di carbonio e quindi puntare ad azzerare il consumo di nuovo suolo facendo fronte ai fabbisogni con il migliore utilizzo delle aree già urbanizzate; recuperare, bonificare, rinaturalizzare suoli, aree urbane e periurbane degradate; valorizzare la biodiversità nelle città; promuovere l’implementazione di corridoi ecologici, di cinture verdi e di green and blue infrastructure, con la riqualificazione degli spazi aperti, urbani e periurbani.

Trasporti-Italia.com – 08/07/2021

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Iata: piccoli margini di miglioramento nel traffico passeggeri a maggio

Il traffico aereo passeggeri sia internazionale che nazionale ha mostrato miglioramenti marginali a maggio 2021, rispetto al mese precedente, ma il traffico è rimasto ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. La ripresa del traffico internazionale, in particolare, ha continuato a essere ostacolata dalle estese restrizioni di viaggio del governo. Questo in sintesi lo stato di salute del traffico passeggeri fotografato dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) nel mese di maggio.

Poiché i confronti tra i risultati mensili del 2021 e del 2020 sono distorti dall’impatto straordinario di Covid-19 – spiega Iata – i confronti vengono effettuati sul mese di maggio 2019, che ha seguito un normale modello di domanda.

La domanda totale di viaggi aerei a maggio 2021 (misurata in ricavi passeggeri chilometri o RPK) è diminuita del 62,7% rispetto a maggio 2019. Si tratta di un miglioramento – seppur contenuto – rispetto al calo del 65,2% registrato ad aprile 2021 rispetto ad aprile 2019.
La domanda di passeggeri internazionali a maggio è stata dell’85,1% inferiore a maggio 2019, in leggero miglioramento rispetto al calo dell’87,2% registrato ad aprile 2021 rispetto a due anni fa. Tutte le regioni, ad eccezione dell’Asia-Pacifico, hanno contribuito a questo modesto miglioramento.
La domanda interna totale è diminuita del 23,9% rispetto ai livelli pre-crisi (maggio 2019), leggermente migliorata rispetto ad aprile 2021, quando il traffico nazionale è diminuito del 25,5% rispetto al periodo 2019. Il traffico di Cina e Russia continua ad essere in territorio di crescita positiva rispetto ai livelli pre-Covid-19, mentre India e Giappone hanno registrato un significativo deterioramento tra nuove varianti ed epidemie.

“Stiamo iniziando a vedere sviluppi positivi, con alcuni mercati internazionali che si aprono ai viaggiatori vaccinati – ha commentato Willie Walsh, direttore generale della Iata –. La stagione estiva dei viaggi nell’emisfero settentrionale è arrivata. Ed è deludente che molti governi non si stiano muovendo più rapidamente per utilizzare i dati per guidare strategie di apertura delle frontiere che aiuterebbero a rilanciare i lavori nel turismo e riunire le famiglie”.

Il traffico internazionale di maggio dei vettori europei è diminuito dell’84,7% rispetto a maggio 2019, migliorando rispetto al calo dell’87,7% di aprile rispetto allo stesso mese del 2019. La capacità è scesa del 75,7% e il fattore di carico è sceso di 31,3 punti percentuali al 52,9%.

Le compagnie aeree dell’Asia-Pacifico hanno visto il loro traffico internazionale diminuire a maggio del 94,3% rispetto al 2019, un calo leggermente peggiore rispetto al -94,2% registrato nell’aprile 2021 rispetto ad aprile 2019. La regione ha registrato il calo più marcato del traffico per il decimo mese consecutivo. La capacità è diminuita dell’86,4% e il load factor è sceso di 45,5 punti percentuali al 33,2%, il più basso tra le regioni.

Le compagnie aeree del Medio Oriente hanno registrato un calo della domanda dell’81,3% a maggio rispetto a maggio 2019, migliorando leggermente rispetto al calo dell’82,9% registrato ad aprile, rispetto allo stesso mese del 2019. La capacità è diminuita del 63,7% e il fattore di carico è sceso di 35,3 punti percentuali al 37,7%.

La domanda di maggio dei vettori nordamericani è diminuita del 74,4% rispetto al 2019, un miglioramento rispetto al calo del 77,6% di aprile rispetto a due anni fa. La capacità è diminuita del 58,5% e il fattore di carico è sceso di 32,2 punti percentuali al 51,7%.

Le compagnie latinoamericane hanno registrato un calo della domanda del 75,1% a maggio, rispetto allo stesso mese del 2019, in notevolmente miglioramento rispetto al calo dell’80,9% registrato ad aprile rispetto allo stesso mese 2019. La capacità di maggio è diminuita del 69,9% e il fattore di carico è diminuito di 14,6 punti percentuali al 69,5%, che per l’ottavo mese consecutivo è stato il load factor più alto tra le regioni.

Il traffico delle compagnie aeree africane è diminuito del 71,4% a maggio rispetto a maggio di due anni fa, un aumento rispetto al calo del 75,6% registrato ad aprile rispetto allo stesso mese 2019. La capacità di maggio è diminuita del 61,8% rispetto a maggio 2019 e il fattore di carico è sceso di 16,9 punti percentuali al 50,2%.

“Troppi governi – ha aggiunto Walsh – m continuano ad agire come se l’unico strumento nel loro arsenale anti Covid-19 fosse una chiusura generale delle frontiere o una quarantena all’arrivo. In effetti, le ricerche delle principali organizzazioni mediche di tutto il mondo confermano che i viaggiatori vaccinati rappresentano un rischio minimo per la popolazione locale, mentre i dati mostrano che i test prima della partenza eliminano ampiamente il rischio che i viaggiatori non vaccinati importino il Covid-19. È tempo che i governi inizino a rispondere a queste informazioni con strategie basate sul rischio guidate da dati letti in tutte le loro sfumature. Saranno proprio i dati a ridurre al minimo la possibilità di importare Covid-19, consentendo al tempo stesso al mondo di riaprire per viaggiare e tutte le opportunità che offre per riconnettersi con i propri cari, realizzare opportunità di business, esplorare il mondo o fare una meritata vacanza”.

Trasporti-Italia.com – 08/07/2021

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Trasporto pubblico, in Trentino corse serali dal 12 luglio

Incontro tra Fugatti e i vertici di Trentino Trasporti

Trasporti: Pizzimenti, da 10/7 al via linea marittima Lignano-Grado

Sarà possibile caricare a bordo anche le biciclette

Sarà attivata a partire da sabato 10 luglio la nuova linea di trasporto pubblico marittimo tra Lignano e Grado. Inserito e finanziato quale servizio sperimentale nell’ambito del progetto strategico Mimosa, a valere sul programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2014-2020, il nuovo collegamento – che prevede anche il trasporto delle biciclette – va a completare l’offerta di servizi marittimi stagionali pianificati dalla Regione ed affidati alla società consortile Tpl Fvg.

“La nuova linea – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti – collegherà le due località turistiche con quattro servizi giornalieri, due all’andata e due al ritorno, dal martedì alla domenica, fino al 3 ottobre. L’orario sarà strutturato in modo da risultare complementare alla linea Trieste-Grado; ciò darà la possibilità di spostarsi anche via mare da Trieste a Lignano e viceversa in giornata, con un tempo di permanenza tale da essere appetibile per una gita giornaliera nelle rispettive località. Il servizio è stato sub-affidato da Tpl Fvg, su autorizzazione dell’Amministrazione regionale, alla stessa società di navigazione veneta che opera i collegamenti tra Trieste e Grado”.

Per quanto riguarda il regime tariffario, raggiungere Grado da Lignano costerà 7,20 euro (andata) e 10,80 euro (andata e ritorno). Molto convenienti sono le formule in abbonamento: quello nominativo di 10 corse costa 28,80 euro, mentre per 50 corse il costo è di 57,60 euro. La tariffa per il trasporto della bicicletta è invece di soli 0,90 euro. Ai possessori di Fvg Card è riconosciuto un viaggio andata/ritorno gratuito per un adulto con un bambino under 12.

“Con questa nuova linea – spiega ancora Pizzimenti – la Regione amplia in misura significativa la propria offerta di servizi marittimi, anche a beneficio del cicloturismo. È infatti previsto il trasporto delle biciclette, a supporto di una intermodalità sostenibile quale quella bici-barca. Grazie al finanziamento garantito dal progetto Mimosa – conclude l’assessore regionale – la sperimentazione di questa nuova linea sarà estesa anche alla stagione estiva 2022, con un avvio che auspichiamo possa avvenire già a partire da fine maggio”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 07/07/2021

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Srm, porti italiani reggono grazie a grande boom Gioia Tauro

Italia leader Short Sea Shipping Med. Da Pnrr fondi 3,8 miliardi

In Italia la componente internazionale del trasporto marittimo è sempre rilevante. Nel 2020 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a oltre 206 miliardi di euro, registrando un -17% sul 2019, di cui 99,8 miliardi di euro sono in import (-23%) e 106,5 in export (-10%). Nel primo trimestre 2021, l’import export via mare ha registrato un +3%. E’ quanto emerge dall’ottavo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” di SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presentato oggi a Napoli.

Per la portualità italiana, il Rapporto conferma un impatto sul traffico commerciale pari al -10%, ma le merci in container, in controtendenza, hanno fatto rilevare un +3% dovuto principalmente alla performance di Gioia Tauro. Il mare assorbe il 33% dell’interscambio italiano mentre il trasporto su strada assorbe ancora il 52% del traffico merci. La Cina è il nostro principale Paese fornitore: con 20,5 miliardi di euro rappresenta il 21% di tutto l’import via mare italiano. Il primo Paese cliente per modalità marittima sono gli USA che con 27,2 miliardi di euro concentra il 26% del nostro export. Il traffico Ro-Ro resta un elemento di pregio del nostro traffico: nel 2020 ha registrato 105 milioni di tonnellate rilevando un -7% sul 2019, uno studio effettuato da SRM ha anche evidenziato che per ogni tonnellata movimentata nei porti mediante Ro-Ro vengono eliminati 44 KG di CO2.

Le rinfuse liquide per l’Italia, importante proxy della componente energetica dei porti, rappresentano la categoria merceologica più significativa in termini di volumi e pertanto strategica: nel 2020, con netta prevalenza dell’import, sono state movimentate circa 157 milioni di tonnellate, principalmente correlate alla domanda di raffinazione dei prodotti petroliferi e alla domanda energetica da soddisfare. I primi 5 Energy Port italiani (Trieste, Augusta, Cagliari, Milazzo e Genova) rappresentano il 69% dell’intero traffico liquido nazionale e Trieste, con 37,6 milioni di tonnellate, si conferma lo scalo italiano che movimenta i volumi più elevati.

Seguono Augusta e Cagliari. Sostanzialmente stabili altri tipi di traffico; sui container il nostro Paese ancora non riesce a dare la spinta al dato che ci vede “ancorati” intorno ai 10 milioni di TEU ormai da anni. Il 2020 ha segnato comunque un cambiamento perché, per l’ottima performance di Gioia Tauro (+26,6% sul 2019), l’andamento del transhipment ha compensato la riduzione registrata dai porti gateway (-8,3%).

L’Italia resta leader nello Short Sea Shipping nel Mediterraneo con 244 mln di tonnellate di merci trasportate (quota di mercato 37%), mentre le aspettative legate al PNRR riguardano per porti, logistica e trasporti marittimi oltre 3,8 miliardi per interventi per l’ammodernamento e il potenziamento dei porti, la realizzazione del Piano nazionale del Cold ironing che permette alle navi di sostare al porto eliminando le emissioni inquinanti, l’efficientamento energetico (green ports), e per agevolare l’intermodalità con la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario nei porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Salerno.

I porti del Mezzogiorno si confermano una risorsa strategica per il Paese e con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 incidono per il 47% del totale sul traffico italiano.

Il Mezzogiorno ha mostrato infatti una maggiore resilienza durante la pandemia: il calo dei porti meridionali è stato del -3,4% contro il -10% circa dell’Italia. Le imprese del Mezzogiorno utilizzano, nei loro rapporti internazionali (import-export) la via marittima in modo più intenso del Paese.

Infatti, il 57% dell’interscambio del Sud avviene via mare (per un valore pari a circa 42 miliardi di euro) contro il 33% del dato Italia. Tra i dati sottolineati dal rapporto anche che per un maggiore rilancio dell’economia del mare nel Mezzogiorno, è strategica la candidatura di Napoli come sede del Centro Regionale del Mediterraneo dell’EMSA, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima.

Ansa/Mare – 07/07/2021

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Porti: Msc chiede tempi brevi per depositi Gnl

Vago: “Genova avrebbe posizione strategica”

“L’alimentazione a gas liquefatto naturale è il presente, non è più il futuro, abbiamo navi in costruzione a Gnl e questa è un’opportunità che porterà grandissimi risultati a livello di impatto ambientale. Adesso serve più attenzione per trovare spazi per i depositi di Gnl perché abbiamo perso un po’ di tempo e i paesi vicini si sono già attrezzati”.Il presidente di Msc, Pierfrancesco Vago, a margine dell’inaugurazione dei nuovi simulatori di navi Gnl dell’Accademia della Marina Mercantile, lancia la sfida alla politica affinché velocizzi un percorso fondamentale per rendere competitiva la nostra portualitá.  “Genova è un hub importantissimo – ha spiegato – e sarebbe un peccato non essere piattaforma nel Mare Nostrum. Trovare una banchina, capire dove collocare questi depositi, avere le bettoline per servire non solo Genova ma anche magari i porti limitrofi, grazie alla posizione geografica di Genova, porterebbe un grosso vantaggio”.

Un sollecitazione alla quale risponde il sindaco di Genova, Marco Bucci: “I depositi di Gnl sono un’opportunità che dobbiamo cogliere e sul tavolo non esiste l’opzione zero. Ci sono tantissime possibilità, a cominciare dal fatto che si può prendere un serbatoio di Gnl su una nave e ancorarlo alla diga di sopraflutto, così come si può mettere in terra. Si può fare anche in un altro porto: alla Spezia, a Vado. A me interessa che ci sia l’accordo ma che soprattutto non si butti via un’opportunità del genere”.

Ansa/Mare – 07/07/2021

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Dal Meccanismo per collegare l’Europa 30 mld per trasporti, digitale ed energia

Nuovi finanziamenti europei per trasporti, digitale ed energia per il 2021-2027. Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la seconda edizione del Meccanismo per collegare l’Europa.

Nei mesi scorsi il Parlamento e il Consiglio avevano raggiunto un accordo sul nuovo Meccanismo per collegare l’Europa (MCE). Con dotazioni per 30 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, il programma finanzierà progetti legati a trasporti, energia e digitale con un valore aggiunto europeo. Il fondo garantirà inoltre il completamento entro il 2030 di progetti transeuropei essenziali quali la Rail Baltica, un’infrastruttura di ricarica di carburanti alternativi e l’introduzione della copertura 5G su importanti assi di trasporto.

Grazie al contributo dei deputati, il 60% della dotazione finanziaria dell’MCE sarà riservato agli obiettivi climatici, mentre il 15% dei finanziamenti per il pilastro energetico andrà a progetti transfrontalieri nel settore dell’energia rinnovabile.

Com’è strutturato il programma di finanziamento

Il Meccanismo per collegare l’Europa si articola in tre pilastri, con circa €23 miliardi per i trasporti, €5 miliardi per l’energia e €2 miliardi per il digitale. Circa €10 miliardi di finanziamenti per i trasporti transfrontalieri provengono dal Fondo di coesione e aiuteranno i Paesi dell’UE a completare i collegamenti mancanti. €1,4 miliardi saranno destinati ad accelerare il completamento dei principali collegamenti ferroviari transfrontalieri mancanti, individuati dalla Commissione su base competitiva.

Nel settore digitale, l’MCE sosterrà lo sviluppo di progetti di interesse comune quali reti digitali ad altissima capacità e sistemi 5G sicuri, nonché la digitalizzazione delle reti dei trasporti e dell’energia. Il programma mira anche a una maggiore interoperabilità delle reti energetiche e a garantire che i progetti finanziati siano in linea con i piani climatici ed energetici nazionali e dell’UE.

Velocizzare i progetti legati ai trasporti

Il Parlamento ha inoltre approvato delle nuove misure per promuovere la realizzazione della rete transeuropea dei trasporti, già concordate con il Consiglio, e volte a semplificare la procedura di rilascio delle autorizzazioni per progetti TEN-T e agevolare così il loro completamento. Gli Stati membri dovranno indicare un referente per ciascun promotore di progetto e garantire che le autorizzazioni per il lancio di un progetto siano concesse in un tempo massimo di quattro anni.

La seconda edizione del Meccanismo per collegare l’Europa entrerà in vigore in seguito alla pubblicazione delle nuove norme nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Le norme saranno applicate retroattivamente dall’1 gennaio 2021. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per predisporre l’attuazione delle misure per promuovere la realizzazione della rete transeuropea dei trasporti.

Trasporti-Italia.com – 07/07/2021

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AVVIATO L’ITER PER LA SOPPRESSIONE DI 15 PASSAGGI A LIVELLO IN VENETO. DE BERTI: “GLI OBIETTIVI CONDIVISI CON RFI E COMUNI SONO UNA SCELTA VINCENTE”

La Regione Veneto continua a dar seguito al protocollo d’intesa sottoscritto nel 2018 con Rete Ferroviaria Italiana spa (RFI), per la soppressione di 50 passaggi a livello sul territorio regionale. Con il provvedimento approvato recentemente dalla Giunta regionale, su proposta della Vicepresidente e Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, è stato disposto lo sviluppo delle progettazioni definitive ed esecutive, che porteranno alla chiusura dei primi 15 passaggi a livello entro il 2023 (su 5 sono in corso le ultime verifiche).

Le linee ferroviarie interessate sono: Verona – Rovigo, Rovigo – Chioggia, Mantova – Monselice (tratto veneto), Verona – Modena (tratto veneto), Vicenza – Schio, Vicenza – Treviso, Treviso – Calalzo, Treviso – Portogruaro e Bassano – Padova.

Nello specifico, su 10 passaggi a livello si sta proseguendo l’attività progettuale. I Comuni interessati sono:

– Comune di Villa Bartolomea, linea ferroviaria Verona-Rovigo (soppressione dei P.L. ai km 60+974, via Ferranti, e km 63+170, via Gagliarda).
– Comune di Castagnaro, linea ferroviaria Verona-Rovigo (soppressione del P.L. al km 65+982, via Bongenti).
– Comune di Badia Polesine, linea ferroviaria Verona-Rovigo (soppressione dei P.L. ai km 74+792, via Masetti Bassi, e km 76+090, via Cavallo).
– Comune di Montagnana, linea ferroviaria Mantova-Monselice (soppressione dei P.L. ai km 144+595, via Molinello, e km 145+280, laterale di via Monastero).
– Comune di Thiene, linea ferroviaria Vicenza-Schio (soppressione del P.L. al km 23+215, via Vianelle di Sotto).
– Comune di Villafranca di Verona e Mozzecane, linea ferroviaria Verona-Modena, (soppressione dei P.L. ai km 80+572, via Duca degli Abruzzi e km 86+294, via Fornaci).

Mentre in altri 5 si procederà non appena saranno ultimate le opportune verifiche con gli enti comunali interessati: Comune di Isola della Scala, lungo la linea ferroviaria Verona-Rovigo (soppressione dei P.L. ai km 28+213, via Toccolo, e km 29+364, via Rosario) e Comune di Borgo Veneto, lungo la linea ferroviaria Mantova-Monselice (soppressione dei P.L. ai km 153+638, via Fontana II Tronco, km 155+473, via Alessandro Volta e km 156+112, via Luppia).

Infine, oltre alla soppressione dei 15 P.L sopracitati, si prevede di avviare una nuova programmazione per sopprimere, presso il Comune di Lendinara, altri 3 passaggi a livello che interessano la linea ferroviaria Verona-Rovigo (soppressione dei P.L. al km 77+365 via Frasche e al km 78+201 via Sabbioni e soppressione dei P.L. al km 80+249 via Ronchi).

“Il COVID-19 non ha fermato o rallentato l’impegno e il lavoro della Regione Veneto per garantire, in tempi certi, la realizzazione di quanto progettato a favore di un migliore efficientamento del trasporto su ferro nel nostro territorio. – dichiara la Vicepresidente e Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti – Un risultato atteso dai cittadini e reso possibile grazie ad un importante e costante lavoro di squadra con RFI e gli enti interessati”.

“Laddove la viabilità locale verrà interrotta con l’eliminazione dei passaggi a livello –conclude De Berti – saranno previsti interventi di viabilità di collegamento o di ricucitura di assi stradali esistenti, evitando in questa fase di realizzare opere di attraversamento delle linee ferroviarie, come sottopassi o sovrappassi, che saranno previsti in successive programmazioni”.

Regione del Veneto – Comunicato n° 1301 del 06/07/2021

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