A Bolzano la prima flotta di autobus a idrogeno verde d’Italia

13 Maggio 2021

Dodici nuovi autobus per il trasporto pubblico urbano verranno utilizzati da Sasa, società in-house della Provincia. Un passo importante verso una mobilità green, investimento da 10,2 milioni

Uno degli obiettivi principali dell’Europa sulla strada della decarbonizzazione è quello della maggiore produzione e uso dell’idrogeno. Una transizione green che nel Recovery Plan avrà un valore di 3,2 miliardi di euro, che verranno investiti in progetti per la creazione di vere e proprie “Hydrogen Valley” italiane, per azioni di ricerca e sviluppo e la realizzazione di stazioni di ricarica stradali e ferroviarie.

Una delle città italiane che da anni ormai si distingue per il suo impegno verso una rivoluzione sostenibile e che punta al titolo di “green city” è Bolzano, dove quest’oggi sono stati presentati dodici nuovi autobus per il trasporto pubblico urbano interamente alimentati a idrogeno verde, a zero emissioni e che generano solo vapore acqueo e calore. È la prima flotta di questo tipo in italia. “Quella della decarbonizzazione e del cambiamento del clima è la sfida più grande che stiamo giocando. L’Alto Adige vuole essere un modello da esportare, specie nel settore della mobilità”, sottolinea il presidente della Provincia Autonoma Arno Kompatscher.

Dopo la nascita dei primi prototipi a cella combustibile attivi già dal 2013, Sasa, società in-house della Provincia Autonoma, ha deciso di puntare su una flotta a base elettrica e con il motore alimentato con l’idrogeno prodotto dalle fonti rinnovabili dell’Alto Adige. In Europa questa è la seconda flotta esistente alimentata con questa tecnologia dopo quella di Colonia, in Germania.

“L’esperienza con i precedenti EvoBus è stata positiva, e per questo abbiamo deciso di puntare su questa nuova flotta innovativa. Il nostro obiettivo è quello di avere entro il 2030 una flotta sostenibile, a batteria e a idrogeno” racconta Petra Piffer, direttrice di SASA. Con i nuovi mezzi non solo verranno ridotte le emissioni atmosferiche, ma si avrà un impatto positivo anche per quanto riguarda l’inquinamento acustico.  Un investimento massiccio per la Provincia che ha deciso di mettere sul piatto 10,2 milioni di euro per dare seguito a tutti gli investimenti in mobilità sostenibile fatti negli scorsi anni. Assieme alla nuova flotta è già in costruzione al deposito di Bolzano Sud un’apposita stazione di rifornimento, che si inserisce nel piano dedicato al settore idrogeno a tre pilastri, composto da investimenti in tecnologie, nuovi mezzi e infrastrutture efficienti. Quest’ultima sarà co-finanziata dalla Provincia di Bolzano nell’ambito del progetto MEHRLIN sostenuto dall’Unione Europea.

Una visione in linea con il Ministero delle Infrastrutture

Un plauso alla decisione della Provincia Autonoma è arrivato anche dal Ministro Enrico Giovannini: “La transizione ecologica è una delle missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sul quale puntiamo per un nuovo rilancio del Paese che ponga al centro il benessere delle persone e la competitività delle imprese, nel rispetto dell’ambiente.  In questo ambito – ha aggiunto il Ministro – è previsto un investimento di oltre 3 miliardi di euro per il rinnovo del parco autobus impiegato nel trasporto pubblico locale con l’acquisto di mezzi elettrici e a idrogeno per le aree urbane. La mobilità sostenibile nelle città, grandi e piccole, è un elemento importante per migliorare la vivibilità dei quartieri e la qualità della vita delle persone. La Provincia Autonoma di Bolzano, con grande senso di responsabilità, ha già avviato questo percorso virtuoso».

Un veicolo a zero emissioni

Gli autobus che comporranno la flotta saranno attivi per il traporto pubblico di linea e sono prodotti dall’azienda Solaris. Andando nel concreto, si tratta di un veicolo tecnologicamente avanzato e moderno, che unisce una batteria al titanato in litio ad alta prestazione con una cella a combustibile alimentata a idrogeno. L’unico scarto che viene prodotto all’interno della reazione chimica della cella, che può funzionare fino a temperature di -25°C, sono calore e vapore acqueo. L’autonomia del veicolo è di circa 350 km, mentre la capacità del serbatoio dell’idrogeno è di 37 kg.

Alfreider: “Un corridoio verde lungo il Brennero”

Particolarmente soddisfatto dell’operazione è l’assessore alla mobilità della Provincia di Bolzano Daniel Alfreider, da sempre in prima linea nei molti progetti europei in cui l’Alto Adige è stato coinvolto. Ora lo sguardo è teso verso il Brennero, vera cerniera tra Nord e Sud Europa: “Vogliamo creare un sistema di trasporto pubblico efficiente per dare un’alternativa valida a quello individuale. Per noi puntare sulla produzione di idrogeno verde è fondamentale per riuscire a rendere sostenibile anche il trasporto merci, soprattutto lungo l’asse del Brennero.

L’obiettivo, insieme al Ministero ed all’Unione Europea, è realizzare un Brenner Green Corridor che collega il Sud con il Nord Europa in modo sostenibile e basato su tre pilastri fondamentali: trasferimento sulla ferrovia, digitalizzazione e veicoli a basse emissioni. Per farlo dobbiamo continuare a investire in questa tecnologia”.

Nordest Economia – 13/05/2021

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Enav: buoni risultati nel trimestre grazie anche alla regolamentazione europea

“La regolamentazione europea e le azioni messe in campo da Enav per mitigare gli impatti del Covid, ci stanno proteggendo dagli effetti derivanti dal forte calo del traffico aereo”. E’ quanto ha sottolineato Paolo Simioni, amministratore delegato di Enav, commentando i risultati della società del primo trimestre del 2020, che si è chiuso con ricavi a 189 milioni di euro (+10,2% rispetto al primo trimestre 2020, grazie anche alla protezione fornita dalla regolamentazione europea. “Non ci stiamo adagiando sulle garanzie che ci offre la normativa comunitaria – ha aggiunto Simioni – stiamo invece portando avanti una serie di iniziative, dalla digitalizzazione infrastrutturale, al rinnovamento delle piattaforme operative e allo sviluppo dei servizi legati ai droni, che consentiranno ad Enav di uscire prima e meglio dalla crisi generata dalla pandemia. Seppure in un contesto ancora molto difficile, ci aspettiamo che, grazie al progresso della campagna vaccinale, a partire dalla stagione estiva si possa recuperare almeno il 50% dei voli del 2019”. Il risultato netto consolidato si è attestato a 11,8 milioni di euro contro un risultato negativo di 6,2 milioni di euro registrato nel primo trimestre del 2020 principalmente per effetto del diverso meccanismo di valorizzazione del balance del periodo.
I volumi di traffico aereo sull’Italia nei primi tre mesi del 2021 si pongono in continuità con l’ultima parte del 2020. Si è registrata, infatti, una riduzione del traffico di circa il 65% rispetto al primo trimestre del 2020 che, per larga parte, non aveva risentito degli effetti della pandemia, avendo addirittura, nei mesi di gennaio e febbraio, visto un aumento di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del 2019. I voli sullo spazio aereo italiano sono in linea con il resto d’Europa dove, sempre con riferimento alle unità di servizio, nel primo trimestre del 2021 si è registrato un calo del 60,4%. In particolare: Francia -67,2%, Germania -61,4%, Gran Bretagna -67,1% e Spagna -69,5%.
Positivo, invece, il dato sul traffico cargo che ha fatto registrare un sostanziale incremento dei volumi delle merci trasportate (+12,3% rispetto allo stesso periodo del 2020).

Trasporti-Italia.com – 13/05/2021

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Brennero: Telepass gratuito per sei mesi sull’Autostrada del Brennero

Parte una nuova promozione a favore dell’ambiente e degli automobilisti: Telepass gratuito per i nuovi clienti che transitano sull’Autostrada del Brennero.

Possono usufruire della promozione i residenti delle province di Bolzano, Trento, Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena che si abboneranno al servizio di telepedaggio “Telepass Family” (l’abbonamento che permette il pagamento del pedaggio tramite l’utilizzo del dispositivo in auto, il cosiddetto OBU – On Board Unit), nella finestra temporale compresa dal 15 maggio al 15 agosto 2021.

L’esenzione sarà valida per sei mesi, decorrenti dal primo giorno del mese in cui viene sottoscritto il contratto di abbonamento “Telepass Family”, durante i quali quindi, l’utente pagherà solamente la tariffa della tratta autostradale percorsa, senza i costi fissi relativi all’abbonamento.

Una promozione per favorire la fluidità del traffico e ridurre le emissioni

L’iniziativa promozionale è volta a favorire la fluidità del traffico, azzerare le code ai caselli della tratta A22 e aumentare i benefici ambientali e la sicurezza degli automobilisti. Aumentando gli utenti del telepedaggio Telepass, infatti, si ottengono vantaggi in termini di riduzione dei tempi d’attesa in prossimità dei caselli autostradali, specialmente nei giorni di maggior traffico o negli orari di punta della giornata, e allo stesso tempo l’eliminazione delle code alle stazioni autostradali permette anche di ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli in attesa e migliora la sicurezza degli automobilisti, diminuendo drasticamente il numero di veicoli presenti contemporaneamente nei piazzali di stazione.

La promozione è quindi sostenuta da Telepass, inserendosi nella sua filosofia Safe&Clean, e da Autostrada del Brennero con l’obiettivo di migliorare la scorrevolezza del traffico e contribuire concretamente a una mobilità sicura e sostenibile.

Trasporti-Italia.com – 13/05/2021

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Mobilità: Pizzimenti, da Fvg primo Piano mobilità ciclabile in Italia

12 Maggio 2021

“La Regione Friuli Venezia Giulia assegna la giusta importanza all’utilizzo della bicicletta, considerata non soltanto per scopi turistici o sportivi, ma anche come strumento destinato a contribuire alla risoluzione dei problemi degli spostamenti, per esempio tra la casa e il lavoro e la casa e la scuola. Si è dotata per questo del primo Piano regionale della Mobilità ciclistica, che mira a definire i percorsi ciclabili e a prevedere la realizzazione delle infrastrutture necessarie per attuare sull’intero territorio una rete il più possibile capillare di raccordo con le principali realtà esistenti, con le località più significative come con i paesi e i piccoli borghi, tenendo conto anche delle possibilità intermodali esistenti, destinate a favorire un impiego più flessibile e sempre più diffuso delle due ruote”.
Lo ha annunciato l’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti, presentando a Udine, nel palazzo dell’Amministrazione, la bozza del Piano regionale mobilità ciclistica, realizzato dal Servizio lavori pubblici, infrastrutture di trasporto e comunicazione della Direzione centrale Infrastrutture e territorio.
Frutto di un lavoro di ricerca durato circa due anni, con l’analisi e la raccolta di dati sviluppata anche nelle realtà locali per monitorare innanzitutto l’esistente, come ha spiegato l’assessore, il documento “rappresenterà lo strumento programmatorio per l’intero territorio regionale perché traccerà le basi della rete portante delle ciclovie. Ha infatti individuato – ha specificato Pizzimenti – dieci percorsi principali, in parte già completati ed esistenti, per oltre 1200 km di sviluppo, i Centri di interscambio o partenza per l’intermodalità o semplicemente per passare dall’automobile o altro mezzo di trasporto alle ciclabili e indica i principali tracciati di raccordo a livello locale”. “Lo sviluppo delle ciclabili – ha precisato Pizzimenti – sarà portato a un’estensione di 1300 km percorribili per poter raggiungere l’intero territorio del Friuli Venezia Giulia, considerando in modo strutturale tutti i collegamenti con le altre Regioni e con i Paesi contermini, via terra, ma anche grazie all’intermodalità e ai servizi già attivi da Lignano a Marano a Grado e Trieste, anche via mare”.
“L’interesse per lo sviluppo della ciclabilità sul territorio è notevole – ha aggiunto l’assessore -, favorito anche dall’impegno della Regione in questi ultimi due anni, che ha portato all’attivazione dei servizi di trasporto delle biciclette sui treni, sui pullman di linea, sulle motonavi”.
“L’attenzione degli enti locali – ha poi detto Pizzimenti – degli urbanisti, dei tecnici del settore, ma anche degli imprenditori è orientata anche sullo sviluppo della mobilità ciclistica nelle aree dei consorzi industriali, per trasferire parte del pendolarismo dalle quattro alle due ruote”.
Il Piano, primo strumento del genere in Italia, approvato la scorsa settimana dalla Giunta regionale, proseguirà ora l’iter burocratico per arrivare alla sua approvazione definitiva, ma per la concretizzazione delle parti di dettaglio, il raccordo con le realtà locali, proseguendo il lavoro di condivisione già svolto tra la Regione e i Comuni, continuerà con incontri che Pizzimenti intende programmare sul territorio con i sindaci e gli amministratori locali. Ciò al fine di valutare anche altri nuovi eventuali tracciati, compatibilmente con le realtà ed esigenze locali di sviluppo e valorizzazione sostenibile del territorio.
“L’obiettivo che ci poniamo – ha concluso Pizzimenti – è di dare un impulso per i prossimi anni alla mobilità sostenibile, nell’ottica della strategia adottata dalla Regione per il settore, anche di quello dei trasporti, creando una rete molto complessa e capillare che fruirà della competenza acquisita dalla Regione sulle ciclovie dopo l’abrogazione delle Province”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 12/05/2021

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Erika Baldin: Ferrovia, cattive notizie dalla Regione

11 Maggio 2021

La consigliera regionale Erika Baldin gela qualsiasi tipo di entusiasmo che si era creato attorno alla linea ferroviaria Chioggia-Rovigo, dimostrando ancora una volta che Chioggia è sempre di più una vittima sacrificabile sull’altare regionale. «La Giunta regionale – ha detto la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin – ha risposto alla mia interrogazione sul futuro della ferrovia Chioggia-Rovigo, sottoscritta anche dal collega Montanariello, confermando di fatto che lo sviluppo della linea non rientra nelle priorità della maggioranza a trazione leghista». Così la consigliera regionale Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), a margine della seduta odierna del Consiglio regionale.

«Credo sia un vero peccato, perché non penso che sui servizi pubblici dovrebbero esserci bandiere di partito. Così come non vorrei che ci fossero in Veneto cittadini di serie A e di serie B», aggiunge Baldin. E spiega: «La Chioggia-Rovigo è la cenerentola delle ferrovie venete, gestita da oltre dieci anni dalla Regione: in tutto questo tempo abbiamo visto tante promesse, ma nessun investimento concreto sulla linea. Ora il rischio, confermato oggi dalla Giunta in risposta alla mia interrogazione, del passaggio da ferro a gomma nelle ore di “morbida” con la nuova gara europea».

«Il tutto a scapito dei pendolari, che dopo anni di disservizi, ritardi, stazioni degradate e addirittura principi di incendio, ora si vedranno aumentata la lunghezza dei percorsi e del tempo di viaggio. Per non parlare poi degli effetti sul traffico stradale. La Giunta parla di sostenibilità economica? Tutti i servizi pubblici vanno sostenuti con gli adeguati investimenti, altrimenti peggiorano lentamente fino a spegnersi. Mi batterò sempre affinché vengano riconosciuti uguali diritti e opportunità a tutti i cittadini, soprattutto di quelli che questa Regione sembra dimenticare», conclude la consigliera Baldin.

Chioggia News 24 – 11/05/2021

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Il progetto “Smart” della linea tranviaria Vigonza-Rubano è nel Recovery plan

Il sindaco Sergio Giordani ha avuto conferma diretta da autorevoli fonti dell’inserimento del progetto SIR2 – la linea tranviaria che collegherà Vigonza a Rubano attraversando da est a ovest tutta la città e che è uno dei cardini del sistema di trasporto leggero su rotaia SMART – nelle opere del Recovery Plan che è stato presentato a Bruxelles per l’approvazione da parte dell’Unione Europea. Si tratta di un risultato straordinario, perché la realizzazione dell’opera, lunga 18 km richiede un investimento di 335 milioni di euro, che saranno così interamente assicurati, a fondo perduto, dai finanziamenti europei.

Il sindaco Sergio Giordani nel corso della conferenza stampa ha sottolineato: “Abbiamo avuto conferme autorevoli che il progetto SIR 2 e quindi tutta la rete SMART è stata inserita nel Recovery Plan e inviata a Bruxelles per avere la conferma definitiva entro giugno. Inutile dire che sono estremamente ottimista sul fatto che ci sarà l’ok e che per Padova si aprirà quindi una sfida enorme che cambierà la cittàA questo si aggiungono i 10 miliardi di fondo extra stanziati dal Ministero delle Infrastrutture per il completamento fino a Padova della linea alta velocità e per la nuova stazione

E ha spiegato: “Ora si apre una corsa contro il tempo e sono determinatissimo a mettere tutta la mia capacità manageriale di imprenditore per rispettare i tempi assieme a tutti i miei ottimi collaboratori. Entro il 31 gennaio 2026 tutta la linea Smart deve essere finita e così sarà. Certo confido nelle leggi di semplificazione delle procedure che ha annunciato Draghi e che dovranno accompagnare il Recovery ma allo stesso tempo, ora lo posso dire, noi ci siamo già messi in moto e da più di un mese stiamo facendo incontri con tutti i soggetti potenzialmente interessati”.

“Padova sarà una città dove si entrerà più facilmente e in meno tempo, dove tutti i punti strategici, ospedali compresi, saranno raggiungibili da tutti i capolinea indistintamente e senza cambi, una città dove respireremo meglio con meno smog, dove i turisti saranno accolti come si deve. Ora serve ancora più unità istituzionale perché si dovrà lavorare su tanti fronti e nei prossimi anni cambiamo Padova”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche l’assessore Andrea Ragona e il sindaco di Rubano Sabrina Doni e quello di Vigonza Innocente MarangonRiccardo Bentsik amministratore delegato di APS Holding ha illustrato infine alcuni aspetti tecnici del progetto: “Il Comune e l’APS hanno già provveduto a tutta una serie di indagini preliminari ed è stata fatta anche una calendarizzazione che tiene conto anche dell’esperienza del SIR3 che stiamo realizzando ora, e che è uno degli elementi positivi che ha convinto il Ministero della bontà e concretezza della nostra proposta. Questa capacità, che ci è stata riconosciuta di aver risolto positivamente i problemi di sviluppo e di organizzazione ha fatto sì che il progetto presentato fosse ancora più “solido” grazie all’ esperienza già acquisita. Nel giro di circa 30 mesi completeremo le attività propedeutiche per arrivare ai bandi di lavori che avranno a disposizione poi il tempo necessario ai cantieri per essere completati entro la scadenza  prevista del 2026”.

Veneto Report – 11/05/2021

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AL VIA I LAVORI PER IL NUOVO SOTTOPASSO DI NOALE DA 8 MILIONI DI EURO. DE BERTI: “QUESTO INTERVENTO SPOSA PIENAMENTE IL BINOMIO VINCENTE DI SICUREZZA ED EFFICIENTAMENTO”

Al via i lavori per il sottopasso di Noale per cui sono stati stanziati 8 milioni di euro. La realizzazione del nuovo sottopassaggio ferroviario della Città dei Tempesta permetterà la soppressione del passaggio a livello in via Ongari.

La posa della prima pietra e, quindi, l’effettivo via libera dell’intervento, ha avuto luogo oggi, alla presenza della Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Veneto Elisa De Berti, il Sindaco di Noale Patrizia Andreotti, Saverio Centenaro consigliere delegato della Città Metropolitana, i responsabili di Rete Ferroviaria Italiana e l’impresa aggiudicatrice dei lavori.

“La realizzazione del sottopasso di Noale, con la conseguente soppressione del passaggio a livello, – ha dichiarato la Vicepresidente De Berti – rientra in un più ampio programma di interventi per riqualificare, velocizzare e mettere in sicurezza alcune tratte su rotaia. Il binomio vincente è sicurezza ed efficientamento che vanno di pari passo, a garanzia di un servizio che punta a migliorare la qualità di vita dei nostri cittadini. Basta attese al passaggio a livello, basta rischi per il suo attraversamento. Un intervento che promuove anche un tracciato ciclopedonale e quindi una mobilità green a tutto vantaggio del benessere e della salute”.

Nel 2017 la Regione del Veneto si è impegnata a riprendere l’iter tecnico e amministrativo e a ricercare le risorse economiche per consentire la realizzazione dei lavori stipulando con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. un protocollo d’intesa con un programma condiviso di soppressione di passaggi a livello nel territorio regionale, del valore complessivo di 117,6 milioni di euro, ricomprendendovi anche l’intervento in oggetto.

Il Protocollo d’Intesa, cofinanziato per 45,6 milioni di euro dalla Regione del Veneto, prevedeva, per l’opera a Noale, l’impegno da parte della Regione del Veneto di sviluppare la progettazione definitiva con proprie ulteriori risorse e cofinanziare i lavori, assegnando il ruolo di stazione appaltante a RFI.

Descrizione dell’intervento. L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo sottopasso stradale, fuori sede, per consentire la chiusura del passaggio a livello lungo via degli Ongari, a Noale, oltre che la ristrutturazione dell’esistente sottopasso di via Valsugana. La ditta aggiudicatrice è la Veneta 21 di Alpago (Belluno): i lavori dureranno 820 giorni.

In particolare, l’intervento principale del nuovo sottopasso, prevede la realizzazione di un’arteria viaria che collega via degli Ongari con la SP 38 “Mestrina”, e un’intersezione a “T” con la viabilità esistente, che permette un collegamento tra tale arteria e le proprietà intercluse (in particolare con l’Oasi Naturalistica delle “Cave di Noale”).

Il sottopasso avrà un’altezza utile di 4.20 m ed una sezione stradale che prevederà una corsia di 3,50 m per senso di marcia, con banchina laterale da 0.50 m, oltre ad una pista ciclopedonale dedicata alla mobilità debole di circa 3 m.

La ristrutturazione del sottopasso di via Valsugana, invece, consisterà nella modifica della sezione dell’esistente manufatto: attualmente il sottopasso presenta una sezione tipologica costituita da una carreggiata di larghezza complessiva pari a 6.50 m, affiancata da due marciapiedi di larghezza media pari a 1.75m a ovest e 0.75 m a est.
Tale configurazione presenta una criticità per l’utilizzo da parte delle utenze deboli (pedoni e ciclisti) e pertanto è stato, nel tempo, mantenuto aperto, anche se solamente al traffico ciclopedonale, il PL al km 16+132.

Gli interventi di progetto hanno l’obiettivo di ristrutturare il sottopasso ridistribuendo gli spazi interni in maniera da creare un percorso ciclopedonale di larghezza lorda pari a 2.50 m che affianchi sul lato ovest la viabilità, che manterrà la propria larghezza a 6.50 m, consentendo al termine dei lavori la definitiva chiusura del passaggio a livello.

Gli interventi sono progettati per minimizzare l’impatto dei lavori nei confronti della cittadinanza: per quanto riguarda la realizzazione del nuovo sottopasso, essendo l’intervento di progetto ubicato al di fuori della attuale sede stradale di via degli Ongari, è prevista la chiusura del passaggio e livello della medesima via solamente ad avvenuto completamento dei lavori di sottopasso, mentre per quanto concerne l’intervento di via Valsugana, è programmato, durante i lavori di ristrutturazione del manufatto, la riapertura dell’esistente PL anche al traffico veicolare.

Regione del Veneto – Comunicato Stampa n° 890 del 11 Maggio 2021

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Dragaggi: Scoccimarro, finanziato progetto per 900mila euro sul Corno

Le opere prenderanno il via in autunno

Partirà in autunno l’intervento per il consolidamento spondale del fiume Corno e per la realizzazione di opere idrauliche. I lavori sono finanziati con uno stanziamento di 900mila euro da investire nell’area di canoa e canotaggio a San Giorgio di Nogaro.
Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, durante l’incontro in Municipio a San Giorgio di Nogaro sul tema dei dragaggi, a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Roberto Mattiussi, il direttore generale di Confindustria Udine Michele Nencioni, i portatori di interesse e alcuni consiglieri regionali.
“Siamo pronti a partire con la gara d’appalto e in autunno potranno essere avviati i lavori – ha detto Scoccimarro -. Si tratta di opere che mirano a risolvere l’erosione di alcuni tratti spondali e l’assestamento degli argini”.
Il tratto di fiume Corno interessato è quello situato a valle dell’abitato di San Giorgio di Nogaro e lambisce la zona industriale del Comune. I lavori permetteranno una navigazione più sicura.
“Siamo consapevoli che le vie navigabili per San Giorgio di Nogaro sono vitali per l’economia locale e regionale – ha indicato nel corso dell’incontro l’assessore -; per questo la Regione che, per quanto di sua competenza, ha già predisposto le risorse e le delibere necessarie, ora è impegnata tecnicamente e politicamente per superare i nodi principali legati ai dragaggi”.
Il primo di questi, secondo Scoccimarro, ha a che fare con l’interpretazione normativa della laguna che impedisce di agire con gli atti necessari. Considerare la laguna come mare o non come tale è una differenza sostanziale in base alla quale si possono o meno fare delle progettazioni.
“Su questo fronte ci siamo attivati con i vertici ministeriali e grazie al supporto della Procura della Repubblica e dei Prefetti siamo sulla buona strada per superare il problema – ha informato l’esponente della Giunta Fedriga -. La risoluzione di questo scoglio delineerebbe in maniera inequivocabile l’iter da seguire sia per le istituzioni che per i gestori delle marine per garantire le profondità necessarie al passaggio delle imbarcazioni con pescaggio maggiore e di dimensioni importanti”. Il secondo nodo è quello del dragaggio “necessario per l’accesso delle navi commerciali a porto Buso: in questo caso stiamo valutando l’utilizzo della cassa di colmata di Trieste (piattaforma logistica) per la corretta gestione dei sedimenti. La concorrenza di altri porti italiani e stranieri in questo caso è spietata e la nostra Regione non può permettersi di perdere queste opportunità di sviluppo del territorio”.
Prima della riunione l’assessore, accompagnato da alcuni rappresentanti delle Marine, ha effettuato un sopralluogo in barca lungo il Corno per verificare i lavori di dragaggio già eseguiti e l’area da ripristinare sul canale di atterraggio di porto Buso fuori dalle dighe foranee. Durante l’incontro sono state evidenziate le conseguenze economiche e ambientali provocate dal blocco dei dragaggi, a partire dalle preoccupazioni relative al dirottamento delle navi sui porti concorrenti quali quello di Capodistria, con la perdita di competitività dell’industria friulana.
Alcuni rappresentanti delle Marine hanno sottolineato l’insieme di interessi turistici ed economici di cui sono portatori di interesse ed espresso apprezzamenti per l’attenzione dimostrata dall’assessore per trovare le soluzioni all’annosa questione.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 11/05/2021

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Olimpiadi invernali, i governatori chiedono un commissario ad hoc per le opere

Per l’evento olimpico previste 60 opere e di 11 miliardi di investimenti che, a vario titolo, riguarderanno le Olimpiadi, tra strade, autostrade, infrastrutture tecnologiche

di Edoardo Bus

Riuscire a realizzare in tempo per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 le opere infrastrutturali necessarie non sarà semplice, per questo tutti i Presidenti di Regioni e Province Autonome – Attilio Fontana, Luca Zaia, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher – interessati dagli interventi infrastrutturali funzionali allo svolgimento dei Giochi olimpici si sono trovati concordi nel chiedere a gran voce la nomina di un commissario ad hoc. Il Vice Ministro per le Infrastrutture e le Mobilità sostenibili, Alessandro Morelli, alla prima seduta del tavolo di coordinamento che si è svolta a Verona non si è tirato indietro, anzi. “Per le Olimpiadi c’è la “necessità di un commissario – ha riconosciuto.

Per cui le priorità sono, nell’ordine, la chiusura a breve della partita della società delle olimpiadi ed immediatamente dopo la nomina del commissario”. Morelli parla della costituenda società partecipata per il 70 per cento dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (con due quote del 35 per cento); per il 20 per cento dalla Lombardia e dal Veneto (con due quote del 10 per cento); e per il 10 per cento dalle Province autonome di Trento e di Bolzano (con due quote del 5 per cento).

E aggiunge sul secondo punto: “il Paese vive sotto il giogo di un codice degli appalti che è ormai una non norma. Sono già state commissariate 60 opere e ne commissarieremo altre 25 nelle prossime settimane, a maggior ragione abbiamo la necessità di commissariare un evento come questo. Il Codice degli appalti – ha concluso – deve essere sospeso almeno fino alla fine della crisi economica perché non è coerente con le necessità di questo Paese”.

Morelli ha poi parlato di 60 opere e di 11 miliardi di investimenti che, a vario titolo, riguarderanno le Olimpiadi, tra strade, autostrade, infrastrutture tecnologiche. Insomma, nella riunione, che è stata definita da tutti “fruttuosa e necessaria” è stato fatto il punto della situazione sugli interventi infrastrutturali programmati e il relativo coordinamento, che spetta – come da recente delega – proprio ad Alessandro Morelli, vice del Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

Nello specifico un miliardo di euro è stato stanziato dal Ministero per le opere infrastrutturali. Di cui 473 milioni di euro per opere nella Regione Lombardia, 325 milioni nella Regione Veneto82 milioni nella Provincia Autonoma di Bolzano120 milioni in quella di Trento.

Dai 325 milioni che interessano il Veneto il presidente Luca Zaia che ricordato che: “Riguarderanno in particolare la circonvallazione di Cortina d’Ampezzo e la variante di Longarone (Belluno)”. Si è anche brevemente soffermato su Verona che, oltre ad essere interessata da un finanziamento per la statale 12, “ospiterà la serata conclusiva dei Giochi in Arena”. Zaia ha poi aggiunto che 145 milioni saranno destinati alle strutture sportive, con particolare riguardo ai palazzetti ed ha concluso che “Le Olimpiadi cambieranno la storia del Veneto”.

Brevi commenti anche da parte di Fontana: “Abbiamo bisogno di procedure accelerate per arrivare in tempo”; Fugatti: “Era necessario questo incontro di coordinamento tra noi” e Kompatscher: “E’ importante collegare la Val Pusteria e Cortina e investire sulla mobilità sostenibile con l’idrogeno. Per questo investiremo 300 milioni del bilancio provinciale dell’Alto Adige”.

L’incontro stampa si è concluso con le parole di Alessandro Morelli: “Dobbiamo recuperare un pò di tempo perduto ma sono convinto che, grazie all’impegno delle persone che in questo momento e in questi mesi ci hanno sempre messo la faccia per rappresentare l’efficienza di loro territori, riusciremo a dare un nuovo grande contributo al Paese. Sarà una grande opportunità di rilancio per il Paese, anche per le decine di migliaia di posti di lavoro che verranno creati – ha proseguito il viceministro – e l’auspicio è quello di dare all’Italia una primazia in campo mondiale riguardo alla digitalizzazione delle olimpiadi e che anche i trasporti siano protagonisti della digitalizzazione. Il Governo si mette a disposizione dei territori, ho anche suggerito ai Presidenti di fare una sorta di road show nel Paese, per presentare all’Italia le straordinarie opportunità che potranno arrivare da questo evento”.

Nordest Economia – 11/05/2021

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La Corte dei Conti bacchetta il Porto di Venezia: «Serve il piano regolatore», la pianificazione è ferma da 50 anni

10 Maggio 2021

Nel documento, la magistratura contabile ricorda appunto che «sono ancora in vigore il Piano regolatore dei porti di Venezia (risalente al 1965) e quello di Chioggia (risalente al 1981) che presentano delle difformità evidenti con lo stato di fatto del territorio, soprattutto con riferimento al sopravvenire in alcune aree di insediamenti di tipo urbano»

di Enrico Tantucci

La Corte dei Conti “bacchetta” l’Autorità portuale di Venezia sulla mancanza di un nuovo piano regolatore del Porto, visto che quello attuale risale addirittura al 1965. Lo fa nella sua relazione depositata relativa al controllo della gestione finanziaria del 2019 – i tempi dell’organo contabile sono sempre più dilatatati rispetto alla scansione cronologica – dello scalo veneziano.

Nel documento, la magistratura contabile ricorda appunto che «sono ancora in vigore il Piano regolatore dei porti di Venezia (risalente al 1965) e quello di Chioggia (risalente al 1981) che presentano delle difformità evidenti con lo stato di fatto del territorio, soprattutto con riferimento al sopravvenire in alcune aree di insediamenti di tipo urbano».

La Corte ricorda che l’Autorità portuale ha dichiarato che è in corso l’iter per l’approvazione del nuovo Piano regolatore di sistema portuale e che sono in corso interlocuzioni con i comuni di Venezia, Mira e Cavallino Treporti, per definire e sottoscrivere gli accordi propedeutici al Documento di pianificazione strategica di sistema (“Dpss”), mentre l’accordo con il Comune di Chioggia è stato sottoscritto il 23 dicembre 2019 con l’obiettivo di disciplinare la gestione di aree funzionali all’interazione porto-città, di favorire la realizzazione di piani di sviluppo edilizio ed economico, recuperare aree dismesse, i collegamenti infrastrutturali portuali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario nonché gli attraversamenti del centro urbano.

Il Porto ha riferito che, in attesa di condividere con l’Amministrazione comunale di Venezia l’accordo propedeutico al Dpss, sono state individuate le aree che hanno perso la funzione portuale e che si ritiene possano essere riconosciute aree di interazione porto-città sulle quali applicare la pianificazione comunale. A seguito della sottoscrizione di tutti gli Accordi propedeutici con i Comuni territorialmente interessati, sarà pertanto possibile finalizzare il Documento di pianificazione strategica nella sua forma definitiva e, quindi, sottoporre quest’ultimo al parere dei diversi Comuni, all’intesa con il Ministero. E alla successiva adozione dal Comitato di gestione. Solo successivamente sarà avviata la redazione dei singoli piani regolatori portuali.

«Considerati i ritardi accumulati nel porre in essere un Documento di così vitale importanza», scrive a questo proposito nella sua relazione la Corte dei Conti, « si auspica una rapida definizione dell’iter procedurale che consenta di individuare compiutamente ed organicamente la pianificazione strategica del sistema portuale e, in particolare, gli obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione, le aree di interazione porto-città e i collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario con i singoli porti del sistema e gli attraversamenti del centro urbano».

Va ricordato che una norma del Palav, il Piano ambientale per la laguna veneta, prevede che le zone portuali dismesse vengano “sdemanializzate” e affidate alle città e ai Comuni di competenza per il riuso. Il tema è già stato oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dall’allora senatore Felice Casson. Di qui anche l’importanza del nuovo piano regolatore portuale.

Nordest Economia – 10/05/2021

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