A22: traffico in calo per il Covid ma utile sopra i 20 mln

21 Maggio 2021

Cattoni: “Non ci siamo arresi, abbiamo ottimizzato i processi”

I costi della produzione hanno raggiunto in totale un valore di 290,8 milioni, contro i 303,6 milioni del 2019, presentando un decremento di circa 12,8 milioni. L’area finanziaria ha contribuito al risultato di periodo con il valore di 16,6 milioni (17,7 milioni nel 2019). La somma di imposte e canoni versati dalla società nel corso del 2020 ammonta a 134,56 milioni.
“Il 2019 era stato l’anno migliore di sempre per Autostrada del Brennero e gli indicatori dei primi mesi del 2020 promettevano di poter fare addirittura meglio. Poi il mondo è stato colpito dalla pandemia. Noi non ci siamo arresi, abbiamo ottimizzato i processi e continuato ad investire nel futuro. È quindi con grande soddisfazione che possiamo annunciare oggi di avere non solo ottenuto un conto economico con margine positivo, ma di aver centrato l’obiettivo dei 20 milioni di utile netto che potrebbero consentire in particolare agli Enti locali di costruire i propri bilanci senza dover rinunciare all’apporto della società”, commenta l’amministratore delegato, Diego Cattoni.

Ansa/Trentino A.A. – 21/05/2021

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Confartigianato Veneto, il libro bianco della Pedemontana: ecco perché non è un’opera inutile

Nel raggio di 10 minuti dai caselli della superstrada vivono più di 330 mila persone, e le 35 mila imprese che vi hanno sede impiegano oltre 154 mila addetti, di cui 69 mila (il 44%) nel settore manifatturiero.

di Matteo Marian

Il punto non è essere centrali, ma essere collegati. Parte da questa considerazione il libro bianco sulla Pedemontana Veneta di Confartigianato Veneto per poi concludere come la nuova superstrada in grado di collegare Montecchio Maggiore a Spresiano – passando per il distretto industriale di Thiene-Schio, per Bassano del Grappa e a nord di Treviso, interconnettendosi a tre autostrade (A4, A31 e A27) – sia “un’occasione unica di ripensare il territorio e le sue condizioni di competitività.

L’asse trasportistico è un servizio per l’innovazione, per collegare persone, interessi, formazione e lavoro” ha sottolineato Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto. Nel raggio di 10 minuti dai suoi caselli vivono più di 330 mila persone, e le 35 mila imprese che vi hanno sede impiegano oltre 154 mila addetti, di cui 69 mila (il 44%) nel settore manifatturiero.

Una popolazione residente che arriva a sfiorare il milione di abitanti (907 mila), un veneto su 5. “Interrogarsi su quali saranno gli effetti della Pedemontana significa ragionare in parallelo su più tematiche e su più livelli territoriali” è la riflessione “a livello locale si modificheranno le geografie dei mercati del lavoro e dei sistemi della formazione e dei saperi, così come le logiche che presiedono alle scelte del commercio e della residenzialità. Città medie e aree produttive che fino a oggi hanno operato in maniera indipendente si ritroveranno connesse in un sistema unico e policentrico, nel quale andranno ridisegnati i reciproci ruoli e le interrelazioni strategiche tra luoghi”.E se la Superstrada Pedemontana rappresenta una nuova dorsale importante della mobilità veneta, in un quadro regionale l’obiettivo della piena accessibilità del territorio richiede, è la sollecitazione della Confartigianato Veneto, “interventi ulteriori, nella direzione del completamento di una trama stradale veloce che ancora presenta dei buchi. Rimane infatti irrisolta la questione del completamento della trama con connessioni rapide nord-sud. Interventi di potenziamento della Sr308 – Statale del Santo e della SS47 – Valsugana consentirebbero di fluidificare la mobilità dal nodo di Padova verso Cittadella e Castelfranco rafforzando i collegamenti con la provincia di Trento (già impegnata nel completamento della Valsugana come arteria a scorrimento veloce).

Un terzo asse verticale è rappresentato Sr348 Feltrina quale collegamento della Pedemontana con la Valbelluna e il Cadore anche attraverso il rafforzamento della direttrice A27 – Belluno – Feltre – Primolano con il conseguente miglioramento dello sbocco a Ovest verso la Valsugana e da qui a Nord verso il Brennero”. Ma non solo.

Sono necessarie, secondo l’associazione di categoria: una pianificazione dei flussi, territoriale e urbanistica a livello regionale (guardando alle ripercussioni d’area vasta); una verifica degli interventi di potenziamento della viabilità complementare e di adduzione ai caselli, prevedendo forme di riduzione dei pedaggi dedicate all’utenza locale; preservare i caratteri di pregio da un punto di vista paesaggistico del territorio posto immediatamente a nord della Superstrada e garantire l’attrattività turistica dell’area; governare le aree gravitanti sui caselli, individuando quelli sui cui concentrare l’addensamento di funzioni commerciali, produttive, logistiche, insediative.

LIBRO BIANCO SULLA PEDEMONTANA VENETA

Nordest Economia – 21/05/2021

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Verona: nuovo volo KLM per Amsterdam

KLM aumenta i voli dall’Italia. Dal 26 giugno al 29 agosto la compagnia collegherà l’aeroporto Valerio Catullo di Verona ad Amsterdam Schiphol con Embraer 190 da 100 posti. Il volo avrà frequenza giornaliera. “Siamo estremamente felici di inaugurare questo nuovo collegamento tra Verona e Amsterdam grazie al quale i passeggeri in partenza da un importante bacino d’utenza come quello del Veneto occidentale e della Lombardia orientale potranno connettersi al network globale di KLM e i turisti raggiungere più facilmente una regione ad alta vocazione turistica oltre che economica” dichiara Stefan Vanovermeir, DG Air France-KLM East Mediterranean. Soddisfazione anche da parte di Monica Scarpa, amministratore delegato di Catullo. “È con grande soddisfazione che l’aeroporto di Verona concretizza con questo volo l’intenso lavoro svolto con KLM, che porta all’introduzione di un collegamento giornaliero sull’importante hub di Amsterdam Schiphol, la cui rete di voli garantisce coincidenze per destinazioni di lungo raggio, con ricadute fortemente positive per il traffico sia incoming che outgoing. Siamo fiduciosi che l’impegno congiunto nella promozione del volo produrrà risultati importanti per lo scalo e per l’intero territorio servito”.

Trasporti-Italia.com – 21/05/2021

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Porti: ok a bilancio da 20 mln per Adriatico Settentrionale

Nel 2020 avanzo amministrazione 20 mln

E’ stato approvato all’unanimità, con un avanzo di amministrazione di 20milioni e 280mila euro, il rendiconto generale per l’esercizio finanziario del 2020 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale.

L’approvazione è giunta durante la riunione del Comitato di Gestione alla quale hanno partecipato il Commissario Straordinario dell’Autorità Cinzia Zincone, il Direttore Marittimo del Veneto pro tempore Piero Pellizzari, il Comandante del Porto di Chioggia Michele Messina, Maria Rosaria Anna Campitelli, in rappresentanza della Regione Veneto, e il Collegio dei Revisori dei Conti. Assente invece Fabrizio Giri, rappresentante della Città Metropolitana di Venezia.

Il Comitato ha dapprima’ approvato la variazione ai residui attivi e passivi dell’esercizio finanziario 2020; la componente Campitelli ha chiesto e ottenuto di inserire nel verbale della delibera che l’AdSP MAS attesti che il residuo passivo di 7milioni di euro iscritto a fronte del contributo stanziato in favore di Venice Ro. Port. Mos sulle opere di escavo della seconda darsena derivi dall’atto aggiuntivo sottoscritto il 26 maggio 2020 e che, stante la validità attuale dello stesso atto, risulti inevitabile che il residuo passivo venga mantenuto nel bilancio consuntivo del 2020 e che, al contrario la sua cancellazione, determinerebbe un debito fuori bilancio.

Ansa/Mare – 21/05/2021

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Galleria di base del Brennero, si allungano ancora i tempi di realizzazione

20 Maggio 2021

L’inaugurazione della maxi-opera si allontana a causa della mancata assegnazione dei lavori del lotto austriaco Pfons-Brennero. Il presidente Kompatscher conferma: «La messa in esercizio prevista dal precedente programma dei lavori è superata»

di Alexander Ginestous
Si allungano i tempi di realizzazione e di messa in esercizio della Galleria di base del Brennero, la galleria, che con i suoi 64 km totali diverrà il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo al mondo. La mega opera doveva essere completata già nel lontano 2015, data poi spostata al 2019 e successivamente al 2031. Ora però le cose potrebbero cambiare ancora. E la causa è semplice, e va ricercata sul fronte austriaco del tunnel, lì dove va ancora effettuata la gara per l’assegnazione dei lavori del lotto Pfons-Brennero. Il tratto “incriminato” era rimasto senza costruttore dopo che BBT aveva disdetto il contratto da oltre un miliardo di euro con il consorzio edile Arge H51, precedente assegnatario.

Ciò porterà ad un allungamento dei tempi di realizzazione dell’opera (fino a cinque anni) e probabilmente dei costi. L’aggiudicazione della nuova gara non arriverà prima dell’autunno 2021, e al fronte si prefigge una battaglia legale tra BBT ed il consorzio, con quest’ultimo che ha sempre ritenuto illegittima la decisione di risoluzione contrattuale in quanto i requisiti tecnici – punto cruciale sulla quale si gioca il procedimento – erano espressi in maniera errata già nel documento di gara. Alla base del contenzioso legale ci sarebbe infatti un errore di natura tecnica legato alle caratteristiche dei rivestimenti della galleria del tratto che è stato velocemente rimbalzato fra ambe le parti: la Porr, il mega gruppo di costruzioni che ingloba la Arge H51, lo ha ricondotto a BBT, e ciò ha portato al blocco dell’avanzamento dei lavori e alla successiva risoluzione del rapporto.

Nuovo programma e nuovi costi

Per ora BBT SE non ha ancora reso pubblico quando la Galleria di Base del Brennero entrerà in funzione. Tuttavia, la messa in esercizio prevista dal precedente programma lavori, risalente al 2019, è superata. A confermarlo è stato il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher in risposta ad una interrogazione parlamentare avanzata in Consiglio provinciale dal Gruppo Verde. Al momento è in atto una nuova analisi dei tempi di costruzione che comprende diversi parametri e fattori, come i rilevamenti geologici, la revisione del progetto, l’analisi delle produzioni di scavo, la progettazione dell’attrezzaggio tecnologico e, per forza di cose, anche le conseguenze della crisi sanitaria.
«Per ridurre al minimo gli effetti di questi fattori sul programma dei lavori nell’ultimo anno e mezzo sono state attuate svariate misure quali il risanamento della voragine “Iris”, che ha comportato l’elaborazione di una nuova progettazione e lavorazioni aggiuntive non previste, e l’aggiornamento della progettazione per indire le nuove gare previste per il 2021 – spiega proprio BBT attraverso la Provincia – Inoltre, è in corso la revisione del progetto dell’attrezzaggio ferroviario per adeguarlo ai più recenti standard tecnici, in modo da garantire coerenza alle normative specifiche e gli accordi tra i due Paesi ai fini dell’avvio della fase commerciale del Tunnel. Tra i primi passi già compiuti per l’implementazione delle ottimizzazioni vanno annoverate le pubblicazioni dei bandi di gara dei Lotti “H41 Gola del Sill-Pfons” e “H52 Hochstegen”».

Per quanto riguarda i costi invece, BBT fa sapere al momento che verranno rispettati quelli iniziali: “Nel calcolo complessivo non confluiscono l’indicizzazione e l’adeguamento monetario nonché i costi conseguenti alla pandemia. Il costo a vita intera per la realizzazione dell’opera viene aggiornato periodicamente, per poter tener conto delle più recenti conoscenze acquisite e dei rischi verificatisi”.

Quale futuro per il tunnel?

È ovvio che adesso bisognerà trovare soluzioni alternative e rapide liberare l’asse del Brennero dal soffocante traffico pesante, andando così incontro a innumerevoli benefici per i cittadini. Dall’armonizzare i costi delle diverse trasversali alpine (per il Brennero alzando i pedaggi italiani e il costo del gasolio austriaco, entrambi i più bassi delle Alpi) per eliminare il “traffico deviato” (almeno un terzo del totale), all’obbligo per certi tipi di trasporto a viaggiare sui treni (la ferrovia attuale è ampiamente sottoutilizzata), oltre alla diminuzione della velocità e il divieto di transito notturno per i mezzi pesanti.

«Un progetto transfrontaliero così complesso non deve essere rallentato da appalti pubblici o difficoltà tecniche dovute agli interessi nazionali. Soprattutto per quanto riguarda l’interoperabilità del traffico ferroviario transfrontaliero, una visione di corridoio europeo è essenziale per poter spostare la massima quantità di merce possibile dalla strada alla rotaia», spiega il presidente Arno Kompatscher.

Nordest Economia – 20/05/2021

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Giovannini: Regno Unito e Italia impegnati nella riduzione dell’impatto ambientale nell’aviazione

“Regno Unito e Italia sono congiuntamente impegnati nel ridurre l’impatto ambientale del settore dell’aviazione in termini di operazioni di sviluppo tecnologico sostenibile e di  infrastrutture”. Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, intervenendo al primo evento del ciclo “On the Road to COP26”, promosso dal Department for International Trade britannico e incluso nel programma ufficiale “All4Climate – Italy2021”. Alla tavola rotonda virtuale hanno partecipato autorità britanniche e italiane e alcuni dei principali attori dell’aviazione civile, che si sono confrontati sulle sfide e sull’impegno di istituzioni e aziende in favore di una crescita sostenibile del settore e per il raggiungimento dell’obiettivo ‘emissioni zero’ entro il 2050,  previsto dalla campagna Race to Zero, il piano internazionale, promosso dalle Nazioni Unite e da gennaio partito anche in Italia.

Ricordando la consolidata collaborazione tra Italia e Regno Unito nell’ambito della riduzione delle emissioni di CO2, nel contrasto ai cambiamenti climatici e nel favorire un futuro più sostenibile ai rispettivi Paesi, il ministro Giovannini ha sottolineato che “il settore dei trasporti ha  un ruolo importante nella direzione della transizione ecologica, e il trasporto aereo in particolare, seriamente colpito dalla pandemia, può fare la differenza. La transizione verde è un’opportunità per l’aviazione e la ricerca di combustibili più sostenibili richiede investimenti in grado di far accelerare questo processo. Gli aeroporti italiani – ha puntualizzato –  sono comunque impegnati nel raggiungere l’obiettivo di zero emissioni, anche attraverso la digitalizzazione dei servizi”. “In vista della COP26  che si terrà a novembre a Glasgow, l’Italia – ha concluso il ministro – collaborerà  con il Regno Unito per il successo del summit”.

Trasporti-Italia.com – 20/05/2021

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Masutti (RFI): trasporto ferroviario al centro della mobilità del futuro

“Il trasporto ferroviario, intrinsecamente sostenibile, può e deve dare un contributo fondamentale alla costruzione della mobilità del futuro“. Lo ha detto Anna Masutti, presidente di Rete Ferroviaria Italiana, nel corso di un webinar dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia.

Masutti ha spiegato che per garantire l’effettiva realizzazione dei progetti rispondendo alle esigenze di semplificazione e tempi brevi, Rfi ha previsto assunzioni fino a 1.000 nuovi addetti, un rafforzamento del presidio sul processo autorizzativo, un rafforzamento della società per il supporto alla committenza sotto il profilo tecnico e nelle attività negoziali e la presenza di Commissari straordinari.

Gli interventi che Rfi metterà in campo per contribuire al rilancio del Paese e alla transizione green e digitale del suo sistema di mobilità, sono molteplici e prevedono il rafforzamento “dell’intermodalità tra territori e modalità di trasporto, l’estensione della connettività e delle prestazioni dell’AV realizzando infrastrutture diverse per le esigenze di ciascun territorio”.

Trasporti-Italia.com – 20/05/2021

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Urban air mobility e advanced air mobility: la nuova frontiera della mobilità urbana di persone e merci

La Nasa classifica come “advanced air mobility and delivery” dei servizi specifici operati da aeromobili autonomi per la consegna di merci e il trasporto di passeggeri in un contesto di area urbana. Un concetto che si declina in due categorie: la “urban air mobility” per il trasporto di persone, e la “urban air delivery” per il trasporto di merci. Per avere un’idea delle dimensioni mondiali del mercato, si prevede una crescita annua media del settore del 26% tra 2023 e 2035.

La 2a Conferenza nazionale sull’Urban Air Mobility e sull’Advanced Air Mobility ha fatto il punto sullo stato di avanzamento e le prospettive di questa nuova frontiera della mobilità aerea di persone e merci offrendo grazie alla partecipazione di rappresentanti istituzionali, di aziende e ricercatori, una panoramica su tecnologia di sviluppo e manutenzione veicoli, logistica e infrastrutture, ambiti di utilizzo.

L’utilizzo dei droni nei servizi municipali di Torino

In particolare la Città di Torino si sta proponendo come polo di sviluppo e implementazione della sperimentazione legata alla nuova mobilità aerea autonoma in Italia, attraverso la collaborazione tra soggetti industriali, il Politecnico e il polo di accelerazione industriale Skygate presso l’Aeroporto di Torino Air Italia e l’amministrazione cittadina con l’Assessorato Innovazione e Smart City e Sistemi ICT impegnato nella sperimentazione della mobilità aerea autonoma e avanzata in una serie di utilizzi nel campo dei servizi municipali.
Il tema della Drone Unit della città di Torino – ha spiegato Gianfranco Todesco – nasce con l’idea di creare dei servizi utilizzando i droni, diversamente da quanto accadeva in precedenza. Non solo per la sicurezza e la vigilanza degli spazi pubblici – tipo di servizio abbastanza standard – ma ad esempio per una serie di aspetti legati alla sostenibilità ambientale, utilizzando ad esempio a bordo del drone un IOT dell’aria, che si integra con l’IOT di terra. Al momento l’Unità può contare su 7 piloti (a breve saranno 9) e una flotta di 13 droni, di cui 2 da indoor.

Sulla sostenibilità ambientale si stanno sperimentando in città dei servizi all’interno dei parchi cittadini, utilizzando delle camere multispettrali per eseguire la mappatura della fitopatologia e dello stress idrico delle piante.
Un altro test riguarda l’utilizzo delle camere termiche per la sostenibilità energetica e la mappatura della dispersione energetica degli stabili; a supporto di architetti e ingegneri della città, i droni vengono usati per l’analisi delle infrastrutture critiche; ancora, costruendo un accordo con l’Arpa e il Dipartimento Ambiente della città per interoperare i dati satellitari con i dati da drone all’interno dei controlli ambientali, ad esempio per quel che riguarda la presenza di amianto e lo smaltimento di rifiuti.

C’è infine un nuovo progetto ai blocchi di partenza per la città di Torino e, a livello nazionale, per cinque città: si chiama “Casa delle tecnologie emergenti” che ha visto Torino classificarsi prima in Italia in questo bando Mise, una misura che ha tra i suoi obiettivi quattro pilastri e uno di questi pilastri per le città smart, intelligenti, le città del futuro, è proprio la mobilità aerea urbana. Il taglio del nastro per il lancio del progetto è previsto per il prossimo 5 luglio, ma di fatto si sta già lavorando dietro le quinte per immaginare un network distribuito su degli hot spot dell’innovazione, punti nevralgici che producono ricerca e operano trasferimento tecnologico nel territorio a seconda di un insieme di varie competenze, con l’augurio che la mobilità aerea urbana possa essere accelerata da queste Case delle tecnologie emergenti e che possa avere ricadute per servizi e, in generale, un futuro migliori per i cittadini.

La sfida principale – ha aggiunto Tedesco – è arrivare a costruire, in accordo con il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico, vere e proprie “aerovie urbane” in modo da aprire dei percorsi più veloci e integrati di mobilità aerea urbana.
Avere un’aerovia è fondamentale per generare un servizio, altrimenti ogni volta bisogna chiedere un’autorizzazione e fare un piano di volo. Le aerovie urbane sono la sfida del futuro per le città: come generarle, come monitorarle, in modo tale che rispettino anche i parametri dal punto di vista aeronautico, per passare dal volo a vista (pilota e drone si devono vedere) al volo automatico e poi svilupparsi ulteriormente sul volo autonomo. Per generare dei servizi dunque la tecnologia sarebbe matura: gli aspetti con cui fare i conti sono di carattere normativo, costruendo delle soluzioni tecnologiche che garantiscano la minimizzazione del rischio aeronautico.

Infine altro aspetto importante riguarda il tempo di missione. Ad oggi tutti i droni, sia quelli che trasportano IOT sia quelli che in futuro trasporteranno le persone sono ad alimentazione elettrica, quindi le missioni di volo sono molto ridotte (per i quadrirotori, gli esacotteri e i quadricotteri, nella migliore delle ipotesi siamo sui 30/35 minuti; per i droni ad ala fissa, sfruttando anche la portanza delle navi possiamo arrivare al massimo a 90 minuti). La Drone Unit della città di Torino sta lavorando con il Dipartimento di Chimica dell’Università per cominciare a ragionare sull’uso dell’idrogeno come propellente alternativo e specifico per i droni.

Sfide tecnologiche: aumentare la portata e la distanza percorsa

Per quanto riguarda invece l’aspetto tecnologico, le sfide per la diffusione e lo sviluppo di soluzioni di advanced air mobility – ha spiegato da Davide Invernizzi, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano – si collocano su tre livelli:

  • a livello base riguardano il progetto e lo sviluppo di droni, sistemi che siano compatibili con l’advanced air mobility e la definizione di operazioni e procedure di manutenzione per i velivoli;
  • a livello intermedio si tratta di sfide legate allo spazio aereo: riguardanti cioè progettazione, sviluppo e implementazione di infrastrutture compatibili con operazioni di advanced air mobility multiveicolo quindi garantendo efficienza e sicurezza;
  • un terzo livello è costituito dall’aspetto dell’integrazione con la comunità: far percepire alla società come utili e necessari i servizi legati alla urban air mobility.

Al momento sono 46 le aziende che offrono soluzioni di advanced air mobility con 55 aeromobili progettati per erogare questi servizi. Si stanno concludendo le operazioni di progettazione e sviluppo dei prototipi mentre sono all’inizio le fasi di vendita vera e propria. La guida autonoma per il momento è dominante mentre per quanto riguarda la tipologia di propulsione si dividono equamente tra propulsione elettrica e ibrida. La tipologia di veicoli più diffusa è quella di decollo e atterraggio verticali e volo di crociera stile ala fissa. Insieme alla classica soluzione multirotore.
Venendo più nello specifico alla urban air delivery la sperimentazione attuale è rivolta principalmente verso la consegna di singoli pacchi a clienti privati (es PrimeAir Amazon e servizio la startup Wing di Google, che ha già ottenuto autorizzazione per consegne). La nuova frontiera riguarda applicazioni outdoor con possibilità importanti per la logistica, di trasportare carichi sempre più pesanti su distanze sempre più elevate. I maggiori costruttori hanno iniziato a lavorare proprio in questo senso.

Logistica e infrastrutture: il vertiporto

Sugli aspetti logistici e infrastrutturali è intervenuto il generale dell’Aeronautica, Giovanni Savoldelli Pedrocchi, raccontando l’esperienza di Skygate come acceleratore di imprese – nato dal lavoro di Always e DigiSky – per supportare società, industrie che vengono dal mondo dell’Intelligenza Artificiale, dell’automotive, della sensoristica il cui lavoro e la cui tecnologia può entrare nella creazione e sviluppo di un drone a propulsione elettrica. Skygate si propone di realizzare un simulatore a cielo aperto sull’Aeroporto di Torino Air Italia. Con il supporto del Politecnico di Torino e di Enav si andrà a creare un modello di simulazione virtuale nell’ambito urbano che sarà replicabile anche in altri centri urbani ovviamente.

C’è l’aspetto dell’alimentazione, quindi l’esigenza di andare a elettrificare il sistema di propulsione con un sistema di ricarica batterie e allo stesso tempo individuare una struttura di stoccaggio delle batterie. È necessario inoltre accompagnare dalle sperimentazioni alla certificazione aeronautica i soggetti industriali impegnati nella messa a punto di sistemi di comando e controllo e sistemi di guida autonoma.

Naturalmente è necessario individuare/creare una struttura di supporto quale un vertiporto, che dovrà essere innovativo sotto il profilo del design; dovrà avere dei materiali di costruzione ecosostenibili ma allo stesso tempo rispondere a criteri di modularità ed essere integrato nel sistema di mobilità urbana complessivo. In questo senso sarà necessario individuare delle aree urbane aree dove poter fare atterrare i droni: aree di piccole dimensioni (point to point) o veri e propri hub con tutte le funzioni di ricovero e supporto richieste per il funzionamento ottimale dei velivoli. Potrebbero essere dislocate in aree ferroviarie, industriali, dove ci sono centri logistici o, nel caso specifico di Torino, magari lungo il Po.

L’Aeroporto di Torino Air Italia è diventato centro di accelerazione di imprese, di tecnologia con investitori privati che investono capitali per la sperimentazione con il contributo del Politecnico di Torino, Polo dell’Innovazione Torino City Lab, il gestore aeroportuale dell’Aeroporto di Torino, con aziende costruttive e con il supporto di Enav e di D-Flight, in particolare quest’ultimo impegnato nella costruzione di corridoi aerei per consentire il volo in sicurezza point to point a Torino e verso il resto d’Italia. L’auspicio – ha concluso il gen. Pedrocchi – è che entro il 2026, in occasione delle Olimpiadi di Milano Cortina si possa vedere questa tipologia di trasporto urbano nazionale operativa magari su collegamenti da Milano Malpensa verso il Villaggio Olimpico.

Il punto di vista di Leonardo

Alessandro Errico,  vice president Business Scenario – Unmanned Systems di Leonardo, ha portato nella discussione il punto di vista del principale player italiano del settore.
Ha spiegato come la ricerca su questa nuova modalità di trasporti e mobilità sia nata dall’esigenza di rendere possibile una forma di trasporto aereo in grado di competere con le attuali soluzioni in termini di tempi di percorrenza, capillarità della rete (le compagnie aeree utilizzano velivoli ad alta capienza per distribuire i costi e operano in aeroporti lontani dai centri città per distribuire il traffico).

Si tratta di mezzi che devono essere in grado di fornire servizi affini a quelli disponibili attualmente per via aerea, ma anche di nuovi servizi, grazie ad agilità e scalabilità di impiego. Devono essere in grado di decollare e atterrare verticalmente, essere silenziosi, costare poco ed essere in grado di navigare in sicurezza nei centri urbani. Perché queste caratteristiche fossero rispettate abbiamo dovuto aspettare nell’ultimo decennio il maturare di alcune tecnologie ha permesso di sviluppare mezzi ibridi o elettrici con propulsione distribuita, che hanno quindi introdotto una flessibilità nella configurazione del veicolo e un design adeguato alle nuove modalità di esecuzione del volo contenendo i costi operativi e le emissioni.

Le potenzialità di mercato sno tali da attrarre società con background completamente diversi: ci sono le start up, che stanno maturando ora l’esperienza e raccogliendo i finanziamenti in grado di raggiungere l’obiettivo; aziende come Leonardo stessa, Airbus, che vedono nel settore un’evoluzione sostanzialmente fisiologica del loro business; società automotive che vedono una possibilità di acquisire nuove fette di mercato puntano su un nuovo utilizzo di una tecnologia già in loro possesso.

Il punto è che però si tratta di un business totalmente nuovo in cui vanno scritte da zero le regole del gioco, vanno ridefiniti i servizi, compresi quelli di manutenzione e il disegno e l’utilizzo dello spazio aereo, la gestione del traffico. Quindi un nuovo sistema che deve muoversi all’unisono per implementare diversi aspetti in tempi non geologici.

Negli Usa la Nasa ha preso in mano la situazione, su delega della Federal Aviation Administration, per colmare dei gap rispetto allo scenario prospettato ha proprio ragionato in termini sistemici ponendosi come soggetto di riferimento tra diversi portatori di interessi su diversi argomenti, quali regolamentazione, tecnologia, design, gestione dello spazio aereo, licenze e servizi. Definendo di fatto un enorme ecosistema in grado di identificare il dafarsi e progettare una serie di azioni da mettere in piedi per abilitare sostanzialmente questi servizi. Anche in altri Paesi come Canada o Regno Unito si è giunti a un diverso livello di maturità per quanto riguarda sviluppo e regolamentazione del settore.

In Italia ci sono due punti di vista: il primo, guarda a come questi nuovi servizi potrebbero migliorare lo stato di trasporti e connessioni in un Paese orograficamente molto complesso e variegato; il secondo aspetto riguarda i margini per la messa a frutto di competenze storiche del bagaglio insutriale nazionale (aeronautiche e automobilistiche in primis) che potrebbero essere esportate con successo anche in Europa e nel mondo.

Trasporti-Italia.com – 20/05/2021

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Interporti: Trieste, utile nonostante il Covid, produzione 8 mln

Dati sulle merci in aumento, non pesa pandemia

L’Assemblea dei Soci di Interporto di Trieste S.p.A. ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio 2023, confermando Paolo Privileggio Presidente e Amministratore Delegato, ed ha approvato il bilancio d’esercizio 2020 che chiude con un utile d’esercizio di poco superiore ai 40mila euro (in lieve calo rispetto ai 57mila del 2019), e dati positivi, nonostante gli effetti negativi della pandemia. Gli utili sono destinati a reinvestimenti.

Sono 332 mila le tonnellate di merci movimentate; 6.746 containers, 4.166 unità intermodali, pari a 18.164 TEU; 328 treni intermodali e general cargo allestiti, per un totale di 4.265 vagoni; valore della produzione vicino agli 8 milioni di Euro.

Sono state fatte valutazioni anche di cadenza biennali: la movimentazione merci 2019/20, con la messa a regime del nuovo terminal è stata di 780mila tonn; era stata di 340mila del biennio 2017/18 e di 230 mila in quello 2015/16. Per quanto riguarda i Teu sia magazzino che intermodale, sono stati 38.600 nel biennio 2019/20 e 24.200 in quello precedente e 4.171 nel 2015/16.

Nell’arco dello stesso periodo di tempo, i dipendenti sono aumentati da 23 agli attuali 39. e posti di lavoro.

Durante la pandemia l’infrastruttura ha continuato a garantire operatività dei servizi interportuali e continuità della circolazione delle merci e dei beni di prima necessità e nonostante il calo dei traffici internazionali e il fortissimo rialzo dei costi delle spedizioni marittime delle merci.

Forte è l’impegno nelle collaborazioni internazionali che hanno portato, nei primi mesi del 2021, all’ingresso di Duisburger Hafen AG nella compagine sociale e alla nomina di un suo rappresentante nel nuovo Consiglio di Amministrazione.

“La società – sostiene il Presidente Paolo Privileggio – sta valutando ulteriori collaborazioni e sviluppi sia a livello internazionale che a livello di integrazione della piattaforma logistica regionale. A tal fine proseguono sia i lavori di efficientamento del terminal in Punto Franco “FREEeste” di Bagnoli della Rosandra, che le attività finalizzate ad una maggior integrazione della controllata Interporto di Cervignano nei traffici intermodali sia marittimi che continentali”.

“L’interporto di Trieste è un anello fondamentale di una piattaforma logistico-portuale strategica a livello europeo che ha saputo attrarre un player prestigioso come Duisport – continua il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino – Il prossimo step sarà mettere a sistema le opportunità di sviluppo immobiliare del territorio, l’asse con Cervignano e le potenzialità di FREEeste. Specie in questo momento storico dobbiamo guardare a nuove opportunità di crescita concrete e soprattutto sostenibili per il Fvg”.

“Crediamo molto nell’espansione dei traffici e, più in generale, del business dell’Interporto di Trieste – ha sottolineato la Presidente di Friulia Federica Seganti. “Un progetto che può contare su alcuni elementi fondamentali come la posizione strategica e la tecnologia di cui è dotata l’infrastruttura portuale oltre ai collegamenti intermodali che permettono di creare una rete estesa in tutta Europa. Come azionisti di maggioranza continueremo anche in futuro a scommettere su un sistema che funziona e che oggi può avvalersi anche dell’expertise e della partecipazione di società internazionali leader nel settore”.

“La Camera di commercio Venezia Giulia – dichiara il presidente, Antonio Paoletti – ha partecipato all’aumento di capitale dell’Interporto di Trieste credendo nelle sue potenzialità e in quelle di FREEeste. Al contempo ci siamo impegnati sia nel contribuire a dare corpo a una retroportualità estesa che comprendesse anche Sdag – Autoporto Gorizia, finanziandone vari interventi migliorativi e sostenendone il suo ingresso attraverso il Comune di Gorizia nella compagine societaria di Interporto di Trieste, sia nella proposta di un percorso che portasse alla cessione delle aree e delle strutture del Porto di Monfalcone di proprietà dell’Ente camerale, all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale”.

Ansa/Mare – 20/05/2021

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Da autotrasporto a porti, ecco le novità nel primo Dl Sostegni

Mims, le nuove misure nel Dl approvato dal Parlamento

Esonero per gli autotrasportatori dal contributo obbligatorio all’Autorità di regolazione dei trasporti per il 2021; trentacinque milioni al Comune di Genova per interventi di rigenerazione urbana nell’area sottostante il Ponte San Giorgio; sostegno al reddito ai lavoratori dei porti di Cagliari e Catania ; norme per migliorare la sicurezza antincendio nelle gallerie della rete stradale; proroga del Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. Sono le principali misure in materia di infrastrutture e mobilità, introdotte nel decreto ‘Sostegni’ durante l’iter parlamentare che si è concluso ieri. I nuovi interventi, spiega una nota del ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, integrano le disposizioni già presenti nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri. Tra queste gli ulteriori 800 milioni di euro a favore delle aziende del trasporto pubblico locale, i 20 milioni per i voucher per spostamenti con il taxi o con i servizi NCC (noleggio con conducente) da parte delle persone con mobilità ridotta e appartenenti alle fasce più deboli della popolazione, gli ulteriori 50 milioni di euro per indennizzare i proprietari di immobili adibiti a prima casa che riducono il canone di locazione a favore degli affittuari. Ieri il decreto “Durante l’esame in Parlamento sono state aggiunte importanti disposizioni”, ha affermato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. “Nel complesso, le norme vanno nella direzione di migliorare la vita dei cittadini agevolandone la mobilità, aumentare la sicurezza stradale, sostenere il trasporto pubblico locale, l’autotrasporto e i lavoratori dei porti che a causa della pandemia stanno subendo gli effetti delle crisi aziendali, obiettivi condivisi dalle forze politiche che hanno integrato il decreto legge”.

Ansa/Mare – 20/05/2021

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