Trasporti, Catalano (Struttura tecnica MIMS): il futuro è del trasporto pubblico

9 Marzo 2021

Nel corso di un webinar del CNEL, Giuseppe Catalano, coordinatore Struttura Tecnica di Missione del Mims, ha tracciato un quadro del futuro del mondo dei trasporti.

“Il futuro è del trasporto pubblico locale, guai alla ripresa del trasporto privato, ne discutiamo sempre con il ministro Giovannini, ed è una sua forte preoccupazione. Il modello di sviluppo in cui viviamo è insostenibile”, ha spiegato Catalano.

“La mobilità privata non può essere il futuro”

Catalano ha spiegato che in questi giorni di stesura del Pnrr, sono in corso continue call con il ministero dell’Economia, con altri ministeri, con la Commissione europea, quindi un momento di grande lavoro al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili guidato da Enrico Giovannini.

“Noi abbiamo un orizzonte strategico che parte dal 21 con il Pnrr – aggiunge – una quantità di risorse straordinarie e abbiamo tutti, dico tutti, nel ministero e nelle imprese, la grande responsabilità di utilizzare le risorse in maniera tempestiva ed efficiente in un momento in cui non serve solo denunciare i problemi del presente, ma occorre progettare il futuro”.

“Non appartengo al club dei pessimisti del futuro del trasporto pubblico locale – ha aggiunto Catalano – non credo che lo smart working ci penalizzerà. Molte cose si potranno evitare di fare in presenza, ma non penso che non avremo una drammatica modifica delle abitudini, è importante che le attività vadano fatte in presenza”. Insomma il tecnico non crede che sarà un futuro distanza e sub questo il tpl “deve essere pronto alla sfida di maggiori servizi, più efficienti, più di qualità”.

L’Europa “ci dice che noi nel Pnrr, noi non finanzieremo e non avremo finanziamenti per un solo chilometro di strada, la mobilità privata non può essere il futuro”.

Trasporti-Italia.com – 09/03/2021

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Veneto: in arrivo sette nuovi treni Pop e Rock

Con i sette nuovi convogli consegnati oggi, sono 20 su 78 i nuovi treni Rock e Pop già in circolazione in Veneto, ai quali entro la fine di marzo se ne aggiungeranno altri due. Tutti sono riconoscibili per la particolare livrea che ripropone la bandiera della Regione con il leone di San Marco, per dare, come ha sottolineato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, “un segno dell’identità veneta”.

Il contratto di servizio tra le Regione del Veneto e Trenitalia ha una durata di quindici anni (2018-2032) e un valore di circa 4,5 miliardi di euro. Gli investimenti ammontano complessivamente a circa un miliardo: oltre 661 milioni sono destinati all’acquisto degli 87 nuovi treni, il resto all’ammodernamento e potenziamento degli impianti di manutenzione di Marghera, Verona e Treviso.

Per quanto riguarda le cifre del trasporto ferroviario regionale, nel 2018 si sono registrati 44,5 milioni di viaggi, 45 milioni nel 2019, 21 milioni nel 2020. Sono 677 le corse effettuate giornalmente, con, ad oggi, 47 convogli leggeri elettrici (tra cui 11 Pop e 9 Rock) e 49 convogli leggeri diesel, 25 convogli Vivalto, 59 locomotive, 186 carrozze.

Zaia: “un investimento che non ha precedenti”

“Quando nel 2010 ho iniziato a guidare la Regione, avevo due problemi da affrontare prioritariamente, la sanità e i treni. Di questi ultimi, ogni giorno sui giornali si scriveva che erano in ritardo, sporchi e frequentemente guasti. Abbiamo deciso quindi di dare una svolta e ci siamo riusciti grazie all’accordo tra la nostra Regione e Trenitalia, realizzando insieme un investimento che non ha precedenti e che ci ha consentito di migliorare costantemente la qualità del servizio regionale di trasporto pubblico su ferro in tutti i suoi aspetti, arrivando addirittura, attraverso la graduale sostituzione dei vecchi treni con i nuovi 47 Rock e 31 Pop, a portare entro il 2023 l’età media della flotta da 16 a 4 anni. Se dovessi fare una sintesi di questo progresso, direi: benvenuti in Giappone”, ha detto Zaia, nel corso della presentazione che si è svolta oggi.

“I dati di customer satisfaction testimoniano che stiamo facendo un percorso virtuoso – ha aggiunto il governatore veneto –, viene percepita una più accurata pulizia dei mezzi e la percentuale sulla puntualità si attesta al mese scorso al 96,9%: praticamente, nel 2021, 97 treni su 100 sono arrivati puntuali a destinazione. Abbiamo quindi ridonato ai veneti un vero servizio su rotaia, più efficiente e affidabile. Ribadisco l’invito a tutti di rispettare e trattare bene questi nuovi treni”.

Trasporti-Italia.com – 09/03/2021

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Porti: Ocean Alliance, Trieste gateway per Europa e Far East

Il consorzio conferma gli accordi con Trieste Marine Terminal

Trieste Marine Terminal, parte di T.O. Delta Group, protagonista nella logistica e trasporti intermodali in Italia, ha rinnovato gli accordi commerciali con il consorzio Ocean Alliance (CMA CGM, COSCO/OOCL ed EVERGREEN LINE), che ‘scala’ il terminal container del Porto di Trieste con servizio settimanale diretto dall’Asia.

Il servizio Ocean Alliance attualmente è attivo su Trieste con navi da 7.000 teu di capacità, e ci si aspetta che possa incrementare ulteriormente la capacità di stiva e il suo potenziale sul terminal.

Con 9 navi in servizio (5 del gruppo Cma Cgm, 2 del gruppo Cosco e 2 del Gruppo Evergreen), che consentono rotazione e partenze settimanali, il servizio collega direttamente i porti asiatici di Shanghai, Ningbo, Pusan, Shekou e Singapore con Trieste per il traffico in importazione e, per le esportazioni, Trieste con quelli di Jeddah, Port Kelang, Shekou, Shanghai, Ningbo e Busan.

I volumi che l’Ocean Alliance ha destinato al Trieste Marine Terminal sono aumentati del 27,5% dal 2017, anno dal quale è operativo il consorzio, ad oggi e l’aumento arriva a circa l’85% per la parte ferroviaria.

Antonio Maneschi, Presidente di T.O. Delta Group ha commentato: “E’ con grande soddisfazione che insieme alle compagnie del consorzio Ocean Alliance abbiamo rinnovato i nostri accordi commerciali e confermato il comune impegno allo sviluppo dei traffici Italiani e Centro Europei via Trieste. Accanto al consorzio 2M (composto da MSC e Maersk), Ocean Alliance è per noi un partner strategico con cui vogliamo e dobbiamo crescere, rispondendo alle specifiche necessità che ognuna delle Compagnie che compongono l’Alleanza ci ha espresso in questi mesi”.

Paolo Lo Bianco, Amministratore Delegato di CMA CGM Italia, afferma: “La nostra Compagnia è ben radicata nell’area di Trieste con sedi proprie dal 2003. CMA CGM è infatti il primo vettore ad aver stabilito un collegamento tra l’Estremo Oriente e l’Adriatico. Nel corso degli anni siamo cresciuti molto a Trieste, che rappresenta per noi un’opzione fondamentale per ulteriormente progredire in futuro, grazie alla capacità del terminal TMT e dei collegamenti ferroviari di gestire volumi e navi oceaniche più grandi. Tali sviluppi non si limitano al carico italiano, ma comprendono anche i traffici transfrontalieri, con particolare riferimento alle destinazioni dell’Europa centrale”.

Secondo Michela Nardulli, Presidente della Compagnia di Navigazione Italia Marittima S.p.A., vettore del Gruppo Evergreen: “L’accordo commerciale con TMT ha una valenza importante per il nostro Gruppo anche alla luce del network intermodale costruito negli ultimi anni da Trieste. Collegamenti ferroviari che rappresentano una straordinaria opportunità per le Compagnie di Navigazione e che Evergreen ha storicamente utilizzato. Oggi siamo particolarmente concentrati su un ulteriore sviluppo nei paesi dell’est Europa, grazie al fatto che l’Adriatico ha dimostrato di poter rappresentare un gateway affidabile come, e a volte più, del Nord Europa. Trieste è certamente all’altezza di rispondere efficacemente alle esigenze di affidabilità e crescita delle Linee di Navigazione”.

Marco Donati, Direttore Generale di Cosco Italia spiega: “Per noi Trieste è un’opportunità importante. Grazie alle caratteristiche del porto e di Trieste Marine Terminal possiamo pensare di crescere, anche a breve con navi di maggiori dimensioni rispetto a quelle attuali, e sfruttare gli ottimi collegamenti intermodali disponibili. Lo stiamo facendo bene per esempio sui treni da Padova e potremo utilizzarne altri anche in un’importante ottica di Green Policy cui la nostra Compagnia e l’intero mondo dello shipping e della logistica sono particolarmente sensibili”.

Ansa/Mare – 09/03/2021

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Intesa: finanziamento da 37 milioni euro a Grimaldi Euromed

Credito è stata dedicata all’acquisto della nave Eco Livorno

Intesa Sanpaolo ha concluso un finanziamento per circa 37 milioni di euro in favore di Grimaldi Euromed, società del Gruppo Grimaldi specializzata nel trasporto merci rotabili in Europa e nelle Autostrade del Mare e nel trasporto passeggeri nel Mediterraneo con il brand Grimaldi Lines.

La linea di credito è stata dedicata all’acquisto della nave Eco Livorno, nuovo ingresso nella flotta Grimaldi e terza delle dodici navi ibride della innovativa classe Grimaldi Green 5th Generation. La Eco Livorno, grazie a numerose innovazioni tecnologiche che ottimizzano i consumi e le prestazioni della nave, è in grado di dimezzare le emissioni di Co2. L’operazione, conclusa dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo guidata da Mauro Micillo, conferma il supporto del Gruppo a sostegno della trasformazione Esg del Paese.

“I settori delle infrastrutture e della mobilità sostenibile rivestono un ruolo centrale nell’economia italiana. Siamo pertanto particolarmente felici di aver supportato un’eccellenza quale il Gruppo Grimaldi che da tempo persegue una strategia di sviluppo in ambito green” , afferma Mauro Micillo.

“Esprimiamo soddisfazione per il sostegno che Intesa Sanpaolo ha garantito anche a questa nuova iniziativa del nostro Gruppo.

La generazione di navi, di cui fa parte la Eco Livorno, ha richiesto anni di ricerca e progettazione. Il risultato è una nave che non ha eguali in termini di riduzione del carbon footprint per unità di carico trasportata”, sostiene Diego Pacella, amministratore delegato di Grimaldi Euromed.

Ansa/Mare – 09/03/2021

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Ance Padova: “Bisogna recuperare sull’alta velocità tra Padova e Bologna”

8 Marzo 2021

L’opera, afferma il presidente Gerotto, permetterebbe da un lato «la messa in sicurezza dell’esistente linea, da tempo obsoleta, dall’altro di connettere finalmente in maniera efficace una delle arterie economiche pulsanti del nostro paese, creando un’infrastruttura che andrebbe a servire un bacino capace di produrre complessivamente 375 miliardi di Prodotto interno lordo»

«Dopo tante parole ascoltate negli anni, chiediamo al governo Draghi di lavorare per colmare questo vuoto». È un passaggio dell’intervento, affidato oggi ad una nota, di Alessandro Gerotto, presidente dell’Associazione dei costruttori edili (Ance) di Padova, con riferimento alla mancata realizzazione del tratto ferroviario ad Alta Velocità fra Padova e Bologna.

L’opera, prosegue Gerotto, permetterebbe da un lato «la messa in sicurezza dell’esistente linea, da tempo obsoleta, dall’altro di connettere finalmente in maniera efficace una delle arterie economiche pulsanti del nostro paese, creando un’infrastruttura che andrebbe a servire un bacino capace di produrre complessivamente 375 miliardi di Prodotto interno lordo».

Il leader dell’Ance padovana propone quindi sia aperto un tavolo di confronto dedicato all’arretratezza infrastrutturale veneta «in cui siano protagonisti associazioni di categoria, istituzioni, politica e tutti i portatori di interesse per poter tracciare insieme un percorso condiviso che abbia come tappa ultima il bene di tutto il territorio».

Nordest Economia – 08/03/2021

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Auto e giovani: un’indagine di Aretè rivela gusti e scelte di millennials e zoomer

I giovani amano l’auto, guidano una vettura con motore tradizionale ma ambiscono a un elettrico a buon mercato: sono questi i dati principali che emegono dall’ultima instant survey dal titolo “Millennials e Zoomer quale è il loro rapporto con l’auto e la mobilità”, condotta da Areté per indagare sul campo come la pandemia stia modificando i consumi di mobilità delle generazioni “Y” (i nati tra il 1981 e il 1995, i cosiddetti Millenials) e “Z” (nati dopo il 1995, cosiddetti Zoomer).

Auto: cosa preferiscono i giovani?

Nel dettaglio, l’auto resta il mezzo di trasporto preferito: oltre 6 su 10 la scelgono per gli spostamenti abituali (64%), mentre il 13%, anche durante la pandemia, si affida ai mezzi pubblici, l’8% si muove quasi esclusivamente a piedi, il 6% si serve abitualmente dei servizi di sharing (auto in primis e poi monopattino, bicicletta e scooter). In 9 casi su 10 millennials e zoomer guidano un’auto con motore endotermico ma ben il 60%degli intervistati dichiara che la propria prossima auto sarà elettrificata, per non inquinare (54%) e per risparmiare su consumi e manutenzione (40%). La propensione verso l’elettrificato, però, va in contrasto con il budget a disposizione: metà del campione si dichiara disposto a spendere “solo” tra i 6.000 e i 15.000 euro, mentre il 39% si dice disponibile a investire un capitale superiore ai 21.000 euro.

Ma come millennials e zoomer si informano sulle auto e procedono all’acquisto?

Il 74% utilizza l’online per una prima ricognizione, il 10% si affida alle riviste specializzate, per l’8% è decisivo il passaparola. Dopo un primo approfondimento online, però, in 8 casi su 10 resta comunque fondamentale il passaggio in concessionaria per effettuare le fasi chiave della trattativa e chiudere il contratto.

Trasporti-Italia.com – 08/03/2021

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Iata: di male in peggio il traffico passeggeri a gennaio

Il traffico passeggeri è diminuito ulteriormente a gennaio sia rispetto ai livelli pre-Covid (gennaio 2019) sia rispetto al mese immediatamente precedente (dicembre 2020). Questo il dato impietoso che emerge dalle rilevazioni dell’Associazione internazionale del trasporto aereo in merito al traffico del primo mese 2021.
Poiché i confronti tra i risultati mensili del 2021 e del 2020 sono distorti dall’impatto straordinario della pandemia, se non diversamente specificato, tutti i confronti si riferiscono a gennaio 2019, che ha seguito un modello di domanda normale.
La domanda totale a gennaio 2021 (misurata in ricavi passeggeri-chilometri o RPK) è diminuita del 72% rispetto a gennaio 2019. Si tratta dunque di un calo peggiore rispetto al -69,7% anno su anno registrato a dicembre 2020.
La domanda interna totale è scesa del 47,4% rispetto ai livelli pre-crisi (gennaio 2019). A dicembre la contrazione era stata del 42,9% rispetto all’anno precedente. Questo indebolimento – sottolinea Iata – è in gran parte dovuto a controlli più severi sui viaggi interni in Cina durante il periodo delle vacanze del capodanno lunare.
La domanda internazionale di passeggeri a gennaio è stata inferiore a quella registrata a gennaio 2019 dell’85,6%, un ulteriore calo rispetto al -85,3% anno su anno registrato a dicembre.
“Il 2021 inizia peggio del 2020 terminato e questo la dice lunga – ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo della Iata –. Anche se i programmi di vaccinazione aumentano, le nuove varianti Covid stanno portando i governi ad aumentare le restrizioni di viaggio. L’incertezza sulla durata di queste restrizioni ha anche un impatto sui viaggi futuri. Le prenotazioni anticipate a febbraio di quest’anno per la stagione estiva dei viaggi nell’emisfero settentrionale sono state inferiori del 78% rispetto ai livelli di febbraio 2019″.
Il traffico delle compagnie aeree dell’Asia-Pacifico è crollato del 94,6% rispetto a gennaio 2019, praticamente invariato rispetto al calo del 94,4% registrato a dicembre 2020 rispetto a un anno fa. La regione ha continuato a soffrire per il settimo mese consecutivo dei cali di traffico più marcati. La capacità è scesa dell’86,5% e il load factor è sceso di 49,4 punti percentuali al 32,6%, di gran lunga il più basso tra le regioni.
I vettori europei hanno registrato un calo del traffico dell’83,2% a gennaio rispetto a gennaio 2019, ulteriormente peggiorato rispetto al calo dell’82,6% registrato a dicembre rispetto allo stesso mese del 2019. La capacità è scesa del 73,6% e il load factor è sceso di 29,2 punti percentuali al 51,4%.
Le compagnie aeree del Medio Oriente hanno visto la domanda precipitare dell’82,3% a gennaio rispetto a gennaio 2019; la situazione è rimasta quindi sostanzialmente invariata rispetto al colo dell’82,6% registrato a dicembre rispetto a un anno fa. La capacità è diminuita del 67,6% e il load factor è sceso di 33,9 punti percentuali al 40,8%.
Il traffico di gennaio dei vettori nordamericani è diminuito del 79% rispetto allo stesso mese 2019, in lieve aumento rispetto al 79,5% di dicembre. La capacità è diminuita del 60,5% e il fattore di carico è sceso di 37,8 punti percentuali al 42,9%.
Le compagnie dell’America Latina hanno registrato un calo della domanda del 78,5% rispetto a gennaio 2019, in peggioramento rispetto al calo del 76,2% registrato a dicembre. La capacità è diminuita del 67,9% rispetto a gennaio 2019 e il load factor è sceso di 27,2 punti percentuali al 55,3%, il più alto tra le regioni per il quarto mese consecutivo.
Il traffico delle compagnie africane è sceso del 66,1%, in miglioramento modesto rispetto al calo del 68,8% registrato a dicembre. La capacità di gennaio si è contratta del 54,2% rispetto a gennaio 2019 e il load factor è sceso di 18,4 punti percentuali al 52,3%.
Per quanto riguarda il traffico interno, la Cina ha registrato una diminuzione del 33,9% a gennaio rispetto a gennaio 2019, in drammatico peggioramento rispetto al calo dell’8,5% anno su anno di dicembre. La brusca contrazione è dovuta a controlli del traffico più severi in vista del periodo delle vacanze del capodanno lunare in mezzo a diversi focolai di Covid-19 localizzati.
Il traffico interno della Russia, al contrario, è aumentato del 5,5% rispetto a gennaio 2019, un’inversione di tendenza rispetto al calo del 12% anno su anno di dicembre rispetto allo stesso mese del 2019. È stato guidato da un calo dei casi di Covid-19 rispetto al picco di fine dicembre e dalle festività nazionali nella prima settimana del mese.
“Dire che il 2021 non è iniziato bene è un eufemismo – ha aggiunto de Juniac –. Le prospettive finanziarie per l’anno stanno peggiorando di pari passo con l’inasprimento delle restrizioni sui viaggi da parte dei governi. Ci aspettiamo che il settore possa bruciare tra 75 e 95 miliardi di dollari quest’anno, invece di diventare positivo nel quarto trimestre, come si pensava in precedenza. Questo non è qualcosa che l’industria sarà in grado di sopportare senza ulteriori misure di soccorso da parte dei governi.
Una maggiore capacità di test e distribuzione di vaccini sono le chiavi per i governi per sbloccare l’attività economica, compresi i viaggi. È fondamentale che i governi costruiscano e condividano i loro piani di riavvio insieme ai benchmark che li guideranno. Ciò consentirà all’industria di essere pronta a stimolare la ripresa senza inutili ritardi”.
Infine de Juniac ha ribadito l’urgenza che vengano messi a punto standard globali per registrare in modo sicuro i dati di test e vaccinazioni in formati riconosciuti a livello internazionale, che saranno degli strumenti fondamentali per far ripartire i viaggi internazionali se i governi continueranno a richiedere test verificati o dati di vaccinazione. A questo proposito – ha concluso – “Iata lancerà presto il Travel Pass per aiutare i viaggiatori e i governi a gestire le credenziali di salute digitale. Ma questo strumento non potrà trovare piena attuazione fino a quando i governi non saranno concordi in merito agli standard per le informazioni che desiderano”.

Trasporti-Italia.com – 08/03/2021

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Tamponi Brennero: Unatras chiede l’intervento del Governo Draghi

Unatras ha scritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi affinché il Governo prenda in mano la situazione dei blocchi ai valichi alpini, “che ostacola la libera e corretta circolazione dei nostri operatori dell’autotrasporto e danneggia l’intera economia italiana”. Lo ha comunicato con una nota Confartigianato Trasporti.

Dal 14 febbraio scorso, a seguito del diffondersi della variante brasiliana del Covid nel Tirolo, è stato introdotto l’obbligo, per gli autotrasportatori italiani diretti in Germania, di sottoporsi al test antigenico o molecolare per poter attraversare la frontiera austriaca. Tale imposizione è scaturita da un’iniziativa presa dalle autorità tedesche e austriache “in modo del tutto estemporaneo, senza concertazione né coordinamento con le omologhe istituzioni italiane, o con i rappresentanti delle categorie interessate dalle restrizioni”.

Unatras sollecita un intervento

Unatras ha lanciato quindi l’allarme della categoria in merito al perdurare delle gravi difficoltà che ormai da giorni ostacolano l’attraversamento dell’asse del Brennero e sollecita un deciso intervento in proposito. “L’assurda vessazione a cui le imprese di autotrasporto italiane sono soggette da settimane, sta compromettendo l’operato di un settore di importanza, ora più che mai, strategica – si legge nella lettera firmata dal Presidente Amedeo Genedani -. Non è il mero spirito corporativistico ad alimentare la nostra apprensione, è piuttosto l’interesse per le sorti complessive del Paese. Il disagio continuo e sfibrante che le nostre imprese si trovano a vivere nuoce irrimediabilmente all’intero sistema produttivo nazionale, mette a repentaglio l’approvvigionamento di beni essenziali e rischia di pregiudicare la possibilità di una ripresa economica rapida ed energica, se non vengono prese contromisure adeguate. Per questo abbiamo ragione di ritenere che il problema che Le rappresentiamo non possa e non debba passare in secondo piano o, peggio, essere ignorato”.

Dal 23 di febbraio, inoltre, l’applicazione di una tariffa di 40 euro per l’erogazione dei test anti-Covid presso l’autoporto Sadobre di Campo di Trens, “ha di fatto trasformato questo adempimento sanitario in un’ulteriore gabella che grava sui bilanci delle nostre imprese”.

L’obbligo di tampone, si protrarrà fino al 17 di marzo prossimo (ne avevamo parlato qui): “Purtroppo, quello che si sta consumando al Brennero, è solo l’ultimo capitolo di una vicenda annosa e amara, che si trascina da anni. L’impenetrabilità dell’arco alpino è un grande nodo gordiano, o piuttosto un capestro, che soffoca l’export italiano e mina l’integrazione politica ed economica tra gli Stati membri dell’Unione Europea: un problema che assume contorni particolarmente odiosi nella drammatica congiuntura sociale, economica e sanitaria che con grande fatica e sacrificio il Paese sta affrontando”.

“Un intralcio al transito delle merci”

Unatras riconosce le ragioni sanitarie che motivano le restrizioni agli spostamenti imposte dai Governi austriaco e tedesco: “Come cittadini responsabili e rappresentanti di uno dei più importanti comparti produttivi del Paese, rispettiamo senza riserve l’imperativo sacrosanto della salvaguardia della popolazione dal rischio di contagio. Tuttavia, non possiamo fare a meno di domandarci che tipo di giovamento possano trarre i cittadini europei dall’intralcio al transito delle merci (tra le quali si annoverano anche beni di prima necessità, farmaci e dispositivi sanitari) nel pieno di un’emergenza pandemica. Non possiamo fare a meno di domandarci, infine, cosa trattenga il Governo italiano dall’adottare misure precauzionali analoghe nei confronti degli autotrasportatori provenienti da Austria e Germania, se davvero le ragioni sanitarie addotte sussistono. Soprattutto, non possiamo non nutrire il ragionevole timore che l’appello alla tutela della salute pubblica, occulti, in realtà, il perseguimento di obiettivi politici interessati”.

Trasporti-Italia.com – 08/03/2021

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Il rilancio del trasporto merci passa attraverso il Piano di ripresa e resilienza

Gli interventi per il trasporto delle merci italiano inseriti nell’ultima bozza del PNRR sono stati commentati da Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto, nel corso dell’ultima puntata di Container, il programma di Radio 24 condotto da Massimo De Donato. 

In Italia, il nuovo esecutivo sarà incaricato di stilare il documento definitivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza da presentare alla Commissione Ue. Tutti gli Stati membri hanno ancora circa 50 giorni di tempo per questo.

Transizione green e digitalizzazione tra i criteri di valutazione del piano

Nell’ultima bozza, ha spiegato Russo, non sono stati inseriti però fondi addizionali rispetto a quelli già previsti per interventi per le varie modalità di trasporto; inoltre mancherebbero le misure per il rinnovo del parco veicolare, fondamentali per avviare una vera transizione ecologica.

Intanto, a Bruxelles è stato approvato il Regolamento che contiene anche i criteri di valutazione dei piani. Un ruolo particolarmente importante nella valutazione è attribuito alle politiche per la transizione green e per la digitalizzazione, che riguardano anche i trasporti e le infrastrutture.

Trasporti-Italia.com – 08/03/2021

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Erika Baldin (M5S): Il treno Chioggia-Rovigo sostituito dai bus è una schiaffo dalla Regione

6 Marzo 2021

La sostituzione della tratta ferroviaria Chioggia-Rovigo con gli autobus è uno schiaffo dalla Regione”. Lo afferma la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, cui fa eco l’assessori ai trasporti del Comune di Chioggia Daniele Stecco. La possibile perdita dell’unica linea ferroviaria presente in città ha scatenato anche la politica locale, in particolare le opposizione al governo Zaia, in quanto anziché ricevere garanzie di avere almeno uno studio di fattibilità di una nuova eventuale tratta verso Padova e Venezia, Chioggia rischia davvero di essere senza treno.

«Tutto il mondo va su rotaia – precisa la Baldin -, in Veneto torniamo al bus sostitutivo. È il fallimento dell’idea stessa di “amministrazione regionale”. Nel concreto si tratta di uno schiaffo al territorio del basso Veneto, considerato evidentemente di serie B. Ma è anche una promessa tradita: altro che SFMR, qui si va nel senso opposto. Abbandonare il ferro a favore del trasporto su gomma? Anacronistico, lotterò in ogni modo per riportare una prospettiva di buonsenso in Regione».

Alla consigliera regionale fa eco anche l’assessore comunale ai trasporti, Daniele Stecco. «Siamo fortemente contrari – dice – alla prospettiva paventata dalla Regione, per il tramite di Infrastrutture Venete Srl, con il rischio concreto che il servizio ferroviario Chioggia-Rovigo sia sostituito (dal 2022 al 2032) dal servizio di autobus. La Regione Veneto non ha affatto condiviso questo scenario con il territorio, è un’ipotesi irricevibile, anacronistica e scellerata nei confronti dei nostri concittadini. Tutti sappiamo i problemi della linea Rovigo-Adria-Chioggia: ad un unico binario, con mancata elettrificazione, che presenta agli utenti mezzi non adeguati, con l’aggiunta di frequenti ritardi e disservizi. Tutto ciò è stato amplificato dalla scarsa attenzione di chi ha il compito di gestire questa infrastruttura, con la conseguenza naturale, dato lo stato delle cose, di un calo drastico dell’utenza negli anni. Mi chiedo come mai, con il Recovery Fund, non si sia pensato di prevedere degli investimenti per la nostra linea, visto che si parla tanto di mobilità sostenibile: puntare, invece, al servizio su gomma sarebbe deleterio per gli utenti e un controsenso ingiustificabile sulle politiche di sostenibilità ambientale. Ricordo bene le promesse fatte dall’assessora regionale De Berti e dall’amministratore di Sistemi Territoriali, che ci chiedevano di avere pazienza: secondo il loro piano industriale, infatti, sarebbero arrivati nuovi treni… Oggi invece veniamo a sapere che si pensa alla via più semplice per la Regione, a discapito dello sviluppo infrastrutturale di quella parte del Veneto che ha votato Zaia. Concludo chiedendomi se il consigliere regionale Dolfin si opporrà con forza e determinazione a questo scenario catastrofico, visto che è il nostro rappresentante del territorio che siede in maggioranza; mentre sono sicuro che i consiglieri Baldin e Montanariello faranno di tutto per fare cambiare idea alla Regione».

Chioggia News 24 – 06/03/2021

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