Dal Mise 100 milioni di euro per sostenere le imprese che investono nella mobilità sostenibile

4 Dicembre 2020

Sostenere gli investimenti delle imprese produttrici di beni e servizi nella filiera dei mezzi di trasporto pubblico su gomma e di sistemi intelligenti per il trasporto. Una direttiva del Ministro Stefano Patuanelli stanzia risorse pari a 100 milioni di euro in favore dei Contratti di Sviluppo per la mobilità sostenibile.

Saranno finanziati i programmi d’investimento, coerenti con il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, che puntano a sviluppare e produrre nuove architetture di autobus, nell’ottica della migrazione verso sistemi di alimentazione alternativa, dell’alleggerimento dei veicoli, della digitalizzazione dei veicoli e dei loro componenti.

Rientrano nel programma i progetti finalizzati a ottimizzare e produrre sistemi di trazione a minore impatto ambientale e quelli orientati a creare o ottimizzare filiere industriali per la produzione di componentistica per autoveicoli per il trasporto pubblico e lo sviluppo di nuove tecnologie It applicate al trasporto pubblico.

Trasporti Italia – 04/12/2020

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Flixbus aumenta le tratte per viaggiare nel mese di Dicembre

Flixbus ha annunciato un aumento delle linee nel mese di Dicembre per permettere a quanti dovranno spostarsi in prossimità delle feste natalizie di viaggiare in comodità e sicurezza. Saranno oltre 2.500 le destinazioni raggiungibili in 34 Paesi con 400.000 collegamenti giornalieri.
Per quanto riguarda i viaggi internazionali, sono state ampliate le connessioni dalle principali città Italiane verso Germania, Francia, Spagna e Croazia: ad esempio da Genova, Milano, Bologna, Verona, Bolzano e Trento per Monaco di Baviera; da Torino e Milano per Lione, Parigi e Marsiglia; da Torino, Milano e Genova per Barcellona; da Torino, Milano, Venezia e Trieste per Zagabria
La compagnia raccomanda ai passeggeri di informarsi prima del viaggio rispetto alle disposizioni governative locali, sia rispetto alla città di partenza che alla città di arrivo.

Per quanto riguarda le tratte nazionali, sono state incrementate le corse disponibili sulle principali tratte già servite dal network e aggiunte nuove connessioni in particolare verso il Sud (Puglia, Calabria e Sicilia).
In particolare saranno aumentati i collegamenti tra Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli.
Alcune novità invece riguardano le linee da Milano, Bologna e Roma a Siena; da Torino, Milano, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma e Catania a Crotone, Cosenza, Cariati, Sibari; da Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli a Bari e Lecce; da Torino, Milano, Roma, Napoli a Messina, Catania e Agrigento; da Roma a Giulianova, Ancona, Teramo e L’Aquila.

Il biglietto può essere acquistato online, tramite la FlixBus App, presso le biglietterie autorizzate o direttamente presso l’autista, che garantirà anche il check-in e posto a sedere. I servizi a bordo prevedono Wi-Fi gratuito sui bus per navigare sul web, guardare film, ascoltare musica o semplicemente rilassarsi. Ogni autobus, inoltre, è dotato di prese di corrente, fondamentali per un lungo viaggio.

Trasporti Italia – 04/12/2020

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Camion, inasprimento divieti Tirolo: europarlamentari chiedono un atto formale alla Commissione Ue

Gli europarlamentari italiani Borchia e Campomenosi (Lega) hanno presentato un’interrogazione alla Commissione Ue sulle ulteriori restrizioni previste dal Tirolo al valico del Brennero previste da un’ordinanza del del Governatore del Tirolo che inasprisce i divieti notturni.

“L’ordinanza pubblicata nella Gazzetta ufficiale del Tirolo N.81/2019 ha imposto severe limitazioni al traffico pesante attraverso il valico del Brennero, mettendo a rischio almeno 30 miliardi di euro all’anno di esportazioni con evidenti conseguenze negative anche in termini occupazionali”, si legge nell’interrogazione.

“La Commissione ha già criticato le restrizioni unilaterali adottate in precedenza e promosso tavoli informali per una risoluzione, senza ottenere tuttavia risultati tangibili.
La Commissione ritiene che l’inasprimento delle norme di divieto al transito in Tirolo costituisca una violazione del principio di libera concorrenza all’interno del mercato unico? Per quale motivo non ha ancora intrapreso alcun atto formale e come intende intervenire per risolvere il problema?”.

“Ringraziamo gli On. Borchia e Campomenosi per aver chiesto ufficialmente alla Commissione europea il perché non abbia assunto alcun atto formale nei confronti dell’Austria, recependo il grido d’allarme che avevamo lanciato negli scorsi giorni chiedendo al Governo Conte di intervenire con la stessa durezza”, ha commentato il presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani.

Trasporti Italia – 04/12/2020

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Porti: 660 mila euro a compagnie Venezia-Chioggia

L’Autorità di Sistema Portuale veneta ha decretato l’erogazione di 660.000 euro a favore delle compagnie portuali di Venezia e Serviport di Chioggia. “Siamo stati tra i primi in Italia ad adottare provvedimenti utili a fornire misure di sostegno al reddito dei lavoratori portuali duramente colpiti dagli effetti della crisi causata dalla contrazione dei volumi di traffico a livello internazionale” ricorda il Commissario Straordinario Pino Musolino.

“L’erogazione di 500.000 euro per la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia e di 160.000 euro per la Serviport di Chioggia si aggiunge ai fondi già stanziati nel mese di agosto, raggiungendo un valore complessivo di 890.000 euro. Un sostegno concreto che confido sarà utile per sostenere le imprese di lavoro portuale e per alleviare le difficoltà delle famiglie dei lavoratori coinvolti”. “Queste azioni – sottolinea Musolino – sono possibili anche perché l’Ente gode di ottima salute dal punto di vista finanziario, grazie a un triennio di spending review, riduzione dell’esposizione debitoria e investimenti oculati. A ulteriore conferma, ricordo che nella previsione di bilancio 2021 l’Autorità è riuscita ad accantonare risorse per ben 51 milioni di euro per la realizzazione di opere ed escavi fondamentali per il mantenimento della competitività futura degli scali lagunari”.

Ansa/Mare – 04/12/2020

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Costa Crociere annuncia la cancellazione delle crociere di Natale e Capodanno

La compagnia sottolinea l’ulteriore sacrificio economico per l’azienda e per l’intera industria

Costa Crociere ha annunciato la cancellazione delle crociere programmate per Natale e Capodanno avendo deciso di sospendere temporaneamente le proprie attività dal 20 dicembre al 6 gennaio prossimi secondo quanto previsto dalle ultime indicazioni del governo. La compagnia ha evidenziato che anche se «i protocolli sanitari adottati sinora hanno dimostrato la loro efficacia», «anche le crociere si uniscono ai sacrifici che gli Italiani sono chiamati a compiere». «Si tratta – ha specificato Costa – di una pausa temporanea che, ovviamente, e come riconosciuto dal governo stesso, non ha mai messo in discussione la solidità dei protocolli sanitari adottati in collaborazione con le autorità italiane e che costituiscono un modello unico nel panorama del settore turismo e a livello internazionale e che hanno dimostrato la loro piena efficacia negli ultimi quattro mesi di operatività in Italia».

Costa Crociere ha precisato inoltre che nel periodo delle feste garantirà comunque che le proprie navi ferme nei porti siano di supporto con iniziative che consentano di sostenere le necessità delle comunità in un periodo di crisi, con speciali programmi di donazione di cibo e derrate alimentari per regalare un po’ di felicità alle fasce più deboli, in collaborazione con le istituzioni locali.

Costa ha ricordato infine che lo stop delle crociere non colpisce solo la compagnia, ma l’intero ecosistema che dipende dalle crociere, come le agenzie di viaggio, i cantieri navali, i porti e le attività locali delle destinazioni visitate dalle navi che la società ha contribuito a riattivare nella seconda metà dell’anno. «La cancellazione delle crociere di Natale e Capodanno, che sono tra le più richieste dell’anno – ha puntualizzato la compagnia – rappresenta quindi un ulteriore sacrificio economico per Costa Crociere e per l’intera industria, in una fase già molto complessa per il comparto che contava sulle operazioni».

InforMare – 04/12/2020

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De Micheli: siamo impegnati a risolvere il tema della tassazione senza penalizzare il sistema della portualità italiana

Federagenti, Federlogistica e Assarmatori chiedono risposte e sollecitano iniziative

È tranquillizzante la reazione della ministra alle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, all’invito odierno della Commissione Europea di imporre alle Autorità di Sistema Portuale italiane di corrispondere all’erario tutte le tasse richieste alle imprese commerciali. Non lo è affatto, invece, quella di tre organizzazioni che rappresentano gli operatori italiani della logistica e dei trasporti marittimi.

«Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha assicurato De Micheli – ha avviato un confronto con la Commissione Europea sul tema della tassazione dei porti, un dialogo costruttivo per la definizione di una soluzione adeguata. Siamo impegnati – ha precisato la ministra – a risolvere il tema della tassazione senza penalizzare il sistema della portualità italiana e chiedendo tutta la flessibilità necessaria per valorizzare al massimo le attività con una valenza pubblica svolte dai porti. A breve arriveremo a una proposta da formalizzare alle autorità europee in accordo con tutti gli attori del settore».

Non è chiaro quando questa interlocuzione con la Commissione UE sia stata avviata, dato che da molto tempo Bruxelles ha reso nota l’intenzione di imporre alle autorità italiane di revocare l’esenzione dal pagamento dell’imposta sul reddito delle società concessa alle autorità portuali nazionali. Certo è che se è iniziata tempo fa, evidentemente non ha sortito i risultati sperati.

Assai meno tranquillizzante, per chi ritiene che l’odierna decisione di Bruxelles sia sbagliata, la rassicurazione di De Micheli sulla centralità della portualità per l’economia italiana e sulle risorse economiche ad essa destinata. Tradotto dal politichese, uno potrebbe ad esempio arguire che la sottolineatura sia intesa a tranquillizzare i porti sul fatto che, se gravati da questa inattesa tassazione, riceveranno fondi che li porranno comunque in grado di svilupparsi e competere. Oppure se ne potrebbe dedurre che tali risorse sono a compensazione della partita persa dal governo. «L’economia del mare e la piena valorizzazione dei nostri scali marittimi – ha infatti chiosato la ministra De Micheli – è uno dei capisaldi strategici del piano infrastrutturale “Italia Veloce” per il rilancio del nostro Paese. Abbiamo già stanziato importanti finanziamenti per sostenere i porti nella crisi causata dalla pandemia e una quota rilevante di risorse del Recovery Fund verrà destinata al sistema portuale per far compiere un salto di qualità, nella direzione della competitività e dell’ammodernamento infrastrutturale».

Assai più preoccupate le reazioni di chi, come operatore, è utente dei porti o lavora con gli scali portuali. «Si tratta – ha commentato il presidente della federazione degli agenti marittimi italiani Federagenti, Gian Enzo Duci, che è anche vicepresidente di Conftrasporto – di un intervento che temevamo e su cui avevamo già espresso il timore che l’Unione potesse usare “occhiali nordeuropei” per leggere il sistema portuale italiano». «Ora – ha proseguito Duci – è indispensabile che il governo chiarisca e perimetri in maniera accurata quali sono le attività gestite dalle AdSP che dovranno essere qualificate come imponibili indicando i ricavi ed i costi da prendere in considerazione». Un suggerimento che prospetta una nuova stagione di conflittualità con la Commissione Europea, dato che questa ha più volte chiarito quali sono le questioni centrali, a partire dalla riscossione dei canoni di concessione.

Il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, ha chiesto «che la risposta del governo italiano sia ferma e immediata. Imporre sulle autorità portuali forme di tassazione analoghe a quelle delle società private senza entrare nel dettaglio delle attività regolate – ha sottolineato – significherebbe distruggere l’intero sistema sul quale si regge la portualità italiana. Il rischio è quello di imporre extracosti che si ripercuoterebbero sull’efficienza del sistema e anche sulle società concessionarie».

«Un conto – ha commentato il presidente di Assarmatori, Stefano Messina – è adempiere a un obbligo di armonizzazione europea, che non crediamo possa discutersi, un altro è creare un ostacolo alla già difficile attività delle nostre Autorità di Sistema Portuale. Dobbiamo evitare che la cura uccida il paziente. Lo si potrà fare soltanto tenendo conto della natura di questi enti e degli obiettivi che la legge affida loro definendo regole certe e univoche a partire dall’armonizzazione dei canoni concessori e delle condizioni per il rilascio di concessioni e autorizzazioni in ambito portuale».

I presidenti di Federagenti, Federlogistica e Assarmatori hanno annunciato che nelle prossime ore faranno pervenire al governo un dossier dettagliato con il quale – hanno spiegato Duci, Merlo e Messina – quantomeno tentare di contrastare il rischio che «l’assurda imposizione europea che costringe uno Stato a pagare tasse a sé stesso possa incidere sui canoni pagati dai concessionari e quindi sui costi per gli utilizzatori dei porti italiani. Concessionari che anzi attendono ancora le riduzioni promesse dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid. Come dire: un altro favore – hanno lamentato Duci, Merlo e Messina – fatto ai porti del Nord Europa».

InforMare – 04/12/2020

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A Porto Marghera Eni punta tutto su rifiuti, idrogeno e biocarburanti

3 Dicembre 2020

La “svolta verde” è stata confermata nei giorni scorsi dai vertici di Eni nell’incontro avuto con i sindacati dei chimici veneziani di Cgil, Cisl, Uil. Nell’incontro Eni ha ufficializzato l’investimento di 80 milioni di euro per la costruzione a Porto Marghera, attraverso la controllata Eni Rewind e un accordo sottoscritto con Veritas soa, di un nuovo impianto di “ Waste to Fuel (Wtf)

di Gianni Favarato

Petrolio e cloro che per anni hanno creato migliaia di posti di lavoro ma hanno anche contaminato l’ecosistema lagunare e del territorio che lo circonda, lasciano al posto ad un piano che ha per capofila Eni per sviluppare a Porto Marghera il nuovo e promettente business delle energie rinnovabili e del riutilizzo dei rifiuti per produrre idrogeno, biocarburanti ed oli lubrificanti vegetali.

Fino a un decennio le fabbriche di Porto Marghera erano specializzate nella lavorazione del petrolio e dei sui derivati. Tutte produzioni molto inquinanti sia per i lavoratori che per la popolazione e l’ambiente lagunare. Oggi le cose stanno cambiando, il petrolio non arriva più in laguna, la chimica di base è stata ridotta al lumicino ed Eni, con le sue società controllate e un serie di accordi con altre società come la multiutility Veritas spa, si propone ora come il fulcro di una riconversione “grenn” del polo portuale e industriale veneziano, che in sintonia con la cosiddetta “economia circolare” basata sul ricondizionamento e riciclo dei rifiuti e dei prodotti di scarto.

La “svolta verde” è stata confermata nei giorni scorsi dai vertici di Eni nell’incontro avuto con i sindacati dei chimici veneziani di Cgil, Cisl, Uil. Nell’incontro Eni ha ufficializzato l’investimento di 80 milioni di euro per la costruzione a Porto Marghera, attraverso la controllata Eni Rewind e un accordo sottoscritto con Veritas soa, di un nuovo impianto di “ Waste to Fuel (Wtf) che produrrà biocarburanti, bio olio (a basso tenore di zolfo per le navi che transitano in laguna) e idrogeno utilizzando la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu).

Il tutto utilizzando come materia prima il cosiddetto “umido” costituito dagli scarti di cucina. L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo e può diventare una fonte di energia pulita e versatile che, potenzialmente, potrebbe diventare la valida alternativa ai combustibili fossili e, già oggi, è molto utilizzato in svariati cicli produttivi.

Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, elencando alla Regione Veneto le priorità, ha indicato lo sviluppo di un polo per la produzione di idrogeno a Porto Marghera, già “area di crisi industriale complessa” e presto anche Zona Logistica Speciale.

Oltretutto, confindustria di Venezia è socio di maggioranza del consorzio “Hydrogen park” ed Eni sta completando la riconversione della raffineria con la produzione di idrogeno per la produzione di biodiesl +.

Fino a quindi anni fa, Eni aveva a disposizione una grande quantità di idrogeno, come prodotto di scarto del ciclo del cloro per la produzione del cvm. Tanto che Enel costruì, nel 2012, una costosa centrale elettrica pilota ad idrogeno, unica al mondo, che due anni dopo, però chiuse. Del resto le produzioni del ciclo del cloro di Porto Marghera sono state chiuse e l’idrogeno – che può essere prodotto in modo totalmente pulito estraendolo dall’acqua con l’elettrolisi (energia solare), oppure ricavato, in modo molto meno pulito, da metano e petrolio – tornerà a essere prodotto con tecnologie innovative dal riutilizzo dei rifiuti urbani e industriali.

La bioraffineria veneziana di Eni è la prima ad avere bisogno di idrogeno e nell’incontro dei giorni scorsi con i sindacati – come da loro stesso riferito con un comunicato unitario – ha prospettato tre diverse tecnologie, tra le quali ci sono la realizzazione di un impianto chiamato “ Plasmix “ che ricava idrogeno dalla lavorazione delle plastiche dure derivanti dalla raccolta differenziata dgli scarti finali del trattamento dei rifiuti (sovalli) costruzione di un impianto denominato “steam reforming “ che produce Idrogeno dalla distillazione del metano».

Nordest Economia  – 03/12/2020

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Trasporto pubblico: in arrivo 1,150 miliardi ai Comuni per rinnovare il parco autobus

Risorse per complessivi 1,150 miliardi di euro a favore di tutti i comuni sopra i 100 mila abitanti per rinnovare il parco autobus del trasporto pubblico. 
La Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera al decreto interministeriale proposto dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.
Il 35% delle risorse, da ripartite dal 2019 al 2033, sarà garantito ai comuni localizzati nel mezzogiorno.

Si tratta del completamento dell’attuazione del Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile che finanzia Regioni e Comuni per l’acquisizione di nuovi bus per migliorare la qualità del servizio per i cittadini e promuovere la mobilità green. 
Risorse che, insieme ai 2,978 miliardi già stanziati per l’acquisto di nuovi bus ad alimentazione alternativa alle Regioni e ai Comuni particolarmente inquinati in termini di qualità dell’aria e di superamento dei limiti delle emissioni, consentiranno di innovare i parchi mezzi e di promuovere il miglioramento della qualità dell’aria in città, ma soprattutto, in questa situazione di crisi economica finanziaria conseguente all’epidemia in corso, di dare una iniezione significativa di risorse ai territori per sostenere le aziende del Tpl locali e per rilanciare la filiera industriale di produzione degli autobus.

“Si tratta di importanti premesse finanziarie per addivenire quanto prima alla riforma complessiva e condivisa del Tpl. Un passaggio ormai non più rimandabile, se solo pensiamo che l’ultima riforma del settore risale al 1997”, commenta la ministra Paola De Micheli.

Dal dicembre 2019 ad oggi la Ministra De Michele ha ripartito oltre 4 miliardi di euro per il rinnovo del parco autobus del trasporto pubblico locale, stanziati in bilancio sin dal 2017-2018, dando grande concretezza al miglioramento dei servizi e alla qualità dell’aria delle città. Nella stessa prospettiva il programma sarà potenziato in modo consistente nell’ambito del Recovery Plan.

Trasporti Italia – 03/12/2020

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Webuild, al via in anticipo i lavori sulla linea Alta Velocità Verona-Padova

2 Dicembre 2020

L’ultimazione dei lavori, il cui contratto è stato firmato lo scorso agosto, è prevista entro il 2026. La prima attività consiste nella bonifica da ordigni esplosivi sui terreni dove verrà eseguita la galleria artificiale nel comune di San Martino Buonalbergo, che permetterà alla nuova linea ferroviaria di sottopassare l’autostrada A4

Partiti in anticipo sul cronoprogramma i lavori della linea ad alta velocità e alta capacità (Av/Ac) Verona-Padova nella tratta Verona – Bivio di Vicenza. L’opera, realizzata dal consorzio Iricav Due – costituito per circa l’83% dal gruppo Webuild e per il 17% da Hitachi Rail – ha un valore di circa 2,5 miliardi di euro, nell’ambito di un investimento complessivo da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs italiane) di oltre 2,7 miliardi.

Il tracciato del primo lotto, che attraverserà 13 Comuni, avrà una lunghezza di 44,2 chilometri e quadruplicherà la linea esistente, aumentando la qualità dell’offerta ferroviaria e la sua integrazione con la rete europea, riducendo l’impatto ambientale e l’incidentalità associata alla mobilità stradale.

L’ultimazione dei lavori, il cui contratto è stato firmato lo scorso agosto, è prevista entro il 2026. La prima attività consiste nella bonifica da ordigni esplosivi sui terreni dove verrà eseguita la galleria artificiale nel comune di San Martino Buonalbergo, che permetterà alla nuova linea ferroviaria di sottopassare l’autostrada A4 in prossimità dello svincolo di Verona Est. Dal dicembre il consorzio avvierà anche le attività di selezione degli operatori economici per l’affidamento dei lavori relativi al primo lotto.

Nordest Economia  – 02/12/2020

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Ad ottobre il traffico delle merci nel porto di Ravenna è diminuito del -16,7%

Nei primi dieci mesi del 2020 il calo è stato del -16,1%

Lo scorso mese il traffico delle merci nel porto di Ravenna è diminuito del -16,7% scendendo a 2,13 milioni di tonnellate rispetto a 2,56 milioni nell’ottobre 2019. I carichi allo sbarco sono ammontati a 1,75 milioni di tonnellate (-20,9%) e quelli all’imbarco a 383mila tonnellate (+9,5%). Nel settore delle merci varie sono state movimentate complessivamente 417mila tonnellate di merci convenzionali (-17,6%)), 194mila tonnellate di rotabili (+21,6%) e 166mila tonnellate di merci in container (-8,3%). Le rinfuse secche hanno totalizzato 972mila tonnellate (-19,8%). Nel segmento delle rinfuse liquide sono stati movimentate 217mila tonnellate di prodotti petroliferi (-8,5%) e 165mila tonnellate di altri carichi (-37,3%).

Nei primi dieci mesi del 2020 il porto ravennate ha movimentato complessivamente 18,53 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del -16,1% sul periodo gennaio-ottobre dello scorso anno, di cui 15,42 milioni allo sbarco (-18,3%) e 3,11 milioni all’imbarco (-3,0%). In calo i volumi movimentati in tutti i comparti merceologici a partire da quello delle merci varie con 4,20 milioni di tonnellate di merci convenzionali movimentate (-22,5%), 1,79 milioni di tonnellate di merci containerizzate (-12,0%) realizzate con una movimentazione di contenitori pari a 162mila teu (-11,8%) e 1,27 milioni di tonnellate di rotabili (-7,0%). Le rinfuse solide si sono attestate a 7,82 milioni di tonnellate (-16,2%). I prodotti petroliferi sono stati pari a 1,90 milioni di tonnellate (-13,1%) e le altre rinfuse liquide a 1,55 milioni di tonnellate (-10,7%).

InforMare – 02/12/2020

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