Stabilità: Zilli-Roberti, sviluppo infrastrutture per rilancio Fvg

10 Dicembre 2020

“Nel prossimo triennio il nostro obiettivo è quello di spingere con convinzione sul sistema delle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia. Con investimenti pubblici importanti vogliamo dare un forte segnale di crescita, rispetto alla grave situazione che stiamo vivendo, e sostenere il comparto produttivo ed economico oggi in difficoltà”.

Lo ha affermato l’assessore alle Finanze Barbara Zilli che, insieme all’assessore agli Enti locali, Pierpaolo Roberti, ha preso parte questa mattina alla seduta in videoconferenza del Consiglio delle Autonomie locali, convocata per raccogliere eventuali osservazioni sulla Legge di Stabilità e sulla Collegata che a breve sarà discussa in Consiglio regionale.

“Vogliamo far ripartire la nostra Regione ricorrendo anche all’indebitamento pubblico utilizzando gli strumenti messi a disposizione da Cassa depositi e prestiti e dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) – ha spiegato Zilli -. La nostra economia deve tornare a crescere per ridare fiducia agli imprenditori, alle famiglie e all’intero sistema degli enti locali”.

“Nonostante la crisi sanitaria ed economica causata dalla diffusione del Covid-19, siamo comunque riusciti ad assicurare a tutte le Direzioni della Regione il budget iniziale 2020. Abbiamo potuto centrare questo importante risultato razionalizzando la spesa e grazie all’accordo sottoscritto a novembre con lo Stato. Il Governo – ha specificato l’assessore alle Finanze – si è impegnato formalmente a garantire a tutte le Regioni l’equilibrio di bilancio anche se, nel 2021, queste dovessero registrare minori entrate per gli effetti del Coronavirus”.

“Per riuscire in questo intento, oltre a puntare sui grandi finanziamenti strategici – ha precisato Zilli – è nostra intenzione favorire il maggior numero possibile di opere immediatamente cantierabili”.

“Al di là delle ulteriori manovre che potremo mettere in campo, rimane ovviamente inalterata la previsione di spesa per quanto riguarda le concertazioni – sottolinea Pierpaolo Roberti -. L’obiettivo è di far partire già a gennaio il confronto con il sistema delle autonomie locali per avere quanto prima un elenco delle opere da realizzare in tempi rapidi”.

Entrando nel dettaglio dei provvedimenti approvati ieri sera dalla Giunta, Roberti ha confermato anche lo stanziamento di 11 milioni di euro per le piccole manutenzioni.

“Da numerosi Comuni, inoltre, era pervenuta la richiesta di prorogare il rinnovo degli organi di revisione degli Enti locali. Una ipotesi che aveva trovato la netta contrarietà da parte dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Dato che in questo momento per i Comuni è complicato svolgere le sedute di Consiglio in presenza, garantendo a tutti la votazione a scrutinio segreto, nella Legge Collegata – spiega Roberti – abbiamo stabilito una proroga per sei mesi di tutti quanti i collegi. Nel frattempo sarà istituito un tavolo tra Enti locali, Anci, Regione e Ordine per capire quali possano essere i migliori correttivi all’attuale norma”.

“Abbiamo poi introdotto una sanzione importante concordata con il Mef. Si tratta di un provvedimento che sarà applicato in tutta Italia riguardante il Fondo di 3,5 miliardi di euro per le spese sostenute dagli Enti locali causa Covid. La richiesta – sottolinea l’assessore alle Autonomie locali – è quella di introdurre una sanzione che comporta, nel caso di non rispetto degli obblighi di rendicontazione, un taglio sui trasferimenti. Questa sanzione – pesantissima e mai applicata prima – è necessaria perché, solo nel caso in cui tutte le certificazioni fossero inviate in tempo, avremo la possibilità di poter usare nel 2021 le risorse stanziate nel 2020 ma che, per colpa dell’epidemia, non si sono potute utilizzare”.

“Si è deciso poi di consentire che le risorse assegnate nel 2019 per la videosorveglianza interna alle strutture per i servizi educativi per l’infanzia, per le scuole dell’infanzia e per anziani e disabili possano essere utilizzate per installare esternamente i dispositivi necessari alla tutela di quegli stessi edifici. Una decisione – ha aggiunto Roberti – dettata da un quadro normativo nazionale ancora non ben definito e dagli ultimi pronunciamenti del Garante per la protezione dei dati personali, contrario all’installazione di queste videocamere in assenza di una precisa legge nazionale”.

“In Stabilità, con 150mila euro, si è scelto poi di sostenere i Comuni che necessitano di risorse per effettuare interventi di pulizia e cura del proprio territorio. Nella zona boschiva lungo la fascia confinaria dei Comuni di Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico e Trieste – afferma l’assessore in conclusione – continua a manifestarsi infatti il fenomeno dell’abbandono di vestiario e di effetti personali da parte dei migranti in transito lungo la rotta balcanica”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 10/12/2020

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Infrastrutture: Pizzimenti, dialogo costante con territorio per il Tpl

L’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti, è intervenuto in Consiglio regionale per evidenziare che il servizio del trasporto pubblico locale è tema di costante interlocuzione con tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia. Dialogo che non si è interrotto neppure in questo periodo di emergenza causata dalla pandemia.

Pizzimenti ha comunicato inoltre che il nuovo affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale alla società Tpl Fvg Scarl non ha portato a un risparmio nella percorrenza chilometrica delle linee ferroviarie. Tuttavia ha consentito di poter disporre di un progetto di incremento dei servizi resi prima della gara di appalto, da attuare rispetto a un’offerta di chilometri aggiuntivi formulata dal nuovo gestore.

Sulla base di tale previsione, ha aggiunto Pizzimenti, sottoscritto il nuovo contratto di servizio in data 15 novembre 2019, la Regione si è attivata tempestivamente, organizzando 14 incontri, suddivisi per ambito territoriale, ai quali sono stati invitati i rappresentanti di tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia.

Nel corso di queste riunioni, tenutesi tra dicembre e febbraio 2020 – ha specificato l’assessore – sono stati illustrati gli esiti della gara e le relative significative ricadute sul territorio; tra queste, l’articolazione dei nuovi servizi di trasporto pubblico locale presenti nella proposta progettuale formulata dalla società Tpl Fvg Scarl, al fine di condividerne i contenuti sul territorio.

Tali incontri, ha ricordato l’assessore, sono stata l’occasione per raccogliere ulteriori proposte migliorative dei servizi, complessivamente 71, da parte degli enti locali intervenuti. Indicazioni che poi sono state trasmesse a Tpl Fvg per una valutazione sulle modalità e tempistiche di attuazione degli interventi.

Come ha evidenziato Pizzimenti, il periodo di emergenza protrattosi da marzo a tutt’oggi, che sta incidendo in modo significativo anche sulle attività relative al Tpl perchè causa la necessità di riprogrammare i servizi e prevedere azioni a tutela dei viaggiatori, ha segnato anche l’iter dell’analisi di tali proposte. Tuttavia – ha concluso l’assessore regionale – non ha modificato né gli obiettivi, né la continuità dell’azione perseguita attraverso l’interlocuzione con i Comuni.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 10/12/2020

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Nuove opere: Fedriga, 300mln di investimenti sul triennio

“La Giunta regionale ha predisposto in sede di bilancio un piano triennale da 300 milioni per la realizzazione di opere pubbliche: uno dei più ingenti investimenti dal post terremoto ad oggi, nella convinzione che, in un momento così difficile, sia necessario avere coraggio e puntare con decisione sullo sviluppo del Friuli Venezia Giulia”.

Lo rende noto il governatore Massimiliano Fedriga.

“Si tratta di sei grandi opere – illustra Fedriga – che interessano il Porto Vecchio a Trieste, il Ponte sul Meduna a Pordenone, il quartiere di Sant’Osvaldo a Udine, il mercato all’ingrosso e il palazzetto dello sport a Gorizia e, infine, il piano integrato di sviluppo turistico-sostenibile dell’area litorale e carsica a Monfalcone. A queste si aggiungono inoltre importanti investimenti sul turismo e ulteriori opere pubbliche a beneficio della comunità regionale.”

“Una vera e propria svolta – conclude Fedriga – per un Friuli Venezia Giulia che vuole guardare al futuro con rinnovato ottimismo.”

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 10/12/2020

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Motus-E: novembre da record per auto elettriche e ibride plug-in

9 Dicembre 2020

Novembre è stato un mese da record per le auto elettrificate.
Tra auto a batteria e ibride plug-in, sono state 9.722 le unità immatricolate lo scorso mese, contro le 2.892 di ottobre.
Lo ha reso noto Motus-E, l’associazione per lo sviluppo della mobilità sostenibile, che ha recentemente presentato il suo ultimo report.

Quello delle elettriche, è il dato più emblematico del 2020, considerando anche che si inserisce in un contesto generale di crisi del mercato.
Il comparto delle auto più sostenibili raggiunge così un sorprendente 7% di quota di mercato nel mese di novembre e un 3,66% sul consolidato annuo (contro gli 0,87% del consolidato allo stesso mese nel 2019).

Nel dettaglio, le auto elettriche con batteria da sole arrivano al 2% sul consolidato, costituendo ancora il 55% del mercato delle auto sotto i 60 gCO2/km, ma ciò che si impone all’attenzione è il sorpasso delle ibride plug-in che a novembre 2020 crescono del 274% rispetto allo stesso mese del 2019, contro un’impennata del 156% delle auto a batteria.
In proiezione sul fine anno, secondo Motus-E, si raggiungeranno numeri importanti per entrambe le tipologie, con le auto a batteria elettrica che si avvicinano, se a dicembre confermeremo il trend di novembre, a triplicare l’immatricolato 2019 e a superare l’asticella delle 30.000 unità.

“I numeri delle immatricolazioni auto di novembre 2020 rafforzano la convinzione che la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta e che bisogna lavorare per sostenere una domanda che esiste, è reale e in netta e costante crescita – dichiarano i vertici di Motus-E – C’è comunque tanto da lavorare, tutti insieme, per realizzare in Italia una rete di ricarica degna di un paese importante e offrire servizi diversificati e di qualità agli utenti, e c’è da sostenere ancora per qualche anno un mercato che presto camminerà sulle proprie gambe”.

Trasporti Italia – 09/12/2020

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Shop&Charge: il nuovo progetto per ricaricare l’auto durante lo shopping

Da marzo 2021 sarà possibile ricaricare la propria vettura elettrica mentre si fa la spesa.
Una bella idea per ottimizzare i tempi e per dare un nuovo impulso alla green mobility, nata dalla sinergia tra Fca, Carrefour Italia e Be Charge, che si è tradotta nel progetto Shop & Charge, presentato oggi durante una conferenza stampa virtuale.

L’iniziativa dei tre protagonisti, che condividono un comune obiettivo di sostenibilità, prevede l’installazione di 250 colonnine di ricarica Be Charge in 135 punti vendita Carrefour selezionati sul territorio nazionale e un programma di vantaggi per l’acquisto di prodotti biologici a marchio Carrefour.
A partire da marzo dell’anno prossimo, gli automobilisti potranno ricaricare la propria auto nel parcheggio del supermercato che sarà dotato di colonnine quick e fast, in grado di permettere una ricarica in solo mezz’ora: giusto il tempo per lo shipping.
Il progetto parte con la prima full electric di Fca, la Nuova Fiat 500 per l’appunto, e potrà essere esteso ad altri modelli elettrici ed elettrificati del Gruppo oltre che a nuovi punti vendita e a ulteriori Paesi europei.

“È importante che il pubblico capisca – ha spiegato Roberto Di Stefano, Head of e-Mobility per FCA Region EMEA – che si tratta solo dell’inizio del lungo viaggio di elettrificazione di FCA, un primo passo verso una modalità di vivere la mobilità elettrica all’insegna della semplificazione della vita, per farla diventare una pratica normale, quotidiana. La direzione e-Mobility in collaborazione con i marchi di FCA sta lavorando su questa e numerose altre iniziative, sempre con l’obiettivo di offrire ai nostri clienti una gamma di prodotti e servizi integrati e completi che permettano di orientarsi nel viaggio verso il futuro. Futuro che, per certi versi, è già presente”.

Trasporti Italia – 09/12/2020

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Un muro contro muro con l’UE sulla tassazione dei porti non sembra producente per l’Italia

7 Dicembre 2020

Utile un confronto con i funzionari della Commissione Europea per scindere le attività di pura natura pubblicistica da quelle economiche

di Bruno Bellio

Fra quelli che in Italia si sono chiesti perché la Commissione Europea abbia ripetutamente invitato a modificare il regime di tassazione delle Autorità di Sistema Portuale italiane abrogando l’esenzione dall’imposta sul reddito delle società di cui attualmente beneficiano, la quasi totalità ha desunto che a Bruxelles non abbiano capito com’è il sistema italiano di regolazione dei porti e, banalmente, che in sede europea non si comprenda, o non si voglia comprendere, che le AdSP italiane non sono imprese ma enti pubblici non economici.

Ora che la Commissione UE ha ultimativamente chiesto all’Italia di variare queste norme, ci sembra che sia una domanda oziosa chiedersi se a Bruxelles di portualità italiana non ne capiscano nulla o piuttosto facciano orecchie da mercante. Una domanda veramente inutile sia se rivolta da quelli che ritengono che il governo italiano in passato abbia fatto poco per difendere le proprie tesi presso la Commissione Europea sia da quelli che reputano che a Bruxelles non ci sia – in buona o mala fede – nessuno in grado di comprendere il perché delle norme italiane sulla portualità.

Oltre che interrogarsi sulle proprie ragioni, nell’ottica di trovare una soluzione sarebbe forse il caso di chiedersi perché la Commissione Europea si ostina a chiedere all’Italia quello che quest’ultima si rifiuta di concedere.

Precipuo compito della Commissione è quello di proporre nuove leggi e di contribuire a definire la strategia dell’Unione Europea. Si può considerare quest’ultima come un’organizzazione delle Nazioni Unite d’Europa e credere che la Commissione sia uno degli organi che contribuiscono al mantenimento delle “buone relazioni” sociali ed economiche tra le nazioni europee. Non è così. L’UE non è l’Onu. L’Unione Europea ha sì con le Nazioni Unite alcuni importanti obiettivi comuni. Ma ne ha di assai differenti e più concreti, a partire dal compito di stabilire un’unione economica e monetaria. Basterebbe questo a far comprendere perché la Commissione Europea cerca incessantemente di armonizzare le norme che regolano le attività economiche degli Stati dell’Unione, e quindi perché cerca di farlo anche rispetto alla portualità.

I sistemi di governance dei porti europei nordeuropei e mediterranei sono assai differenti. Di integrale gestione imprenditoriale si può parlare solo dei porti del Regno Unito, dove le aziende non solo gestiscono in toto le attività portuali, ma sono anche proprietarie delle aree portuali. Si può comunque schematicamente parlare di natura prettamente pubblicistica delle autorità portuali degli Stati dell’UE sul Mediterraneo, in particolare dell’Italia con le sue AdSP che sono appunto enti pubblici non economici, e invece di natura privatistica delle autorità portuali degli Stati nordeuropei in quanto assimilabili a società per azioni anche se partecipate generalmente da enti pubblici locali e statali.

È ovvio che, svolgendo il suo compito di armonizzazione delle differenti norme in materia portuale, la Commissione UE debba imporre regole che evitino la possibilità di distorsioni del mercato, in particolare attuate con la concessione di aiuti di Stato in violazione delle specifiche normative europee. Sotto questo aspetto, al di là delle ampie “zone grigie” che caratterizzano entrambi i sistemi, appare più agevole accertare queste infrazioni nell’ambito del regime di governance portuale nordeuropeo piuttosto che in quello sudeuropeo. Le autorità portuali nordeuropee sono ben consce della preferenza dell’UE per il loro sistema di governance ritenuto più “trasparente”.

Arrancando, negli ultimi anni le autorità portuali sudeuropee non hanno fatto altro che sollecitare ripetutamente la Commissione Europea a prendere atto della validità del loro regime di governance, ma non hanno cercato di imporlo come riferimento per la legislazione europea sui porti. Forse ritenevano di rivolgersi alle Nazioni Unite d’Europa invece che all’Unione Europea, o forse sapevano di non avere alcuna possibilità di successo. Fatto sta che, oggi come oggi, pare impensabile che la Commissione Europea possa cambiare parere rispetto alla propria convinzione della natura imprenditoriale della gestione delle aree portuali affidate dalle autorità portuali.

Per l’Unione Europea, come ribadito dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia dell’UE, i profitti prodotti dai porti devono essere tassati, quale che sia la forma giuridica dell’operatore sotto cui ricadono queste attività economiche (tra queste lo sfruttamento commerciale delle infrastrutture portuali attraverso un rapporto contrattuale sinallagmatico).

Da tempo diverse nazioni dell’UE hanno preso atto di questo orientamento e, in ultimo la Spagna, hanno deciso di adeguare le proprie leggi senza snaturare il loro regime di governance. Sinora, invece, l’Italia non ha neppure preso in considerazione l’ipotesi di cedere di un passo, come se non si possa salvaguardare la natura pubblicistica della missione delle Autorità di Sistema Portuale pur introducendo modifiche al sistema di governance, come ad esempio ha fatto la Spagna attraverso l’individuazione – in contraddittorio con i funzionari della Commissione Europea – di quelle attività di pura natura pubblicistica svolte dagli enti, e quindi escluse dalle regole europee sugli aiuti di Stato, scindendole da quelle che sono da considerarsi attività economiche.

Forse sarebbe ora che il governo di Roma valuti questa strada. Il muro contro muro non sembra produttivo per l’Italia, che è rimasta l’ultima nazione dell’UE in cui si ritiene che o si è “pubblici” sino al midollo oppure si è “privati” con la conseguente deduzione – sbagliata – che i porti perdano la possibilità di ottenere il sostegno dello Stato.

In conclusione, invece che accanirsi in uno scontro ideologico, è forse più proficuo per l’Italia negoziare un adeguamento della propria legislazione portuale, anche a vantaggio di un’Unione Europea che non sia quella auspicata dagli europeisti della domenica o dai sovranisti che cercano di smantellarla.

InforMare – 07/12/2020

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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, ci opporremo con determinazione alla trasformazione delle nostre AdSP in Spa

Per scongiurare la tassazione delle Autorità Portuali – hanno sottolineato – se fosse necessario si deve ricorrere alla Corte di Giustizia dell’UE

La conferma giunta dalla Commissione Europea che le esenzioni fiscali concesse alle Autorità di Sistema Portuale italiane sono incompatibili con le norme sugli aiuti di Stato dell’UE ha suscitato la preoccupazione dei sindacati, che temono per la tenuta del sistema portuale nazionale, in considerazione – hanno spiegato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti – della «sua evidente strategicità nazionale oltre al conseguente stravolgimento della legge 84/94 che ne regola il contesto».

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti hanno sottolineato la necessità di «individuare una soluzione, volta a salvaguardare l’attuale sistema e, se fosse necessario – hanno precisato – si deve ricorrere alla Corte di Giustizia dell’UE perché il nostro sistema è sano e trasparente, non si configura alcuna concorrenza sleale e merita il giusto e dovuto rispetto».

«È evidente – hanno rilevato inoltre i tre sindacati – che non c’è stato da parte della politica un sufficiente impegno nel difendere le sostanziali differenze tra i nostri porti e quelli degli altri paesi UE, mettendo in forte discussione la natura giuridica del nostro sistema di governance nonché la tenuta degli investimenti in una infrastruttura di interesse pubblico».

Secondo Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, «è assolutamente sbagliato ed improponibile paragonare le nostre Autorità di Sistema Portuale, enti pubblici non economici, a qualunque altra impresa e conseguentemente sostenere che i canoni si configurano come utili e quindi da tassare. Il ruolo delle AdSP, svolto per conto dello Stato, è assolutamente rivolto al funzionamento dell’ente pubblico e allo svolgimento delle sue funzioni pubblicistiche che non perseguono fini di lucro e non operano sul mercato in regime di concorrenza ma svolgono funzioni di affidamento e controllo delle attività finalizzate alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale con precisi compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali. La differenza tra le nostre AdSP e quella dei paesi sui quali è già intervenuta la UE, Belgio, Francia, Olanda e Spagna – hanno evidenziato i sindacati – è sostanziale, lì c’è la gestione diretta delle aree portuali e nel contempo sono loro stessi prestatori di servizi portuali a pagamento oltre a negoziare direttamente il corrispettivo».

«Scongiuriamo fortemente e ci opporremo con determinazione – hanno concluso Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – alla trasformazione delle nostre AdSP in Spa che devono restare pubbliche a difesa dell’interesse generale affinché i nostri porti possano davvero continuare ad essere asset strategico per il Paese e la stessa Europa».

InforMare – 07/12/2020

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A22, l’Aiscat: l’esproprio illegittimo mina fiducia investitori

4 Dicembre 2020

Lo afferma l’associazione delle società concessionarie in una nota in merito alla norma che autorizza i soci pubblici della Autobrennero a esercitare il diritto di riscatto delle azioni detenute dai privati

«Una estromissione forzata di alcuni soci in mancanza di apposite previsioni statutarie al riguardo (e lo statuto della Autobrennero, lo ricordiamo, non ne contiene) si pone in aperto contrasto rispetto alle basilari norme di diritto societario nonché al principio, costituzionalmente garantito, di libertà di iniziativa economica risultando pertanto estremamente discutibile dal punto di vista giuridico».

Lo afferma l’Aiscat in una nota in merito alla norma che autorizza i soci pubblici della Autobrennero a esercitare il diritto di riscatto delle azioni detenute dai privati. «Non solo: una simile azione – sottolinea l’Aiscat – avrebbe inoltre la conseguenza di minare ulteriormente la già non elevata fiducia degli investitori stranieri verso il panorama aziendale italiano, in quanto costituirebbe un importante precedente di intromissione abusiva da parte dello Stato nel campo dell’iniziativa economica privata».

«Al limite si potrebbe anche stabilire che la società debba diventare interamente pubblica, ma andrebbe fatto con le debite tempistiche e modalità, non mediante una mera imposizione ed omettendo oltretutto il legittimo riconoscimento dei propri diritti a soggetti privati che sinora hanno investito i loro capitali nell’azienda», osserva l’Aiscat. «Agire diversamente – afferma – rappresenta una virata verso il peggiore statalismo, un esproprio illegittimo ed ingiustificato, contrario a qualunque principio di libero mercato ed iniziativa economica».

Nordest Economia  – 04/12/2020

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L’annuncio di Ryanair: base a Treviso, 18 nuove rotte e 200 milioni di dollari di investimento

La compagnia aerea numero 1 in Italia, ha lanciato il 4 dicembre la sua nuova base allo scalo Canova, aprirà il 30 marzo 2021, con 2 aeromobili basati e 45 rotte che collegheranno Treviso sia a livello nazionale che internazionale con oltre 20 Paesi in tutta Europa.

Il Canova riprenderà il volo. Ryanair, la compagnia aerea numero 1 in Italia, ha lanciato oggi (4 dicembre) la sua nuova base a Treviso, che aprirà il 30 marzo 2021, con 2 aeromobili basati – un investimento di $ 200 milioni – e 45 rotte che collegheranno Treviso sia a livello nazionale, sia a livello internazionale con oltre 20 Paesi in tutta Europa.

La compagnia offrirà un incremento della connettività con la regione Veneto attraverso i suoi 3 aeroporti di Venezia Marco Polo, Verona e Treviso, con 60 rotte in totale, che porteranno oltre 3 milioni di clienti all’anno e supporteranno oltre 2.000 posti di lavoro*.

La S21 di Ryanair in Veneto includerà:

  • Nuova base a Treviso dal 30 marzo 2021
  • 2 aeroporti – Venezia Marco Polo e Verona, con voli aggiuntivi
  • Tot. 60 rotte -15 nazionali / 45 internazionali
  • Tot. 18 nuove rotte **
  • Oltre 20 paesi collegati
  • 60 nuovi posti di lavoro diretti
  • Oltre 2,000 posti di lavoro indiretti*

La S21 di Ryanair a Treviso:

  • 2 aeromobili basati (investimento di $ 200 milioni) dal 30 marzo 2021
  • 45 rotte S21 – 6 nazionali / 39 internazionali
  • 18 nuove ** (3 nazionali, 15 internazionali), comprese le destinazioni leisure e business come Alghero, Alicante, Francoforte-Hahn, Paphos, Pescara, Riga, Tel Aviv, Salonicco, Trapani.

La S21 di Ryanair a Venezia Marco Polo:

  • Tot. 6 rotte S21 (4 nazionali / 2 internazionali)
  • Aumento delle frequenze su 3 rotte, tra cui Barcellona (fino a 10 per settimana), Londra Stansted (fino a 19 per settimana) e Palermo (fino a 12 per settimana).

La S21 di Ryanair a Verona:

  • Tot. 9 rotte S21 (5 nazionali / 4 internazionali)
  • Aumento delle frequenze su 2 rotte, comprese Birmingham (fino a 2 per settimana) e Cagliari (fino a 4 per settimana).

Per festeggiare l’apertura della sua prima base in Veneto, Ryanair ha lanciato una promozione sui voli da / per Treviso, Venezia Marco Polo e Verona, con tariffe disponibili a partire da soli 24,99 €, per i viaggi da aprile a ottobre 2021, che devono essere prenotati entro la mezzanotte di lunedì (7 dicembre) solo sul sito Ryanair.com.

Il CEO di Ryanair, Eddie Wilson ha commentato: “Siamo lieti di lanciare la nostra 15a base italiana che rappresenta un investimento di $200 milioni all’aeroporto Ryanair di Treviso. Abbiamo una forte affiliazione con Treviso, dal momento che il primo volo di Ryanair per l’Italia nel 1998 era da Londra Stansted a Treviso. L’Italia è uno dei mercati più grandi di Ryanair e vogliamo continuare a sostenere la ripresa economica e la connettività regionale e internazionale in tutto il Paese. Siamo lieti di concludere questo investimento a lungo termine con SAVE Group nello sviluppo di collegamenti con la Regione Veneto basati su operazioni efficienti e diritti aeroportuali competitivi, aprendo la strada alla crescita del traffico e a nuove rotte nella 15a base italiana di Ryanair. Le recenti notizie sulla disponibilità a breve dei vaccini sono incoraggianti e siamo lieti di continuare a sostenere la crescita della Regione nonostante le attuali sfide della pandemia Covid-19, ma dobbiamo iniziare adesso ad impostare la ripresa. Per celebrare il lancio della nostra nuova base a Treviso, lanciamo un’imperdibile promozione, con prezzi a partire da 24,99 € per i viaggi da / per Treviso, Venezia Marco Polo e Verona, da aprile a ottobre 2021, disponibile fino a mezzanotte di lunedì (7 dicembre). Avendo appena esteso la rimozione del supplemento per il cambio volo, tutti i clienti che devono modificare i loro piani di viaggio di dicembre o gennaio, possono farlo senza incorrere in una commissione per il cambio, fino al 30 settembre 2021. Una meritata fuga è a portata di click; per usufruire di questa offerta speciale, suggeriamo ai clienti di collegarsi al sito web Ryanair.com.

Il Presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi ha aggiunto: “L’annuncio odierno di Ryanair conferma l’attenzione e l’impegno della compagnia aerea nei confronti del nostro territorio ed è ancor  più significativo in questo  perdurare di una crisi che ancora condiziona le nostre vite.  In questi anni  con  Ryanair abbiamo raggiunto e condiviso importanti obiettivi, quello che oggi presentiamo assume  però un valore particolare, è una finestra sul futuro, un enunciato di positività che ci proietta in una dimensione di normalità ritrovata. Le notizie sulla disponibilità del vaccino ci sostengono in questa prospettiva di avvio della prossima stagione estiva con la nuova base di Ryanair a Treviso e con l’ampia offerta di  voli nazionali e internazionali che la compagnia opererà a Venezia e Verona, in un’efficace logica di sistema aeroportuale propria del Polo aeroportuale del Nord Est. In occasione di un recente incontro con la stampa alla presenza del  Sindaco di Treviso, che ha molto a cuore il futuro dell’aeroporto e da tempo auspicava l’apertura di una base Ryanair,  avevo anticipato novità che confermavano l’impegno del nostro Gruppo anche alla ripresa dell’attività del Canova. E’ nostra abitudine mantenere gli impegni, attraverso un lavoro mai affrettato, fatto di approfondimento e accurate valutazioni, e oggi è con grande soddisfazione che confermiamo  quanto promesso, annunciando con Ryanair l’attivazione della nuova base al Canova. Un’operazione frutto di un prezioso lavoro di squadra, che amplierà la rosa di destinazioni dello scalo trevigiano, anche in vista di appuntamenti futuri che coinvolgeranno la nostra regione, primo tra tutti le Olimpiadi invernali 2026”.

“Ringrazio Enrico Marchi e Save per aver accolto le nostre istanze e Ryanair per aver creduto sulle potenzialità dello scalo aeroportuale di Treviso – ha poi aggiunto il Sindaco di Treviso, Mario Conte-  La nuova base renderà la nostra Città un punto di riferimento non solo a livello italiano ma anche internazionale per i voli turistici e business”. Spiegando ancora che “è un giorno importantissimo per la Città di Treviso e anche per tutta la Marca che, grazie ai voli da e verso le grandi capitali internazionali, avrà la possibilità di creare nuovi collegamenti, collaborazioni e scambi in grado di preparare il “Canova” a quello che sarà l’evento sportivo più importante del decennio, le olimpiadi di Milano-Cortina 2026”.

Nordest Economia – 04/12/2020

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Piano Aeroporti: vertice al MIT con Assaeroporti ed Enac

Primo incontro al ministero delle Infrastrutture e Trasporti della ministra Paola De Micheli con il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona e Alessio Quaranta, direttore generale di Enac. All’ordine del giorno l’avvio del percorso finalizzato alla stesura del nuovo Piano Aeroportuale e l’indicazione di un metodo di lavoro condiviso tra il MIT e i principali rappresentanti del settore aereo.
Un piano strategico, soprattutto oggi in tempi di pandemia, per il rilancio del trasporto aereo, passeggeri e merci, e la definizione delle carenze infrastrutturali degli scali italiani con la programmazione degli investimenti necessari.
“Il mercato aereo nazionale deve trasformarsi e ridiventare una grande occasione di ricchezza per l’Italia e i lavoratori del trasporto aereo – ha sottolineato la ministra De Micheli -. Tra un anno o poco più torneremo ad essere un Paese da 200 milioni potenziali di passeggeri. Dobbiamo avere la forza di affrontare questa grande sfida, non solo con un nuovo pivot nazionale quale sarà la compagnia aerea di bandiera ITA Alitalia ma anche con un sistema che garantisca la capacità e la produttività del comparto aeroportuale. Il nuovo Piano aeroportuale è’ anche l’occasione per il rilancio del trasporto merci via aerea, perché abbia scali dedicati, efficienti e integrati”.

Trasporti Italia – 04/12/2020

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