Porti: Trieste; al via servizio ferroviario con Norimberga

6 Novembre 2020

D’Agostino, ulteriore prova di opportunità intermodalità scalo

Al via oggi la circolazione del nuovo servizio ferroviario che collegherà il porto di Trieste con l’hub di Norimberga, a nord della Baviera. Inizialmente la frequenza sarà settimanale, per poi arrivare entro il 2021, a due servizi a settimana. Lo rende noto lo scalo giuliano Il progetto intermodale è “un’ulteriore prova – ha osservato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino – che l’intermodalità nel porto di Trieste riesce a creare importanti opportunità oltre che a garantire la connettività con le aree industriali europee”. Il progetto – spiega l’Authority – nasce sull’onda della solida presenza di Dfds nello scalo giuliano, gruppo danese leader del trasporto Ro-Ro e shareholder del terminal Samer Seaports, che movimenterà tra Trieste e la Baviera le unità in arrivo e partenza dalle sue navi attraverso il collegamento che sarà operato dalla joint Mercitalia Rail-TX e in collaborazione con Alpe Adria.

Il servizio collegherà il molo V con il terminal TriCon di Norimberga, gestito dal gruppo “Bayernhafen” e, oltre a trasferire in maniera sostenibile i volumi di traffico del mercato turco e greco, sarà attrazione per le esigenze di export del sistema industriale della Baviera e del Friuli Venezia Giulia. Sono stati inoltre attivati contatti con player del territorio regionale per verificare la possibilità di utilizzo dell’hub di Cervignano quale aggregatore di ulteriori volumi.

“Questo nuovo treno – ha concluso D’Agostino – è la conferma che la vocazione internazionale è prerogativa unica del sistema logistico del porto di Trieste ed è soprattutto espressione della sua identità strategica, da sempre orientata ad accrescere la connettività ferroviaria con l’Europa centrale, partendo proprio da un partner storico come la Baviera”.

Ansa/Mare – 06/11/2020

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Trasporto pubblico: avviato al Mit tavolo di confronto costante per valutare l’impatto dell’andamento della pandemia

5 Novembre 2020

Elaborare una strategia condivisa per recepire le nuove decisioni del dpcm sul Trasporto Pubblico e per prepararsi alla auspicata ripartenza delle attività, prime fra tutti le scuole. Questi gli intenti dell’incontro che si è tenuto ieri presso il Mit tra la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e i segretari generali di FILT, FIT e UILT, Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi.

“C’è l’impegno – spiegano Mit e sindacati – all’adeguamento del Protocollo condiviso per la protezione dei lavoratori e per il contenimento della diffusione del covid-19 nel settore del trasporto e della logistica, con l’adozione di ulteriori misure per consentire agli operatori di assicurare la propria prestazione in sicurezza e di essere monitorati costantemente”.
È stato concordato l’avvio di un confronto costante che valuti l’impatto dell’andamento della pandemia nel comparto dei trasporti. Infine, è stato preso l’impegno per la convocazione di sedi di confronto sui diversi settori dei trasporti che mettano al centro le necessarie trasformazioni in relazione alle conseguenze della pandemia, il lavoro e i contratti nazionali.

Trasporti-Italia.com – 05/11/2020

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ACI World: i dati del traffico estivo mostrano che il mercato internazionale rimane praticamente inesistente

Il traffico passeggeri globale è diminuito del 75,1% a luglio e del 69,4% ad agosto rispetto ai mesi corrispondenti del 2019. Il miglioramento dei volumi di traffico passeggeri dalle profondità della crisi in primavera è stato alimentato principalmente dall’avvio di una ripresa dei volumi di passeggeri nazionali in alcuni mercati.

Gli ultimi dati elaborati da ACI World in merito all’andamento del traffico aereo dimostrano che la pandemia di Covid-19 ha continuato ad avere un impatto drammatico sul traffico passeggeri globale anche durante il picco estivo dell’emisfero settentrionale, di solito frenetico.

Il trasporto aereo di merci è stato meno influenzato dagli effetti negativi della pandemia rispetto al mercato dei passeggeri, il che – sottolinea ACI – riflette il ruolo cruciale svolto dall’industria nell’alleviare gli effetti della pandemia attraverso il trasporto di merci, medicinali essenziali e attrezzature. I dati di agosto hanno mostrato che la tendenza ha visto i volumi di trasporto aereo globale rimanere relativamente stabili, in calo del 10,9% a luglio e del 10,7% ad agosto rispetto ai mesi corrispondenti del 2019. Per i primi otto mesi del 2020, i volumi di trasporto aereo globale sono stati in calo del 12,1% rispetto al 2019 con la media mobile globale su 12 mesi registrata a -8,7%, continuando una tendenza al ribasso.

“Le speranze che gli aeroporti potessero fare affidamento su una qualche forma di rimbalzo nell’estate dell’emisfero settentrionale sono state deluse poiché i governi hanno continuato ad applicare misure unilaterali per chiudere i confini o imporre misure di quarantena non necessarie – ha dichiarato il direttore generale di ACI Luis Felipe de Oliveira –. Mentre i dati raccolti a fine estate hanno mostrato alcuni segnali di lenta ripresa nei mercati domestici, principalmente in Cina ed Europa, il segmento passeggeri internazionale continua ad essere, a tutti gli effetti, inesistente. Successivamente, tuttavia, il mercato europeo si è nuovamente contratto a causa delle misure di quarantena applicate da alcuni Paesi”.

Tutti i mercati regionali hanno registrato un miglioramento del traffico passeggeri globale a luglio e agosto, ma con disparità regionali sulla forza della ripresa. L’Asia-Pacifico e l’Europa hanno registrato la performance relativamente più forte con un calo, rispettivamente, del 64,3% e del 67,2% in agosto rispetto allo stesso mese del 2019. I primi dati di settembre indicano tuttavia che la forte performance dell’Europa non rimarrà tale. Il Medio Oriente ha registrato un calo del 90,3% ad agosto rispetto al 2019. Ad agosto, Nord America (-70,8%), America Latina-Caraibi (-79,6%) e Africa (-82,5%) continuano a registrare cali significativi. comunque in miglioramento di oltre 10 punti percentuali rispetto a giugno di quest’anno.

Il traffico internazionale di passeggeri continua ad essere praticamente fermo nella maggior parte delle regioni. Oltre all’impennata in Europa dopo la fine delle vacanze, tutte le altre regioni hanno registrato cali tra 86,6% (Africa) e 97,1% (Asia-Pacifico) ad agosto rispetto allo stesso mese del 2019. Il calo del segmento passeggeri internazionale nei primi otto mesi dell’anno è del 70,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Continua invece a migliorare in tutte le regioni il traffico passeggeri interno. Sembra di vedere segnali di ripresa in Europa e Asia-Pacifico con volumi interni di agosto, rispettivamente, inferiori del 36,8% e del 46,8% rispetto ad agosto 2019. America Latina-Caraibi e Africa restano le regioni più colpite con un calo anno su anno del 75% e 72,5% rispettivamente ad agosto. Il Nord America, che ha mostrato i primi segnali di ripresa del mercato passeggeri interno, continua a migliorare, ma a un ritmo più lento rispetto a Europa e Asia-Pacifico. Ad agosto, il Nord America ha registrato un calo del 66,7% rispetto allo stesso mese 2019.

Dall’inizio dell’epidemia di Covid-19, i volumi del cargo aereo globale sono stati molto meno influenzati rispetto ai volumi di passeggeri e le cifre di fine estate continuano su questa linea. La pandemia ha ridotto i volumi di trasporto aereo di poco più di un decimo anno su anno a luglio (-10,9%) e agosto (-10,7%). Ad agosto, il miglioramento del trasporto aereo internazionale è stato frenato da un calo del trasporto aereo interno.
Tutte le regioni tranne il Nord America hanno registrato volumi di trasporto aereo migliorati in agosto rispetto a luglio 2020, ma rimangono significativamente in territori negativi anno su anno. Due dei principali mercati del trasporto aereo di merci – Asia-Pacifico ed Europa – hanno registrato minori perdite in agosto rispetto a luglio e stanno ora registrando diminuzioni rispettivamente del 14,2% e 12% per agosto rispetto al 2019. Il Nord America ha visto la crescita totale del trasporto aereo di merci peggiorare ad agosto da +6,3% anno su anno a luglio ad appena +0,1% in agosto rispetto ad agosto 2019.

I volumi del cargo internazionale hanno continuato a migliorare durante l’estate registrando un calo del 12% anno su anno ad agosto rispetto al -19,6% di maggio. D’altra parte, i volumi di merci nazionali globali peggiorano in agosto (-7,4%) anno su anno rispetto a luglio (-1,4% anno su anno) principalmente a causa di una debole performance del mercato interno nordamericano. Il Nord America ha registrato volumi positivi ad agosto con un aumento dell’1,5% anno su anno, in calo rispetto al 12,7% di luglio.

Trasporti Italia – 05/11/2020

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Covid: il porto di Venezia azzera i diritti di segreteria a tutto 2021

Misura per imprese fornitura navi, risparmio 30 mila euro

L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale ha deciso di azzerare i diritti di segreteria per alcune categorie di utenti da ora fino a tutto il 2021. L’intento è quello di aiutare le imprese insediate nei porti di Venezia e di Chioggia a far fronte al periodo di forte difficoltà, dovuta anche al perdurare della pandemia, al conseguente calo dei traffici e ai costi accessori che questa comporta.

A beneficiare della misura saranno le aziende iscritte ai Registri guide e accompagnatori turistici, in tutto circa 700 soggetti fra realtà produttive e persone fisiche ,che si occupano di fornitura di servizi alle navi, alle merci e ai passeggeri. Queste aziende sono tenute per legge a iscriversi a un apposito registro, rinnovando annualmente l’adempimento a proprie spese, e solo dopo possono richiedere i permessi necessari per operare in porto. La misura introdotta dall’AdSP a favore delle aziende sospenderà il pagamento di questa iscrizione per oltre un anno, per un ammontare complessivo di oltre 30 mila euro.

Ansa/Mare – 05/11/2020

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Il governo italiano ripristina restrizioni alle attività crocieristiche analoghe a quelle adottate ad agosto

4 Novembre 2020

Aggiornate le linee guida per la gestione dell’emergenza epidemiologica da coronavirus a bordo delle navi

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri per fronteggiare la crisi sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19, che è stato firmato oggi dal premier Giuseppe Conte, prevede per il settore crocieristico provvedimenti analoghi a quelli adottati lo scorso agosto per rimettere in moto un settore che era stato fermato a marzo. Le nuove disposizioni governative prevedono che i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana possono essere svolti solo nel rispetto di specifiche linee guida per la gestione dell’emergenza epidemiologica da coronavirus a bordo delle navi da crociera allegate al decreto.

Inoltre il decreto consente alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani nel caso in cui queste ultime provengano da porti di scalo situati in Stati o territori di cui agli elenchi A, B e C dell’allegato 20 relativo agli spostamenti da e per l’estero. L’elenco A include Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano. L’elenco B comprende Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia (incluse isole Svalbard e Jan Mayen), Svizzera, Andorra e Principato di Monaco. Nell’elenco C figurano Belgio, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Repubblica Ceca, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord (inclusi isole del Canale, Gibilterra, isola di Man e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori al di fuori del continente europeo).

Inoltre è previsto che tutti i passeggeri imbarcati sulle navi di bandiera estera non abbiano soggiornato o transitato nei quattordici giorni anteriori all’ingresso nel porto italiano in Stati o territori di cui agli elenchi D (Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Romania, Ruanda, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia e Uruguay), E (tutti gli Stati e territori non espressamente indicati in altro elenco) ed F (a decorrere dal 9 luglio 2020: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana; a decorrere dal 16 luglio 2020: Kosovo, Montenegro; a decorrere dal 13 agosto 2020: Colombia). Inoltre gli scali sono consentiti solo negli Stati e territori di cui agli elenchi A, B e C e sono vietate le escursioni libere, per le quali i servizi della crociera non possono adottare specifiche misure di prevenzione dal contagio.

InforMare – 04/11/2020

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Pubblicato il primo rapporto periodico del MIT su logistica e trasporti

Forte differenziale di crescita del PIL italiano e del traffico passeggeri e merci nazionale

È stato pubblicato il primo numero di “Connecting Dots”, bollettino periodico su logistica e trasporti rivolto a decisori politici, tecnici ed esperti, stakeholder del settore che è elaborato da RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti e dalla Struttura tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e dall’Alta sorveglianza, bracci operativi del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Il documento informa sugli andamenti congiunturali e strutturali dei trasporti e della logistica, anche in relazione agli andamenti dell’economia del Paese, ed è strutturato in tre macro-sezioni incentrate sull’analisi degli andamenti macroeconomici, trasportistici, ed un’ultima parte dedicata all’analisi di atti e studi di interesse nel comparto dei trasporti, della logistica e delle loro interazioni.

Il primo numero del rapporto mette in luce il forte differenziale di crescita del prodotto interno lordo registrato in Italia nel periodo 2009-2019 rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea (+2,4% in Italia contro, ad esempio, il +21,4% della Germania), identificando nell’andamento delle esportazioni nazionali la componente che ha consentito di mantenere un sentiero, sebbene modesto, di crescita del paese. Il documento specifica che di fronte a tale stasi macroeconomica del Paese, nello stesso arco temporale si è registrata tuttavia una crescita consistente del traffico passeggeri e soprattutto merci: un decoupling rispetto al PIL di tutte le modalità di trasporto, particolarmente visibile nel cargo aereo (che cresce 21,5 volte il PIL), nel segmento ro-ro (fattore 15,8), nel trasporto aereo (fattore 20,3) e ferroviario passeggeri (fattore 8,9).

Il documento analizza anche le conseguenze della prima fase dello scoppio della crisi pandemica SARS-CoV-2, in cui il PIL italiano è calato del -12% rispetto al primo semestre 2019 e con previsioni di ripresa nel 2021 non in grado di bilanciare il pesante calo annuo stimato per il 2020 (-9%). Nel corso dei primi sei mesi dell’anno si è osservata tuttavia una generale tenuta dei volumi di traffico del comparto merci, che ha garantito approvvigionamenti alle unità produttive ed ai consumatori finali nei circa tre mesi di lockdown. Nel primo semestre 2020, infatti, il calo del traffico stradale (-20,8% su rete autostradale e -16,8% su rete ANAS), il calo delle movimentazioni portuali (-13,6%) e del traffico ferroviario merci (-12,3%) sono risultati molto più limitati rispetto alle diminuzioni occorse al segmento passeggeri che ha visto cali semestrali cumulati del -70% nel trasporto aereo e cali ancora persistenti nel mese di giugno 2020 nei servizi di alta velocità (-81,4% rispetto a giugno 2019) e nel trasporto collettivo urbano (calo medio del -50% rispetto al periodo pre-Covid contro un -10% di media nei paesi EU 27).

«La mission di questo strumento – ha spiegato l’amministratore unico di RAM, Ennio Cascetta – è costruire un minimo comune denominatore, un database per quanto possibile condiviso e univoco a livello nazionale, in materia di dati ed analisi che possano essere funzionali alla pianificazione di settore, alla programmazione e, per quanto possibile, alle scelte di investimento delle singole aziende, soprattutto in una fase di grande incertezza come quella che stiamo vivendo a causa del Covid. Il rapporto non si pone, infatti, l’obiettivo di sostituire le usuali fonti dati ovvero crearne di aggiuntive, quanto quello di connettere e portare a fattor comune i dati esistenti fornendo una panoramica integrata in grado di definire e individuare l’andamento del comparto dei trasporti nel suo insieme. Da qui la denominazione del rapporto “Connecting Dots”».

«L’idea di “Connecting Dots” – ha aggiunto il coordinatore della Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’Alta sorveglianza – Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giuseppe Catalano – è quella di monitorare l’evoluzione del sistema dei trasporti merci e passeggeri del Paese per meglio pianificare, programmare e gestire gli investimenti nelle infrastrutture e servizi di trasporto. La grande quantità di dati oggi disponibili per il settore possono non essere appieno sfruttati senza una lettura unitaria che ne possa permettere una sintesi chiara anche per meglio comprendere dove siamo e soprattutto verso dove ci stiamo dirigendo come sistema Paese. “Connecting Dots” può inoltre diventare anche un riferimento utile per le aziende, gli operatori e gli esperti del settore che vogliano, in un unico documento sintetico, monitorare l’evoluzione, le tendenze e le esigenze del settore dei trasporti e della logistica italiana».

InforMare – 04/11/2020

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Porto Trieste: Hhla; Parisi, il 9 gennaio prima nave

Sorpresi da velocità governo. In 2 anni al lavoro in 200

“La prima nave ad attraccare alla nuovissima banchina della Piattaforma logistica triestina è prevista per il 9 gennaio”. Lo ha annunciato il presidente della Piattaforma logistica di Trieste, Francesco Parisi, in occasione di un incontro on line organizzato oggi a Trieste sulla portualità, riferendosi all’infrastruttura nella cui proprietà di recente è entrato il colosso amburghese Hhla. Sul fronte occupazionale Parisi ha annunciato che “nel giro di 12/24 mesi opereranno in Plt circa 200 unità”.

Parisi ha sottolineato di essere stato “favorevolmente sorpreso dalla velocità con cui il Governo ha risposto sull’ingresso di Hhla nella Piattaforma logistica di Trieste”. Ora ci sono “da portare avanti alcuni aspetti autorizzativi da parte dell’autorità portuale e della Regione. Tutto dovrebbe chiudersi entro il prossimo 31 gennaio, anche se il nostro obiettivo è quello di concludere entro i primi giorni del prossimo anno”.

Ansa/Mare – 04/11/2020

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Milano-Cortina, il ministro firma il decreto Olimpiadi: 1 miliardo alle opere

Le opere finanziate potenzieranno l’accessibilità e i collegamenti in vista del grande appuntamento internazionale, ma sono state concepite per mantenere la loro utilità nel tempo, anche dopo il 2026

La Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha firmato il decreto che finanzia con un miliardo di euro le opere infrastrutturali per le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026. Si tratta, si legge in una nota del Mit, di opere stradali e ferroviarie finanziate nella Legge di Bilancio 2020 che consentiranno di migliorare l’accessibilità, i collegamenti e la dotazione infrastrutturale dei territori della Regione Lombardia, della Regione Veneto, delle Province Autonome di Trento e di Bolzano interessate dall’evento sportivo.

«Con il Decreto Olimpiadi faremo compiere un salto di qualità infrastrutturale – spiega la Ministra De Micheli – a una delle aree più sviluppate del Paese con una ricaduta importante per la qualità della vita delle persone e anche un miglioramento competitivo per le imprese. Le opere finanziate – ribadisce – servono a potenziare l’accessibilità e i collegamenti in vista del grande appuntamento internazionale, ma sono state concepite per mantenere la loro utilità nel tempo, anche dopo il 2026, e verranno realizzate nel segno della piena sostenibilità ambientale».

Nordest Economia – 04/11/2020

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L’ERFA chiede misure eque e non discriminatorie per sostenere il settore del trasporto ferroviario delle merci colpito dalla pandemia

3 Novembre 2020

Stahl: è anche di cruciale importanza continuare ad assicurare che possa continuare ad attraversare i confini nazionali indipendentemente da come si evolverà la crisi sanitaria

L’European Rail Freight Association (ERFA) ha esortato la Commissione Europea e gli Stati dell’UE ad assicurarsi che le misure di sostegno al trasporto ferroviario delle merci, necessarie alla luce dell’impatto che la pandemia di coronavirus ha avuto sul settore, siano fornite in modo equo, trasparente e non discriminatorio e non comportino distorsioni della concorrenza e danni a questo comparto.

«Tutti gli attori del mercato del trasporto merci su rotaia – ha ricordato il presidente di ERFA, Dirk Stahl – sono stati colpiti dalla pandemia di Covid-19 che è tuttora in atto. Riteniamo che le misure di sostegno per l’intero settore siano cruciali, ma dobbiamo garantire che queste misure non minino la concorrenza. Per gli operatori privati e indipendenti questo è essenziale se vogliamo essere in grado di continuare a crescere. Inoltre è di cruciale importanza continuare ad assicurare che il trasporto ferroviario delle merci continui a spostarsi attraverso i confini nazionali indipendentemente da come si evolverà la pandemia nelle prossime settimane e mesi».

L’associazione, che è stata istituita nel 2002 e che rappresenta un gruppo di nuovi operatori ferroviari, ha ricordato che oggi il settore europeo del trasporto ferroviario delle merci è un mercato dinamico composto da un gran numero di operatori. Mediamente, in Europa – ha specificato l’ERFA – i nuovi operatori ferroviari rappresentano il 44% del mercato nazionale delle aziende che operano servizi di trasporto ferroviario delle merci e il 31% di tutte le imprese di trasporto ferroviario delle merci sono operatori non storici. L’associazione ha evidenziato, inoltre, che questa apertura del mercato si sta muovendo nella giusta direzione, con una percentuale media di nuovi entranti che è salita dal 40% nel 2016 al 44% nel 2018. Crescita – ha precisato l’ERFA – che tuttavia è fragile dato che i nuovi entranti, e in particolare la maggioranza di questi che è costituita da operatori non storici, per poter continuare ad investire e crescere chiedono certezza del diritto, soprattutto per quanto concerne gli aiuti di Stato. Alla luce di ciò l’ERFA ha evidenziato l’importanza di continuare a sviluppare un quadro giuridico che garantisca che le misure di sostegno possano essere introdotte solo laddove siano eque, trasparenti e disponibili per tutti gli attori del mercato. A tal proposito l’associazione ha rilevato che le misure di sostegno bilaterali possono distorcere la concorrenza e danneggiare i mercati.

L’ERFA ha manifestato soddisfazione per la recente adozione del regolamento europeo che istituisce misure per un mercato ferroviario sostenibile in considerazione della pandemia di Covid-19, regolamento – ha ricordato l’associazione – che consente agli Stati membri di poter rinunciare ai canoni di accesso per l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria e di ridurre i canoni di accesso alle linee ferroviarie. L’ERFA ha sottolineato che questo rimane il miglior modo per sostenere il settore del trasporto ferroviario delle merci in modo equo e proporzionato e ha esortato gli Stati dell’UE a intraprendere azioni concrete in linea con questo regolamento.

L’associazione ha invitato inoltre ad istituire un piano di emergenza in caso di crisi del settore del trasporto ferroviario delle merci affinché ci si assicuri che il settore continui a funzionare come spina dorsale della logistica delle merci. Il piano – ha spiegato l’ERFA – dovrebbe assicurare che, indipendentemente dallo sviluppo della pandemia, le attività di trasporto merci transfrontaliere lungo i corridoi europei TEN-T e le altre principali direttrici di traffico siano protette e che i lavoratori dei trasporti possano continuare a spostarsi attraverso le frontiere. Inoltre il piano dovrebbe garantire che i terminal ferroviari e intermodali e gli altri servizi ausiliari possano continuare a funzionare.

InforMare – 03/11/2020

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Il presidente Onlit annuncia: «Anche per la Tav Brescia-Verona il modello “direttissima” riduce le inefficienze»

2 Novembre 2020

Balotta: «Fluidifica tutti i traffici, intercity, pendolari, merci e riduce le inefficienze»

Parrebbe non essere restata inascoltata la proposta di un gruppo di esperti di trasporti, docenti, urbanisti, associazioni sindacali (Coldiretti, Confagricoltura, Cgil), degli ambientalisti (Legambiente in prima fila) e di alcuni dei Comuni interessati dal tracciato dell’Alta velocità Brescia-Verona, fatta pervenire tre anni fa al ministero dei Trasporti. Un appello che, secondo quanto indicato da una nota del presidente Onlit, chiedeva di «adottare un sistema con velocità massime di 240-250 km/h, di cancellare lo shunt di Montichiari e di realizzare un quadruplicamento della linea per un uso promiscuo e flessibile da parte di treni AV, intercity,  interregionali e merci, come già accade sulla Milano-Treviglio e sulla Mestre-Padova».

In questo modo, si ridurrebbe la sottoutilizzazione della nuova tratta con soli 48 treni ad alta velocità giornalieri (quando la linea ne potrebbe ospitare 300) e si potrebbe, sulla vecchia linea liberata dalle Frecce Rosse e spostando alcuni treni merci, adottare finalmente un orario cadenzato per i treni interregionali che assicuri anche un efficiente collegamento turistico del Garda. Da alcune recenti presentazioni di RFI e del Consorzio Cepav Due, general contractor dell’opera, si evincerebbe che la richiesta sia stata accolta:

«È stato deciso – si legge infatti nelle slide presentate a Verona da RFI – di elettrificare la nuova tratta a 3.000 Volt in corrente continua, in luogo dei 25.000 Volt in corrente alternata originariamente previsti. Il mantenimento delle comunicazioni di Posto Movimento di Brescia Est e l’utilizzo di Bivio Europa (VR) determineranno la massima permeabilità tra le due linee. Ciò consentirà di utilizzare in maniera promiscua le due linee, sia in condizioni normali di esercizio che in caso di interruzioni programmate. Potrà essere previsto l’istradamento di alcuni treni merci sulla nuova tratta tra Brescia e Verona. Per questi motivi la Brescia Verona è da considerare come un quadruplicamento della linea convenzionale in luogo di una linea di Alta Velocità pura».

Secondo quanto indicato da una nota firmata dal presidente Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Trasporti e Infrastrutture) Dario Balotta, si aspetta ora che «il ministero e RFI programmino l’istallazione dell’alimentazione a 3.000 Volt anche sulla Brescia-Treviglio, visto che le tratte Milano-Treviglio e Padova-Mestre hanno già lo stesso voltaggio, per rendere omogenea e interscambiabile l’intera linea Milano-Venezia». Nella stessa nota del presidente Onlit Dario Balotta, si fa poi comunque presente che «questa importante modifica tecnica non può far dimenticare l’enorme costo dell’infrastruttura», ma anche che «l’affiancamento dei nuovi binari con la vecchia linea, proposto dai tecnici e da Legambiente nel loro appello, avrebbe  ridotto i costi e il consumo di suolo nella pregiatissima area del Lugana di almeno 30 ettari». Balotta, infine, ricorda inoltre l’«irrisolto problema della stazione del Garda, visto che circola l’ipotesi di collocarla nella zona di S.Martino della Battaglia, dove però è previsto un PLIS (parco locale di interesse sovra comunale)».

Verona Sera – 02/11/2020

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