Servizio Actv ridotto dopo le 22

8 Novembre 2020

Da lunedì modifiche al servizio urbano, extraurbano e di supporto agli istituti superiori. Scaramuzza: «No dipendenti in cassa integrazione». La giunta approva l’acquisto di 19 bus elettrici e 8 a metano

Actv modifica da lunedì 9 novembre il servizio automobilistico urbano ed extraurbano serale, oltre a rimodulare le corse aggiuntive programmate per gli istituti secondari superiori del territorio metropolitano di Venezia. Questo, in ottemperanza al Dpcm del 3 novembre che ha limitato gli spostamenti dopo le 22, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute, e che ha previsto da didattica a distanza al 100% per le scuole superiori. Lo ha riferito l’azienda stessa tramite social.

 

Servizio automobilistico urbano, gli orari da lunedì

Linea 10: ultima corsa da Stazione Ferroviaria di Mestre in partenza alle ore 22:40 | ultima corsa da Asseggiano in partenza alle ore 23:10

Linea 12L: sospese le corse da Piazza XXVII Ottobre delle ore 23:55 | da Venezia delle ore 00:10

Linea 13: sospese le corse da Piazza XXVII Ottobre delle ore 23:25, 23:55, 00:25 e 00:55 | da Via Porto di Cavergnago delle ore 23:10 e 00:10 | da Pertini delle ore 23:40 e 00:40

Linea 16: sospese le corse da Piazza XXVII Ottobre delle ore 23:25 e 00:20 | da Bottenigo delle ore 23:50 e 00:45

Linea 19: ultima corsa da Venezia alle ore 22:32

Linea 2: ultima corsa da Venezia alle ore 22:45 | da Meste Centro alle ore 22:00 | da Viale Don Sturzo alle ore 22:05

Linea 4: sospese le corse da Venezia delle ore 00:13, 00:23, 00:33, 00:43, 01:03 e 01:33 | da Altinia delle ore 23:46, 00:20, 01:00

Linea 43: ultima corsa da Venezia alle ore 21:50 | da Stazione Ferroviaria di Mestre alle ore 21:20

Linea 45: ultima corsa da Altinia alle ore 22:00 | da Ca’ Noghera alle ore 22:25

Linea 4L: ultima corsa da Venezia alle ore 22:26 | da Mestre Centro alle ore 21:58

Linea 5: ultima corsa da Venezia alle ore 22:42 | da Aeroporto alle ore 22:42

Linea 6: ultima corsa da Venezia alle ore 22:10 | da Robinie alle ore 22:20

Linea 9: ultima corsa da Piazza XVII Ottobre ore 21:51 | da San Liberale alle ore 22:25

Linea T1: ultima corsa da Favaro alle ore 21:53 | da Venezia alle ore 22:38

 

Parallelamente vengono istituite le seguenti nuove corse, a seguire servizio regolare così come da orario programmato:

 

Linea N1: da Venezia alle ore 22:51, 23:21 e 23:51

Linea N2: da Venezia alle ore 22:31, 23:01 e 23:31

 

Servizio automobilistico extraurbano, gli orari da lunedì

Linea 5E: sospesa la corsa Noale – Mestre Centro delle ore 22:15

Linea 7E: sospese le corse da Mirano- per Venezia delle ore 22:25, 22:55 e 23:40 | da Venezia per Mirano delle ore 23:35, 00:05 e 00:40

Linea 53E: sospese le corse da Dolo per Venezia delle ore 23:00 | da Venezia per Dolo delle ore 23:55.

 

Reazioni

«Potenziare le linee, nessun ricorso alla cassa integrazione – interviene Gabriele Scaramuzza, segretario regionale Veneto Articolo Uno, responsabile nazionale trasporti e infrastrutture – Va respinto al mittente il piano Avm Actv per la riorganizzazione del trasporto pubblico acqueo e di terraferma in conseguenza alle previsioni del nuovo Dpcm. L’azienda pensa di risolvere le criticità riducendo con un semplice calcolo ragionieristico le corse, e avviando a cassa integrazione il personale. Ciò che servirebbe invece è lo spostamento sugli orari di picco del trasporto pubblico cittadino e metropolitano delle corse venute meno, a causa della didattica a distanza delle scuole superiori e del divieto di circolazione notturno. Un piano che con intelligenza e razionalità non tagliasse il personale, ma lo ridistribuisse attraverso il rinforzo pesante del trasporto su acqua e su gomma sugli orari di maggiore criticità, così da garantire effettivamente la diminuzione al 50% della capienza effettiva dei mezzi. Bene hanno fatto le organizzazione sindacali a rispedire al mittente il piano proposto dal management di Avm Actv. Ritiri il piano e ne elabori uno nuovo, con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per ridurre gli assembramenti sui mezzi».

 

Nuovi mezzi

Per il Comune di Venezia, la giunta ha approvato due delibere per investire quasi 15 milioni per l’ammodernamento di mezzi di trasporto pubblico locale su gomma. È previsto l’acquisto di 19 bus elettrici per il Lido-Pellestrina e 8 bus a metano. Con la prima delibera, dal valore complessivo di 15.312.075,54 euro, l’amministrazione recepisce il decreto 234 del 2020 del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha assegnato al Comune di Venezia risorse per euro 12.249.660,43 destinate all’acquisto di veicoli per il trasporto pubblico locale e alle relative infrastrutture. Il finanziamento (al quale seguirà un cofinanziameto del 20% della spesa per complessivi 3.062.415,11 euro a carico di Actv Avm), coprirà le spese per la realizzazione del sistema di trasporto pubblico locale. C’è l’acquisto di 19 autobus elettrici per un totale di quasi 11 milioni di euro e la realizzazione della rete infrastrutturale per altri quasi 4,5 milioni.

«La seconda delibera – dice l’assessore alla Mobilità Renato Boraso – riguarda un accordo di programma tra la Regione Veneto e il Comune di Venezia in tema di riparto delle risorse per il rinnovo dei parchi automobilistici adibiti al trasporto pubblico locale. La Regione ha assegnato al Comune di Venezia un contributo di 1.941.097 euro con vincolo di destinazione all’azienda beneficiaria Actv per l’acquisto di nuovi autobus destinati ai servizi di tpl (trasporto pubblico locale) urbano. A fronte di questo contributo, Actv, con il cofinanziamento di 589.903 euro, si impegnerà all’acquisto di 8 nuovi autobus a metano che andranno a sostituirne altrettanti con motore Euro2 che verranno rottamati.

Venezia Today – 08/11/2020

© Riproduzione riservata

 

Superstrada Pedemontana Veneta, da domani le verifiche finali per l’apertura del tratto Breganze-Bassano Ovest

Il concessionario di Superstrada Pedemontana Veneta (SPV Spa), con nota formale inoltrata venerdì 6 novembre, ha preannunciato ai sindaci dei comuni attraversati dall’infrastruttura, ai concessionari interconnessi con la stessa, ad AISCAT, alle Prefetture e alle Forze dell’ordine che, avendo completato i lavori della tratta di Pedemontana tra il casello di Breganze e quello di Bassano Ovest, tra il 9 novembre ed il 20 novembre è prevedibile la messa in esercizio della terza tratta funzionale.

Il giorno 5 novembre il direttore della Struttura di progetto ha, infatti, sottoscritto con SPV, davanti al notaio, l’accordo per l’apertura anticipata, rispetto al completamento di tutti i lavori della nuova strada, della suddetta terza tratta funzionale, così come previsto nel contratto principale, Terzo Atto Convenzionale, firmato nel 2017.

Domani, lunedì 9 novembre, l’ing. Elisabetta Pellegrini, direttore della Struttura di progetto, effettuerà la visita di ricognizione, in contraddittorio con i tecnici del concessionario, al fine di verificare la rispondenza e la buona esecuzione delle opere della tratta in questione, nonché l’idoneità dell’infrastruttura rispetto alla sicurezza ai fini della circolazione stradale.

L’esito di tale visita, finale rispetto ai controlli mirati già effettuati negli ultimi venti giorni dai tecnici della Struttura di progetto, qualora risultasse positivo, permetterà alla Regione del Veneto di autorizzare l’apertura e l’esercizio della nuova tratta, fissandone la data.

Con questa terza tratta aperta si potrà percorrere la Superstrada Pedemontana Veneta in entrambe le direzioni, da Malo a Bassano, potendo svincolare sulla A31 all’altezza del casello di Valdastico, in circa 15-20 minuti, rispetto ai 45 odierni in orario di punta.

Regione Veneto – Comunicato n° 1453 del 08 novembre 2020

© Riproduzione riservata

Ristori bis: 300 milioni di euro per il trasporto pubblico. De Micheli: serve riforma strutturale del settore

7 Novembre 2020

Nuove risorse per il trasporto pubblico locale dal Decreto Ristori bis approvato nella notte dal Consiglio dei Ministri. In arrivo 300 milioni di euro anticipati rispetto al 2021, dei quali 100 potranno essere utilizzati per il ricorso a servizi aggiuntivi, mentre i restanti 200 potranno servire alla copertura delle perdite causate dalla riduzione dei ricavi.
Lo ha comunicato la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli alle Regioni e agli enti locali, nel corso della riunione che si è tenuta con il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e in collegamento i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Anci e Upi.

Le nuove risorse potranno essere utilizzate da Regioni ed enti locali, ma solo quando saranno state utilizzate per il rafforzamento del servizio durante la pandemia quelle già stanziate dal MIT nell’arco del 2020, che ammontano a un miliardo e 100 milioni.

“Al Trasporto pubblico locale servono misure strutturali, – ha spiegato la Ministra De Micheli – una riforma del modello organizzativo che è fermo al 1997, mentre il mondo della mobilità è cambiato. Occorre un progetto che possa renderlo più efficiente e sostenibile, e adeguato alla prospettiva di una riapertura completa di scuole e attività in sicurezza. Per questo nel Decreto Ristori bis anticipiamo 300 milioni del 2021 per consentire alle aziende del TPL di riorganizzarsi da subito. Sono fondi che si aggiungono ai 12 miliardi destinati nell’arco di 5 anni agli investimenti per i bus ecologici e alla realizzazione dei nuovi sistemi di spostamento rapido di massa nelle città. Non possiamo perdere questa opportunità unica, offerta anche dal rallentamento dei flussi di viaggio dovuti alla crisi sanitaria. L’utilizzo di questi fondi da parte delle Regioni e degli enti locali per noi sarà una cartina di tornasole del ruolo che intendono svolgere: la prossima settimana forniremo le linee guida del Ministero per avviare il confronto e ridisegnare i servizi“.

Trasporti-Italia.com – 07/11/2020

© Riproduzione riservata

Porti: Patuanelli, pazientare per il regime ‘franco’ a Trieste

Regime extradoganale, per il ministro ha un’ ‘attrattività mostruosa’

“Abbiamo aspettato 70 anni, permettetemi ancora qualche mese”: questo è quanto dichiarato dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in occasione di un webinar organizzato a Trieste dal think tank “Luoghi comuni”, relativamente alla completa attuazione del regime di porto franco internazionale di Trieste, previsto dall’allegato ottavo del trattato di pace del 1947 e da allora mai applicato completamente.

Ora, come sottolineato da Patuanelli, “dopo anni di silenzio, c’è grande attenzione da parte del ministero”. Per Patuanelli, “Trieste, grazie alle capacità dimostrate dal presidente dell’Autorità di sistema dell’Adriatico nord orientale, Zeno D’Agostino, è candidata ad assumere un ruolo centrale a livello geopolitico soprattutto in rapporto al profondo est, e per fa si che ciò avvenga bisogna mettere in moto il regime di extra doganalità che ha, soprattutto all’estero, un’attrattività mostruosa”. Obiettivo dichiarato del ministro è quello che da Trieste “parta una vera e propria autostrada adriatica piena di traffici che metta in connessione lo scalo internazionale con i traffici mondiali”

Ansa/Mare – 07/11/2020

© Riproduzione riservata

Terminal container, la Vecon alza bandiera bianca: lavoratori in cassa integrazione

6 Novembre 2020

La società: «Riduzione dei container lavorati del 23% nel secondo trimestre 2020. Meno 30% dei volumi a ottobre. Nessuna certezza sul rinnovo della concessione»

La Vecon, società del gruppo Psa di Singapore, che ha in gestione uno dei due terminal container del porto di Venezia, ha alzato bandiera bianca. «Nell’attuale momento di difficoltà, mantenendo fede all’impegno di tutelare i propri lavoratori, in riferimento a un aggravamento del quadro di riferimento, il 5 novembre scorso la società, con il confronto e l’accordo delle organizzazioni sindacali, ha attivato una procedura di cassa integrazione per i propri lavoratori».

I confronti rispetto all’anno scorso evidenziano, spiega la società, la perdita dell’unico servizio diretto con il Far East (maggio 2020), la soppressione del servizio shuttle Venezia-Pireo e il ridimensionamento di altri servizi feeder. La riduzione degli accosti ha determinato una drastico calo della capacità di stiva per il carico in transito tramite il terminal, con una perdita dei container lavorati del 23% nel secondo trimestre 2020. L’andamento piatto dei volumi in export nei mesi successivi è reso ancor più evidente dalla mancata ripresa autunnale dei traffici, caratterizzata da una decrescita dei volumi del 30% ad ottobre: trend che si sta confermando anche per novembre nonostante crescenti richieste da parte della merce.

«Tutto questo, unito al mancato rinnovo del titolo concessorio che si trascina dal 2018, bloccato in attesa del rinnovo del comitato di gestione dell’Autorità portuale commissariata, determinano un crescente quadro di incertezza che, rischia di pregiudicare i piani di sviluppo a suo tempo previsti vanificando di fatto ogni ragionevole sforzo imprenditoriale. Superare questo momento di difficoltà con il supporto di tutto il sistema diventa una condizione fondamentale a sostegno dell’occupazione, della professionalità e dell’impegno di tutte le persone di Vecon, in difesa della competitività dell’intero comparto industriale del nordest».

Venezia Today – 06/11/2020

© Riproduzione riservata

Ferrovie: Covid, rimodultata l’offerta delle Frecce a causa dell’emergenza sanitaria

Dal 4 novembre 190 Frecce Trenitalia collegano le principali aree del Paese, con una riduzione di 28 corse dalla precedente offerta e un volume complessivo di collegamenti pari al 67% dell’offerta pre-Covid.

Il contesto è quello delineato dall’amministratore delegato di Trenitalia, Orazio Iacono, nella sua audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati del 5 novembre. Un generale calo della domanda che ad ottobre è stato di circa il 65% rispetto allo stesso periodo del 2019 e ha raggiunto l’80% a inizio novembre.

All’orizzonte quindi altre rimodulazioni dell’offerta: ”Stiamo valutando ulteriori step e dall’8 e 9 novembre prevediamo la cancellazione di altre 50 corse, sempre delle Frecce, garantendone 140 al giorno, che rappresentano il 50% dell’offerta pre-Covid.” Così Iacono che non esclude una revisione dell’offerta ancora a metà novembre. “Stiamo valutando un terzo step a partire dal 14 novembre, per portare l’offerta a 78 Frecce al giorno, che corrisponde al 30% di quella pre-Covid”.

Nei mesi successivi alla fine del lockdown Trenitalia aveva gradualmente ripristinato la propria offerta, partecipando attivamente, insieme a tutto il Gruppo FS, alla fase di ripartenza del Paese. L’evoluzione dell’emergenza sanitaria e il mutato contesto generale, con le nuove e coerenti direttive del Governo, hanno condotto Trenitalia a riconsiderare nuovamente l’impostazione dell’intero sistema di mobilità con una riprogrammazione delle Frecce. Ai viaggiatori che hanno già prenotato il biglietto per un treno coinvolto dalle modifiche è proposta un’alternativa di viaggio precedente o successiva a quella prenotata o il rimborso integrale del biglietto.

Trasporti-Italia.com – 06/11/2020

© Riproduzione riservata

Iata: nessuna ripresa a settembre per il traffico passeggeri

A settembre il traffico aereo di passeggeri è stato del 72,8% inferiore ai livelli di settembre 2019 (solo in leggero miglioramento rispetto al calo del 75,2% anno su anno registrato ad agosto). La capacità è diminuita del 63% rispetto a un anno fa e il load factor è sceso di 21,8 punti percentuali al 60,1%.
In particolare la fotografia scattata dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) mette a fuoco una domanda internazionale di passeggeri crollata dell’88,8% rispetto a settembre 2019, sostanzialmente invariata rispetto al calo dell’88,5% registrato ad agosto. La capacità è crollata del 78,9% e il fattore di carico è sceso di 38,2 punti percentuali al 43,5%.
La domanda interna a settembre è scesa del 43,3% rispetto all’anno precedente, migliorata rispetto al 50,7% di agosto. Rispetto al 2019, la capacità è diminuita del 33,3% e il load factor è sceso di 12,4 punti percentuali al 69,9%.

“La ripresa del settore si è scontrata con un muro – ha rimarcato Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo della Iata –. Una recrudescenza delle epidemie di Covid-19 – in particolare in Europa e negli Stati Uniti – combinata con la dipendenza dei governi dallo strumento di quarantena in assenza di regimi di test allineati a livello globale, ha fermato lo slancio verso la riapertura dei confini per viaggiare. Sebbene i mercati interni stiano andando meglio, ciò è dovuto principalmente ai miglioramenti in Cina e Russia. E il traffico nazionale rappresenta poco più di un terzo del traffico totale, quindi non è sufficiente per sostenere una ripresa generale “.

I passeggeri dei vettori europei sono crollati dell’82,5% rispetto a un anno fa, il che ha rappresentato una ulteriore battuta d’arresto rispetto al calo dell’80,5% ad agosto. L’Europa è stata l’unica regione a registrare un peggioramento del traffico rispetto ad agosto, a causa di nuovi contagi che hanno portato a un’ondata di chiusure delle frontiere. La capacità si è contratta del 70,7% e il load factor è sceso di 35,1 punti percentuali al 51,8%.
Il traffico di settembre delle compagnie aeree dell’Asia-Pacifico è sceso del 95,8% rispetto allo stesso mese 2019, praticamente invariato rispetto al calo del 96,2% di agosto. La regione ha continuato a subire il calo più vertiginoso del traffico poiché le restrizioni sui voli sono rimaste rigorose con una piccola riapertura delle frontiere. La capacità è crollata dell’89,6% e il coefficiente di carico si è ridotto di 46,8 punti percentuali al 31,7%, il più basso tra le regioni.
Le compagnie aeree del Medio Oriente hanno registrato un calo del traffico del 90,2% a settembre, quindi in miglioramento rispetto al calo della domanda del 92,3% ad agosto. La capacità è crollata del 78,5% e il load factor è sceso di 40,9 punti percentuali al 34,4%.
I vettori nordamericani hanno registrato un calo del traffico del 91,3% a settembre, in leggero miglioramento rispetto al 92,0% di agosto. La capacità è crollata del 78,3% e il load factor è sceso di 49,8 punti percentuali al 33,4%.
Le compagnie aeree dell’America Latina hanno subito un calo della domanda del 92,2% a settembre, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, contro un calo del 93,4% in agosto rispetto ad agosto 2019. La capacità è scesa dell’87,9% e il load factor è sceso di 29,3 punti percentuali al 53,3%, il più alto tra le regioni.
Il traffico delle compagnie aeree africane ha subito una contrazione dell’88,5% a settembre, quindi sostanzialmente stabile rispetto al calo dell’88,7% registrato ad agosto. La capacità si è contratta del 74,7% e il load factor è sceso di 39,4 punti percentuali al 32,6%, il secondo più basso tra le regioni.

“La scorsa settimana abbiamo fornito un’analisi che mostra che l’industria del trasporto aereo non può tagliare i costi abbastanza velocemente da compensare il crollo della domanda di passeggeri causato dal Covid-19 e dalle chiusure e quarantene dei confini governativi – ha spiegato De Juniac –. Sono in pericolo circa 4,8 milioni di posti di lavoro nel settore dell’aviazione, così come un totale di 46 milioni di persone nell’economia più ampia i cui posti di lavoro sono sostenuti dall’aviazione. Per evitare questa catastrofe economica, i governi devono allinearsi sui test come un modo per aprire le frontiere e consentire viaggi senza quarantena; e fornire ulteriori misure di soccorso per sostenere l’industria durante il buio inverno che ci aspetta. Una ripresa economica più ampia è possibile solo attraverso la connettività fornita dall’aviazione”.

Trasporti-Italia.com – 06/11/2020

© Riproduzione riservata

Firmato il contratto per la realizzazione dei lavori della prima fase del progetto Hub Portuale di Ravenna

Opere per un valore complessivo di 235 milioni euro

Ieri a Ravenna è stato sottoscritto il contratto di affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori della prima fase del progetto “Hub Portuale di Ravenna” che prevede l’approfondimento dei fondali dei Canali Candiano e Baiona del porto ravennate, l’adeguamento delle banchine esistenti, la realizzazione di un nuovo container terminal in Penisola Trattaroli e di aree destinate alla logistica.

In particolare, i lavori della prima fase del progetto, del valore complessivo di 235 milioni euro finanziati da CIPE, Banca Europea degli Investimenti, Unione Europea (Innovation and Networks Executive Agency) e dalla stessa Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, consistono nell’escavo di cinque milioni di metri cubi di sedimenti per approfondire i fondali del porto sino a -12,5 metri, nel rifacimento del primo lotto di banchine esistenti (per oltre 6,5 km) per adeguarle ai nuovi fondali e nella realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 metri lineari a servizio di una nuova area portuale da destinarsi principalmente a container terminal.

La firma del contratto è avvenuta in Prefettura a Ravenna tra l’Autorità di Sistema Portuale e il general contractor che nel giugno scorso si è aggiudicato l’appalto: il raggruppamento temporaneo d’imprese con mandataria il Consorzio Stabile Grandi Lavori del quale è socio maggioritario e di riferimento la R.C.M. Costruzioni del gruppo Rainone e mandante la Dredging International.

Si sta ora procedendo verso la realizzazione della seconda fase del progetto che prevede l’adeguamento delle banchine, l’approfondimento dei fondali a -14,50 metri e la realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali risultanti dall’escavo. Il progetto definitivo è stato redatto e nel corso del 2021, dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni ambientali, sarà posto a bando di gara.

InforMare – 06/11/2020

© Riproduzione riservata

I porti di Venezia e Trieste dovrebbero confrontarsi sui grandi temi dell’evoluzione dei mercati marittimi

Interrogato dal Propeller Club veneziano, Sommariva evidenzia la necessità di progetti comuni e di dialogo tra i due scali

Il The International Propeller Club Port of Venice si interroga su una possibile maggiore integrazione tra i porti di Venezia e Trieste che porti ad istituire un unico grande sistema portuale nell’alto Adriatico. Uno scenario probabile o fantascientifico? Lo ha chiesto il presidente del Propeller Club, Massimo Bernardo, alla controparte nella persona di Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale, l’ente che gestisce i porti di Trieste e Monfalcone, domandandogli perché i porti Venezia e a Trieste non riescono a far squadra per polarizzare l’interesse di traffici e vettori.

«Intanto – ha risposto Sommariva – pesa una storia secolare di distanze fra le due realtà. Trieste chiese protezione all’Austria per evitare il dominio veneziano. A Muggia, primo avamposto del territorio istro-veneto, i cannoni erano costantemente puntati su Trieste. Oggi per fortuna – ha precisato – è possibile ragionare in termini diversi. Non esiste una Repubblica Marinara dominatrice dei mari e non esiste una piccola realtà impaurita e mossa soltanto dalla volontà di non farsi fagocitare. Oggi Trieste e Venezia, compresi i sistemi portuali più ampi che coinvolgono Chioggia e Monfalcone, sono porti moderni che fanno riferimento a mercati diversi e che possono essere riferimento, attraverso, le opportune sinergie, della crescita di nuovi traffici. Questa scelta strategica – ha rilevato il segretario generale dell’AdSP dell’Adriatico Orientale – presuppone un Nord Adriatico protagonista di una nuova geografia dei traffici marittimi che valorizzi il collegamento sud-nord attraverso il nostro mare ed alcune aree dell’Europa centrale e di sud-est».

Bernardo ha ricordato all’interlocutore l’esperienza della North Adriatic Ports Association (NAPA), l’associazione dei porti di Koper, Ravenna, Rijeka, Trieste e Venezia nata per promuovere la portualità dell’Adriatico settentrionale. «Il rilancio del NAPA, strumento importante di costruzione di una politica portuale nord-adriatica – ha rilevato Sommariva – si dovrebbe fondare sul rilancio di una progettualità comune. Sarebbe utile una riflessione collettiva, lontana, per qualche ora, dalla competizione e dal gioco degli interessi, per tentare di trovare un orizzonte strategico comune, una visione di prospettiva e di lungo periodo. Una tappa del percorso volto a ridisegnare la geografia dei traffici come dicevo poc’anzi».

Oltre all’esperienza di questa associazione transnazionale, Bernardo ha ricordato a Sommariva anche l’ipotesi formulata dal professor Massimo Cacciari, già sindaco di Venezia, di costituire un’unica Autorità di Sistema Portuale che abbia competenza sui due sistemi portuali di Venezia e Trieste. «È – ha replicato Sommariva – una suggestione affascinante. Credo tuttavia – ha aggiunto – nella gradualità e, come ho detto, in processi che debbono maturare nella realtà concreta. Nel mercato e nella volontà dei diversi attori economici, istituzionali e sociali. Sarebbe intanto importante iniziare a confrontarsi sempre di più sui temi delle sinergie e delle possibili integrazioni. Segnalo ad esempio un’iniziativa molto importante sulla quale stiamo lavorando, su proposta dell’Autorità Portuale di Venezia, in materia di formazione professionale dei lavoratori del sistema portuale. La creazione di un polo formativo di eccellenza Nord Adriatico, di valenza e respiro nazionale ed europeo – ha sottolineato Sommariva – sarebbe un primo passo concreto verso la definizione di ulteriori progetti comuni. Come spesso ripete Zeno D’Agostino (presidente dell’AdSP dell’Adriatico Orientale, ndr), le persone sono la prima “infrastruttura del porto”. Si parte dunque da una questione estremamente importante. Esiste poi – ha osservato Sommariva – un tema di carattere generale rispetto al quale è il dibattito politico ed istituzionale ad essere estremamente insufficiente ed arretrato. Mi riferisco al rapporto fra l’interesse generale dei territori e quello privato rappresentato da compagnie di navigazione che agiscono in un mercato di tipo oligopolistico, dando vita a fenomeni di integrazione “verticale” che entrano sempre più in conflitto anche con i diversi attori del mercato logistico. Vedi la recente vicenda che ha contrapposto DB Schenker e Maersk dopo la scelta di quest’ultima di “saltare” l’intermediazione rappresentata dallo spedizioniere. Il tema è molto complesso e non ho ovviamente risposte. Resta il fatto che abbiamo una legislazione che tendenzialmente impedisce di avere due terminal dello stesso tipo in uno stesso porto ma consente, con relativa semplicità, ad uno stesso soggetto, di controllare molti terminal nei diversi porti della penisola. Esiste una evidente sproporzione fra lo scarso potere del territorio e l’affermazione delle volontà dei grandi “liners” , specie nel segmento del container. Si pensi, a tale proposito, alla facilità con la quale, talvolta, vengono mutati programmi, dirottati investimenti o pianificate nuove infrastrutture. Questi temi – ha concluso Sommariva – meriterebbero approfondimenti e proprio su questi, i porti, dovrebbero parlarsi di più fra loro».

InforMare – 06/11/2020

© Riproduzione riservata

Porti: Trieste; valorizzare Punti franchi, intesa con Dogane

Per incrementare competitività scalo giuliano

Incrementare la competitività del porto di Trieste, valorizzando le potenzialità dei Punti Franchi e relativi benefici doganali, “che insieme a posizione geografica, infrastrutturazione ferroviaria di respiro europeo e profondità dei fondali, ne fanno un gateway in grado di competere a livello internazionale”. E’ l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

L’accordo prevede l’istituzione di un tavolo tecnico finalizzato a incrementare “implementazione della digitalizzazione delle operazioni doganali, sviluppo delle potenzialità dello smart terminal – sdoganamento in mare, realizzazione di interconnessioni informatiche tra Punti Franchi”. E ancora “realizzazione di progetti per far dialogare piattaforme logistiche come corridoi doganali, anche tra Stati membri e la partecipazione a progetti internazionali di interesse comune”.

La collaborazione con l’Adm, ha detto il presidente dell’Authority, Zeno D’Agostino, “si focalizza su temi strategici e operativi”: “sviluppo e valorizzazione dei punti franchi, perno del nostro sistema portuale, e introduzione di progetti di sviluppo anche all’estero con l’obiettivo di essere sempre più competitivi e innovativi”.

“Includere Trieste – ha osservato il direttore generale Adm, Marcello Minenna – all’interno di questo ambito di coordinamento è un passaggio importante per quel processo di digitalizzazione, modernizzazione, coordinamento per fare delle nostre autorità portuali e porti le componenti di un unico sistema Italia per realizzare il grande progetto delle autostrade del mare”.

Ansa/Mare – 06/11/2020

© Riproduzione riservata