Volotea, nuovo collegamento aereo tra Venezia e Napoli

La nuova rotta, già disponibile sul sito della compagnia e presso le agenzie di viaggio, decollerà il 19 novembre con 4 frequenze settimanali (martedì, giovedì, venerdì e domenica) per un totale di 33.900 posti in vendita.

Volotea, la compagnia aerea low-cost che collega tra loro città di medie e piccole dimensioni e capitali europee, ha annunciato oggi l’avvio di un nuovo collegamento in partenza da Venezia alla volta di Napoli.

La nuova rotta, già disponibile sul sito www. volotea.com e presso le agenzie di viaggio, decollerà il 19 novembre con 4 frequenze settimanali (martedì, giovedì, venerdì e domenica) per un totale di 33.900 posti in vendita.

Durante il periodo di più intenso traffico, dal 17 dicembre all’11 gennaio, la frequenza del nuovo collegamento per la Campania aumenterà fino a diventare giornaliera.

Infine, durante il resto del 2021, la rotta verrà operata 6 giorni su 7. A seguito dell’avvio della nuova rotta, salgono a 36 i collegamenti della low-cost disponibili presso lo scalo veneziano, 10 domestici e 26 all’estero.

Nordest Economia – 15/10/2020

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«Il no del Ministro De Micheli su aumento accise gasolio atto dovuto»

La presa di posizione di Danilo Vendrame, presidente gruppo trasporti Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

«Il no deciso della Ministra dei Trasporti Paola De Micheli a qualsiasi ipotesi di aumento delle accise sui carburanti è positivo ma anche un atto scontato e dovuto. Quello che ci aspettiamo davvero è che il Ministro prenda provvedimenti immediati per il ripristino delle agevolazioni agli euro 3, scadute il 1 ottobre scorso, e si impegni a mantenere quelle per gli euro 4, in scadenza il 1 gennaio 2021, almeno per un anno». E’ questo il commento del Presidente Provinciale di Confartigianato Trasporti Danilo Vendrame alle affermazioni della Ministra che ha sgombrato il campo da alcune scellerate ipotesi avanzate da un altro esponente di Governo nelle scorse settimane.

«Il carburante è una delle voci che più pesano nella gestione di un veicolo commerciale. E’ per questo che il combinato disposto dello stop alle agevolazioni per gli Euro 3 ed Euro 4, e la proposta di aumentare le accise del gasolio per equipararle a quelle della benzina, rischiano di essere un “uno-due” da knock down per l’intero comparto dell’autotrasporto artigiano -prosegue Vendrame- In particolare lo stop alle agevolazioni delle accise sul gasolio commerciale per l’autotrasporto per i mezzi fino a euro 3 ed euro 4 è una misura che impatta in modo incredibile sul nostro settore. Coinvolge infatti 183mila camion, autobus e pullman, oltre la metà di quelli circolanti in Regione drenando denari per quasi 8 milioni di euro dalle tasche di gran parte delle 6mila imprese venete che ancora oggi danno lavoro a 15mila addetti. In provincia di Treviso sono 3.500 i mezzi che subiranno questo taglio, su un totale di oltre 8 mila. La perdita stimata per mezzo si attesta sui 7.500 euro annui».

Si deve tenere in evidenza che l’attuale clima di incertezza sommato al calo di lavoro stanno ritardando gli investimenti destinati al rinnovo del parco veicolare con mezzi a minor impatto ambientale anche per questa ragione la categoria sta richiedendo il proroga del recupero accise. Va tenuto conto inoltre che il contesto in cui operano le imprese italiane è caratterizzato da una più elevata pressione fiscale che nel 2020 è del 42,9%, di 1,4 punti superiore al 41,5% della media dell’Eurozona. In particolare, ad agosto 2020, le accise sul gasolio per autotrazione sono del 21,2% superiore alla media dei competitor dell’Eurozona e del 28% al di sopra della media Ue a 27. L’Italia è il paese dell’Unione a 27 con il maggior prelievo di accise sul gasolio. E in Italia la tassazione per unità di CO2 emessa nel settore dei trasporti è di 240 euro per tonnellata CO2, il 54,3% in più della media dei 18 paesi competitor nel trasporto merci internazionale su strada.

TrevisoToday/Economia – 15/10/2020

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Matteo Gasparato confermato presidente di Uir Unione degli Interporti Riuniti

Matteo Gasparato, presidente dell’Interporto “Quadrante Europa” di Verona, è stato riconfermato all’unanimità per il prossimo triennio alla guida dell’Unione degli Interporti Riuniti, l’associazione nazionale dei soggetti gestori delle infrastrutture logistiche italiane.
La rete interportuale rappresenta oggi in Italia circa il 40 % del valore aggiunto rispetto a quello attivato da tutte reti nazionali della logistica, compreso il mare. Complessivamente la rete nazionale degli interporti dispone di circa 43 milioni di mq di aree, di cui 32 milioni mq di servizi logistici, 3 milioni di mq di terminal e 5 milioni di mq di magazzini, negli interporti italiani operano 1.200 aziende di trasporto con oltre 20.000 addetti, circa 65 milioni sono le tonnellate di merci movimentate con 50.000 treni e 25.000 mezzi pesanti partiti/arrivati nel 2019.

Sono stati anche nominati i vicepresidenti Rocco Nastasi (Interporto di Livorno), Vicario, Giancarlo Cangiano (Interporto Sud Europa) e Claudio Ricci (Interporto Campano).

“Una delle azioni principali della Uir -commenta Gasparato – sarà, nei prossimi mesi, il completamento del percorso legislativo della riforma” varata con la legge del 1990, n. 240: “Attualmente è in discussione una proposta di legge che recepisce in maniera puntuale le nostre aspettative e ci auguriamo che non venga stravolto l’impianto lungo l’iter parlamentare”.

“Riteniamo – ha sottolineato Gasparato – che il sistema degli interporti italiani debba rivestire un ruolo strategico per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano; lo ha mostrato in questo periodo di emergenza sanitaria, dimostrando di essere essenziale e organizzato. Gli interporti italiani devono essere riconsiderati delle infrastrutture strategiche per il Paese, e per questo sarà necessario che venga garantita la loro funzione di infrastrutture di interesse pubblico”.

Trasporti-Italia.com – 15/10/2020

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Ad agosto il traffico delle merci nel porto di Koper è calato del -29,4%

Nei primi otto mesi del 2020 la diminuzione è stata del -19,6%

Lo scorso agosto il traffico delle merci nel porto sloveno di Koper è diminuito del -29,4% essendo stato pari a 1,30 milioni di tonnellate rispetto a 1,84 milioni di tonnellate nell’agosto 2019. Il solo segmento di traffico in crescita è risultato essere quello delle merci convenzionali che hanno totalizzato 70mila tonnellate (+15,9%). Il traffico containerizzato è sceso del -18,5% a 580mila tonnellate. I rotabili sono ammontati a 61mila tonnellate (-29,8%). In forte calo anche le rinfuse liquide con 332mila tonnellate (-27,2%) così come le rinfuse solide con 260mila tonnellate (-50,9%).

Nei primi otto mesi del 2020 lo scalo portuale sloveno ha movimentato complessivamente 12,4 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del -19,6% sullo stesso periodo dello scorso anno. I carichi contanerizzati si sono attestati a 5,5 milioni di tonnellate (-10,7%). Merci convenzionali e rotabili sono diminuiti rispettivamente del -16,5% e -14,1% a 783mila e 609mila tonnellate. Le rinfuse solide sono ammontate a 3,2 milioni di tonnellate (-32,2%) e quelle solide a 2,3 milioni di tonnellate (-20,2%).

InforMare – 15/10/2020

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Porto di Monfalcone, Comune e Adsp assieme in un progetto anti-emissioni

L’iniziativa europea «Smooth Ports», di cui l’ente locale e il porto d’Amburgo, assieme al ministero dell’economia della Città-stato tedesca, sono i Lead partner.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e il Comune di Monfalcone (Gorizia) collaboreranno assieme per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto europeo «Smooth Ports», di cui l’ente locale e il porto d’Amburgo, assieme al ministero dell’economia della Città-stato tedesca, sono i Lead partner. Un protocollo in tal senso è stato sottoscritto oggi presso la Torre del Lloyd a Trieste dal presidente dell’Authority giuliana Zeno D’Agostino e dal sindaco Anna Maria Cisint.

Smooth Ports, che conta su un finanziamento comunitario di circa un milione di euro, ha varie finalità, dall’individuazione degli interventi necessari per il contenimento delle emissioni di CO2 nelle attività portuali con la riduzione del traffico stradale all’interno e all’esterno degli scali, allo snellimento delle procedure di sdoganamento delle merci, alle soluzioni Itc e di innovazione digitale, sino alla sperimentazione di carburanti alternativi.

All’iniziativa partecipano, oltre a Monfalcone e Amburgo, anche l’Autorità portuale di Nantes-Saint Nazaire, quella del Mar Tirreno Settentrionale e la Regione di Varna (Bulgaria). «Questo accordo è importante – ha commentato D’Agostino – perché sancisce l’impegno a promuovere una comune politica di sostenibilità ambientale tra Trieste e Monfalcone. Uno dei tanti passi che stiamo costruendo assieme. Come Autorità di Sistema, infatti, dal primo giorno abbiamo creato le condizioni e la sinergia indispensabile per attrarre investimenti e creare posti di lavoro per i nostri porti e l’indotto, specie in questo difficile momento storico».

Per Cisint «Monfalcone ha nel nuovo sistema con Trieste un’importante chance di sviluppo, che si consoliderà con gli investimenti previsti nel nuovo piano regolatore, soprattutto per quanto riguarda la piattaforma ferroviaria e l’approfondimento delle banchine. Proprio in questa prospettiva il sostegno legato a questo progetto consentirà di mettere a confronto e applicare le migliori pratiche per agire in modo innovativo sul fronte dell’efficienza e della sostenibilità».

I risultati di Smooth Ports potranno incidere anche sul Piano del traffico dell’area urbana (Ptau), lo strumento di pianificazione adottato dal Comune di Monfalcone nel 2011 per regolamentare e migliorare l’accessibilità del territorio in una visione extra-municipale.

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale è anche partner Capofila del progetto Clean-Berth, co-finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Slovenia, e in tal senso si potranno fare opportune sinergie in particolare per quanto riguarda le analisi sulle attuali emissioni dei mezzi.

Nordest Economia – 15/10/2020

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Banda ultralarga in Veneto, cantieri al palo e risorse dimezzate

Serve un nuovo piano per i lavori: con l’emergenza Covid i fondi Fesr sono passati da 35 a 16 milioni. Nelle cosiddette aree bianche (fallimento d’impresa) c’è un ritardo di tre anni

di Matteo Marian

In ritardo di tre anni e con una parte delle risorse, quelle legate al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), che sono state, di fatto, dimezzate dall’emergenza Covid 19. Da 35 a 16 milioni di euro, per la precisione. Una mazzata per le ambizioni di connettività digitale al passo con i tempi del Veneto.

Parliamo di banda ultralarga in fibra ottica che a fronte di cantieri piuttosto impattanti nelle nostre città per la posa dovrebbe garantire scambi dati ad altissima velocità in grado di permettere – per fare degli esempi – didattica a distanza, smart working e video conferenze che mai come in questo periodo sono diventati indispensabili anche agli occhi dei più.

Bene, a fronte di un piano datato 14 aprile 2016 (accordo di programma tra Regione e Ministero dello Sviluppo economico) i numeri dicono: 504 progetti definitivi approvati, di cui 279 con cantieri aperti; 81 interventi con posa di fibra ottica ultimata; 19 Comuni con certificato di collaudo emesso. «Il problema è che di famiglie allacciate siamo a zero o giù di lì» sottolinea l’ex assessore regionale Roberto Marcato che era titolare delle delega nella giunta Zaia II.

«C’è un ritardo di tre anni nei lavori in tutte le zone a fallimento d’impresa, le cosiddette aree bianche, dove gli operatori non investirebbero perché non vedono margini. Abbiamo agevolato gli accordi con enti locali e messo i soldi: noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Ma i lavori languono e dal governo continuano a ostinarsi a non dire perché».

Ma non è tutto qui. Perché, a fronte di una interrogazione sulle ragioni dei ritardi in Veneto presentata dal senatore padovano dell’Udc Antonio De Poli a maggio, il Ministero dello Sviluppo economico ha dato una risposta scritta che ha lasciato più di qualcuno con la bocca aperta. Perché emerge che il piano tecnico approvato il 22 maggio scorso – ovvero il documento che disciplina l’esecuzione dei lavori in Veneto – non è stato adottato perché superato dalla rimodulazione dello stanziamento delle risorse Fesr disposta da Palazzo Balbi attraverso una delibera di giunta regionale.

«Nel corso del comitato del 10 settembre 2020» si legge nella risposta del ministero guidato da Stefano Patuanelli «la Direzione Ict e l’Autorità di gestione Fesr del Veneto hanno infatti reso noto che si sarebbe provveduto a inoltrare al Mise una nota formale di richiesta di un nuovo piano tecnico che tenesse conto, evidentemente, della rimodulazione delle risorse Fesr disponibili da 35 a 16 milioni». Un dimezzamento dei fondi. E il nuovo piano sarà approvato «non appena si sarà insediata la giunta regionale».

«Una grande beffa» sottolinea De Poli. «Il ministero ci dà ragione sul fatto che c’è un ritardo nella realizzazione degli interventi. Il paradosso è che con un piano tecnico già approvato si è ripartiti da zero per via della rimodulazione delle risorse Fesr».

Nordest Economia – 14/10/2020

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La nave gasiera Lng Croatia apre l’era del rigassificatore

Era salpata da Shangai, dove si trovava per subire lavori di riconversione. Il suo destino è quello di diventare la base del futuro impianto offshore

In anticipo rispetto al termine previsto (20 ottobre), la nave gasiera riadattata Lng Croatia è arrivata ieri mattina nel golfo di Fiume. Proveneniva dal porto cinese di Shangai, dove l’ex metaniera era stata sottoposta a lavori di riconversione. Quello che sarà il futuro rigassificatore offshore (costato 159,6 milioni di euro), da piazzare di fronte alla località di Castelmuschio (Omišalj in croato) sull’isola di Veglia, raggiungerà oggi il vicino cantiere navale di San Martino di Liburnia (Martinšcica). Qui l’unità Fsru verrà ulteriormente controllata prima di poter dare il via al lavoro sperimentale.

«Tra un paio di settimane la nave raggiungerà un determinato punto dell’ Adriatico, dove avverrà il primo prelievo di gas liquefatto da un’altra unità», rivela Hrvoje Krhen, direttore Lng Hrvatska, l’impresa cui è stata affidata la gestione del rigassificatore: «Il metano a bordo della Lng Croatia tornerà allo stato gassoso. Una specie di prova generale prima dell’attività vera e propria». Dopo l’attività sperimentale, il rigassificatore galleggiante sarà sistemato definitivamente nel tratto di mare che bagna Castelmuschio, operazione in programma a fine novembre o inizio dicembre. Il primo gennaio 2021 si avrà dunque l’inaugurazione ufficiale del terminal, fortemente voluto da Zagabria (e dagli Stati Uniti per contrastare le forniture russe) e avversato dalle autonomie locali, dalla Regione quarnerino-montana, da ambientalisti, lavoratori turistici e in generale dall’opinione pubblica quarnerina e istriana.

Non poteva andare diversamente poiché Lng Croatia – posizionata in un’area ad alto richiamo turistico – è lunga 280 metri, larga 43 e alta 38; è considerata un potenziale pericolo per l’ambiente, come pure un pugno nell’occhio a causa della sua enorme mole.

L’impianto metanifero, compresa tutta l’infrastruttura, costerà complessivamente 233 milioni di euro, con 101 milioni stanziati a fondo perduto dall’Unione europea. Avrà a pieno regime una capacità di movimentazione annua pari a 2 miliardi e 600 milioni di metri cubi di gas, grazie a serbatoi che possono ospitarne fino a 140 mila metri cubi. In pratica riuscirà a trasformare da liquidi in gassosi circa 300 mila metri cubi l’ora: cifra che garantisce appunto la movimentazione di 2,6 miliardi di metri cubi in un anno. L’intera capacità del terminal è stata rilevata per i prossimi 3 anni, mentre fino al 2027 è stata acquistata nella misura dell’80%.
«È la prova della bontà del progetto, fortemente voluto dallo Stato croato che così si assicura autonomia energetica per il periodo a venire – sottolinea Krhen –. Posso confermare che al terminal vegliota potranno attraccare metaniere le cui capacità potranno andare da un minimo di 3.500 a un massimo di 265 mila metri cubi». Proprio per ridurre al minimo l’impatto ambientale (la gigantesca nave sarà comunque ben visibile da tutto il golfo fiumano), il rigassificatore è stato verniciato di bianco nella parte superiore, mentre lo scafo sarà di colore blu.

Nordest Economia – 14/10/2020

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A22, nuova area di servizio all’autoparco Sadobre

Intervento di riqualificazione per l’edificio Top Stop

Trentino A.A. – 14/10/2020

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