Accordo FS Italiane – Snam per lo sviluppo e la diffusione dei trasporti ferroviari a idrogeno in Italia

21 Ottobre 2020

Saranno valutati progetti pilota che prevedano la sostituzione dei combustibili fossili con idrogeno

Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e la Snam hanno sottoscritto un memorandum of understanding per valutare la fattibilità tecnico-economica e nuovi modelli di business legati allo sviluppo e la diffusione dei trasporti ferroviari a idrogeno in Italia. L’accordo prevede la realizzazione di analisi e studi di fattibilità e lo sviluppo di progetti congiunti su linee ferroviarie convertibili all’idrogeno sul territorio nazionale. In particolare, FS Italiane e Snam costituiranno un gruppo di lavoro con l’obiettivo di valutare possibili progetti pilota che prevedano la sostituzione dei combustibili fossili con idrogeno.

FS Italiane e Snam sperimenteranno soluzioni tecnologiche innovative legate alla produzione, al trasporto, alla compressione, allo stoccaggio, alla fornitura e all’utilizzo dell’idrogeno per contribuire allo sviluppo della mobilità sostenibile, anche partecipando insieme a iniziative congiunte oggetto di potenziale finanziamento o gara d’appalto pubblica.

«Con questo accordo – ha spiegato l’amministratore delegato della Snam, Marco Alverà – compiamo un passo importante nella promozione di una filiera dell’idrogeno in Italia partendo da settori cruciali per la decarbonizzazione come il trasporto di persone e merci. Grazie alla collaborazione tra FS Italiane e Snam, puntiamo a realizzare infrastrutture per convertire rapidamente a idrogeno treni attualmente alimentati a diesel in Italia e così acquisire una leadership tecnologica da capitalizzare anche a livello internazionale».

«L’accordo siglato con Snam – ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale del gruppo FS Italiane, Gianfranco Battisti – conferma l’importanza, per FS Italiane, di incentivare la mobilità sostenibile, in piena coerenza con gli indirizzi europei del Green New Deal. Continuiamo a innovare e sviluppare soluzioni di mobilità sicure ed ecologiche che consentiranno alle nuove generazioni di vivere in un Paese più sostenibile e competitivo, secondo un modello che pone sempre di più le persone al centro. I trasporti ferroviari a idrogeno rappresentano in questo senso una fondamentale innovazione in grado di rendere più ecologici i viaggi di passeggeri e merci sulle residue tratte ferroviarie non ancora elettrificate».

InforMare – 21/10/2020

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Protocolli d’intesa tra Dogane e Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Centro Settentrionale e Centrale

20 Ottobre 2020

Prevedono l’istituzione di tavoli tecnici permanenti

Oggi a Bologna il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centro Settentrionale, Daniele Rossi e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, hanno siglato protocolli d’intesa per l’attivazione di tavoli tecnici permanenti istituiti con l’obiettivo di rilanciare la competitività del sistema portuale e logistico del Mar Adriatico Centro Settentrionale e Centrale e di facilitare il lavoro di imprese e operatori del settore attraverso nuove semplificazioni e utilizzo di tecnologie avanzate. I protocolli si inseriscono in un più ampio piano di ammodernamento logistico e operativo volto a rendere più fluide e più sicure le movimentazioni nei porti e a migliorare le sinergie tra le entità pubbliche e private che vi operano, a salvaguardia degli interessi dello Stato, dei cittadini e degli imprenditori.

In occasione della firma dei protocolli avvenuta a Palazzo Mercanzia, anticamente adibito a Dogana ed ora sede della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane, Minenna, ha ricordato che l’Agenzia sta contribuendo «a Ravenna, Ancona e Ortona, così come in altri importanti siti portuali del Paese, alla razionalizzazione e alla digitalizzazione di servizi indispensabili alla vita dei porti. Contiamo così – ha spiegato – di sostenere e promuovere prima d’ogni altra cosa l’export via mare, ossigeno per l’economia del Paese. Abbiamo gli strumenti per essere altamente competitivi e i porti devono essere il centro dello sviluppo del Paese attraverso le autostrade del mare».

Il presidente dell’AdSP del Mar Adriatico Centro Settentrionale, Daniele Rossi, ha evidenziato la necessità di «seguire la forte spinta alla digitalizzazione che il mercato richiede ed attuarla nelle procedure doganali significa pensare ad un porto moderno, efficiente e competitivo. Ringrazio ancora – ha aggiunto – il direttore Minenna che sta lavorando con impegno affinché i porti possano svolgere appieno il proprio ruolo, contribuendo così alla ripresa del sistema produttivo del Paese».

«Sicurezza e velocità dei controlli – ha sottolineato il il presidente dell’AdSP del Mar Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, in occasione dell’incontro – sono gli obiettivi della logistica del futuro. Questo accordo dà concretezza a questa necessità e soprattutto rafforza il principio di sistema di Autorità in quanto unisce i porti marchigiani e abruzzesi nell’innovazione e nella digitalizzazione consentendo di valorizzarne le rispettive vocazioni».

InforMare – 20/10/2020

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Il Governo vara un fondo da 4,6 miliardi per i ritardi infrastrutturali

La misura ancora in bozza sarà contenuta nella prossima legge di Bilancio servirà a coprire il differenziale di infrastrutture tra montagna e pianura, quindi per fare un esempio concreto, sarà possibile finanziare opere in Lessinia, Polesine, Altopiano di Asiago e provincia di Belluno. Una perequazione delle risorse non solo verticale, tra nord e sud, ma anche orizzontale tra centro e periferie.

Circa 4,6 miliardi da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. E’ quanto prevede la prossima legge di Bilancio per procedere con la legge per l’Autonomia differenziata. Inizialmente il ministro Francesco Boccia aveva previsto le risorse all’interno del decreto legge, che era pronto per essere presentato ma è stato poi bloccato dall’emergenza Covid.

Ora le risorse sono state incluse nelle tabelle della manovra e saranno a disposizione del Mezzogiorno, delle aree interne e delle aree di montagna non appena sarà approvata la legge sull’autonomia. «Lo stanziamento per la perequazione infrastrutturale previsto in Legge di Bilancio», sottolinea il coordinatore dei parlamentari veneti del Partito Democratico, Roger De Menech, «dà la misura della concretezza del disegno dell’autonomia differenziata. Grazie al ministro Boccia, rendiamo disponibili risorse per cominciare a colmare i gap infrastrutturali delle aree interne e delle zone montane in coerenza con gli impegni assunti dal governo agli Stati Generali della Montagna a Roma e Roccaraso nel corso di questo anno. Le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria hanno ritardato il processo, ma non lo hanno bloccato. La volontà del governo e del ministro Boccia di fare proprie le indicazioni dell’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna sono chiare e l’inserimento del fondo di perequazione nella legge di bilancio ne è la dimostrazione. L’idea forte del ministro e che noi appoggiamo da sempre è che la perequazione verticale finora fatta in Italia tra settentrione e mezzogiorno debba essere affiancata da provvedimenti orizzontali, ovvero in grado di superare i ritardi tra centro e periferia. Stiamo parlando di situazioni diffuse all’interno delle regioni, tutte, al nord, al centro e al sud del Paese».

Difficile ipotizzare come potranno essere utilizzati i finanziamenti, spiega ancora De Menech. «A oggi la manovra 2021 è solo una bozza nelle mani del governo il cui primo testo arriverà in discussione delle aule entro la fine del mese. Sarà la legge di bilancio a stabilire i criteri e le modalità di spesa. Certo è che la destinazione delle risorse è chiara, cioè coprire il differenziale di infrastrutture tra montagna e pianura, quindi per fare un esempio concreto, sarà possibile finanziare opere, per esempio, in Lessinia, Polesine, Altopiano di Asiago e provincia di Belluno, non nei centri urbani. Credo utile comunque farci trovare pronti con un piano di intervento unitario e chiaro almeno sulle linee principali. Per questo convocherò presto i sindaci, le associazioni di categoria e le parti sociali con cui stabilire le priorità e le azioni da svolgere insieme per fare di queste risorse una leva di sviluppo concreta».

Nordest Economia – 20/10/2020

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Trasporti: Pizzimenti, servizi per intermodalità in bicicletta

19 Ottobre 2020

“Un ulteriore servizio per chi intende utilizzare la bicicletta per spostarsi sul territorio e per visitare il Friuli Venezia Giulia è da oggi è a disposizione dei cicloturisti che sceglieranno la stazione ferroviaria di Udine per raggiungere la ‘Ciclovia Alpe Adria’ o le altre infrastrutture ciclabili esistenti. Le rampe posizionate sulle gradinate di accesso ai binari per favorire chi viaggia assieme alla propria bicicletta sono una risposta adeguata ai risultati raggiunti questa estate dal servizio di trasporto bici su rotaia. Sono infatti quasi 24 mila i ciclisti che tra maggio e settembre 2020 hanno utilizzato questo servizio in tutto il Friuli Venezia Giulia, a dimostrazione della validità della scelta operata dalla Regione, funzionale a sviluppare un servizio che mancava ed era atteso non soltanto dai fedelissimi della bicicletta, ma anche dagli appassionati delle due ruote che si sono così avvicinati più di buon grado all’impegno del cicloturismo, e hanno potuto conoscere e frequentare alcuni dei luoghi più belli della nostra regione”.
Con queste parole l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, ha commentato l’inaugurazione a Udine del primo degli scivoli destinati a consentire l’accesso con la bicicletta a mano ai binari delle stazioni ferroviarie esistenti lungo la Ciclovia Alpe Adria, per agevolare i ciclisti che optano per il servizio di trasporto su treno assieme alla propria bicicletta, sia a pedali sia elettrica. Una realizzazione basata sull’accordo siglato tra Regione e Rete ferroviaria italiana (Rfi).
“È un servizio, quello del trasporto con le biciclette sul treno che – ha commentato Pizzimenti – ha già riscosso notevole successo. Si pensi che, nonostante il periodo non facile dal quale uscivamo a causa del lockdown e i riflessi che ciò ha avuto anche sugli sportivi amatoriali e sui cittadini che utilizzano le due ruote nel tempo libero per una vita più sana e a contatto con la natura, sono stati ben 14 mila gli utenti che hanno scelto la ferrovia per raggiungere la ‘Ciclovia Alpe Adria’. Non solo – ha aggiunto – ma altri 9 mila hanno raggiunto Udine con lo stesso mezzo e assieme alla loro bicicletta”.
Ora questo tipo di trasporto è stato potenziato e sulla linea ferroviaria verso il Tarvisiano sono a disposizione quattro nuove carrozze finanziate dalla Regione attraverso il progetto Interreg Italia-Slovenia, che dispongono di 64 posti l’una, mentre quelle già in servizio sono dotate di 34 posti l’una. “Il risultato raggiunto fa parte di un percorso – ha specificato Pizzimenti – con il quale intendiamo favorire lo sviluppo della mobilità integrata su due ruote fruendo dei mezzi, che già sosteniamo, su rotaia, su strada e via mare nonché attraverso le nostre splendide lagune”.
Il progetto della Regione per la realizzazione di canaline per lo scorrimento delle biciclette sulle scalinate delle stazioni ne prevede la realizzazione, dopo Udine, anche in altre otto strutture ferroviarie, attrezzando opportunamente anche i marciapiedi di accesso ai binari. Gli scivoli per la salita e la discesa delle biciclette nei punti più critici delle stazioni ferroviarie saranno infatti sistemati a breve anche a Ugovizza Valbruna, Pontebba, Carnia, Venzone, Gemona, Artegna, Tarcento e Tricesimo.
Come ha commentato il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, “rendere la nostra stazione e gli stessi treni a misura di bicicletta rappresenta un elemento di forte richiamo e un’occasione di promozione non solo della città, ma anche di tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia”.
L’iniziativa è realizzata grazie al progetto Icarus, finanziato dal Programma Interreg VA Italia-Croazia, per migliorare il trasporto transfrontaliero. Sempre nell’ambito di tale progetto, che ha come finalità la promozione dell’intermodalità su due ruote utilizzando diversi mezzi di trasporto, la Regione sta lavorando per garantire un servizio navetta bici-bus tra le località di Trieste e Parenzo (Croazia).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 19/10/2020

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