Alta velocità ferroviaria in Veneto, il Cipe approva il nodo di Verona Est

24 Ottobre 2020

La Gazzetta Ufficiale n. 263 del 23 ottobre contiene anche la delibera del CIPE – il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – sulla Tav ferroviaria, ovvero la delibera del 14 maggio scorso contennente il programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443/2001) con riferimento alla Linea ferroviaria Alta velocità/Alta capacità Milano-Venezia per la tratta Verona-Padova.

Il CIPE ha approvato il progetto preliminare del nodo AV/AC di Verona est – CUP (J41E91000000009). (Delibera n. 11/2020).

A questo link il testo integrale della delibera

Vi si legge: “Ai sensi dell’art. 165, comma 3, del decreto legislativo n. 163 del 2006, e  successive  modificazioni,  l’importo  di  circa  379,96 milioni di euro (al netto di IVA), come  riportato  nella  precedente
«presa d’atto», costituisce il limite di spesa dell’opera di  cui  al punto 1.1, comprensivo del limite  di  spesa  delle  opere  e  misure compensative dell’impatto territoriale e sociale, pari a  circa  7,45 milioni  di  euro.  Eventuali  modifiche  all’elenco e al   costo complessivo delle opere e misure compensative saranno meglio definite e valutate nelle successive fasi progettuali in modo ragionevole e in base all’entita’ dell’incidenza dell’infrastruttura  in  costruzione, sull’economia e sul territorio, anche in merito a quanto previsto  al successivo punto 1.5, fermo restando che  il  valore  delle  opere  e misure compensative non potra’ comunque eccedere  il  limite  massimo del 2 per cento del costo dell’opera”.

E ancora: “La copertura finanziaria del progetto  preliminare  di  cui  al punto 1.1 e’ assicurata dalle risorse del Contratto  di  programma  – parte Investimenti 2017-2021  sottoscritto  tra  il  Ministero  delle infrastrutture e dei trasporti e RFI S.p.a., dove,  nel  progetto  di investimento codice ID0362A «Linea AV/AC Verona-Padova:  Verona-bivio Vicenza (1° lotto funzionale)», è riportato il sotto-progetto  «Nodo AV/AC di Verona Est» con il costo arrotondato di 380 milioni di euro, interamente  finanziato.  Tale  importo   andra’   modificato   nella successiva fase di aggiornamento del Contratto di  programma –  parte investimenti 2017-2021 con il limite di spesa di circa 379,96 milioni di euro previsto al precedente punto 1.3.

La delibera chiarisce: “Con il progetto definitivo il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dovra’ dare evidenza delle opere compensative individuate per ridurre l’impatto ambientale, territoriale e sociale correlate alla funzionalita’ dell’opera il cui limite di spesa, fissato ora in circa 7,45 milioni di euro, non potra’ comunque eccedere il 2 per cento del costo dell’opera”.

Nordest Economia – 24/10/2020

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Porto di Venezia, traffici in calo ma ci sono segnali di ripresa grazie ai container

Nei primi nove mesi di quest’anno la movimentazione delle merci è scesa dell’11%. Passeggeri a picco (-78 per cento). A Chioggia azzerate le poche rinfuse liquide.

di Gianni Favarato

La pandemia è tutt’altro che passata e i suoi effetti nel settore del trasporto marittimo nazionale e internazionale continuano a fari sentire anche nei porti lagunari di Venezia e Chioggia, sia sul fronte del traffico merci che dei passeggeri, a cominciare dai croceristi. In compenso, secondo l’Autorità di Sistema Portuale ci sono anche «segnali di miglioramento nel periodo tra luglio e settembre rispetto ai primi due trimestri dell’anno».

I dati diffusi dall’ente portuale, relativi al terzo trimestre, confermano la flessione dei traffici 2020 per i porti lagunari: nei primi nove mesi di quest’anno il porto di Venezia ha perso 2 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-11%) passando da 18 milioni di tonnellate di merci a 16 milioni, mentre il porto di Chioggia perde ancor di più, o circa 313 mila tonnellate (-33%). A contribuire maggiormente al calo dei traffici è il crollo delle importazioni di carbone (-69,5%) a causa del progressivo abbandono di questo combustibile fossile molto inquinante come fonte energetica nazionale. Se non si considera il carbone, infatti, la flessione registrata a Venezia tra gennaio e settembre scenderebbe al -7%.

Il calo dei traffici continua anche per quanto riguarda i prodotti raffinati del petrolio (-6%), i prodotti chimici (-3%) e rinfusa liquide come oli e derivati del petrolio (-35%) movimentati a Porto Marghera. Il traffico di rinfuse solide ha registrato un -19,9% (-903 mila tonnellate), con una flessione del 62 % dei carichi di cereali e del 15 % di cemento e minerali. Il general cargo (merci in contenitori) ha registrato un -9,7% (-712 mila tonnellate); mentre il traffico di prodotti metallurgici nei primi nove mesi del 2020 ha avuto un’impennata (+ 6,3 %), come pure le rinfuse solide (+18,9%). In calo dell’11 % anche i container.

Il record negativo, con un calo del 78,4%, riguarda il traffico passeggeri dei traghetti (che comprende il collegamento veloce con la Croazia, mentre il traffico crocieristico è rimasto sostanzialmente fermo quest’anno con 5.653 passeggeri rispetto agli 1,316 milioni dell’anno precedente (-99,5%).

Nel porto di Chioggia risultano addirittura azzerate le poche rinfuse liquide (prodotti chimici) transitate nel porto e in flessione del 9% le rinfuse solide, vera specialità dello scalo, in particolare i prodotti metallurgici e per l’edilizia (cemento, calce, malta) e che perdono circa 64 mila tonnellate rispetto ai primi tre trimestri 2019. Unica eccezione i prodotti chimici solidi che crescono del 20%.

In questo quadro, non certo lusinghiero sia per Venezia che per Chioggia, il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare, Pino Musolino, vede comunque un po’ di luce, sempre che la seconda ondata della pandemia non si aggravi al punto di causare un nuovo lockdown generalizzato.ù

«Ci cono segnali di miglioramento nel periodo tra luglio e settembre rispetto ai primi due trimestri di quest’anno», sottolinea Musolino, «il calo congiunturale è stato del -8,5% rispetto al -14,3% del periodo aprile-giugno, e questo senza considerare la “zavorra” dei prodotti carboniferi che, inevitabilmente date le scelte energetiche nazionali, sono destinati a divenire residuali nella composizione delle merci scambiate nei nostri porti. Il terzo trimestre, inoltre, presenta dati positivi per il settore Ro-Ro, con più 24 mila tonnellate, un risultato trimestrale migliore registrato da giugno 2019. Nel settore energetico, malgrado il calo cronico del carbone, il terzo trimestre è il migliore del 2020. Lo stesso vale anche per i container, dove si intravede una tendenza al miglioramento nel terzo trimestre 2020 nonostante i valori tuttora inferiori a quelli dell’anno precedente».

Nordest Economia – 24/10/2020

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Mobilità ciclistica, l’Alto Adige punta a diventare una regione modello entro il 2030

23 Ottobre 2020

Attualmente la bicicletta viene utilizzata dagli altoatesini per l’11% dei loro spostamenti quotidiani. “Il nostro obiettivo è di raddoppiare questa percentuale entro il 2030 e di trasformare l’Alto Adige in una regione modello per quanto riguarda la mobilità ciclistica. Per fare ciò abbiamo bisogno di infrastrutture adeguate come piste ciclabili e percorsi veloci riservati ai ciclisti, servizi, come, ad esempio, parcheggi sicuri e naturalmente un atteggiamento positivo della popolazione nei confronti dell’uso della bicicletta”, ha dichiarato l’assessore provinciale al mobilità, Daniel Alfreider. All’insegna dello slogan L’Alto Adige salta in sella la Provincia intende promuovere un piano d’azione complessivo per realizzare il proprio modello di mobilità ciclistica. Il progetto è stato presentato oggi (23 ottobre) dall’assessore Daniel Alfreider, dal direttore generale di STA, Joachim Dejaco, da Olivia Kieser di STA e da Luis Kröll, in rappresentanza della Comunità comprensoriali. “Vogliamo procedere in maniera coordinata, intercomunale e mirata”, ha spiegato Alfreider. La Giunta provinciale ha già deciso a questo proposito l’istituzione di un servizio di coordinamento per la mobilità sulle due ruote ed i primi progetti sono già stati realizzati: a Brunico, ad esempio, sono state definite le linee guida per i parcheggi e distribuito un questionario sulla mobilità.

Mobilità ciclistica, documento strategico per i prossimi 10 anni

Il piano per la mobilità sulle due ruote viene elaborato dal settore Green Mobility di STA – Strutture Trasporto Alto Adige. “Il piano prevede la realizzazione di diverse misure concrete nell’arco dei prossimi dieci anni che riguarderanno tutti i settori, dalla comunicazione alle infrastrutture, con l’obiettivo di rendere la bicicletta una reale alternativa all’uso dell’automobile”, ha affermato Joachim Dejaco.

“Nel piano, oltre alle varie misure da adottare, vengono fissati anche i tempi ed i responsabili della loro realizzazione. Il focus è comunque rappresentato dalle esigenze dei ciclisti”, ha aggiunto Olivia Kieser. Nella definizione del piano confluiranno anche i risultati emersi da un questionario distribuito ad oltre 11.000 utenti. Saranno coinvolti nella definizione del piano anche oltre 40 gruppi d’interesse ed i Comuni interessati. Non appena sarà disponibile una prima stesura del piano sarà nuovamente presentata a livello comprensoriale.

“Le Comunità comprensoriali, responsabili della rete ciclabile intercomunale, considerano il piano importante per rendere l’Alto Adige un vero e proprio modello nel campo della mobilità sulle due ruote”, ha infine dichiarato Luis Kröll, presidente del Comprensorio del Burgraviato.

Alto Adige Innovazione – 23/10/2020

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Aeroporto Catullo: Ryanair introduce due nuovi voli per Lamezia Terme e Bari

Successivamente al lockdown, 21 compagnie aeree sono progressivamente tornate ad operare sul Catullo, circa la metà rispetto ai periodi di normalità, servendo 15 Paesi e 49 destinazioni

Dal 1^ dicembre all’aeroporto di Verona saranno operativi due nuovi voli di Ryanair per Lamezia Terme (2 a settimana) e Bari (3 a settimana). Lo annuncia una nota della società.

“Nel perdurare della crisi, il mercato domestico continua a dimostrarsi più predisposto ad intercettare le esigenze di mobilità dell’utenza e Ryanair, con la sua programmazione, dimostra di saper prontamente cogliere i segnali di questo segmento di traffico” afferma il Catullo.

A chiusura della stagione estiva, che in ambito aeroportuale va da fine marzo a fine ottobre, la Società ha tracciato un primo consuntivo sull’andamento del traffico, che è stato fortemente condizionato dalla crisi che ha colpito il settore del trasporto aereo, registrando comunque un andamento  migliore rispetto alla media nazionale.

Considerando che lo scalo è rimasto chiuso dal 13 marzo al 16 giugno, il periodo preso in considerazione, che permette un raffronto con la media nazionale, è giugno – agosto 2020. In questa fase, i passeggeri gestiti dallo scalo sono stati complessivamente 340.088, in flessione del 75% rispetto allo stesso periodo del 2019, due punti in percentuale in meno rispetto alla media nazionale che ha avuto un decremento del -77%.

Successivamente al lockdown, 21 compagnie aeree sono progressivamente tornate ad operare sul Catullo, circa la metà rispetto ai periodi di normalità, servendo 15 Paesi e 49 destinazioni, a dimostrazione della dinamicità e vitalità del territorio veronese che ha saputo manifestarsi anche nel generale contesto di stallo.

Monica Scarpa, Amministratore Delegato di Catullo, ha affermato: “In questo perdurare della situazione di crisi in cui gli aeroporti risultano tra le realtà più colpite e necessitano con urgenza, come richiesto in più sedi di un aiuto economico da parte del Governo, ci fa piacere poter annunciare i due nuovi voli per Lamezia Terme e Bari di Ryanair. Siamo complessivamente soddisfatti per come l’aeroporto ha saputo reagire alla grave situazione determinata dalla pandemia, costituendo fin da subito un coordinamento interno per affrontare l’emergenza, introducendo prontamente misure sanitarie a sicurezza di passeggeri e operatori.

Paolo Arena, Presidente di Catullo, ha dichiarato: “L’aeroporto Catullo, pur in una inevitabile sofferenza, ha continuato a rappresentare un riferimento per il territorio, con un’offerta maggiormente orientata al nazionale, costantemente aggiornata attraverso una stretta collaborazione con le compagnie aeree. L’imminente stagione invernale presenta un quadro di incertezza che non permette stime a chiusura d’anno, ma il nostro lavoro continua a concentrarsi su tutte le possibili opportunità di viaggio, in un monitoraggio continuo dell’andamento dei mercati”.

Nordest Economia – 23/10/2020

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Porti: Trieste; intesa con Fvg per favorire l’occupazione

Corsi per lavoratori e accesso a servizi per aziende Coselag

Incrociare domanda e offerta di lavoro velocizzando la ricerca di personale adeguato alle mansioni richieste e facilitando l’acquisizione delle competenze attraverso percorsi formativi. Mira a questo obiettivo il Protocollo di collaborazione firmato oggi dal presidente del Consorzio di sviluppo economico locale dell’area giuliana (Coselag), Zeno D’Agostino, e l’assessore al Lavoro del Fvg, Alessia Rosolen, per rafforzare “i servizi per le aziende in crisi del comprensorio giuliano”, che rientra nell’ambito delle attività portuali di Trieste.

Per aiutare lavoratori e aziende del territorio a trovare opportunità di impiego saranno offerti corsi di qualificazione per i nuovi addetti e di riqualificazione per i lavoratori già in azienda. Alle imprese – informa una nota – sarà garantito il sostegno all’accesso ai servizi regionali di politica attiva del lavoro. Le realtà non ancora insediate nell’area consortile potranno inoltre beneficiare di supporto nella ricerca del personale da inserire in pianta organica. Si tratta di una collaborazione – spiegano i firmatari – che permetterà di sostenere sviluppo e crescita del mercato del lavoro nel Consorzio, attraverso percorsi di formazione, reimpiego e accompagnamento all’inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro.

“In continuità con la collaborazione che già esiste con la Regione – afferma D’Agostino – i lavoratori, le imprese già insediate nell’area industriale giuliana e quelle di nuovo insediamento potranno fruire di servizi importanti nell’ambito formativo e del recruiting. L’accordo favorirà, inoltre, le politiche di reinserimento dei lavoratori in eventuali aziende che in questo momento soffrono dal punto di vista professionale e occupazionale. Si tratta di strumenti che necessitano di una forte compartecipazione da parte delle aziende per questo il Coselag farà la sua parte per coinvolgere il più possibile le imprese”.

Ansa/Mare – 23/10/2020

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La Giunta pensa alle colonnine per le auto elettriche

La giunta comunale, nella seduta odierna, ha approvato un avviso pubblico per reperire soggetti privati interessati alla fornitura, installazione e gestione di colonnine di ricarica di veicoli elettrici su suolo pubblico. Si tratta, nello specifico, di massimo 20 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici o ibridi plug-in, al fine di realizzare una rete capillare di ricarica nel territorio.

L’Amministrazione comunale ha individuato le seguenti possibili collocazioni delle colonnine di ricarica: Valli di Chioggia – Piazza Natività; Chioggia – Viale della Stazione (davanti al Giudice di Pace); Area sosta Lusenzo (parcheggio SST di Borgo San Giovanni); Isola dell’Unione – parcheggio SST a sud della rotonda; Sottomarina, Via San Marco (parcheggio SST); Sottomarina – Lungomare Adriatico 400; Sottomarina – Lungomare Adriatico, parcheggio Kursaal;  Sottomarina – Via Venier, a sud della rotonda; Brondolo – SS 309 Romea (area Mc Donald’s); Brondolo – via padre Emilio Venturini (parcheggio fronte chiesa Beata Vergine della Navicella); Sant’Anna di Chioggia – parcheggio in prossimità della piazza centrale; parcheggio Ospedale (previa autorizzazione Asl); Sottomarina – Piazzale Europa; Sottomarina – parcheggio SST Park Diga; Chioggia – Campo Marconi; Sottomarina – Campo Cannoni (parcheggio SST); Chioggia, Saloni (parcheggio SST); Isola Verde (parcheggio SST); Chioggia – Borgo San Giovanni (parcheggio istituti).

«Questa indagine di mercato risponde a due necessità – spiega l’assessore ai Trasporti e alle Partecipate Daniele Stecco – quella di diffondere la mobilità elettrica per ridurre l’inquinamento atmosferico, tutelare la salute e fornire maggiori servizi ai cittadini; e quella di rispondere a una richiesta delle aziende di prevedere nuove infrastrutture di ricarica per auto elettriche. Abbiamo individuato degli spazi in determinate aree di parcheggio, che metteremo a disposizione gratuitamente per un periodo di tempo di 10 anni, a fronte dell’installazione, gestione e manutenzione a carico del privato, quindi senza costi per il Comune. Ricordo che questa Amministrazione Comunale agisce in un’ottica green e ha tra i suoi obiettivi anche quello di garantire maggiori servizi al cittadino, valorizzando allo stesso tempo l’aspetto ambientale e di vivibilità degli spazi pubblici, sfruttando le tecnologie innovative in ambito di mobilità sostenibile».

Chioggia News 24 – 23/10/2020

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Digitalizzazione: Callari, ridurre svantaggio ancora esistente

22 Ottobre 2020

La Regione Friuli Venezia Giulia è impegnata a favorire la trasformazione digitale, ma, in Italia, sussiste ancora un forte divario tra le grandi realtà urbane e i Comuni con meno di 20 mila abitanti, che sono il 93 per cento del totale. Il diritto alla cittadinanza digitale, la possibilità di dialogare con la pubblica amministrazione e non solo, dovrà invece divenire tale per ogni cittadino. E se si affermerà l’alleanza tra il mondo digitale, l’economia, il lavoro e l’ambiente, allora diverrà lo strumento per favorire un’adeguata qualità della vita e un futuro più sereno per tutti i cittadini. L’esperienza del recente lockdown deve rappresentare un impulso per la digitalizzazione del Paese, per rafforzare la dimensione pubblica della struttura digitale, con vantaggi per i cittadini, l’economia, la condivisione e partecipazione ai processi di crescita. Quanto sta succedendo a causa della pandemia deve inoltre indurre le Regioni a riprogettare il proprio modo di operare, con nuovi modelli di lavoro, valorizzando la formazione permanente, ripensando il modo in cui rapportarsi con le altre istituzioni e a interagire maggiormente con i cittadini e il sistema sociale e produttivo verso una ripresa sostenibile”.
Lo ha affermato l’assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, intervenuto, come coordinatore della Commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni e Province autonome, alla videoconferenza “Cantiere Italia. Le sfide e il ruolo delle Regioni nella trasformazione digitale”. Callari ha innanzitutto evidenziato che la trasformazione digitale sconta in Italia la frammentazione delle competenze ed è divenuta di stretta attualità nel corso dell’emergenza legata alla pandemia, con la necessità di mettere a disposizione di tutti gli strumenti di contatto e informazione moderni e veloci.
Secondo l’assessore regionale nel nostro Paese si registra un divario digitale, come evidenzia la relazione della Corte dei Conti sul Piano triennale per l’informatica, da cui emerge il forte squilibrio tra i centri più importanti e le località più piccole. Inoltre, soltanto nel 36,7 per cento dei Comuni è stato nominato un responsabile per la transizione digitale.
E ancora, come ha evidenziato Callari, nonostante i passi verso l’innovazione digitale previsti dal legislatore, come ad esempio lo SPID, il PAGO PA e APP IO, senza il modello di aggregazione delle Regioni, i vantaggi possibili rischiano di essere vanificati. Perciò la Conferenza delle Regioni ha chiesto al Governo di formalizzare questo ruolo e di istituire un fondo per poter far partire le programmazioni digitali territoriali.
“Tutt’ora – ha aggiunto l’assessore – il 16 per cento delle famiglie italiane non dispone di una connessione domestica: in Olanda tale dato scende al 2 per cento. Ciò evidenzia come non tutti i cittadini abbiano la possibilità di lavorare da casa con la formula dello smart working, modalità quest’ultima che ha consentito di far ripartire al più presto gli enti pubblici e la scuola durante il periodo del lockdown.
Callari ha poi ricordato che la Conferenza delle Regioni ha chiesto al Governo il completamento dei lavori di infrastrutturazione digitale nelle aree bianche, non coperte dalla rete a banda larga, opere che interessano ancora ben 7 mila comuni italiani. Un processo che la Regione Friuli Venezia Giulia sta completando. Per questo, al fine di colmare anche altri svantaggi in diverse zone della Penisola, occorre che l’esecutivo nazionale apra un’interlocuzione con l’Ue e ottenga ulteriori fondi.
“L’obiettivo che ci dobbiamo porre – ha aggiunto l’assessore – è quello di poter assicurare, nel prossimo futuro, una connessione di eccellenza e d’avanguardia a tutti i cittadini”. Ma ciò potrà non bastare se non saranno diffuse le competenze digitali: in Italia, le persone over 65 che non utilizzano internet sono ancora quasi 10 milioni. “D’altro canto – ha concluso Callari- negli Enti locali ancora non è completamente affermata la cultura della messa a disposizione dei dati: soltanto il 37 per cento dei Comuni italiani pubblica le informazioni in formato aperto, e soltanto il 4 per cento delle imprese le utilizza per la propria attività”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 22/10/2020

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Terza Corsia A4, Autovie: varo innovativo del primo cavalcavia sul tratto Alvisopoli – Portogruaro

La campata centrale del cavalcavia Teglio – Fratta, un manufatto di 250 tonnellate e della lunghezza di 60 metri, verrà posizionato al centro della carreggiata, ruotato a 90 gradi e issato da due torri senza l’utilizzo di gru

Per la prima volta nell’ambito della costruzione della terza corsia, verrà sperimentata una nuova tecnica di varo che permetterà di issare la campata centrale di un cavalcavia senza l’utilizzo di gru. A essere interessato sarà il ponte Fratta – Teglio, il primo a essere varato nel primo sub lotto del secondo lotto (Nodo di Portogruaro – Alvisopoli). Lo annuncia una nota.

Questa non sarà, però, l’unica lavorazione che verrà effettuata sull’autostrada A4 nel weekend. Tra venerdì 23 ottobre e domenica 25 Autovie ha predisposto un fitto cronoprogramma di opere che comporteranno alcune chiusure di tratti autostradali.

Le chiusure autostradali

Dalle ore 22,00 di venerdì 23 alle 5,00 di sabato 24 verrà chiusa la rampa che da Udine (A23) porta a Trieste (A4) all’altezza del bivio di Palmanova per consentire la posa in opera di un sistema di smaltimento delle acque sottostanti al cavalcavia (Trieste – Venezia) del Nodo e il rifacimento della segnaletica orizzontale. Questi lavori sono compresi nel primo sub lotto del quarto lotto (nodo di Palmanova – Gonars). Pertanto chi percorrerà la A23 (Udine – Tarvisio) e si dirigerà a Trieste dovrà uscire a Udine Sud, immettersi sulla viabilità ordinaria seguendo le frecce gialle e rientrare in A4 al casello di Palmanova.

Nessun problema invece per chi andrà a Venezia. Dalle ore 19,00 di sabato 24 verrà chiuso l’intero tratto tra il nodo di Portogruaro e il bivio di Palmanova in entrambe le direzioni di marcia. Alle 08,00 di domenica 25 verrà riaperto il tratto bivio di Palmanova – Latisana, mentre la chiusura del tratto Latisana – nodo di Portogruaro si protrarrà fino alle ore 15,00 dello stesso giorno.

Nel terzo lotto della terza corsia (Alvisopoli – Gonars) il programma di lavori prevede l’installazione della nuova segnaletica verticale, la verniciatura delle barriere di sicurezza e di alcuni cavalcavia autostradali, lo sfalcio del verde delle banchine laterali, mentre nel primo sub lotto del quarto lotto le maestranze saranno impegnate nello spostamento di alcuni new jersey della rampa Venezia – Udine, nella posa dei supporti dei pali di illuminazione e nella manutenzione della segnaletica di cantiere.

Il varo del cavalcavia Fratta – Teglio e galleria armata

La maxi chiusura di 20 ore del tratto autostradale Latisana – nodo di Portogruaro (dalle 19,00 di sabato 24 alle ore 15,00 di domenica 25) è dovuta a due opere complesse e innovative che imprimeranno una decisa accelerazione al primo sub lotto del secondo lotto.

La prima riguarda il varo della campata centrale del cavalcavia Teglio – Fratta, un manufatto del peso di 250 tonnellate e della lunghezza di 60 metri che non verrà sollevato dalle gru e agganciato all’altezza delle pile – come accaduto in tutte le altre circostanze -, ma verrà trasportato da due carrelloni, posizionato al centro della carreggiata, ruotato a 90 gradi e issato da due torri dal basso verso l’alto attraverso l’utilizzo di martinetti idraulici.

La campata verrà appoggiata alle pile del ponte e nei giorni successivi verranno costruite le due campate a riva. Una tecnica inedita, studiata per garantire maggiore sicurezza nelle fasi del varo. L’altra opera che vedrà impegnate le maestranze riguarderà, invece, la spinta dell’ultima canna armata del sub lotto (un manufatto in calcestruzzo che consente il collegamento dei fossi da nord a sud che raccolgono l’acqua dall’autostrada) a pochi metri di distanza dal fiume Lemene.

La canna armata della lunghezza di 25 metri e alta 3 metri e 70 centimetri verrà posta a una profondità di sette metri al di sotto dell’autostrada. Verranno quindi utilizzati due potenti escavatori che effettueranno uno scavo complessivo di 700 metri cubi all’interno del quale verrà poi spinto il manufatto. Successivamente verrà ricostruito il sedime autostradale e il tratto verrà riaperto al traffico alle ore 15,00.

Nordest Economia – 22/10/2020

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Grandi incompiute: il sogno d’asfalto dell’autostrada Venezia-Monaco

Il prolungamento della A27 e la sua storia infinita infrantasi sul Pian de Vedoia. Le ostilità altoatesine e austriache mai prese seriamente in considerazione e adesso spunta un nuovo tracciato

di Francesco Jori

E il Piave mormorò: non passa l’autostrada! Oltre mezzo secolo è trascorso dalla suggestione di collegare il Veneto con la tanto invidiata Baviera, presa a riferimento di modello di sviluppo (e di autonomia) da generazioni di politici e imprenditori, con un’autostrada di 500 e passa chilometri tra Venezia e Monaco.

Ma a tutt’oggi il casello terminale verso nord si è arrestato oltre 400 chilometri prima, a Pian di Vedoia; e tutti gli assalti tentati nel tempo per sfondare le linee si sono inesorabilmente arrestati sulla riva del fiume sacro alla patria. Eppure gli irriducibili non demordono: ogni tanto qualcuno rilancia l’idea di portare a termine quella che nel frattempo è diventata una veterana nel folto capitolo di incompiute della regione, buona parte delle quali legata all’asfalto.

I primi passi risalgono al 1960, quando un gruppo di Camere di Commercio dà vita a una società per realizzare un’autostrada pomposamente battezzata “Alemagna”; e l’anno dopo presenta all’Anas la domanda per costruirla e gestirla, con tanto di piano economico.

Nel 1966 viene presentato il progetto relativo al tracciato italiano, con partenza da Mestre e arrivo a Tures, in valle Aurina, passando per Vittorio Veneto, Ponte nelle Alpi, Tai di Cadore, Auronzo, Dobbiaco e Brunico. Da qui si sarebbe poi puntato su Monaco attraversando l’Austria, passando Kufstein e infine sfociando in Baviera. Ma se l’idea piaceva e come ai veneti, le prime barricate erano state innalzate già sul versante italiano, da un Alto Adige schierato compatto a difesa del proprio territorio contro ogni invasione d’asfalto; per diventare vere e proprie barriere da parte austriaca, e in particolare dal land dell’Ost Tirol.

I cantieri si erano aperti comunque, sperando in un cambio di clima: c’erano voluti, arrivando alla fine del 1972 per approdare a Vittorio Veneto. Poi, un lungo forzato stop, causato dalla legge del 1975 che sanciva il blocco della costruzione di nuove autostrade; ed era stato necessario attendere una ventina d’anni prima di avanzare di un’altra trentina di chilometri verso nord. Per finire comunque contro un muro invalicabile, e dover trasbordare nell’intasatissima statale di Alemagna.

Sul progetto era sembrata calare un’autentica pietra tombale nell’autunno 2016, con un voto a larghissima maggioranza (545 voti contro 104) dell’Europarlamento di Strasburgo che bocciava ogni ipotesi di prolungamento dell’arteria, malgrado il tentativo di renderlo appetibile prevedendo la realizzazione sotto la sede autostradale di un corridoio tecnologico attraverso il quale far passare banda larga ed extralarga e condutture di gas ed energia elettrica.

Tuttavia, c’è chi non si rassegna a intonare il de profundis. E’ di pochi mesi fa la notizia di tracce di disgelo sul versante del finora ostile Trentino-Alto Adige, complice anche il cambio di colore politico con il nuovo ruolo di governo assunto a Trento dalla Lega, e l’inedita alleanza del partito di Salvini con la Volkspartei a Bolzano.

A riprendere il filo spezzato sono stati gli artigiani della Cna altoatesina, preoccupati dall’intasamento dell’autostrada del Brennero, e dall’incapacità di prolungare la Valdastico (Rovigo-Vicenza-Trento), oggi ferma in terra veneta a Piovene Rocchette, altra clamorosa incompiuta di cui avremo modo di occuparci: il dibattito è tuttora arenato non tanto sul tracciato, ma su dove garantirle lo sbocco finale.

Intanto, da parte austriaca c’è stato un rilancio da parte del Fpo, il partito nazionalista di destra, che ha suggerito una variante a est attraverso Cadore e Mauria, per sfociare a Tolmezzo e da qui entrare in Austria attraverso Tarvisio. Sono soprattutto le imprese a invocare l’intervento, anche come misura alternativa ai blocchi disposti al Brennero dal governo del Tirolo, contro il parere di Italia e Germania.

E la politica, almeno sul versante veneto, si dice favorevole, appellandosi anche agli scenari che si apriranno nel 2026 con le Olimpiadi invernali a Cortina. Ma il fronte ambientalista mantiene salde le proprie barricate, invocando anche la presa di posizione negativa assunta nel 2018 dalla Convenzione delle Alpi. Monaco, così, rimane distante: se a sud tutte le strade portano notoriamente a Roma, a nord si arrestano al Piave.

Nordest Economia – 22/10/2020

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MSC Crociere: arriva Safe Air, un nuovo sistema di sanificazione dell’aria

21 Ottobre 2020

Un nuovo e innovativo sistema di sanificazione dell’aria attraverso una tecnologia all’avanguardia denominata “Safe Air” sarà installato da MSC Crociere. 
Il sistema sarà in grado di migliorare ulteriormente la qualità e la sanificazione dell’aria a bordo a beneficio dei suoi ospiti e dell’equipaggio.

Il sistema “Safe Air” sarà installato a bordo di MSC Seashore, attualmente in costruzione presso il cantiere Fincantieri di Monfalcone, che sarà consegnata nel luglio 2021 diventando la prima di due navi della classe “Seaside Evo”.

“L’annuncio di oggi rappresenta un altro passo avanti nel costante impegno di MSC Crociere per la salute e la sicurezza così come dimostrato in agosto, quando – dopo il temporaneo arresto dell’industria a livello globale a causa della pandemia – è diventata la prima grande compagnia crocieristica al mondo a tornare in mare con un nuovo e completo protocollo di salute e sicurezza approvato dalle autorità nazionali ed europee”, scrive la compagnia in una nota.

Il sistema di sanificazione dell’aria di nuova generazione è basato sulla tecnologia delle lampade UV-C, ovvero i raggi ultravioletti di tipo C, applicate in abbinamento al sistema di condizionamento. In questo modo, il flusso d’aria sarà irradiato alla sorgente con una luce di breve lunghezza d’onda, colpendo le particelle organiche e impedendo così la circolazione di inquinanti atmosferici come virus, batteri e muffe.

Il sistema di igienizzazione “Safe Air” è stato sviluppato dai progettisti e tecnici di Fincantieri e dal laboratorio di virologia del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie, un importante istituto di ricerca con sede a Trieste.

Trasporti-Italia.com – 21/10/2020

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