Recovery fund: Alis, un piano per l logistica al servizio del Paese

25 Settembre 2020

L’associazione presenta le linee guida

Un piano per la logistica al servizio del paese per il rilancio dell’economia. E’ quello al quale sta lavorando l’Alis, l’associazione che riunisce le aziende del settore in Italia e sul quale è stato fatto nel corso del Consiglio direttivo . E’ quanto si legge in una nota dell’associazione.

Il documento, spiega il presidente di Alis, Guido Grimaldi conterrà “un piano strutturato e dettagliato per individuare le priorità essenziali al rilancio e al supporto di tutte le aziende e per evitare quindi enormi rischi sul lato occupazionale e su quello della competitività. Dobbiamo puntare ad ottenere misure concrete per le imprese per consentire agli operatori italiani di usufruire di infrastrutture nazionali sicure, moderne e sostenibili nonché di poter contare su strumenti efficaci in termini occupazionali e contributivi, come la riduzione dei costi del lavoro e l’istituzione di un credito d’imposta dedicato”.

Il piano sintetizzato in Linee guida ed esposto al vicepresidente della Camera dei Deputati,Ettore Rosato, che ha partecipato all’incontro, prevede 5 proposte a sostegno delle imprese: l’incremento degli incentivi rivolti all’intermodalità e misure a favore della detassazione e della decontribuzione, tra le quali il rifinanziamento di Marebonus e Ferrobonus per un ulteriore triennio, fino al 2023, l’aumento delle dotazioni finanziarie per gli incentivi all’autotrasporto al fine di ringiovanire il parco veicolante”.

Ansa/Mare – 25/09/2020

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Il Bauernbund vince il Premio Mobilità Alto Adige 2020

Sono ventidue le organizzazioni che hanno presentato i loro progetti per il Premio Mobilità Alto Adige 2020 entro la fine di luglio. Il Bauernbund (Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi) è riuscito a convincere la giuria con il progetto “Mobilità sostenibile insieme – per i dipendenti, l’azienda e l’ambiente!”. Questo progetto prevede la possibilità di accordi individuali all’interno dell’associazione in tema di smart working ed è stato introdotto già prima dell’emergenza Coronavirus. Inoltre, i dipendenti che si recano al lavoro con un mezzo di trasporto “altoadigemobilità” sono ricompensati con un sussidio annuale di massimo 60 euro. Infine, il Bauernbund mette a disposizione dei dipendenti biciclette aziendali, carte per il car sharing e un’auto elettrica per i viaggi di lavoro. Il presidente Leo Tiefenthaler e il direttore Siegfried Rinner hanno ricevuto le congratulazioni e l’assegno di 6.000 euro da parte dell’assessore provinciale alla mobilità. “Ci preoccupiamo da anni – ha detto il direttore del Bauerbund – della questione sostenibilità. Con il nostro progetto siamo riusciti a far risparmiare migliaia di chilometri che sarebbero stati percorsi in auto. Il premio in denaro ottenuto lo investiremo ancora nel progetto di mobilità sostenibile”.

Il secondo posto è andato al Comune di Lagundo con un progetto completo a 360°, volto a rafforzare la mobilità ciclistica locale. Questo progetto è stato premiato con 2.000 euro. Il terzo posto (1.000 euro), invece, è andato all’azienda brissinese Microtec, che, tra l’altro, fornisce ai propri dipendenti biciclette elettriche per il tragitto casa-lavoro. È stato inoltre assegnato il premio speciale della giuria, dotato di 1.000 euro. Questo premio è stato vinto da FIX Corriere in bici insieme a Valentinhof con il loro progetto “Valentinhof – Corriere in bicicletta”. Tre volte alla settimana il corriere in bicicletta consegna i prodotti dell’azienda agricola biologica Valentinhof direttamente ai clienti della zona di Merano tramite una bici cargo elettrica. Sulla bicicletta possono essere trasportate fino a otto casse di verdura.

“Rispetto agli anni precedenti, l’edizione di quest’anno del Premio Mobilità ha visto la partecipazione di un numero significativamente maggiore di aziende private”, afferma l’assessore provinciale. Ciò rende evidente che la mobilità sostenibile è una tematica che viene presa in considerazione da una parte sempre più ampia della popolazione. “Se tutti facciamo piccoli passi, alla fine contribuiamo a un grande cambiamento”, afferma Alfreider. Il Premio Mobilità Alto Adige è stato introdotto su proposta del Consiglio provinciale di Bolzano e sarà assegnato dalla Giunta Provinciale quest’anno per la quarta volta. L’obiettivo del premio è quello di incoraggiare lo sviluppo di idee e strategie innovative per la mobilità sostenibile. Il premio, infine, è un riconoscimento pubblico per tutti coloro che sono coinvolti in questo campo. L’azione è stata coordinata dal reparto Green Mobility della STA – Strutture Trasporto Alto Adige SpA.

Alto Adige Innovazione – 24/09/2020

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Le strategie del Gruppo FS per la sostenibilità

Autofinanziamento con green bond, treni a basso consumo energetico e riciclabiliinfrastrutture integrate e sempre meno impattanti per creare valore economico e sociale da condividere con il territorio. Questi alcuni dei cardini della politica industriale del Gruppo FS in tema di sostenibilità illustrati durante la giornata di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).

Stefano Pierini, direttore centrale Finanza, Investor Relations, Assicurazioni e Patrimonio di Ferrovie dello Stato Italiane è stato tra i partecipanti al panel “Creare infrastrutture per un’Italia sostenibile”, a cui sono intervenuti anche Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paolo Calcagnini vice direttore di Cassa Depositi e Prestiti, Gian Franco Giannini Guazzugli presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, Francesco Giordano co-Ceo di UniCredit, Matteo Laterza, general manager del Gruppo Unipol, Beniamino Maltese, vice presidente e Cfo Costa Group e Giovanni Ronca Cfo di Telecom Italia.

Il coinvolgimento di FS Italiane in questa rassegna – sottolinea l’azienda in una nota – ne conferma la grande attenzione verso i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Una sensibilità che è anche del Governo, come ha evidenziato la ministra De Micheli durante il suo intervento parlando del Piano del MIT “Italia Veloce”: “Nel 2030, l’80% degli italiani dovrà stare a meno di un’ora di distanza da una grande infrastruttura ferroviaria”. Il superamento del gap delle distanze è uno degli obiettivi del piano per accrescere l’accessibilità a una mobilità pubblica sempre efficiente e sostenibile.

“Nei prossimi 10 anni – ha concluso la Ministra – l’impatto ambientale della mobilità delle persone e delle merci sarà sempre più sostenibile grazie a una più estesa ed efficace intermodalità, con un alleggerimento delle strade da automobili e camion”.

In occasione del festival, fino all’8 ottobre, si terranno oltre 300 eventi sul territorio nazionale e on line affrontando temi cruciali per il futuro dell’Italia e fare il punto sul cammino verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi, Italia inclusa.

Trasporti-Italia.com – 24/09/2020

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Cottarelli: «Va bene pensare all’alta velocità, ma teniamo presenti anche i pendolari»

L’economista spiega l’utilizzo del Recovery Fund europeo: «Il Veneto dev’essere capace di indicare i progetti giusti al governo»

di Roberta Paolini

«Per la sanità si può usare il Recovery Fund, non c’è una proibizione, anche se ci farebbero delle domande». Carlo Cottarelli, economista, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e visiting professor all’Università Luigi Bocconi, con l’attitudine del tecnico pone una questione pratica (per la sanità c’è il Mes da usare ndr) e apre ad un dilemma tutto politico.

Luca Zaia, confermato presidente del Veneto, con il suo scrigno di consensi ha messo in agenda alcuni temi cardine. Escludendo l’autonomia, stella polare del suo mandato precedente e rinnovato dalle urne, ha parlato di salute e lavoro. Ed è sicuramente lungo queste direttrici che potrà trovare un supporto alla mole di miliardi che grazie al piano Next Generation Eu arriveranno in Italia a partire dal 2021: 203 miliardi di euro. Circa un 10% del totale, tra finanziamenti e contributi a fondo perduto, secondo i calcoli, potrebbero essere destinati al Veneto. E quindi nessun programma di governo e sviluppo della regione potrà prescindere da come queste risorse (che per altro sono scomputate dal debito pubblico italiano) verranno utilizzate.

Quante risorse arriveranno al Veneto? 

«I conteggi io non li ho fatti, ma il Veneto è una grande regione, fa circa 5 milioni di abitanti, siamo più o meno 60 milioni in Italia quindi un 10 per cento, una bella fetta arriverà. Dipenderà dai programmi, dalle proposte che farà il governo».

Il Governatore dice che i capisaldi sono salute e lavoro. Tenendo conto che in Veneto c’è un problema di emigrazione dei giovani che vanno a studiare in regioni vicine come Emilia Romagna e Lombardia. Quali potrebbero esseri gli interventi strutturali che la regione si potrebbe immaginare stando all’interno dei paletti previsti dal programma europeo? 

«La salute è importante di per sé, non soltanto perché crea lavoro. Il tema lavoro è generico, quello è un obiettivo. La questione vera è come spendere i soldi per creare posti di lavoro. È come dire il nostro obiettivo è il reddito, quindi bisogna capire come investire per creare il reddito. I paletti del recovery fund sono chiari: questi sono soldi per spese non temporanee, classico esempio sono gli investimenti per infrastrutture per investimenti fisici e per investimenti digitali, dove sappiamo che l’Italia ha un grosso problema di digital divide. Poi ci sono gli investimenti in capitale umano e quindi istruzione e io metterei anche gli asili nido, non so come sia messo il Veneto ma l’Italia è messa male come asili e asili nido. E poi c’è la parte che riguarda l’amministrazione della giustizia. L’accento è comunque posto sulle cose che possono aiutare a far crescere il paese e creare posti di lavoro».

Torniamo sul tema delle infrastrutture, lei sa che in Veneto sono decenni che ci si esercita sull’alta velocità, spaccando letteralmente a metà con la non conclusione di quest’opera il nord industriale. 

«Bè io una certa conoscenza, per questione familiari, della viabilità veneta ce l’ho. Questo per dire che l’Alta Velocità va bene, ma preoccupiamoci delle reti locali, di quelle che prendono tutti i giorni i pendolari, perché l’alta velocità la prende gente come me, la rete locale la prendono tutti e tutti i giorni. Si tende a livello politico a pensare in grande, ma c’è una serie di cose piccole che riguardano la vita nella sua totalità».

Per quanto riguarda il sostegno al mondo delle imprese, invece? 

«Le infrastrutture chiaramente aiutano le imprese, così come la digitalizzazione. Va messo accanto a queste anche lo snellimento della burocrazia, che oggi blocca tante imprese medie e piccole. Come pure i processi di aggregazione che aiutano a crescere. Ora il tema è capire come tutte queste esigenze locali vengano convogliate nel piano che deve elaborare e presentare il Governo. Le bozze possono essere presentate a partire dal 15 di ottobre. La Francia per esempio ha già un piano, noi ancora non lo abbiamo, ma questo non significa che siamo in ritardo. Il piano definitivo inoltre va presentato al primo gennaio 2021».

Quindi lei dice sostanzialmente il Governo deve fare da connettore delle esigenze dei territori in modo da creare una sintesi che sia in grado di definire una strategia di sviluppo per il paese. Chi pagherà il rimborso del fondo? 

«L’Europa si indebita e questo debito dovrà essere ripagato, in 30 anni, e va ripagato con risorse che derivano dai paesi europei: possono essere trasferimenti, tasse dell’Unione Europea a livello aggregato. Queste risorse dunque arrivano dai paesi ma non costituiscono debito immediatamente. Noi in ogni caso riceveremo più di quanto dovremo restituire».

Nordest Economia – 24/09/2020

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Assemblea Confetra, De Micheli: grazie al Recovery Fund piano strategico dell’intermodalità realizzato in 8 anni

“Siamo ancora in un tempo emergenziale, anche se è un’emergenza diversa da quella del lockdown. I volumi di traffico e di merci, il distanziamento e la produttività condizionano molto questo nostro tempo”. Lo ha detto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli intervenendo questa mattina all’assemblea di Confetra “Connessi o disconnessi? Industria, logistica, lavoro e le sfide del mondo post Covid”, riferendosi ai problemi del settore dei trasporti e della logistica segnalati nella relazione letta poco prima dal presidente della Confederazione Guido Nicolini.

La ministra ha risposto all’assenza di semplificazioni nel settore dei trasporti e della logistica lamentata dal presidente di Confetra, il quale aveva definito il Dl Semplificazioni “una occasione persa”. “Ho sentito Nicolini dire che il Dl Semplificazioni è stata una occasione persa – ha premesso De Micheli -. Oggettivamente, il decreto si è molto concentrato sul tema appalti di lavori e infrastrutture; però è anche vero che se noi vogliamo affrontare il tema delle 133 autorizzazioni portuali o delle 400 autorizzazioni sulla filiera della logistica fare una operazione mirata sarà molto più facile, sia sul piano politico che sul piano tecnico, invece di fare una operazione orizzontale”.

De Micheli ha spiegato che il piano strategico dell’intermodalità del ferro con porti e aeroporti oggi, grazie al Recovery Fund, potrà essere realizzato non in 15 ma in 8 anni, che è anche il tempo nel quale saranno completati i corridoi ferroviari che collegano l’Italia al Nord Europa: “Un disegno complessivo che garantisce alla logistica quel supporto infrastrutturale e quel modello organizzativo che dobbiamo attivare nei prossimi 12 mesi”.

Con le risorse in arrivo dall’Europa ci sarà un investimento sul trasporto sostenibile, con un grosso investimento anche sul trasporto urbano delle merci e sul cargo aereo.

Il ministro poi ha ricordato che il governo ha lanciato “il ‘Piano Italia veloce‘ che sarà il cuore delle proposte per il Recovery fund. Per questo “un minuto dopo che sarà approvato daremo alle Regioni il piano dei cantieri che si aprono. Altrimenti i soldi restano sulla carta”, ha aggiunto.

Trasporti-Italia.com – 23/09/2020

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Fincantieri, impostata Zeus: la prima nave al mondo a zero emissioni

L’unità navale sarà dotata di un apparato ibrido (2 diesel generatori e 2 motori elettrici) da utilizzare come sistema di propulsione convenzionale. A questo si aggiungono un impianto di fuel cell di 130 kW, alimentato da circa 50 kg di idrogeno contenuti in 8 bombole a idruri metallici, secondo tecnologie già in uso sui sommergibili

Si è svolta oggi, presso il cantiere di Castellammare di Stabia, l’impostazione di ZEUS – Zero Emission Ultimate Ship, un’unità navale sperimentale alimentata tramite fuel cell per la navigazione in mare e prima nel suo genere al mondo. Il completamento dei lavori è previsto per il 2021. Lo afferma una nota del gruppo cantieristico.

La ricerca alla base di ZEUS riguarda il miglioramento della sostenibilità ambientale di navi cruise, mega-yacht, traghetti, ferry e navi da ricerca oceanografica, attraverso la riduzione delle emissioni di gas effetto serra nonché gli ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolato. Con una lunghezza di circa 25 metri e una stazza di circa 170 tonnellate, ZEUS sarà infatti un laboratorio galleggiante finalizzato ad acquisire informazioni sul comportamento nell’ambiente reale delle fuel cell, dispositivo elettrochimico che permette di ottenere energia elettrica direttamente dall’idrogeno senza processo di combustione termica.

ZEUS sarà dotata di un apparato ibrido (2 diesel generatori e 2 motori elettrici) da utilizzare come sistema di propulsione convenzionale. A questo si aggiungono un impianto di fuel cell di 130 kW, alimentato da circa 50 kg di idrogeno contenuti in 8 bombole a idruri metallici, secondo tecnologie già in uso sui sommergibili, e un sistema di batterie, che insieme consentiranno un’autonomia di circa 8 ore di navigazione a zero emissioni ad una velocità di circa 7,5 nodi.

L’architettura del quadro di propulsione permetterà di alimentare i motori in quattro diversi modi:

  • Zero Noise, in cui si utilizzano esclusivamente batterie al litio capaci di garantire un’autonomia di 4 ore di navigazione alla velocità di 4 nodi;
  • Zero Emission, in cui l’energia elettrica viene fornita dalle fuel cell;
  • Navigazione su diesel generatore con batterie in ricarica;
  • Navigazione su diesel generatore per i trasferimenti, con una autonomia di 60 ore a 9 nodi.

Il secondo obiettivo della ricerca è sviluppare un nuovo modello di generazione energetica elettrica e termica a bordo delle navi da crociera. Tale risultato consentirà di aumentare il livello di comfort dei passeggeri, riducendo la rumorosità e le vibrazioni prodotte dai sistemi generativi; di aumentare il rendimento di conversione energetica, mediante l’adozione di sistemi generativi privi di parti meccaniche in movimento; di aumentare la sicurezza della nave, incrementando la ridondanza dei sistemi oggi in uso; di ridurre la taglia dei gruppi diesel generatori imbarcati.

Verranno inoltre testate soluzioni d’impiego di nuovi materiali green di allestimento, fra i quali nuovi rivestimenti, pannelli fotovoltaici per il mantenimento della carica delle batterie e lampade oled a basso consumo.

L’iniziativa vede la partecipazione di molteplici realtà del Gruppo, tra cui gli stabilimenti di Castellammare di Stabia e di Palermo, Fincantieri SI, Seastema, Cetena e Isotta Fraschini Motori, a dimostrazione della capacità di Fincantieri di integrare il contributo dei suoi centri di competenza interni e del sistema ricerca nazionale nella realizzazione di un prototipo dalle caratteristiche estremamente innovative.

Hanno contribuito al progetto, in qualità di consulenti, il CNR, le università di Genova, Palermo e Napoli, l’Ente Nazionale di Ricerca e promozione per la standardizzazione e il RINA. L’unità sarà realizzata nell’ambito del progetto “Tecnologie a basso impatto ambientale” (TECBIA) e co-finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico all’interno del Programma Operativo Nazionale.

Nordest Economia – 23/09/2020

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Amazon lancia un programma per lo shopping ecosostenibile

L’iniziativa si chiama «Climate Pledge Friendly» e consiste in un’etichetta che contraddistingue le merci che hanno ottenuto una o più delle 19 certificazioni di sostenibilità previste

Amazon porta avanti gli impegni contro il cambiamento climatico lanciando un programma per aiutare i clienti a comprare prodotti più ecosostenibili. L’iniziativa si chiama «Climate Pledge Friendly» e consiste in un’etichetta che contraddistingue le merci che hanno ottenuto una o più delle 19 certificazioni di sostenibilità previste.

I prodotti contrassegnati negli Usa sono oltre 25mila, spiega Amazon, dagli alimentari ai casalinghi, dalla moda alla bellezza e all’elettronica di consumo. «Climate Pledge Friendly è un modo semplice per i clienti di scoprire i prodotti più sostenibili che aiutano a preservare il mondo naturale», ha affermato il fondatore e Ceo di Amazon, Jeff Bezos.

«Con 18 programmi di certificazione esterna e la nostra certificazione ‘Compact by Design’, stiamo incentivando i partner di vendita a creare prodotti sostenibili che aiutano a proteggere il pianeta per le generazioni future». La novità si inserisce tra le iniziative di Amazon per raggiungere le emissioni zero nel 2040, dieci anni prima rispetto a quanto previsto dall’Accordo di Parigi sul clima.

Il colosso dell’e-commerce si è già impegnato ad alimentarsi al 100% con energie rinnovabili entro il 2025, ha pianificato di investire 100 milioni di dollari in progetti di riforestazione e ha creato il Climate Pledge Fund, un fondo da 2 miliardi di dollari per sostenere aziende i cui prodotti e servizi faciliteranno la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Nordest Economia – 23/09/2020

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