Settembre 2020
Alla Cciaa il piano di sviluppo Zes
Il sottosegretario Traversi: vogliamo Venezia al 100 per cento elettrica
Il Recovery Fund per la cantieristica navale nell’ottica di aumentare la produzione di navi di sicura sostenibilità ambientale e velocizzare la transizione green
«Venezia è un ecosistema fragile che dobbiamo preservare e difendere, come ci ha ricordato al momento del suo insediamento anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Per questo sono convinto che come governo si debba intervenire per incentivare la transizione green della mobilità lagunare e fare in tempi rapidi di Venezia una città 100% elettrica lasciando fuori dalla laguna tutte le barche a motore tradizionale».
Così il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture con delega ai porti Roberto Traversi in una nota dopo la visita alle strutture dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, che comprende i porti di Venezia e Chioggia, accompagnato dal commissario Pino Musolino.
«L’efficientamento energetico e ambientale dei porti italiani è uno degli obbiettivi che il governo si è posto per i prossimi anni e già con il Decreto Investimenti Autorità di sistema Portuale abbiamo destinato importanti investimenti ai progetti per l’elettrificazione delle banchine del terminal Crociere e Traghetti a Genova e di quello Crociere a Savona», ha sottolineato Traversi.
«Ora, anche utilizzando le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund, potremo agire con determinazione su questo tema andando a valorizzare i progetti che le Adsp presenteranno per il cold ironing», ha aggiunto Traversi.
«A tal proposito ho accolto con favore l’approvazione dell’emendamento al Dl rilancio che istituisce il ‘Programma nazionale per l’efficientamento energetico delle banchine portuali e l’adeguamento all’alimentazione tramite cold ironing delle navì per il triennio 2021-202, mette a disposizione 60 milioni di euro per la programmazione e la realizzazione di interventi negli scali italiani e elimina gli oneri generali di sistema per le forniture di energia elettrica alle navi attraccate in banchina.
«Investire sul cold ironing non serve soltanto a ridurre le emissioni inquinanti delle navi in stazionamento nei porti – ha concluso il sottosegretario – Non dimentichiamo che la Commissione Europea ha menzionato la cantieristica navale come settore prioritario per gli investimenti del Recovery Fund per accelerare la produzione di navi di sicura sostenibilità ambientale e velocizzare la transizione green verso gli standard che l’Europa intende raggiungere entro il 2023. È una occasione importantissima anche per Venezia e il futuro della sua mobilità lagunare – conclude il sottosegretario – Per questo al Mit è stato creato un tavolo di lavoro che, insieme al ministero dell’Ambiente, sta studiando le soluzioni migliori per favorire l’elettrificazione in ambito navale»
Nordest Economia – 04/09/2020
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Comune di Verona: incentivi per bike sharing e auto elettriche
Il Comune di Verona mette a punto una serie di novità in materia di mobilità sostenibile che puntano ad incentivare, nei più giovani, l’utilizzo della bicicletta e nei cittadini l’uso dei mezzi elettrici.
Bike sharing. Non più abbonamenti solo ai maggiorenni, per utilizzarlo ora basta aver compiuto i 16 anni d’età. In questo modo, anche una fascia di minorenni potrà ora prendere a noleggio le biciclette per gli spostamenti cittadini. Presente sul territorio veronese, il servizio è stato potenziato negli ultimi mesi con 18 nuove ciclo stazioni, per un totale di 40 ridistribuite in tutti i quartieri. Entro l’autunno, inoltre, sarà ulteriormente rafforzato, con l’inserimento di 150 biciclette a pedalata assistita, di cui 50 dotate di seggiolino per bambini.
Auto elettriche. A Verona circolano liberamente in Ztl. Prorogata per altri due anni, dopo una prima fase sperimentale di pari periodo, la possibilità per tutti i proprietari di mezzi “full electric” di richiedere il permesso per entrare nella zona a traffico limitato, senza vincoli orari.
Si ricorda che i veicoli “full electric” possono parcheggiare gratuitamente su tutti gli stalli ‘Electric vehicle parking only’, indicati da apposita segnaletica.
“L’obiettivo – ha spiegato l’assessore alla Viabilità e Traffico, Luca Zanotto – è quello di rafforzare nella cittadinanza la cultura a una nuova mobilità sostenibile, che consenta da un parte di sgravare le strade dai pesanti flussi di traffico veicolare, dall’altra di accrescere l’uso della bicicletta come mezzo alternativo all’auto. Ricordo che sono in fase di completamento i lavori per dotare la città di un importante numero di piste ciclabili e corsie ciclabili, per circa 8 chilometri di nuova rete stradale riservata esclusivamente alle biciclette e pensata per collegare le scuole superiori alle piste già esistenti. Le corsie ciclabili sono una novità assoluta per il Comune di Verona. Introdotte nel Decreto ‘Rilancio’ per favorire la mobilità sostenibile e in particolare la circolazione delle biciclette. Uno strumento in più per promuovere la mobilità sostenibile, coinvolgendo soprattutto i giovani e le loro famiglie ma anche gli adulti, che lo possono usare per gli spostamenti casa-lavoro”.
Trasporti-Italia.com – 04/09/2020
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Censiti e mappati 8 mila chilometri di percorsi ciclabili nel Veneto
“Abbiamo completato la mappatura dei percorsi ciclabili del Veneto: il database è disponibile sul sito della Regione. Da oggi i cittadini, gli appassionati di bici, gli escursionisti, gli operatori turistici e tutte le persone interessate possono consultare i contenuti online e sviluppare sistemi di ‘navigazione’ utili a definire i propri itinerari attraverso gli 8 mila chilometri censiti della rete regionale”.
Lo ha annunciato stamattina a Verona l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, nel corso del decimo incontro del Tavolo della mobilità ciclabile, istituito dalla Giunta veneta nel 2017 al fine di coordinare e monitorare tutte le iniziative riguardanti la mobilità ciclistica nel territorio regionale. Ai lavori hanno partecipato le Province del Veneto, l’Anci, Trenitalia, l’Arpav, Veneto Strade, la FIAB, la Soprintendenza e le diverse strutture regionali competenti in materia di pianificazione territoriale, prevenzione, turismo.
Dei quasi 8.000 km censiti, 2.563 sono su sedi riservate, compresi quelli su fondo non asfaltato. I percorsi sono stati distinti principalmente in base alle loro caratteristiche (strada, argine, pista ciclabile), specificandone la tipologia (a uso promiscuo veicolare, a uso promiscuo pedonale, corsia riservata, sede propria), la gerarchia (di livello europeo, nazionale, regionale e provinciale) oltre che in base al fondo del tracciato (asfalto, ghiaia, terra battuta). Il data base contente tutti i percorsi mappati è disponibile sul sito della Regione. I dati saranno scaricabili gratuitamente a partire dalla prossima settimana.
“La mappatura dei percorsi – ha spiegato l’assessore De Berti – è stata una delle prime esigenze rappresentate dal Tavolo sin dal suo insediamento. Questo traguardo lo abbiamo raggiunto, ma molto lavoro rimane ancora da fare, in termini di implementazione e aggiornamento costante della banca dati, ma soprattutto sul fronte del potenziamento e della messa in sicurezza della rete ciclabile veneta. In tal senso si sta procedendo anche alla concretizzazione degli itinerari di interesse nazionale, in corso di progettazione e realizzazione a cura della Regione con il cofinanziamento del Ministero: ben cinque di queste dieci ciclovie interessano il Veneto: Ven.To, Sole, Garda, Venezia-Trieste, Adriatica. Molti dei lavori programmati partiranno nella primavera del 2021”.
L’Assessore si è poi soffermata sulle esperienze di integrazione treno-bici e bici-bus, riguardanti soprattutto l’area veronese e quella delle Dolomiti, sul tema relativo al Piano regionale della mobilità ciclabile, in attuazione del nuovo piano regionale dei Trasporti e della programmazione nazionale, nonché sull’opportunità di introdurre con maggior rilevanza l’integrazione degli itinerari ciclabili, non solo con il ferro e la gomma, ma anche con la navigazione.
Trasporti-Italia.com – 03/09/2020
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Il ministro Pisano: «La fibra è un inizio ma ora tocca alle imprese»
Parla la responsabile del dicastero dell’Innovazione: infrastruttura decisiva, preoccupa il capitale umano. Smart working, più rischi che opportunità. Incontro a Padova
di Giuseppe Bottero
«Oggi la banda larga è essenziale, come lo sono stati i nuovi tratti di ferrovie, i viadotti e le autostrade quando, nella seconda metà del XX secolo, l’Italia è diventata una delle prime economie del mondo, nonostante le distruzioni della Seconda guerra mondiale. Quella raggiunta tra Cassa depositi e prestiti e Tim è un’intesa importante». Paola Pisano, ministra dell’Innovazione, è consapevole che l’accordo rappresenta un «primo passo». Ma è convinta che la nuova società possa raggiungere, in tempi rapidi, il suo obiettivo prioritario: l’estensione della connessione ultra veloce a tutto il Paese, «comprese le zone attualmente scoperte. Un’infrastruttura di connettività capillare e in fibra è la base per sviluppare un’economia di servizi digitali, ancora molto da rafforzare. Gli investimenti andranno coordinati, affinché non siano mai contraddittori».
L’ultima fotografia della Commissione Ue sull’indice di digitalizzazione dice che, in Europa, l’Italia è al terzultimo posto. Bastano le infrastrutture per cambiare marcia?
«L’aspetto di quell’indice che più ci deve preoccupare riguarda il capitale umano. L’Italia è molto indietro. Quindi oltre alle infrastrutture vanno aumentate le competenze digitali dei cittadini. I servizi in Rete devono poter essere utilizzabili da tutti. Anche un pensionato può trarne beneficio risparmiandosi file davanti a sportelli. E non vanno dimenticati i giovani. A loro vanno spiegati a scuola, con metodo, potenzialità e rischi della Rete. Ho proposto alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di inserire nei programmi di tutte le classi una nuova materia dedicata all’acquisizione di competenze digitali. Per gli atenei ho condiviso con il ministro dell’Università Gaetano Manfredi l’idea di prevedere nei corsi universitari una parte dedicata all’uso dei mezzi digitali. Il mercato del lavoro nei prossimi anni richiederà più che mai giovani proiettati nei settori dell’innovazione, dell’informatica, delle tecnologie del futuro. Chi saprà produrre e analizzare dati, lavorare con l’intelligenza artificiale avrà migliori opportunità».
La copertura da cui si parte però non è buona…
«No, non lo è. La digitalizzazione del Paese sarà ancora un percorso lungo, anche se il governo sta imprimendo spinte notevoli per realizzarla. Ma non dipende solo dallo Stato centrale. Anche imprese private ed enti locali devono contribuire a diffondere sistemi e funzionalità adeguati ai tempi. Durante la pandemia, grazie alle tecnologie, l’Italia non si è fermata. Adesso il ricorso a queste va sviluppato, senza rinunciare a tutelare un “diritto alla disconnessione” quando si è portato a termine il proprio lavoro o è trascorso il tempo di attività ritenuto giusto dagli accordi tra lavoratori e datori di lavoro».
Al meeting di Rimini ha sostenuto che la vera priorità del Paese riguarda i data center in cloud: perché?
«Va potenziata una nostra sovranità digitale, italiana ed europea. Senza protezionismi, senza anacronismi. Facendo i conti con la realtà: attualmente i cloud, le nuvole che conservano e permettono analisi di dati, appartengono in prevalenza a grandi gruppi internazionali. In prospettiva, per la nostra sicurezza e la nostra competitività sarà bene avere anche sistemi di cloud italiani ed europei».
Gli aiuti del Recovery Fund possono essere l’occasione per un cambio di passo?
«Devono esserlo. Si tratta di 209 miliardi di euro: grazie alle capacità di Conte, in sede europea il nostro Paese ha ottenuto il 28% dei fondi destinati a 27 Stati membri dell’Ue. I finanziamenti del Recovery Fund devono essere assolutamente occasione per un cambio di passo. È un dovere che abbiamo non solo nei confronti dell’Europa. Lo abbiamo verso noi stessi, a cominciare dalle giovani generazioni di italiani che si troveranno in futuro un debito pubblico ancora più alto. Il denaro stanziato dall’Ue va investito per migliorare le capacità produttive dell’Italia, le strutture e i percorsi formativi indispensabili per raggiungere quel risultato. Nel governo siamo impegnati in questa direzione».
Lo smart working, dopo il lockdown è diventato qualcosa di consolidato. Con i lavoratori a casa, non c’è il rischio di impoverire i centri delle città?
«Il rischio c’è e va evitato. Il lavoro in remoto non è un valore in sé. È utile in condizioni di emergenza dovute alla necessità di prevenire contagi di Covid-19 e il 2020 ha innescato una fase di cambiamento. Impedire traumi sociali e tutelare il meglio della tradizione italiana sono compiti della politica: da affrontare avvalendosi di competenze tecnico-scientifiche e confronto costruttivo fra componenti della società».
Il ministro venerdì 4 settembre a Padova
Realizzare una società digitale con accesso ai servizi online della PA per imprese e cittadini, potenziare l’innovazione nel Paese con nuove tecnologie nei campi della robotica, della mobilità, dell’intelligenza artificiale e della cyber security e favorire uno sviluppo trasparente, inclusivo e sostenibile. Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, ha scelto DIGITALmeet per presentare le tre sfide del Piano Nazionale per l’Innovazione 2025: l’evento andrà in scena venerdì 4 settembre all’Icenter di via Savelli 30, a Padova, nell’ambito di Aspettando DIGITAL meet, l’anteprima del più grande festival diffuso italiano sul mondo del digitale, che tornerà da martedì 20 a sabato 24 ottobre con l’ottava edizione a cura di Fondazione Comunica e Icenter TAG Padova.
Oltre al Ministro, l’incontro coinvolgerà anche tre giovani imprese innovative – Prorob, Raintonic, SmartMold – , Rosario Rizzuto, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Padova, Antonio Santocono, Presidente della Camera di Commercio di Padova, Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere, Roberto Santolamazza, Direttore Generale dell’Incubatore t2i, e Gianni Dal Pozzo, AD di Considi. L’intervento di Dal Pozzo darà incentrato sulla Gear Factory, un laboratorio di apprendimento dove si simula il percorso di Lean Transformation all’interno di un’azienda manifatturiera per sperimentare in modo reale e concreto la Digital Transformation e poter così essere pronti a raccogliere le innovazioni ed i cambiamenti della Quarta Rivoluzione Industriale. Il compito di coordinare e condurre l’incontro è affidato a Gianni Potti, Cofounder DIGITALmeet e Presidente CNCT Servizi Innovativi Confindustria.
Nordest Economia – 02/09/2020
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A22, a Bressanone cinque chilometri di barriere fonoassorbenti
A inizio anni ’90, quando Autostrada del Brennero cominciò la posa delle barriere fonoassorbenti, tra le prime ad essere installate ci furono quelle poste a tutela del clima acustico di Bressanone. Firmato nei giorni scorsi l’affidamento dei lavori al Consorzio Integra S.C., è da qui che si riparte per realizzare cinque chilometri di nuove barriere antirumore. “L’autostrada – ha osservato il Presidente Hartmann Reichhalter introducendo questa mattina la presentazione dei lavori alla cittadinanza e alla stampa – ha sicuramente avuto un ruolo chiave nello sviluppo dei nostri territori, ma ha anche portato qualche problema ambientale. Noi vogliamo continuare a contribuire allo sviluppo economico, ma allo stesso tempo vogliamo tutelare la salute delle comunità che vivono vicino all’autostrada. Il fatto che la Società sia controllata dagli Enti Locali rende questo più facile”. “Il nostro approccio – ha sottolineato l’Amministratore Delegato, Diego Cattoni – è orientato al fare. Tutti sappiamo che la gestione di Autostrada del Brennero, finché non ci saranno certezze sulla nuova concessione, è complessa, ma questo non ci deve impedire di continuare a dare risposte concrete e all’avanguardia alle esigenze di chi viaggia e di chi vive vicino alla A22”.
Al Direttore Tecnico Generale, Carlo Costa, il compito di presentare il progetto approntato direttamente dalla struttura tecnica della Società. “Autobrennero – ha ricordato – è stata tra le prime concessionarie italiane ad affrontare il problema dell’inquinamento acustico e a studiarne i disagi correlati, un tema che ci vede collaborare con diversi Atenei. Dopo gli interventi degli anni ’90, del 2000 e del 2007, siamo tornati ad occuparci dell’abitato di Bressanone partendo da una campagna di rilevazioni fonometriche e incrociando i dati emersi da diversi tipi di misurazioni. Partendo da questi dati – ha spiegato Costa – li abbiamo proiettati all’anno 2030, ipotizzando un incremento del traffico maggiore di quello stimato”. Ne è nato il progetto che integra e sviluppa le attuali strutture fonoassorbenti con 5 chilometri di nuove barriere di tipologia sia verticale, sia curva che, a seconda delle esigenze acustiche, saranno realizzate utilizzando pannelli fonoassorbenti in legno, in policarbonato/polimetilmetacrilato trasparente e in alluminio.
Nello specifico l’investimento ammonta a 13 milioni di euro, ed il termine lavori è previsto per marzo 2022. In carreggiata nord sarà realizzata una nuova barriera verticale (h 4,5m) che correrà dal km 44,964 al km 42,956 e lì si integrerà con la barriera esistente, mentre tra il km 49,755 e il km 49,555 sarà approntata una nuova barriera di tipo vegetale (h 4m). In carreggiata sud sorgeranno due nuove barriere verticali (h 5,5m) dal km 46,509 al km 46,158 (frazione Scezze) e dal il km 46,104 al km 45,315 (la Mara), mentre rispettivamente tra il km 44,537 e il km 44,169 (via Velturno) e il km 43,914 e il km 42,951 (via Castelliere) saranno posate due nuove barriere curve (h 8m). I 256 metri di barriera successiva saranno verticali e di 6 metri di altezza. “Le nuove barriere – ha assicurato il Direttore Costa – abbatteranno notevolmente l’inquinamento acustico in corrispondenza di tutti i nuclei abitati. Otterremo riduzioni fino a 18 dB(A), mantenendo un margine medio sotto la soglia di legge di oltre 10 dB(A)”.
Alto Adige Innovazione – 02/09/2020
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Autostrade: domani incontro con Conte su A22
Kompatscher, gestione pubblica nell’interesse del territorio
E’ stato fissato per domani l’incontro, previsto in un primo momento per ieri, del presidente del consiglio Giuseppe Conte con il governatore altoatesino Arno Kompatscher. Uno dei temi centrali sarà il rinnovo della concessione per l’autostrada del Brennero. “A Bressanone l’A22 ha presentato oggi investimenti di 15 milioni di euro per opere antirumore. Questo dimostra – ha detto in conferenza stampa Kompatscher – l’importanza che la gestione dell’autostrada non punti solo agli utili ma operi nell’interesse del territorio e della comunità”.
Ansa/Trentino A.A. – 02/09/2020
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Il limite dell’80% mette in difficoltà i trasporti. Zaia: «Sul ponte della Libertà servirebbero 78 mezzi in più dalle 7 alle 8»
I dati del presidente Zaia: «Il governo stanzia 200 milioni, sono pochi. Solo in Veneto, da qui a fine anno, ne servono circa 30». Baretta: «Con meno turisti è possibile garantire il servizio»
Se in conferenza Stato-Regioni si è raggiunto l’accordo per la capienza all’80% dei mezzi di trasporto, per il presidente del Veneto Luca Zaia: «lo si deve al dibattito partito dalla nostra regione». Torna sulla questione il governatore, «si voleva ridurre della metà la tenuta dei mezzi permettendo invece il fianco a fianco dei lavoratori nelle fabbriche, con la mascherina – dice Zaia -. Abbiamo sempre detto che era una contraddizione, e ad aprile abbiamo firmato il protocollo con i sindacati in occasione della prima riapertura delle imprese con i codici Ateco: vale la regola della mascherina».
Il bis e la rottura di carico
In Veneto si contano 465 milioni di passeggeri all’anno: 45 milioni su rotaia, 145 milioni su acqua e 275 milioni su gomma. «Occorre capire cosa significa la riduzione del 20% a bordo dei mezzi – dice Zaia – Il trasporto bubblico regionale percorre ogni giorno 350 mila chilometri su gomma, 1000 ore di navigazione, 700 sono le ore di viaggio dei treni. Ci saranno immancabilmente problemi di natura organizzativa: il 20% equivale a circa 500 mezzi in più da aver disponibili e coinvolge la rottura di carico: il punto in cui il mezzo si ferma, dove una volta interveniva il bis, che tornerà di moda», dice Zaia.
Ponte della Libertà
Per capire in modo diretto cosa significa quel 20% in meno, si può prevedere cosa accade sul ponte della Libertà a Venezia: in fase pre Covid circolavano 122 mezzi all’ora, dalle 7 alle 8. Oggi, togliendo l’80% della capienza, servono 200 mezzi, cioè 78 in più. «Ci sono problemi amministrativi – continua Zaia – occorre ingaggiare i conducenti bis, c’è un problema di sicurezza: quando la capienza è satura e bisogna lasciare a piedi, se si tratta di un minore, vuol dire che rimane non accudito. Abbiamo messo 8 milioni a bilancio intanto, per le prime necessità – dice – per il noleggio mezzi privati, ad esempio. A livello nazionale il governo stanzia 200 milioni di euro, ma sono pochi. Solo in Veneto, da qui a fine anno, servono circa 30 milioni».
Turismo
«Con la regola dell’80% di capienza e con la riduzione dei turisti è possibile garantire il servizio senza disagi inaccettabili – per il candidato sindaco Pier Paolo Baretta – L’amministrazione comunale non si è attivata per tempo per trovare una soluzione che garantisca a tutti i veneziani un trasporto efficiente e in sicurezza. La prova? La soluzione proposta dal sindaco uscente: “Prendete la vostra auto per accompagnare i figli” a scuola». Ad aprile, di fronte allo stesso problema, dice Baretta, «aveva proposto “andate a piedi”. Ma così si scarica sui cittadini non solo il problema ma anche la soluzione. Da mesi diciamo che serve un piano in vista della riapertura delle scuole, che coinvolga tutte le strutture che si occupano di trasporto».
«Mascherine, gel a bordo dei mezzi, procedure di salita e discesa, controllo del numero di utenti, distanziamento alla fermate, rischio-ressa. Tutti argomenti lasciati sul tavolo – affermano Erika Baldin, consigliera regionale e candidata del M5S e Sara Visman, candidato sindaco 5 Stelle a Venezia – Da tempo chiediamo che Regione, Comune, aziende di trasporto, istituti scolastici e categorie si confrontino per trovare meccanismi, orari e gestione dei mezzi del trasporto pubblico funzionali alla ripresa delle scuole, oltre all’elasticità per evitare il collasso».
L’idea alternativa: scaglionare gli orari
L’approccio del sindaco Brugnaro è stato criticato da Alessandro Baglioni, capogruppo Pd della Municipalità di Favaro e dal candidato al consiglio comunale Roberta Tossato: «Il sindaco continua a dimostrare la propria impreparazione ad affrontare l’emergenza invitando ad utilizzare il mezzo privato (con gli ovvi effetti sul traffico, sull’inquinamento, sulla sicurezza stradale nei pressi delle scuole), invece che adottare le azioni di propria competenza. Da tempo affermiamo che le soluzioni vanno ricercate altrove: potenziamento e valorizzazione del Pedibus; creazione di una rete di piste ciclabili sicure e di collegamenti tra quelle esistenti che permettano di raggiungere i vari poli scolastici; coordinamento tra tutti i soggetti interessati per far sì che vi sia una vera riorganizzazione degli orari delle scuole e dei posti di lavoro, in modo che gli utenti si muovano scaglionati e non tutti insieme. Questa probabilmente è la tematica dove finora si è riscontrato il maggior insuccesso: è impensabile garantire il distanziamento prevedendo che tutti continuino a muoversi dalle 7 alle 8 di mattina».
Venezia Today – 02/09/2020
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Lo scorso luglio il traffico nel porto di Ravenna è tornato a crescere
Movimentate 2,2 milioni di tonnellate di carichi (+1,5%)
Dopo quattro mesi, in coincidenza con il picco della pandemia di Covid-19 in Italia, nel corso dei quali il volume di merci movimentate dal porto di Ravenna ha registrato un calo mensile compreso tra -25% e -30%, lo scorso luglio il traffico movimentato dallo scalo portuale è tornato a segnare una crescita, che è stata pari al +1,5%, complice anche la comparazione con un mese, quello del luglio 2019, in cui il traffico era diminuito del -13,5%.
Complessivamente nel luglio 2020 il porto ha movimentato quasi 2,2 milioni di merci rispetto a 2,1 milioni nel luglio dello scorso anno. Il rialzo è stato prodotto dagli incrementi del +8,3% e del +13,9% segnati rispettivamente dalle rinfuse solide e dalle merci convenzionali che si sono attestate a 1,0 milioni di tonnellate e 442mila tonnellate, aumenti che sono stati generati principalmente dal +87,7% totalizzato dal traffico di derrate alimentari, mangimi e oleaginosi che è ammontato a 383mila tonnellate e dal +14,6% segnato dai prodotti metallurgici che sono stati pari a 437mila tonnellate a cui si è aggiunto l’effetto delle 34mila tonnellate di combustibili e minerali solidi movimentate nel luglio 2020, voce di traffico che nello stesso mese dello scorso anno era pari a zero. Ancora in calo, invece, i minerali greggi, manufatti e materiali da costruzione con 350mila tonnellate (-22,5%) così come i prodotti agricoli con 176mila tonnellate (-15,1%).
Nel settore dei container il traffico è diminuito del -15,9% scendendo a 178mila tonnellate e in calo sono risultati anche i rotabili con 149mila tonnellate (-7,2%). Nel comparto delle rinfuse liquide il totale è stato di 360mila tonnellate (-13,3%), incluse 211mila tonnellate di prodotti petroliferi (-16,8%), 96mila tonnellate di derrate alimentari, mangimi e oleaginosi (-12,7%) e 53mila tonnellate di prodotti chimici (+2,6%).
Nei primi sette mesi del 2020 il traffico complessivo delle merci è stato di 12,9 milioni di tonnellate, con una riduzione del -16,8% sul corrispondente periodo dello scorso anno, di cui oltre 2,3 milioni di tonnellate di rinfuse liquide (-12,4%), 5,3 milioni di tonnellate di rinfuse secche (-15,7%), 3,1 milioni di tonnellate di merci convenzionali (-24,4%), 1,3 milioni di tonnellate di carichi containerizzati (-11,0%) con una movimentazione di container pari a 115.639 teu (-11,5%) e 827mila tonnellate di rotabili (-13,6%).
Nei primi sette mesi di quest’anno il traffico dei passeggeri nel porto ravennate è stato praticamente assente rispetto a più di 10mila passeggeri nello stesso periodo del 2019, di cui la quasi totalità costituita da passeggeri delle navi da crociera.
InforMare – 02/09/2020
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