Aeroporto: da giugno il volo Bolzano-Trapani

14 Febbraio 2020

La società Airgest che gestisce l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani ha annunciato l’avvio della nuova rotta Trapani-Bolzano al termine dell’incontro tenutosi a Milano con i dirigenti di Sky Alps.
Per la nuova compagnia aerea altoatesina erano presenti il Ceo Alex Spinato e il presidente Joseph Gostner. I voli (giornalieri) dovrebbero partire già da giugno 2020 e l’accordo prevede anche l’apertura della rotta Trapani- Roma, sempre gestita da Sky Alps. Salvatore Ombra, presidente di Air Gest, nell’esprimere grande soddisfazione per il risultato ottenuto ha comunicato che “Tutti i dettagli economici saranno curati e definiti entro pochi giorni”.

Alto Adige Innovazione – 14/02/2020

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Scania: a Oslo veicoli elettrici a batteria per la distribuzione in ambito urbano

Il grossista norvegese Asko sta utilizzando due veicoli elettrici a batteria per effettuare le proprie operazioni di trasporto a Oslo, in Norvegia. Si tratta di un progetto pilota che rappresenta un importante passo avanti nella cooperazione tra Scania e Asko, nella sperimentazione di soluzione elettrificate per il trasporto pesante.

Visti i risultati positivi ottenuti con l’utilizzo di mezzi ibridi in modalità elettrica nei centri urbani, Scania è pronta ad introdurre veicoli completamente elettrici a batteria per la distribuzione in ambito urbano. La ricarica delle batterie può avvenire durate il carico e scarico delle merci. I due veicoli che entreranno a far parte della flotta di ASKO hanno batteria con 165 kWh di capacità, che garantisce un’autonomia di 120 km, ricaricabile in modalità plug-in a 130 kW.

Il lavoro di Scania si basa sull’approccio modulare. Nei veicoli elettrici a batteria impiegati nelle operazioni di ASKO, il motore a combustione interna nella catena cinematica è sostituito da un propulsore elettrico, alimentato da batterie ricaricabili.

L’approccio di Scania all’elettrificazione prevede la ricerca e lo sviluppo di un’ampia gamma di soluzioni. Ciò include diversi tipi di tecnologie elettriche-ibride a carburante alternativo, oltre a veicoli e autobus completamente elettrici. Scania sta lavorando anche su veicoli elettrici che possono essere ricaricati in diversi modi, dalla ricarica plug-in, alla ricarica tramite pantografo con veicolo fermo o in movimento su strade elettrificate, fino alla ricarica attraverso celle a combustibile a idrogeno.

Il progetto ha ricevuto il sostegno finanziario di Enova, un’impresa statale di proprietà del Ministero del Clima e dell’Ambiente norvegese.

Trasporti-Italia.com – 14/02/2020

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E in Austria i camion non potranno più svoltare a destra

Sembrava uno scherzo, ma invece è realtà. Secondo una notizia diffusa dalla Fiap, il Governo Federale austriaco ha notificato all’UE il testo di una nuova norma che prevederebbe il “divieto” di svolta a destra per tutti i veicoli di massa superiore alle 7,5 tonnellate, non dotati di dispositivi di assistenza e sicurezza utili alla prevenzione di gravi incidenti.
Risultano esclusi dalla disposizione, da quanto comunicato, alcuni trasporti speciali e bus.

La norma punta a evitare i sinistri che possono verificarsi nel lato cieco del veicolo, coinvolgendo utenti della strada come pedoni, ciclisti e motociclisti.

Nel testo presentato è specificato che i soli dispositivi camera-monitor, già ora in uso, non saranno più sufficienti, ma dovranno essere installati sui veicoli dispositivi di allarme acustico, visivo con l’obiettivo di segnalare le situazioni pericolose, fino a prevedere il blocco del veicolo. I dispositivi in questione sono denominati in gergo tecnico “turn-off”.

La norma di fatto rappresenta una ulteriore forma di divieto alla circolazione, qualora non pervengano obiezioni da parte di Bruxelles. A quanto risulta entrerà in vigore il prossimo mese di aprile 2020, con un periodo di transizione fino alla fine dell’anno.

Trasporti-Italia.com – 14/02/2020

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Porti: in Adriatico scali fanno squadra per ‘sfondare’ in Ue

Musolino, siamo gateway tra Europa , Medio e Estremo Oriente

I porti membri dell’associazione Napa, North Adriatic Ports Association, si sono riuniti stamane nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale veneziana, cui spetta la presidenza semestrale. Presenti, tra gli altri, anche il presidente dell’Autorità giuliana Zeno D’Agostino, il presidente del porto di Koper Dimitrij Zadel, Alberto Squarzina per il porto di Ravenna e Ivan Jaksic, per il porto di Rjieka.

Tra i vari temi all’ordine del giorno è emersa con forza la volontà condivisa dei membri di presentarsi ai TEN-T Days, che si terranno il prossimo maggio in Croazia, portando all’attenzione delle autorità europee delle richieste unitarie.

Il presidente AdspMAS Pino Musolino ha dichiarato: “I cinque porti dell’Alto Adriatico costituiscono il gateway naturale per il continente europeo delle merci in transito da e verso il Medio e l’Estremo Oriente, movimentando annualmente oltre 100 tonnellate. Riteniamo fondamentale presentarci uniti all’importante appuntamento dei TEN-T Days, superando così la logica dei campanili e valorizzando la complementarietà dei nostri scali. Solo così potremo avere un peso contrattuale in sede di revisione delle reti transeuropee e di allocazione delle risorse previste dalla direttiva CEF2”.

Ansa/Mare – 14/02/2020

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Divieti per i Tir in Austria, l’Italia sollecita la costituzione di un tavolo di confronto. Il Tirolo replica: non arretreremo di un millimetro

Platter: non rimuoveremo le misure di emergenza per la lotta contro il traffico di transito

«Non arretreremo di un millimetro». È questa la posizione del Tirolo, almeno secondo quanto dichiarato dal governatore del Land autriaco, Günther Platter, circa una possibile attenuazione del divieto di transito settoriale sul territorio tirolese per alcune tipologie di merci e per alcune tipologie di camion, limitazione criticata dagli autotrasportatori italiani perché – asseriscono – beneficia i traffici originati o destinati in Austria mentre penalizza i traffici di transito.
L’attenuazione delle misure è stata richiesta oggi dalla commissaria europea ai Trasporti, Adina Valean, a cui Platter ha poco metaforicamente sbattuto la porta in faccia. «Questa richiesta – ha replicato Platter dopo l’incontro con Valean – è assurda. Non rimuoveremo le misure di emergenza per la lotta contro il traffico di transito – ha inveito il presidente della giunta regionale tirolese – questo è il territorio su cui viviamo che difenderò dalle lobby commerciali tedesca e italiana e dalla Commissione Europea». Platter si è dichiarato «molto deluso» dall’incontro con Adina Valean. Ora basta – ha aggiunto – «ne abbiamo discusso abbastanza».
L’invito della commissaria UE è giunto dopo che stamani Valean ha incontrato la ministra italiana alle Infrastrutture e ai Trasporti, Paola De Micheli, in occasione di un sopralluogo al cantiere del tunnel di base del Brennero a Fortezza. Circa i divieti di transito sul versante austriaco, De Micheli ha ribadito la posizione del governo italiano: «decisioni unilaterali – ha spiegato – non sono né produttive né accettabili. Devono essere rispettati i principi europei di libera circolazione delle persone e delle merci». Da parte italiana è stata quindi proposta la costituzione di un tavolo di lavoro per l’elaborazione di proposte e soluzioni che possano essere condivise da tutti i Paesi interessati.
Se il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, presente al sopralluogo, ha concordato che «l’obiettivo è quello di trovare soluzioni condivise nel segno di una comune politica dei trasporti, alla quale aderiscano le regioni limitrofe ed il maggior numero possibile di partner», Kompatscher ha tuttavia anche ribadito comprensione per la posizione del governo tirolese «sinché – ha precisato – non vi sono alternative concrete. E proprio per questo – ha aggiunto – ora è necessario elaborare delle soluzioni transfrontaliere». «Dobbiamo pensare e strutturare il corridoio del Brennero – ha commentato anche l’assessore provinciale alla Mobilità, Daniel Alfreider – «in una logica che sappia coniugare il benessere dei cittadini con quello dell’economia. Non è pensabile proseguire come nel passato. Non sarebbe comprensibile né per la Provincia, né per i Comuni che si trovano lungo l’asse del Brennero».

InforMare – 14/02/2020

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Due le offerte per la realizzazione del progetto Hub Portuale di Ravenna

Le buste digitali saranno aperte il 24 febbraio

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale ha reso noto che entro il termine di oggi per la presentazione delle offerte relative alla gara europea a procedura aperta per l’ “Affidamento unitario a contraente generale della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori denominati Hub Portuale di Ravenna”, fissato per le ore 13.00, sono pervenute all’ente due offerte che saranno aperte il prossimo 24 febbraio per essere esaminate e per arrivare, nei mesi successivi, all’aggiudicazione dei lavori per il potenziamento delle infrastrutture portuali, opere – per la cui realizzazione il bando di gara stima un importo di 199,8 milioni di euro – che sono al centro del Piano Regolatore Portuale di Ravenna.
L’authority portuale ha specificato che naturalmente si conosce l’identità dei mittenti delle offerte, ma – ha precisato l’ente – è possibile che, in ragione della complessità delle opere la cui realizzazione è richiesta nel bando, l’offerta sia formulata unitamente ad altri soggetti il cui nome sarà possibile conoscere solo al momento dell’apertura delle buste digitali.

InforMare – 14/02/2020

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Porti: in Adriatico scali fanno squadra per ‘sfondare’ in Ue

I porti membri dell’associazione Napa, North Adriatic Ports Association, si sono riuniti stamane nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale veneziana, cui spetta la presidenza semestrale. Presenti, tra gli altri, anche il presidente dell’Autorità giuliana Zeno D’Agostino, il presidente del porto di Koper Dimitrij Zadel, Alberto Squarzina per il porto di Ravenna e Ivan Jaksic, per il porto di Rjieka.

Tra i vari temi all’ordine del giorno è emersa con forza la volontà condivisa dei membri di presentarsi ai TEN-T Days, che si terranno il prossimo maggio in Croazia, portando all’attenzione delle autorità europee delle richieste unitarie.

Il presidente AdspMAS Pino Musolino ha dichiarato: “I cinque porti dell’Alto Adriatico costituiscono il gateway naturale per il continente europeo delle merci in transito da e verso il Medio e l’Estremo Oriente, movimentando annualmente oltre 100 tonnellate. Riteniamo fondamentale presentarci uniti all’importante appuntamento dei TEN-T Days, superando così la logica dei campanili e valorizzando la complementarietà dei nostri scali. Solo così potremo avere un peso contrattuale in sede di revisione delle reti transeuropee e di allocazione delle risorse previste dalla direttiva CEF2”.

Ansa/Mare – 14/02/2020

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Il protocollo fanghi è pronto

13 Febbraio 2020

Conclusa l’ultima riunione del provveditorato giovedì. L’istituto superiore della Sanità ha dato il via. Manca il decreto interministeriale. Classificazione secondo tre linee. Cinque nuove categorie.

Il protocollo fanghi è pronto. L’ultima riunione del provveditorato alle opere pubbliche si è conclusa oggi, giovedì 13 febbraio, a Venezia. L’istituto superiore della Sanità ha dato l’ultimo parere. Il documento è stato vistato da tutti, manca il decreto interministeriale con le firme dei ministri alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e all’Ambiente e Territorio Sergio Costa. A confermarlo il Partito Democratico veneziano e l’onorevole Nicola Pellicani. «Finalmente si è concluso questo percorso durato quasi tre anni – commenta Pellicani – Ma il governo deve mantenere più alta l’attenzione su Venezia e garantire l’operatività del Porto che è una delle più grandi risorse che abbiamo». Una volta firmato il protocollo ci sarà modo di riprendere lo scavo dei canali e con i sedimenti non inquinati si potranno ricostruire le barene lagunari. A seguire arriverà il piano morfologico. «La sinergia fra Venezia e il governo nazionale ha portato soluzioni per garantire il connubio fra lavoro e ambiente. Il porto, fatto da lavoratori e imprese ha un ruolo fondamentale per la città. Ambiente e lavoro possono convivere».

In base al precedente protocollo, quello del 1993, che è stato quindi aggiornato, il documento contiene i criteri di sicurezza ambientale per gli interventi di escavazione, trasporto e reimpiego dei fanghi estratti dai canali di Venezia e contiene l’individuazione dei rii soggetti a escavo, la qualificazione dei fanghi, i metodi di escavo e trasporto, la caratterizzazione e classificazione dei fanghi, l’individuazione dei siti di recapito, la definizione degli interventi di sicurezza ambientale, il monitoraggio e gli studi sperimentali di impatto ambientale e la definizione dei capitolati d’appalto delle opere e dei monitoraggi. Per la quantificazione del fango da scavare vengono effettuati rilievi batimetrici dello stato dei fondali dei rii. «La stima complessiva del sedime da scavare era di circa 500 mila metri cubi in 10 anni. Lo scavo deve avvenire senza danneggiare le fondazioni e il materiale andrà riversato nelle zone di recapito con modalità tali da evitare perturbazioni dell’ambiente circostante.

Per ogni rio vengono posizionate un numero minimo di stazioni di campionamento in ragione di una ogni 50 metri e tutti i campionamenti vengono effettuati sotto il controllo di un esperto che redige verbale corredato di planimetria e i siti esatti del campionamento. Vengono prelevate carote di fango per tutto lo spessore del sedimento da dragare. Seguono le analisi chimiche, e fisico-chimiche. Sono esclusi da ogni destinazione in laguna i fanghi tossici. Per gli interventi di ripristino di morfologie lagunari suscettibili di rimettere nelle acque il materiale stesso potranno essere utilizzati solo fanghi di tipo A». Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut, ha specificato che sono state date nuove linee guida per la gestione dei sedimenti della laguna, già nel 2017. A oggi risulta messa a punto una nuova metodologia di classificazione secondo tre linee: chimica, tossicologica, e di bio accumulo, e 5 nuove categorie per lo stato di qualità dei sedimenti che consentiranno un più ampio margine del gestione dei fanghi stessi, rispetto al 1993.

Questa mattina è stato sottoscritto il manifesto per il Porto da tutto il mondo imprenditoriale e sindacale lagunare, dalle associazioni, dalle istituzioni e dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, dopo i lavori del convegno in Marittima “Il porto è vita. Venezia è viva” su iniziativa dell’associazione Agenti Marittimi, guidata da Alessandro Santi, e della Federazione Nazionale Federagenti, presieduta da Gian Enzo Duci. La giornata è iniziata con una manifestazione di più di 80 imbarcazioni fra rimorchiatori, chiatte, barche da ormeggio e da lavoro, di imprese e dipendenti dello scalo, lungo il canale della Giudecca. Nel frattempo si concludevano i lavori per il protocollo fanghi. Un documento senza il quale non è possibile stabilire i pescaggi e quindi il volume delle portacontainer che possono arrivare con sicurezza a Venezia programmando in anticipo le loro toccate e il volume degli affari e del lavoro.

In primo piano anche la questione ambientale. Siti di deposito del materiale dragato possono venir individuati solo a fronte di una classificazione dei fanghi in base al grado di inquinamento. Più volte Italia Nostra è intervenuta contro l’innalzamento dell’isola delle Tresse e il rispetto della legge speciale per la salvaguardia di Venezia. Molti dubbi sono stati espressi dai gruppi ambientalisti in merito al maggior ingresso d’acqua in laguna che potrebbe essere causato da ulteriori escavi. Critiche respinte dagli operatori del porto che si sono espressi a favore di una manutenzione ordinaria dei canali senza la quale, dicono, potrebbe solo esserci un peggioramento delle condizioni della laguna.

«Venezia – si legge nel documento – è patrimonio del mondo ed è stata da sempre un porto. Il suo sviluppo non può più essere condizionato dalla lentezza delle decisioni che dovrebbero arrivare dall’alto, dal falso ‘ambientalismo’ o da una comunicazione non corretta: il mancato dragaggio manutentivo di tutti i canali, portuali e della città, rischia di bloccare le attività portuali e industriali, mettendo a rischio il futuro di 21.000 lavoratori, che producono un fatturato annuo di 6,6 miliardi di euro».

«Servono 150 milioni di euro ogni anno, per un decennio, secondo i nostri calcoli, per compiere opere improcrastinabili, e attese da tanto tempo – ha detto il sindaco -. A cominciare proprio dall’escavo dei canali, che si stanno interrando, utilizzati dal porto e dalle navi da crociera, riportandoli al limite di profondità fissato da regolamento portuale, ovvero ad almeno 12 metri. E parte di questi finanziamenti devono poi essere utilizzati per l’escavo a secco dei rii nel centro storico, per creare una rete fognaria e pure una rete idrica antincendio, ovvero due opere ormai imprescindibili. È insomma davvero finito il tempo delle attese». L’evento di stamattina, secondo Santi e Duci, ha avviato una demolizione delle fake news costruite in questi anni, anche a livello internazionale su Venezia, in tema di inquinamento, interramento della laguna, fumi, colpa delle navi nel danneggiamento delle fondamenta di Venezia. Venezia ha detto No alla monocultura di turismo e ha rilanciato con forza la sua risorsa storica, ma economicamente più attuale che mai: il suo porto.

Il porto di Venezia oggi occupa, fra diretto e indotto, oltre 92.000 persone (21.000 dirette in porto), genera un fatturato di 21 miliardi e specialmente è il porto strategico di uno dei più importanti poli produttivi e industriali d’Europa, quello veneto e in parte lombardo, che assegna a Venezia un ruolo strategico determinante. «E – come sottolineato sia da Santi che da Duci, oltre che dal sindaco Brugnaro e da tutti i presidenti di associazioni d’impresa, le istituzioni e le rappresentanze dei lavoratori che hanno sottoscritto il manifesto per la vita di Venezia e del suo porto – questa risorsa non può essere uccisa».

Venezia Today – 13/02/2020

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