Padova-Mestre, coro di proteste: «Gestione pubblica sotto accusa»

3 Gennaio 2020

Pedaggi record in autostrada, la Regione scarica su governo e Anas. Ma sulla Pedemontana saranno più alti

di Marco Bonet

Si sono arrabbiati tutti: automobilisti, autotrasportatori, Comuni. E non poteva essere altrimenti, visto che si tratta di mettere di nuovo mano alla tasca, a causa dell’aumento del pedaggio chiesto e ottenuto da Cav lungo la tratta Padova-Mestre, una delle più trafficate del Veneto e tra le più frequentate dai pendolari.

Via libera al «ritocco»

Cav è tra le sole quattro concessionarie in Italia (con Autovia Padana, Bre.Be.Mi e Pedemontana Lombarda) e l’unica tra quelle che gestiscono la rete autostradale della nostra regione ad aver avuto dal ministero dei Trasporti il via libera al ritocco dal primo gennaio (si sale da 2,8 a 3 euro, più 7%). Con due ulteriori elementi che stanno infiammando il dibattito sui social. Il primo: Cav è una società interamente pubblica, partecipata al 50% da Anas e al 50% dalla Regione. Il secondo: con questo aumento la Padova-Mestre si conferma come la tratta più cara del Veneto (e una delle più care in Italia), in predicato d’essere superata solo dalla Pedemontana. Per carità, con 0,148 euro al chilometro siamo lontani dalle tariffe esorbitanti della BreBeMi (0,274 euro al chilometro, difatti è deserta) o della Torino-Aosta-Monte Bianco (0,287 euro, e parliamo di un’autostrada che si inerpica sulle montagne) ma comunque di gran lunga al di sopra dell’Autobrennero (0,07 euro), della A13 Padova-Bologna (0,074 euro), della A4 Venezia-Trieste (0,103 euro) e addirittura della Belluno-Venezia, una delle tratte più odiate dagli automobilisti (0,112 euro). La Pedemontana, stando alla delibera approvata dalla giunta regionale a marzo, costerà 0,162 euro al chilometro e l’argomento è già stato oggetto di scontri furiosi in consiglio.

Levata di scudi

Ne consegue, com’è ovvio, che tutti protestano. «Siamo esterrefatti – tuona Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. In pratica per arrivare da Mestre e Padova Est, e viceversa, bisogna lasciare 10 centesimi per ogni chilometro. Era già un pedaggio altissimo prima, come si sono sognati di ritoccarlo ancora di più? Per caso ci sono state delle migliorie che giustifichino questi aumenti? Nei prossimi giorni invieremo una lettera al ministero dei Trasporti». Proprio la mancanza di investimenti, che pure secondo Cav giustificherebbero i rincari (oltre all’obbligo di rispettare il Piano economico finanziario che impone di restituire entro il 2030 il bond da 830 milioni emesso per pagare ad Anas la costruzione del Passante) è per gli autotrasportatori la vera pietra dello scandalo: «Dovremmo invertire i fattori – dice Michele Varotto, presidente di Confartigianato Trasporti e Logistica – prima ci dicono che investimenti intendono fare, poi li fanno e solo alla fine ci chiedono i soldi. Perché ogni primo gennaio dobbiamo fronteggiare i rincari ma poi le aree sosta non si fanno, le code aumentano, i caselli si intasano, la sicurezza si riduce. Chi ci risarcisce per i ritardi che subiamo ogni giorno? E non abbiamo alternative, perché quasi tutti i Comuni ormai sono off limits per i mezzi pesanti». Allarga le braccia Paolo Zabeo della Cgia di Mestre: «Si sapeva che sarebbe finita così, perché tutto nasce dal project financing che è all’origine del Passante. Di fatto ci stiamo pagando l’autostrada due volte: con le tasse e con i pedaggi. Mentre in altre zone d’Italia si circola gratis».

Duello sindaci-Regione

Protestano i Comuni di Dolo e Mira («Questo rincaro è un nuovo schiaffo alla Riviera del Brenta, il traffico pendolare e quello pesante si riverseranno sulla viabilità urbana lasciando il cerino in mano ai Comuni») mentre il Movimento Cinque Stelle mette nel mirino Lega e Pd: «A sentire quelli che governano il Veneto la presenza della Regione come azionista dovrebbe essere garanzia di efficienza e invece è garanzia, come al solito, di costi che si gonfiano. Ma che bel risultato! Complimenti non solo alla Lega e ai suoi boiardi, bensì anche al Pd, ben rappresentato nel consiglio di amministrazione: recita la parte dell’opposizione, poi incarna quella dello zerbino». Ma l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti non ci sta: «La materia regolatoria è di esclusiva competenza del governo e del ministero e sempre il governo, attraverso Anas, è socio al 50% di Cav. Io sono pienamente d’accordo con l’Esecutivo in materia di calmierazione degli incrementi tariffari. Quanto a quelli deliberati per Cav saranno comunque indirizzati a realizzare migliorie ed efficientamento della rete».

Corriere del Veneto/Cronaca – 03/01/2020

© Riproduzione riservata

Mercato auto, Anfia: cresce dello 0,3% nel 2019 grazie al rialzo del 12,5% a dicembre

Nell’intero 2019 sono state immatricolate 1.916.320 unità, lo 0,3% in più rispetto ai volumi del 2018, secondo i dati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A dicembre il mercato italiano dell’auto totalizza 140.075 immatricolazioni, in crescita del 12,5% rispetto allo stesso mese del 2018.

“Le immatricolazioni del mese, superando le 140.000 unità, sono al di sopra della media degli ultimi 4 anni, dal 2015 al 2018, per il mese di dicembre (120.000 unità in media) – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA -. Il recupero delle vendite registrato a partire da settembre 2019 è stato determinante per la chiusura positiva del secondo semestre dell’anno (+5,5%), che ha fatto seguito a un primo semestre negativo (-3,4%), in cui solo il mese di aprile è risultato in rialzo (+1,8%)”.

“Nel 2020 – aggiunge – con i nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni di CO2 delle vetture immatricolate, i Costruttori dovranno puntare su un rinnovo delle flotte centrato su un profilo emissivo adeguato alla normativa. Per l’anno in corso, le risorse disponibili dell’ecobonus ammontano a 70 milioni di euro, a cui si aggiungono i 15,5 avanzati nel 2019. Come ANFIA, abbiamo chiesto un incremento strutturale del plafond, data la maggiore disponibilità di modelli, inclusi quelli prodotti da FCA, che – in presenza di un’offerta di soluzioni di ricarica intelligenti sia pubbliche che private – potrà attrarre un maggior numero di acquirenti di auto ricaricabili”.

L’andamento del mercato nel dettaglio

Analizzando il mercato nel dettaglio si evince che le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 31.308 immatricolazioni (-2,3%). Nell’intero 2019, le immatricolazioni complessive ammontano a 458.745 unità (-9,1%). Sono cinque, a dicembre, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda (10.221 unità) ancora in prima posizione, seguita, al terzo posto, da Lancia Ypsilon (3.922) e, al sesto, da Jeep Compass (2.844). In settima posizione si colloca Fiat 500X (2.746) e in ottava Jeep Renegade (2.701).

Il mercato dell’usato totalizza 320.799 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a dicembre 2019, registrando un calo del 4,9% rispetto a dicembre 2018. Nell’intero 2019, i trasferimenti di proprietà sono 4.185.530, il 5,4% in meno rispetto al 2018.

Trasporti-Italia.com – 03/01/2020

© Riproduzione riservata

Porti: Venezia, al via Masterplan per recupero aree

Si tratta degli spazi tra Santa Marta e Sant’Andrea

L’Autorità di Sistema Portuale di Venezia ha decretato l’affidamento a un consulente esterno specializzato in progetti architettonico-ingegneristici della redazione di un Masterplan di interventi che coinvolgerà la Marittima. Si tratta dell’aree esterne alla perimetrazione doganale, S. Andrea e S. Marta e che dovrà contenere un approfondimento specifico relativo all’area denominata ex platea lavaggi, riconsegnata all’Autorità da RFI a seguito di un accordo siglato nel maggio 2018 tra i due soggetti che poneva fine a un contenzioso pluridecennale sulla titolarità dei terreni.

Il Masterplan dovrà considerare anche altri progetti di riqualifica, proponendo i relativi studi di pre-fattibilità per l’adeguamento del fabbricato 280 situato in Marittima e delle relative pertinenze; per la valorizzazione della terrazza denominata “ex Consorzio Lidotel” confinante con la Rampa del Tronchetto e la Rampa S. Andrea; per la realizzazione in Marittima di un parcheggio su più livelli connesso alla stazione passeggeri e al people mover; per l’adeguamento funzionale dell’area riservata allo scalo fluviale.

Non appena approntati, la proposta di Masterplan e gli studi collegati saranno presentati, condivisi e discussi con la cittadinanza e con le Istituzioni.

Ansa/Mare – 03/01/2020

© Riproduzione riservata

Camion, scattano i nuovi divieti in Austria e Tirolo

2 Gennaio 2020

Oggi Austria e Tirolo tornano a stringere il cappio al collo dell’Europa. Sarà come se Germania e Italia, le due più importanti economie manifatturiere del continente, avessero a che fare con un Ghino di Tacco 4.0 che sbarra il passaggio ai traffici nord-sud. Scattano infatti i nuovi divieti. E colpiranno il traffico pesante. Cioè i tir. Cioè, in sostanza, le merci. Tutte o quasi. Perché i divieti del Land sono nuovi e ulteriormente perfezionati. Sarà vietato trasportare carta e cemento, cereali e granaglie, prodotti petroliferi e tubi. Queste tipologie vanno ad aggiungersi alle altre già nel mirino dei divieti settoriali: legname, pietre, materiale di risulta, marmo, piastrelle in ceramica. Insomma: tutto. Mancano solo le TV e il lucido da scarpe. Ma non è detto.

Thomas Baumgartner, a capo di Fercam e di Confindustria trasporti nazionale ha un diavolo per capello: «Così si distrugge il nostro export. Ed essendo l’Italia ma anche l’Alto Adige economie esportatrici si colpisce indiscriminatamente una intera comunità di lavoro, non solo i tir». Azioni e reazioni ? «Chiederemo alla UE di attivare la procedura di infrazione». Che è il massimo deterrente possibile quando uno Stato si frappone nei traffici tra Stati, alzando barriere e riesumando confini. Ma, soprattutto, imponendo dazi, balzelli e divieti che prefigurano una concorrenza sleale tra nazioni.

A questo proposito sono state molte le proteste delle associazioni di categoria riguardo ai vantaggi che le imprese austriache stanno ottenendo da questa situazione, proponendosi di “far la spola” per le aziende internazionali che sono invece bloccate nella strettoia tirolese. I divieti di nuovo in atto dal primo gennaio, infatti, colpiscono sia i tir in uscita dall’Italia sia quelli di ingresso nel nostro Paese dal Brennero. Certo, i camion in transito nel budello austriaco sono molti: si calcola che, in media, ogni anno i tir al valico raggiungano la cifra di 2,4 milioni di mezzi. Le auto a loro volta sono addirittura 12 milioni. Ma nessuno pensa di fermarle, anche quelle inquinanti. Il blocco tirolese mette a tal punto a rischio l’intero interscambio Italia -Europa e dunque una importantissima quota delle nostre esportazioni lungo il corridoio scandinavo-mediterraneo, che è intervenuta anche la nuova ministra per le Infrastrutture, la dem Paola De Micheli: è già avvenuto un incontro a Bruxelles tra la responsabile del nostro dicastero e la nuova commissaria UE ai trasporti, la rumena Adina Valean. A lei è stato chiesto di vigilare attentamente sulle possibili infrazioni viennesi in termini di libera circolazione delle merci e concorrenza. L’inasprimento del divieto settoriale si aggiunge ora al divieto del traffico notturno, all’applicazione di un pedaggio autostradale triplicato, al divieto di circolazione nei sabati e ad altri sistemi di filtraggio. «Non possiamo permetterci a lungo di subire queste continue misure protezionistiche» ha aggiunto Baumgartner. E anche la Provincia di Bolzano è scesa in campo. «Puntiamo a raggiungere decisioni condivise – ha detto salomonicamente l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider – e a contrastare quelle invece unilaterali, spingendo per un intervento della commissione europea…». Certo, al centro delle decisioni austriache, c’è l’orizzonte ambientale. Dal territorio tirolese queste misure sono viste come strumenti dolorosi ma efficaci per spingere aziende e Stati a passare dal trasporto su gomma a quello su ferrovia. Ma è proprio questo uno dei punti di contrasto con le associazioni di import-export che raggruppano le imprese internazionali impegnate sulla rotta del Brennero.

Trentino – 02/01/2020

© Riproduzione riservata

A22, pedaggi “congelati”, si investe in manutenzione

L’annuncio della società. Il governo, con il decreto Milleproroghe aveva bloccato i rincari sul 95% della rete autostradale nazionale. Intanto è stata anche confermata la Brennerpass

«Nessun aumento, nemmeno nel 2020, per i clienti di Autostrada del Brennero. Dal Primo Gennaio del nuovo anno, infatti, non sono stati previsti incrementi delle tariffe autostradali rispetto alle attuali». l’annuncio arriva direttamente dalla società che gestisce l’A22, società che evidenzia come, negli ultimi sei anni, infatti, il pedaggio sia stato incrementato una sola volta, nel 2018, di un 1,67%. «le tariffe autostradali della A22 – viene spiegato – sono rimaste invariate nel 2015, 2016, 2017, 2019 e, ora, nel 2020, che vedrà ancora una volta la conferma di quelle attualmente in vigore». d’altra parte nel Decreto Milleproroghe del governo erano stati congelati gli aumenti tariffari per il 95 per cento della rete autostradale. gli aumenti tariffari, ha spiegato il Mit, scatteranno solo per le società Cav (Concessioni Autostrali Venete) 1,20%, Autovia Padana 4,88%, Bre.Be.Mi. 3,79% e Pedemontana Lombarda 0,80%.

Tornando in Regione, Autostrada del Brennero, nel Cda dello scorso 20 dicembre, aveva già deciso di confermare per tutto il 2020 Brennerpass, ossia lo sconto del 20% per i pendolari, e analoga decisione aveva preso per l’agevolazione riservata ai motociclisti, che possono contare sul 30% di sconto sulla tariffa prevista per gli altri mezzi “leggeri”. A questo si aggiunge l’Urban Pass, la possibilità di utilizzare gratuitamente l’autostrada come alternativa alla tangenziale di trento fino al termine dei lavori per il suo ammodernamento. «La definizione del budget per il 2020 – osserva l’amministratore delegato, Diego Cattoni – era già stata fatta senza prevedere aumenti di tariffa. Nonostante questo abbiamo comunque stanziato 68 milioni di euro in manutenzioni. Per dare un’idea dell’importanza dell’investimento, che supera la già ottima media di 50 milioni l’anno, si tratta di 216.000 euro di manutenzioni per ogni chilometro».

Trentino – 02/01/2020

© Riproduzione riservata

Anas: nel 2019 sbloccati cantieri per 2,5 miliardi di euro

Incremento dei bandi di gara del 50% rispetto al 2018 per un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro. Anas (Gruppo Fs Italiane) chiude così il bilancio del 2019. Nel corso dell’anno si è registrata una crescita rilevante negli investimenti in manutenzione programmata, attestati a 647 milioni di euro, +13% rispetto all’anno precedente. Sbloccati o riavviati cantieri per 2,5 miliardi di euro.

Nel 2019 la società ha riavviato la fase di appalto delle nuove opere con 9 bandi di gara pubblicati per un importo complessivo di oltre 1,6 miliardi di euro, in controtendenza rispetto all’anno precedente. La produzione complessiva è stata pari a 1,066 miliardi di euro, con una minima flessione rispetto al valore del 2018 di 1,076 miliardi. Flessione dovuta all’impatto della crisi delle aziende di settore e alle criticità legate all’iter autorizzativo delle opere. Le principali 20 commesse in sofferenza, infatti, incidono per il 72% rispetto al portafoglio lavori complessivo.

Positivi i risultati per il piano assunzioni rispetto alla previsione iniziale. Nel 2019 Anas ha assunto circa 1.250 unità, di cui oltre la metà a tempo indeterminato, e per il 2020 prevede di assumere ulteriori 900 unità. Questo risultato, unitamente al percorso di valorizzazione del personale interno, permette all’azienda di potenziare la sua operatività.

“È stato per Anas – ha dichiarato l’Amministratore delegato Massimo Simonini – un anno intenso, ricco di sfide e di risultati importanti, grazie anche al consolidamento dell’appartenenza al Gruppo Fs Italiane. Nel 2019 abbiamo realizzato un processo di pianificazione degli investimenti e di programmazione dei lavori che ci ha permesso non solo di sbloccare alcuni cantieri fondamentali, ma di investire ingenti risorse nella manutenzione programmata. La riorganizzazione della struttura aziendale, che ha assicurato la razionalizzazione dei processi e la maggiore rapidità decisionale, potenziando al contempo il presidio del territorio, ha permesso ad Anas di migliorare gli standard di sicurezza della nostra rete, garantendo agli utenti continuità territoriale e qualità dei servizi”.

Trasporti-Italia.com – 02/01/2020

© Riproduzione riservata

Autovie Venete: oltre 18mila eventi gestiti nel 2019. Quasi 8mila soccorsi meccanici

Bilancio 2019 del Centro Radio Informativo di Autovie Venete, seguito da un team di 17 persone guidate da un coordinatore del traffico che monitorano costantemente la rete autostradale grazie a 158 telecamere orientabili che possono essere ruotate fino a 180 gradi.

Sono oltre 18mila gli eventi gestiti in un anno, una media di 50 al giorno per 365 giorni. Dei 18.098 eventi registrati nel periodo dall’1 luglio 2018 all’1 luglio 2019, 7.945 hanno riguardato soccorsi meccanici (più della metà dei quali – 3.518 – dovuti a guasti del veicolo), 2.550 rimozioni di ostacoli – in gran parte materiali persi dai mezzi pesanti in transito – presenti in carreggiata, 2.360 sono state le attivazioni di cantieri provvisori, 2.133 le code gestite (comprese le segnalazioni di traffico rallentato e gli incidenti, inclusi quelli che si risolvono con la constatazione amichevole tra i conducenti che complessivamente sono stati 1.164).

Tra le segnalazioni più frequenti, la presenza di persone sulla carreggiata (180) o di animali vaganti (140), le richieste di soccorsi sanitari (139), di veicoli contromano (58) e di incendio di veicoli (52).

La sala radio sarà prossimamente sottoposta a un restyling che riguarderà soprattutto il videowall su cui si svilupperà una cartografia multimediale dell’autostrada cioè una mappa che permetterà di ingrandire una piccola porzione di territorio fino a evidenziare anche i più piccoli particolari. Le nuove modalità operative forniranno inoltre la possibilità di pubblicare sui pannelli a messaggio variabile le informazioni – sia in italiano che in inglese – con il meccanismo della rotazione dei messaggi.

Novità in arrivo anche nel software: un progetto in fase di sviluppo riunirà in un unico programma tutte le richieste di intervento che attualmente partono dal centro radio verso le altre aree aziendali. “L’obiettivo – spiega una nota di Autovie – è quello di svolgere tutte le operazioni con maggior efficacia e velocità”.

Trasporti-Italia.com – 02/01/2020

© Riproduzione riservata

EasyJet punta su Venezia: nel 2020 focus sulla promozione del territorio

EasyJet ha chiuso il 2019 con oltre 3,4 milioni di passeggeri trasportati da e per Venezia (in crescita del 10% sul 2018) – per un totale di oltre 23 milioni dall’inizio delle operazioni al Marco Polo nel 1998 – che la confermano prima compagnia dello scalo con oltre il 30% di quota di mercato, nonché prima compagnia relativamente alle destinazioni domestiche. Per quanto riguarda il 2019, a livello nazionale, la compagnia ha trasportato oltre 20 milioni di passeggeri, per una quota di mercato del 12%, offrendo una capacità di oltre 21,7 milioni di posti (+8,3% sul 2018). Nell’anno 2019-2020 sono state lanciate 17 nuove rotte, di cui 11 nella stagione invernale. Nel corso del 2019 i passeggeri in partenza dall’Aeroporto Marco Polo hanno potuto godere di un ventaglio di 47 destinazioni in 14 Paesi, frutto di una capacità che dal 2017 a oggi è cresciuta del 32%: un incremento fortemente voluto dalla compagnia per stimolare la domanda locale grazie a un programma di voli fatto su misura, non soltanto per coloro che viaggiano per lavoro, ma anche per piacere. Inoltre, nel 2019 easyJet è stata la compagnia più scelta dai veneziani per raggiungere destinazioni in Italia, e viceversa, grazie a un’offerta di oltre 800mila posti su 7 rotte domestiche (Napoli, Catania, Bari, Olbia, Cagliari, Brindisi, Alghero).
Con l’obiettivo di ampliare costantemente l’offerta, per la stagione invernale 2019-2020 sono state lanciate 4 nuove destinazioni: Hurghada e Marsa Alam sul Mar Rosso, Marrakech in Marocco e la nuovissima Aqaba-Petra in Giordania, raggiungibile con easyJet dall’Italia soltanto da Venezia e Milano Malpensa. La compagnia ha annunciato che da quest’anno i collegamenti per Marrakech e Marsa Alam da Venezia saranno estesi anche alla stagione estiva. Il 2019, inoltre, ha registrato il consolidamento dell’Aeroporto di Venezia come “hub” utilizzato non solo dai passeggeri veneziani, ma anche di zone e regioni limitrofe, come Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Slovenia.
Il 2019 è stato un anno storico anche per l’Aeroporto Valerio Catullo di Verona, dove la compagnia britannica ha festeggiato il primo milione di passeggeri trasportati dall’inizio delle operazioni nel 2011 e ha recentemente portato a cinque i collegamenti. Due voli bisettimanali per Edimburgo e Londra Luton, infatti, si aggiungono al collegamento bisettimanale per Manchester introdotto da ottobre. Oltre a quelli già esistenti per Londra Gatwick e Amsterdam.
“Venezia rappresenta da sempre un mercato strategico per easyJet. Proprio qui è iniziata la nostra avventura italiana con uno storico volo Londra Stansted-Venezia nel 1998 – ha dichiarato Lorenzo Lagorio, country manager easyJet per l’Italia –. 21 anni e 23 milioni di passeggeri dopo, siamo felici di essere qui a sottolineare la centralità del Marco Polo nella nostra strategia europea, continuando a investire in capacità e offerta, migliorando la connettività della Regione con il resto del Paese e del continente e cercando di promuovere all’estero le potenzialità turistiche del territorio, sempre in un’ottica sostenibile. Dal 19 novembre scorso easyJet è diventata la prima grande compagnia aerea nel mondo a volare a zero impatto di Co2, compensando tutte le emissioni di anidride carbonica prodotte dal carburante, su tutti i voli del suo network e per conto di tutti i suoi passeggeri”.
“Consideriamo easyJet un partner importante per il sistema aeroportuale del Nord Est e per l’intera regione – ha affermato Monica Scarpa, Ceo del Gruppo Save –. La compagnia sta infatti progressivamente consolidando la sua presenza in Veneto, promuovendo in Italia e all’estero la varietà dell’intero territorio e le sue ricchezze turistiche e culturali. Nel contempo, easyJet opera su destinazioni particolarmente interessanti, che permettono all’utenza veneta di viaggiare da Venezia e Verona su oltre 50 località nel corso dell’anno, con la conseguente riduzione della stagionalità del mercato”.
L’impegno di easyJet per la promozione del territorio si traduce nella collaborazione con Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Belluno e Gruppo Save per promuovere nel resto d’Italia e nel Regno Unito il turismo sulle Dolomiti passando dagli aeroporti Marco Polo di Venezia e Valerio Catullo di Verona. La prima fase della campagna dedicata ai flussi turistici nazionali si è conclusa il 15 dicembre e ha impiegato i canali social, Facebook e Instagram, e digital. La seconda parte della collaborazione, invece, sarà incentrata sulla promozione dei due scali veneti come aeroporti di riferimento per i turisti britannici che intendono visitare le Dolomiti.

Trasporti-Italia.com – 02/01/2020

© Riproduzione riservata

Autostrade, aumenti fino a 20 centesimi sul Passante di Mestre

1 Gennaio 2020

Viaggiare tra Venezia-Mestre e Padova Est costerà ora 3 euro, più 60 centesimi per i mezzi pesanti. Sconti fra Spinea a Padova Est. Confermate le tariffe agevolate

Aumentano i pedaggi sul passante di Mestre. È stato firmato il decreto interministeriale tra ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e ministero dell’Economia e delle Finanze che riconosce a Concessioni autostradali venete (Cav) l’aumento dei pedaggi fino ad un massimo di 20 centesimi. Alcuni esempi. Per i conducenti di automobili il pedaggio applicato tra la barriera di Venezia-Mestre e Padova Est passa da 2,80 a 3 euro, mentre percorrendo il Passante di Mestre ci sarà una diminuzione del pedaggio da Spinea a Padova Est da 1,70 a 1,60 euro. Per i mezzi pesanti, invece, gli aumenti potranno arrivare fino a 60 centesimi sulla Venezia-Padova, ma anche in questo caso è prevista una riduzione del pedaggio tra il casello di Spinea e la stazione di Padova Est. Concessa la proroga fino al 31 dicembre 2020 delle agevolazioni tariffarie che riguardano il traffico pendolare tra i caselli di Mirano-Dolo e Padova Est: sarà dunque valido anche per il nuovo anno l’abbonamento che riguarda i residenti dei comuni di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga che effettuano almeno 20 transiti mensili tra le stazioni di Mirano-Dolo e Padova Est.

Corriere del Veneto – 01/10/2020

© Riproduzione riservata