Nuovo record transiti tir al Brennero

8 Gennaio 2020

2,5 mln di passaggi, rallenta crescita traffico pesante

Ansa/Trentino A.A. – 08/01/2020

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Il Polesine dimenticato

Finalmente in attivo il bilancio di Interporto, ma nella provincia di Rovigo, secondo Gianni Nonnato, la navigazione interna ha bisogno di maggiore impulso

di Gianni Nonnato

Già Assessore Prov. le alla Pianificazione Territoriale

Per Venezia l’acqua e la navigazione sono elementi naturali ed esistenziali. Per il Polesine, pur piccola Mesopotamia, restano solo elementi potenziali. Per sfruttare appieno queste potenzialità sono stati spesi negli anni miliardi di lire e miliardi di euro. L’ideazione infrastrutturale risale addirittura a prima del secolo scorso. Perché, allora, tanta lentezza nello sfruttamento funzionale fino a Milano? Sicuramente una causa è da individuare negli interessi della modalità stradale e dell’industria dell’auto. Con quali conseguenze? Restano sottoutilizzate infrastrutture per le quali sono state spese somme sproporzionate in rapporto all’utilizzo reale delle stesse. Anche le prediche e le denunce contro l’inquinamento restano solo sfoghi contro l’indifferenza.  E pensare che periodicamente l’opinione pubblica e l’imprenditoria trovano motivo per lamentare l’intasamento di strade ed autostrade. Recentemente, ad esempio, ripetuti sono stati gli intasamenti dell’Adriatica da parte di auto e TIR. Ciò fa pensare, purtroppo, al mancato utilizzo della navigazione di cabotaggio tramite le “autostrade del mare” che possono collegare, in piccola parte già collegano, molte realtà delle coste adriatiche con le conseguenti economie. Di chi la responsabilità? Certamente di chi avrebbe competenze per fare e non fa.

Altre conferme negative riguardano la nostra idrovia. Il mancato innalzamento del ponte ferroviario di Rosolina, ad esempio, impedisce da anni l’agibilità piena ai natanti di V classe. Ma anche la mancata realizzazione della progettata Piattaforma a mare ha impedito l’organico ed economico trasbordo delle merci dalle grandi navi alle chiatte. Per non parlare, poi, del mancato utilizzo di oltre 9,7 milioni per la realizzazione di una nave chiamata “Mama Vessel” che avrebbe consentito addirittura il trasporto di chiatte già con carico predisposto alla navigazione fluviale. Perché tutto ciò? Per aspettare la realizzazione dei TIR elettrici? Assurdo in quanto ciò non risolverebbe né il problema dell’inquinamento (batterie) e tanto meno quello dell’intasamento di strade ed autostrade. Si aggiunga che qualche giorno fa Zaia ha sentenziato che l’idrovia Venezia-Padova dovrà essere ultimata nonostante la sentenza della Corte dei Conti. In Regione si sostiene, inoltre, che l’altra idrovia Ferrara-Ravenna avrà competenza per le merci. Il Polesine, dimenticato, deve, perciò, dire grazie solo a Venezia. Ciò nonostante il bravo Bressanin è riuscito a portare finalmente in attivo il bilancio di Interporto. Ma chi dovrebbe pensare e preoccuparsi delle scelte strategiche fatte? Anche questo, non solo la ZLS, è sviluppo del Polesine.

RovigoOggi.it – 08/01/2020

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Trasporto pubblico: 2,2 miliardi di euro alle Regioni per bus più ecologici

Rinnovare il parco dei bus con mezzi meno inquinanti (elettrici, a metano o a idrogeno) e più moderni, riducendo l’età media del parco vetture per promuovere il miglioramento della qualità dell’aria, ricorrendo a tecnologie innovative in linea con gli accordi internazionali e con le disposizioni normative della Unione Europea.

Questo l’obiettivo dei 2,2 miliardi di euro stanziati dalla Regione per l’acquisto di nuovi bus ecologici adibiti al trasporto pubblico locale e alle relative infrastrutture. Il provvedimento è contenuto nel  Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile.

“In tante città, soprattutto nella pianura padana ma non solo, è emergenza smog. Serve una rivoluzione nella mobilità urbana: abbiamo assegnato 2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di nuovi bus ecologici. 400 milioni andranno alle città”, sono le parole che la ministra Paola De Micheli ha postato sul suo profilo twitter per commentare la firma del decreto.

Nello stesso decreto – firmato dal Mit di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – oltre alle modalità di erogazione e ai vincoli di destinazione, sono riportate anche le diverse graduatorie, sia relative all’attribuzione dei punteggi ed all’assegnazione delle risorse applicando gli indicatori previsti dal DPCM, che quelle relative alle regioni del centro Nord e del Sud, per tenere conto nell’assegnazione delle risorse del criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione residente nelle Regioni del Sud, previsto dall’articolo 7 bis del decreto legge n. 243 del 29 dicembre 2016, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18, e della modalità attuativa dello stesso di cui al DPCM del 7 agosto 2017.

Lo stanziamento prevede, inoltre, che alle regioni del Sud sia destinato circa il 35% delle risorse stanziate. Viene anche stabilito che le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possano essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa (es. metano, idrogeno, elettrica).

Qui le tabelle di ripartizione.

Trasporti-Italia.com – 08/01/2020

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Iata: cargo ancora in calo a novembre

Ancora un mese in calo per il trasporto cargo internazionale, il tredicesimo consecutivo. Secondo i dati dalla Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, a novembre il decremento, misurato in FTK (freight tonne kilometers) è stato dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2018. Ciononostante, la performance di novembre è stata la migliore degli ultimi otto mesi, grazie soprattutto agli effetti di due importanti eventi commerciali, il Black Friday e il Singles Day. La capacità misura in AFTK (available freight tonne kilometers), è invece cresciuta del 2,9% a novembre, superando per il diciannovesimo mese consecutivo la richiesta.

Trasporti-Italia.com – 08/01/2020

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Un nuovo servizio intermodale ferroviario multistop del gruppo SMET collega Orbassano, Verona e Bari

È realizzato in partnership con CFI – Compagnia Ferroviaria Italiana

Il gruppo SMET ha annunciato l’avvio del primo servizio intermodale ferroviario multistop tra il Nord e il Sud Italia dedicato al trasporto dei semirimorchi che viene realizzato tramite la sua controllata SIT Rail e in partnership con CFI – Compagnia Ferroviaria Italiana. Il nuovo servizio intermodale ferroviario, sviluppato in sinergia con Terminali Italia del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, collega il terminal di Orbassano, in provincia di Torino, con Verona e successivamente con il terminal di Bari.
Attualmente sono previste tre partenze settimanali, che saliranno a sei a partire dal prossimo maggio. Il collegamento consentirà di trasportare tramite ferrovia oltre 270 camion a settimana che altrimenti percorrerebbero il tragitto tramite autostrada: si genererà così una riduzione di emissioni di CO2 del 65%.

InforMare – 08/01/2020

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Incidenti stradali, Conftrasporto: necessari interventi strutturali, misure severe e un coordinamento nazionale

7 Gennaio 2020

Confcommercio e Conftrasporto rivolge un appello al Governo dopo i recenti incidenti stradali che hanno provocato da Roma a Brunico, dal Veneto alla Lombardia decine di morti.

Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, auspica che l’esecutivo prenda misure concrete e severe che impediscano in particolare di mettersi alla guida in stato di ebrezza. “È possibile – spiega – rendere obbligatorio il sistema che impedisce la messa in moto di un veicolo a motore se il conducente si accinge a mettersi alla guida in stato di ebbrezza”.

Mezzi più sicuri e manutenzione stradale

L’intervento del governo in materia preventiva dovrebbe prevedere – continua il vicepresidente – interventi strutturali per la messa in sicurezza delle strade, garantendo la circolazione di mezzi sicuri. Denuncia a tal proposito che la circolazione dei mezzi con portate a 108 tonnellate dissesta manufatti e fondo stradale, la lentezza delle revisioni dei mezzi pesanti, che non viene consentita anche alle officine private.

Coordinamento per la mobilità

Auspica infine “un confronto pubblico tra rappresentanti del governo e, perché no, delle forze politiche, con esperti e conoscitori” della materia con “un coordinamento per la mobilità, istituendo una Consulta o un Dipartimento che ponga al centro del suo operare la sicurezza e le misure sulla mobilità. La mobilità – conclude – è un sistema complesso che deve essere affrontato con la necessaria conoscenza, al di là dell’appartenenza politica”.

Trasporti-Italia.com – 07/01/2020

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Entro il 2020 il Mose di Venezia potrebbe essere pronto a funzionare per le emergenze

Lo hanno comunicato il sindaco di Venezia e la Regione in occasione del vertice dedicato alla salvaguardia di Venezia. Gli impianti definitivi dovrebbero essere conclusi per giugno

«Entro sei mesi tutte le paratoie del Mose saranno in grado di funzionare per le emergenze»: lo ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha partecipato ad un vertice in prefettura con tutti i soggetti legati alla salvaguardia della città, a cominciare dal commissario per il Mose Elisabetta Spitz, i commissari del Consorzio Venezia nuova, la Regione del Veneto, e il presidente del porto, Pino Musolino. Brugnaro ha anche sottolineato che Spitz a breve renderà noto «il cronoprogramma per il completamento dell’opera» e che «finalmente la città sarà messa a conoscenza dello stato dell’opera». Il Consorzio Venezia nuova ha infatti comunicato che per giugno dovrebbero essere completati gli impianti definitivi.

Mose pronto per le emergenze nel 2020

«Ciò non significa che l’opera sarà completata entro luglio», ha specificato l’assessore regionale Roberto Marcato, ma che, appunto, «le barriere mobili potranno essere messe in funzione per le emergenze». L’altra notizia di rilievo, secondo Marcato, è proprio l’impegno del commissario Spitz a presentare a breve il cronoprogramma. «Nell’arco di una decina di giorni – ha aggiunto – verrà convocata in prefettura la cabina di regìa, per valutare il piano». Secondo Marcato, l’incontro è stato utile anche per fare chiarezza sul tema della gestione del Mose, che «evidentemente dovrà essere a carico dello Stato». Il Consorzio Venezia nuova ha comunicato che i test stanno proseguendo regolarmente, così come concordati con la capitaneria di porto. Nei prossimi mesi, come detto, saranno terminati tutti gli impianti di controllo, di collegamento, i compressori e tutta la strumentazione. Il presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari, ha parlato di «una buona notizia per Venezia», aggiungendo: «Ora si proceda spediti al completamento del Mose, comprese le opere complementari. Le imprese sono pronte».

Cabina di coordinamento

Al vertice (la prima riunione in prefettura della  “cabina di coordinamento informativo sul Mose” chiesta nel corso dell’ultimo Comitatone) partecipano anche il provveditore interregionale per le opere pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone, rappresentanti della capitaneria di porto e vigili del fuoco, i sindaci della gronda lagunare, rappresentanti del ministero per i Beni culturali e il turismo e della soprintendenza.

Venezia Today – 07/01/2020

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«Autostrada A4 e Passante, pedaggio zero tra Padova e Mestre»

Zaia annuncia il piano che presenterà il 10 gennaio al ministro per rivoluzionare l’assetto di Cav. «Così potremo abbattere tutti i pedaggi». Lo statuto, le norme e gli scenari di gestione a Nordest

di Antonio Spadaccino

La Cav come passepartout per arrivare a gestire tutta la rete autostradale del Nordest. Un progetto ambizioso, un’idea che Luca Zaia ripete ormai da diversi anni e che, il prossimo 10 gennaio, potrebbe avere una «benedizione ministeriale» propedeutica alla realizzazione del progetto stesso. Succede che il 10 gennaio il presidente del Veneto, Luca Zaia, e l’assessore regionale Elisa De Berti, presenteranno al ministro alle Infrastrutture, la dem Paola De Micheli «il progetto che prevede la trasformazione radicale di Cav in Cav 2.0, attraverso la liberalizzazione di un miliardo di investimenti senza più pesare sulle casse dello Stato e una completa autonomia della concessionaria in termini di bilancio, gestione e leve tariffarie», annuncia il governatore. L’esito dell’incontro con il ministro De Micheli potrebbe regalare ricadute interessanti sia in ambito strategico, sia in quello tariffario. «Se passerà l’idea della Cav 2.0 – riprende Zaia – si potrà ipotizzare l’abolizione o una drastica diminuzione dei pedaggi per tutte le tratte origine-destinazione all’interno del perimetro della stessa Cav». Un attimo di pausa e poi il governatore incalza: «Credo che questo sia l’aspetto che più conta per i veneti e, giusto per chiarire, dico che chi percorrerà la Padova-Mestre o non pagherà nulla, o pagherà un pedaggio ridottissimo, unicamente legato ai costi di gestione». Meglio specificare però, onde evitare fraintendimenti, e in tal senso Zaia è chiarissimo: «Cav ha già liberalizzato alcune tratte, come la Tangenziale di Mestre e la bretella per l’aeroporto e, come ci ha autorizzato di recente il ministero, renderemo permanente per un altro anno ancora l’agevolazione tariffaria fra i caselli Mirano/Dolo e Padova Est (con Mirano/Dolo e Mira/Oriago comprese, ovviamente, nell’agevolazione). Ma a noi non basta: vogliamo una armonizzazione totale in questa direzione per tutti i veneti residenti in zona. I quali, per esigenze di lavoro, salute, famiglia… hanno necessità di muoversi nell’area gestita da Cav. Ce lo possiamo permettere – assicura Zaia – per proseguire nella nostra linea di non mettere mano alle tasche dei veneti e, nello specifico caso degli investimenti, anche degli italiani».

Cav 2.0

Tutte queste dichiarazioni del governatore possono però diventare attuali solo in un caso, ovvero che il ministro De Micheli dia l’ok alla trasformazione di Cav in Cav 2.0. Di cosa si tratta? In pratica, Cav al momento non è un concessionario istitutivo, ma è gestore del Passante. Inoltre, da quando Anas è entrata nel gruppo Fs è diventata, di fatto, un’azienda più privata che pubblica. Per questo motivo, visto l’orientamento degli ultimi governi (Pd, gialloverde e giallorosso) di prediligere le concessioni autostradali pubbliche a quelle private, ecco che è indispensabile modificare alcune norme. Due in particolare. La prima riguarda l’abrogazione di un comma della legge istitutiva di Cav che limita alla sola gestione del Passante la sua mission. La seconda prevede la modifica di una regola nazionale che consenta ad Anas, ancorché nelle nuove vesti di soggetto privato, di rimanere all’interno della compagine societaria di Cav consentendo a Cav stessa di poter concorrere all’assegnazione delle concessioni autostradali come soggetto interamente pubblico. Se passeranno queste due modifiche, Cav 2.0 potrà iniziare una nuova vita, ovvero quello del concessionario pubblico in grado di puntare non solo al rinnovo della tratta già di sua competenza (scadenza 2032), ma anche di altre autostrade. «Il progetto – riprende Zaia – non nasce certo oggi, ma come Regione ci stiamo lavorando da oltre un anno, contando anche sulle ottime performance di Cav che ha un bilancio in perfetto ordine, manutenzioni a regola d’arte e, attraverso un Bond internazionale, si sta pagando da sola tutti gli investimenti». Nel bilancio del 2018 il debito residuo per il Project Bond (calcolato con il metodo del costo ammortizzato) era di 677,6 milioni di euro. A questi vanno tolti i 73,6 milioni di euro del 2019. Restano, in pratica, 600 milioni che – come ha sottolineato il governatore – si pagano comunque da soli con la gestione. Rimane il nodo pedaggi, che in questi primi giorni di gennaio ha infiammato il dibattito proprio per gli aumenti di Cav sul tratto Padova-Mestre. «Ma io – conclude Zaia – non ho detto questo per reazione alle notizie sul rincaro delle tariffe. Il nostro progetto di Cav 2.0 era stato inserito nella manovra 2020 attraverso due emendamenti (quelli sopraccitati, ndr) che il Parlamento ha ritenuto, però, di bocciare. Da qui l’idea di reiterare al ministro De Micheli il nostro piano, dato che Cav 2.0 deve essere concordata, ovviamente, con il suo ministero, con il Mef e deve essere in linea con le norme dell’Unione Europea».

Corriere del Veneto – 06/01/2020

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Cna: «Una ecotassa per i privati sulla A22»

3 Gennaio 2020

Un’ecotassa da far pagare ai veicoli privati che percorrono il tratto Altoatesino dell’Autobrennero, il cui incasso dovrebbe essere stornato alla Provincia di Bolzano per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, ibridi o diesel ecosostenibili di ultimissima generazione da parte dei cittadini e delle imprese del territorio. È la proposta di Cna-Shv unione artigiani e piccole e medie imprese, in risposta ai nuovi divieti per i tir imposti da Austria e Tirolo. «i divieti austriaci mirano a disincentivare il traffico merci su gomma e aumentare quello su rotaia. Un’ecotassa apposita per il tratto di A22 da Salorno al Confine di Stato, da applicare ai veicoli privati, con esclusione di quelli elettrici e ibridi, porterebbe un surplus di entrate che l’Autobrennero potrebbe girare alla Provincia di Bolzano. Quest’ultima, alle prese con un allarmante aumento del biossido di azoto e di altri inquinanti, avrebbe così le risorse per potenziare gli incentivi esistenti, destinati a privati e aziende, per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi», scrive in una nota il presidente Corrarati.

Trentino – 03/01/2020

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