Trasporti: Pizzimenti, ampliamento progetto Micotra fino a Vienna

12 Novembre 2019

Il rafforzamento, alla luce del costante aumento del numero di viaggiatori, del progetto turistico di collegamento ferroviario tra il Friuli Venezia Giulia e la Carinzia, con l’obiettivo di un ampliamento della tratta al fine di unire Trieste e Vienna.

Questo quanto condiviso oggi a Trieste dalla delegazione della Regione Friuli Venezia Giulia, guidata dall’assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, e dai rappresentanti istituzionali del Land austriaco della Carinzia, con a capo l’assessore ai Trasporti e turismo, Sebastian Schuschnig.

Come ha spiegato Pizzimenti, si parte da una situazione di consolidata collaborazione, quella del progetto Micotra, che ha portato un valore aggiunto in termini turistici, economici e anche di conoscenza reciproca tra le popolazioni. “Vogliamo – ha rimarcato l’assessore – sviluppare l’esistente puntando in primis sul pieno coinvolgimento della società in house della Regione, Ferrovie Udine Cividale (Fuc), quale componente strategica del progetto”.

Pizzimenti ha anche sottolineato, relativamente alla tratta di lunga percorrenza Trieste-Udine-Vienna, come la parte relativa ai permessi e alle autorizzazioni sia di competenza statale e quindi “sarà determinante l’apertura di un dialogo con il ministero al fine di seguire e accelerare il più possibile l’iter amministrativo e burocratico previsto dalla legge”. Tra le opzioni in campo, oltre alla linea che passa per Salisburgo, anche quella di un percorso che attraversi la Slovenia (Maribor), ampliando così l’impronta transfrontaliera del progetto.

L’assessore quindi ha confermato la massima disponibilità della Regione, sul piano politico ed economico, a rinnovare il progetto Micotra “che ha avuto un grandissimo successo”, registrando la convinta disponibilità dei partner del Land della Carinzia.

Da parte sua, infatti, l’assessore Schuschnig ha ribadito come non tutte le Regioni d’Europa possano vantare delle collaborazioni di questo livello, in virtù dell’importanza in ambito comunitario dei processi di mobilità transfrontaliera, “in un contesto nel quale è in costante aumento il numero di persone che utilizza il trasporto pubblico preferendolo ai mezzi privati, soprattutto nell’ottica dell’intermodalità bici-treno”. Pieno accordo, infine, da parte austriaca, sulla proposta progettuale di lunga percorrenza Trieste-Udine-Carinzia-Vienna.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 12/11/2019

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Euregio: Fedriga, futuro è gestione integrata servizi tra Regioni

L’assunzione, da parte di Regione Istriana, del ruolo di “osservatore attivo” nel Gect; l’istituzione di un “premio sostenibilità” per la migliore policy di gestione del patrimonio Unesco, al fine di promuovere le tre regioni anche in chiave turistica; il potenziamento dell’organico di Euregio, al cui staff spetterà in particolare il compito di valorizzare le attività del Gruppo attraverso un’adeguata comunicazione di progetti, obiettivi e risultati.

Sono questi gli esiti della 15^ Assemblea di “Euregio Senza Confini”, tenutasi nel pomeriggio di oggi presso il palazzo Grandi Stazioni di Venezia, alla presenza del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dell’assessore a Programmazione, Fondi Ue, Commercio estero e Turismo di Regione Veneto, Federico Caner, e del governatore della Carinzia, nonché presidente del Gect, Peter Kaiser.

Entrando nel cuore delle opportunità di crescita del Gect, Fedriga ha rimarcato la volontà di “superare i confini tra le tre Regioni” e di “costruire un futuro che veda il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Carinzia legiferare in modo coordinato su sanità, trasporti e scuola, inaugurando una ‘best practice’ su base europea”.

“Rafforzare l’esperienza di Euregio Senza Confini è pertanto essenziale – secondo Fedriga – non solo per valorizzare le relazioni tra le Regioni interessate ma, ben di più, per offrire servizi di maggior qualità ai cittadini e risposte più coerenti in termini di integrazione a chi intende investire qui le proprie risorse.”

Riferendosi all’ingresso della Regione Istriana nel Gect, il governatore del Friuli Venezia Giulia ha inoltre parlato di “enorme successo, a suggello di un lungo e proficuo dialogo, che consentirà al Gruppo di estendere il proprio raggio d’azione anche su un terzo Paese, la Croazia, che si sta imponendo quale interlocutore autorevole sia sul fronte delle dinamiche di sviluppo adriatiche che mitteleuropee”.

L’Assemblea ha infine deliberato di riaggiornarsi il 27 marzo prossimo a Trieste.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 12/11/2019

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Manovra: De Micheli, ok risorse Marebonus e Ferrobonus

Pronti emendamenti per la proroga dei due incentivi

Sulla proroga del Marebonus e del Ferrobonus “abbiamo costruito due emendamenti per la conversione della legge di bilancio che porteremo all’attenzione dei colleghi di governo con risorse che abbiamo trovato”. Così la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli all’assemblea Alis. “Ci auguriamo di dare una risposta idonea alle richieste delle imprese e che vada in continuità con le scelte che erano già state fatte dai nostri predecessori”, ha aggiunto.

Ansa/Mare – 12/11/2019

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Al tavolo tecnico in Camera di Commercio si fa squadra sull’alta velocità

11 Novembre 2019

Sindaco Francesco Rucco: “Segnali importanti per un progetto che cambierà il trasporto ferroviario, e non solo, della città e di una parte di provincia”

Si è svolto questa mattina nella sede della Camera di Commercio di Vicenza un tavolo di concertazione dedicato al progetto della TAV, per quanto riguarda il tratto vicentino.

Erano presenti il presidente della Provincia e sindaco di Vicenza Francesco Rucco, i presidenti delle categorie economiche, molti sindaci dei Comuni interessati dal tragitto e i rappresentanti sindacali.

Dall’incontro è emersa chiaramente la volontà di fare squadra per creare un interlocutore unico del territorio che sarà coordinato dalla Provincia.

Al termine il sindaco Francesco Rucco ha dichiarato: “Sono emersi segnali importanti per un progetto che cambierà il trasporto ferroviario, e non solo, della città e di una parte di provincia”.

Il territorio vicentino con tutti gli attori più importanti ha infatti capito che la partita della TAV sta entrando nel vivo e ha deciso che è giunto il momento di fare squadra e di creare un blocco unico per interagire con Stato e azienda ferroviaria con decisione e unità d’intenti.

Un passo decisivo è stato compiuto questa mattina nella sede della Camera di Commercio di Vicenza dove, sotto la regia della Provincia, il tavolo di concertazione ha affrontato il progetto della TAV, ovviamente per quanto riguarda il tratto che tocca il vicentino.

A sedersi uno di fronte all’altro il presidente della Provincia e sindaco di Vicenza Francesco Rucco, il presidente della Camera di Commercio Giorgio Xoccato, i presidenti di tutte le categorie economiche, molti sindaci dei comuni direttamente coinvolti e i rappresentanti sindacali.

Durante il confronto sono emersi un clima di grande collaborazione e una grande unità d’intenti; tutti i presenti si sono dimostrati consapevoli del fatto che la TAV è proprio un treno da non perdere, sia per quanto riguarda la modernizzazione del sistema ferroviario e del trasporto pubblico, sia per lo sviluppo socio economico del territorio.

“L’ultimo è stato un anno molto difficile – ha ammesso il sindaco e presidente provinciale Francesco Rucco – ma ora abbiamo ricevuto importanti rassicurazioni, per cui mi sento di esprimere un certo ottimismo”.

Con l’occasione è stato fatto il punto sulle diverse situazioni per quanto riguarda i tratti ad ovest, di attraversamento e ad est di Vicenza: se il tratto fino ad Altavilla vedrà la consegna delle aree di cantiere entro il 2020, gli altri due sono ancora da definire completamente.

La zona di attraversamento della città prevede il raddoppio della linea con 4 binari, una fermata in zona fiera (strategica per lo sviluppo di IEG) ed il completo rifacimento della stazione centrale, mentre la tratta Vicenza-Padova non è ancora stata inserita nel bilancio dello Stato, anche se c’è già un impegno di RFI per la copertura finanziaria. E’ in fase di avvio la progettazione a carico dell’azienda, che partirà dallo studio di fattibilità del 2014 e che cercherà di trovare le migliori soluzioni per il tratto ad est.

E’ stata anche stimata, in linea di massima, una durata dei lavori per la tratta di attraversamento del territorio vicentino che si aggira sui 77 mesi, ed è stato confermato anche il progetto del filobus per il trasporto pubblico urbano della città.

“Sarà un progetto a lungo termine – ha ricordato il sindaco Rucco – ma l’incontro di oggi è stato importante per fare sistema come territorio, cosa che ci renderà più forti nei confronti dei nostri interlocutori, cioè lo Stato e l’azienda RFI”.

Comune di Vicenza/Notizie – 11/11/2019

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Regione Veneto, debuttano i nuovi treni Rock e Pop per il trasporto regionale

Rivoluzione nel trasporto regionale del Veneto, arrivano i nuovi treni Rock e Pop. Presentati nella loro composizione completa alla stazione di Venezia Santa Lucia alla presenza di Luca Zaia e Elisa De Berti, Presidente e Assessore ai Trasporti Regione Veneto, e Orazio Iacono, Amministratore Delegato di Trenitalia. Presenti anche Sabrina De Filippis, Direttore Passeggeri Regionale di Trenitalia, Michele Viale, AD Alstom Ferroviaria e Maurizio Manfellotto, AD Hitachi Rail Italy.

Complessivamente verranno consegnati 78 nuovi treni, di cui 38 Rock a 5 casse, 9 Rock a 6 casse e 31, assicurando migliori standard e performance, più comfort e accessibilità per le persone che ogni giorno scelgono il treno per lavoro, studio, svago o turismo. Oltre il 15% dei convogli sarà sui binari entro la primavera, circa il 30% entro il 2020, il 100% nei primi mesi del 2023. Insieme ai Vivalto, agli Swing e agli Stadler entrati in servizio negli ultimi sette anni, completeranno il rinnovo della flotta regionale del Veneto che diventerà fra le più giovani d’Italia (4,6 anni).

I primi collegamenti serviti dai nuovi treni saranno quelli fra Venezia e Verona, cui faranno seguito, già nel mese di giugno 2020, alcuni servizi fra Bassano e Padova e fra Montebelluna e Padova. I convogli Rock saranno destinati ai collegamenti veloci di Venezia a Verona, passeranno poi per Bologna, Conegliano, Udine, Belluno e Bassano, presenti anche fra Belluno e Padova e fra Bassano e Padova. Si viaggerà sui Pop fra Venezia e Rovigo/Ferrara, Venezia e Portogruaro/Trieste e Venezia e Vicenza, ma anche fra Monselice e Mantova e fra Mantova e Verona.

Rock e Pop

I nuovi treni regionali Rock e Pop sono riciclabili fino al 97% con una riduzione del 30% dei consumi energetici rispetto ai treni precedenti. Insieme a una sempre maggiore affidabilità ed elevati standard di security (telecamere e monitor di bordo con riprese live).

Rock è il nuovo treno regionale a doppio piano e alta capacità di trasporto progettato e costruito da Hitachi Rail Italy. Può raggiungere i 160 km/h di velocità massima con un’accelerazione di 1,10 m/sec 2 e ospitare circa 1.400 persone, con oltre 700 sedute nella composizione più lunga.

Pop è il nuovo treno a mono piano e media capacità di trasporto. Viaggerà a una velocità massima di 160 km/h, avrà un’accelerazione maggiore di 1 m/sec 2 e trasporterà circa 530 persone, con oltre 300 posti a sedere nella versione a 4 casse, e circa 400, con 200 sedute, in quella a 3 casse.

Sono disponibili in diverse configurazioni esterne e interne realizzate per rispondere alle esigenze individuate dal committente Regione.

Obiettivo: rilanciare il trasporto regionale

I Rock e Pop sono parte del più ampio piano di rilancio del Gruppo FS Italiane per il trasporto regionale. Previsto un investimento economico complessivo di circa 6 miliardi di euro e oltre 600 nuovi treni, garantirà, entro cinque anni, il rinnovo dell’80% della flotta.

Oltre ai nuovi treni saranno attivati nuovi servizi tra cui il per i viaggiatori regionali (in Veneto con 36 addetti), che permettono di individuare e soddisfare le esigenze di chi sceglie il treno per i propri spostamenti.

Trasporti-Italia.com – 11/11/2019

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A4 ormai satura, la quarta corsia solo se salta la Valdastico Nord

9 Novembre 2019

La Regione: «La Brescia-Padova è una colonna di camion, una soluzione va trovata»

Che c’entra l’A31 con la Brescia Padova ormai perennemente intasata? Più di quanto si possa pensare e, in un domino complesso, riporta potenzialmente in auge anche il project financing sul Sistema delle Tangenziali Venete (Sitave) proposto e adottato nel Piano dei trasporti della Regione nel 2004. Il prolungamento a Nord dell’A31 è un’opera del valore di 1,920 miliardi (a carico della società autostradale Brescia-Padova)cui si lega la concessione autostradale ottenuta fino al 2026 senza gara europea. Nel frattempo, il traffico post crisi ha saturato la maggiore arteria autostradale veneta.

Colonna di camion

«Vivendo a Verona – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti – la percorro spesso. Ormai è un’unica colonna di camion, ormai satura. E pericolosa. Per questo il tema è inserito nel Piano dei trasporti. Una volta votato a fine anno, ne discuteremo con la Brescia Padova. Una soluzione va trovata». La parola chiave è «quarta corsia». Se n’è parlato in termini di corsia dinamica in prossimità dei grandi centri attraversati. Per il resto, fra Padova e Vicenza, e fra Vicenza e Verona, sarebbe da costruire. Il costo si aggirerebbe intorno a una cifra analoga al costo della Valdastico Nord. Ed ecco il nesso. La società autostradale non potrebbe stanziare nel suo Pef (piano economico finanziario) altri due miliardi nel caso in cui il prolungamento dell’A31 andasse a buon fine. Per alleggerire il traffico lungo l’A4 c’è chi vede ancora nel Sitave la soluzione. Si tratta, però, di un’opera il cui proponente, come capofila, è quella Mantovani ridotta al lumicino dalle traversie giudiziarie legate al Mose. Nella cordata che propose a suo tempo il project ci sono anche Maltauro e Pizzarotti, aziende in buona salute ora impegnate con la Tav fra Brescia e Verona. «Prima vediamo come finire con l’A31 – dice De Berti – perché è alternativa alla quarta corsia».

Convocazione al ministero

Si capisce, quindi, perché vista dal Veneto, il dossier più pesante sul tavolo del ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli è quello dell’A31. «Ci aspettiamo di essere convocati a breve dal ministero – spiega De Berti– così capiremo se la pratica si sbloccherà». Il problema, da sempre, è tutto trentino. La Provincia autonoma si è fieramente opposta per decenni. Con il cambio di passo e l’arrivo ai vertici della Provincia del leghista Maurizio Fugatti la strada sembrava in discesa ma il neo governatore si è ben presto trovato a fronteggiare comitati di cittadini e ambientalisti contrari e decisi a non cedere. Così, nel corso dello scorso anno, si è ragionato su un diverso tracciato con attacco all’A22 all’altezza di Rovereto Sud anziché a Trento. Lo studio di fattibilità sul percorso alternativo a quello originario è stato completato dalla Brescia Padova e consegnato al Mit ai primi di ottobre. Da lì l’attesa a stretto giro di una convocazione per Regione Veneto, Provincia di Trento e della concessionaria.

Gioco di incastri

Se si arrivasse a dama sull’A31, il problema della saturazione dell’A4 potrebbe plausibilmente venire affrontato chiedendo al Mit (ministero delle Infrastrutture e trasporti) di sbloccare il Sitave. L’iter del sistema delle tangenziali venete (una nuova A4 in parallelo)aveva ottenuto a suo tempo la dichiarazione di interesse pubblico della Regione. Ora spetta al Mit procedere con l’istruttoria e con il passaggio al Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica) per l’approvazione del progetto preliminare. Si tratterebbe di 110 chilometri di cui 77 di nuova costruzione, i rimanenti 33 sono le tangenziali esistenti tra Verona e Padova da ampliare e attualmente in gestione proprio alla Brescia-Padova. Tre corsie di marcia in corrispondenza con i capoluoghi e due nei tratti di connessione. Costo: 2 miliardi e 230 milioni secondo la formula, appunto, del project financing.

Corriere del Veneto – 09/11/2019

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Tempi biblici, è tutto pronto, ma la Sr10-Strada Padana è bloccata

8 Novembre 2019

La Regione Veneto ha già fatto la sua parte, in accordo con Anas, ma il Governo ancora no. Duro attacco della deputata della Lega Arianna Lazzarini. Quella strada interessa anche la provincia di Rovigo.

“Quanto tempo dovremo ancora aspettare prima che il governo emani il decreto per finanziare la Sr10-Strada Padana Inferiore e Superiore e la Galleria Pala Rossa a Lamon? La Regione Veneto ha già fatto la sua parte, in accordo con Anas. A Roma il parere delle commissioni parlamentari e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è stato favorevole ed è stato inviato dal Mit alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. È tutto pronto. Manca solo la firma. Basta con questi tempi biblici. Il governo ci dica che intenzioni ha”. Lo dichiara la deputata della Lega e sindaco di Pozzonovo, Arianna Lazzarini.

“Ho presentato in proposito un’interrogazione – fa sapere in una nota l’esponente leghista – per sapere dal Presidente Conte e dal Ministro De Micheli quali ostacoli impediscano la firma del Dpcm e se ci sia la volontà o meno di rispettare la riclassificazone degli elenchi delle strade già predisposta dal precedente esecutivo. Come la Sr10-Strada Padana Inferiore, che interessa numerosi comuni della Provincia di Padova: Montagnana, Urbana, Megliadino San Fidenzio, Santa Margherita d’Adige, Ponso, Ospedaletto Euganeo, Carceri, Este e Monselice” e di riflesso anche il Polesine.

Rappresentanti e responsabili degli enti locali e territoriali, soprattutto i sindaci, sono preoccupati per le complicazioni economiche che potrebbero derivare da ulteriori rallentamenti nell’esecuzione dei lavori e per le inevitabili conseguenze per tutti i cittadini interessati. Parliamo di tratti stradali con grandi flussi di traffico, già programmati per importanti interventi di ammodernamento e che rivestono una funzione rilevante di collegamento di livello regionale e nazionale. Se il governo  vuol fare marcia indietro lo dica chiaramente e se ne assuma la responsabilità”.

RovigoOggi.it – 08.11.2019

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Aumento tassa auto aziendale: Aniasa, si rischia crollo del 20% delle immatricolazioni nel noleggio a lungo termine

L’ANIASA, l’associazione che in Confindustria rappresenta il settore del noleggio veicoli, torna a criticare la norma della bozza di Legge di Bilancio con cui si aumenta la tassazione sull’uso dell’auto aziendale.

“Aumentare oggi la tassazione dell’auto aziendale già pesante e farraginosa – dichiara Massimiliano Archiapatti – Presidente di ANIASA – significa colpire intenzionalmente le capacità produttive del Paese, i lavoratori e un settore completamente fiscalizzato, che rappresenta sicuramente lo strumento più efficace per accelerare il rinnovo del parco, il più vecchio, inquinante e meno sicuro d’Europa con oltre 10 anni di anzianità. Con questa misura si favorirebbe tra l’altro il ritorno a soluzioni fuori dal tempo, come il rimborso chilometrico, senza controllo e tracciabilità tributaria, in totale spregio e contrapposizione alle innovazioni della fatturazione elettronica e della carta carburante”.

Secondo l’associazione si tratta di “una stangata fiscale miope che alleggerisce le retribuzioni dei lavoratori e rischia di provocare un crollo delle immatricolazioni del noleggio a lungo termine (circa 60.000 unità in meno previste per il prossimo anno) con minori entrate per l’Erario e gli enti Locali pari a 260 milioni, e importanti ricadute sociali nell’intero comparto automotive. Per recuperare risorse, invece di intaccare la busta paga di 2 milioni di dipendenti tassandoli su beni aziendali, il Governo dovrebbe concentrarsi sul ripristino del super-ammortamento, che produrrebbe maggiori entrate tributarie, contribuendo allo svecchiamento del parco auto e alla più rapida immissione di veicoli meno inquinanti”.

Aniasa prefigura una riduzione per il 2020 di almeno il 20% delle immatricolazioni del settore del noleggio a lungo termine (circa 60.000 unità in meno previste per il 2020) con minori entrate per l’Erario e gli enti Locali pari a 190 milioni di euro, minori entrate che aumenterebbero a 260 milioni, considerando l’intero comparto dell’auto aziendale.

L’associazione propone un provvedimento alternativo: il ripristino del superammortamento per le auto ad uso strumentale, “una saggia misura che ha portato maggiori entrate erariali (1 euro di super-ammortamento si è trasformato in 3 euro di entrate per lo Stato e gli enti locali), un aumento delle immatricolazioni con veicoli meno inquinanti e più sicuri, e quindi lo svecchiamento del parco circolante (il vero e unico provvedimento realmente a favore dell’ambiente). Considerando solo le vetture del noleggio a lungo termine, tutti veicoli Euro 6, questa misura ha prodotto nel 2016 e 2017 rispettivamente 34.400 e 30.200 immatricolazioni in più (con maggiori entrate per l’Erario rispettivamente di 170 e 148 milioni di euro), promuovendo maggior correttezza fiscale, funzione fisiologicamente esercitata dal noleggio lungo termine. Replicarla sarebbe saggio per un Governo in cerca di nuove risorse economiche e interessato ad ambiente e sviluppo.”

Trasporti-Italia.com – 08/11/2019

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Iata: a settembre domanda passeggeri in crescita del 3,8%

In crescita a settembre il traffico passeggeri mondiale. Secondo l’associazione internazionale del trasporto aereo, la domanda (misurata in chilometri passeggeri o RPK) è cresciuta del 3,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, sostanzialmente invariata rispetto alla performance di agosto. La capacità (chilometri disponibili per posto o ASK) è aumentata del 3,3% e il fattore di carico è salito di 0,4 punti percentuali all’81,9%. “Settembre ha segnato l’ottavo mese consecutivo di crescita della domanda inferiore alla media – ha sottolineato però Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata -. Con il calo dell’attività commerciale mondiale e le guerre tariffarie, e con le crescenti tensioni politiche e geopolitiche è difficile intravedere un’inversione della tendenza nel breve termine”.
Nel dettaglio, la domanda internazionale passeggeri è salita del 3% rispetto a settembre dell’anno precedente, con un incremento per tutte le regioni. La performance migliore è stata registrata dai vettori del Nord Amercia, che hanno ottenuto un miglioramento del 4,3%, seguiti da quelli di Asia Pacifico con un +3,6%. Le compagnie europee hanno segnato un +2,9% mentre quelle di Medio Oriente e America Latina hanno riportato rispettivamente un +1,8% e +1,2%. I vettori africani, infine, hanno ottenuto un +0,9%, ben al di sotto del +4,1% riportato ad agosto.

Trasporti-Italia.com – 08/11/2019

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Iata: ancora in calo a settembre il trasporto cargo

Ancora un mese di calo per il cargo aereo mondiale, l’undicesimo di fila per la precisione, che segna il periodo di recessione più lungo dalla crisi finanziaria del 2008. Secondo i dati della Iata, infatti, a settembre la domanda cargo, misurata in FTK (freight tonne kilometers), è diminuita del 4,5% rispetto allo stesso mese del 2018. La capacità, misurata in AFTK (available freight tonne kilometers), è invece cresciuta del 2,1%. “La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina continua a incidere sul trasporto cargo aereo – ha sottolineato Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata -. La pausa di ottobre sugli aumenti delle tariffe tra Washington e Pechino è una buona notizia ma sono già stati colpiti miliardi di dollari di scambi, che hanno contribuito ad alimentare il calo della domanda del 4,5% su base annua di settembre. E possiamo aspettarci che il difficile contesto economico del trasporto aereo di merce continui”.

Trasporti-Italia.com – 08/11/2019

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