Due milioni per progettare il nuovo terminal: dovrà accogliere i treni merci da 750 metri. Bauli: con infrastrutture a regola d’arte avremmo circa 70 miliardi di esportazioni in più
di Matteo Soro
«Nel 2018 le esportazioni venete, nonostante il rallentamento del commercio mondiale, hanno raggiunto il loro massimo storico, 63,3 miliardi di euro, +2.8% di crescita ch’è quasi in linea col +3,1% nazionale: ecco perché è importante rafforzare i legami commerciali con i nodi logistici e potenziare la rete di collegamenti intermodali». Partiva da lì, ieri, il presidente del Consorzio Zai, Matteo Gasparato, nel presentare l’ottenimento di un finanziamento europeo di circa 2 milioni – 915mila euro al Consorzio Zai e un milione a Rfi, la Rete ferroviaria italiana – per portare a termine entro l’ottobre 2021 il progetto preliminare ed esecutivo del nuovo terminal dell’Interporto Quadrante Europa.
Il terminal che, nei piani, dovrà accogliere i treni da 750 metri di lunghezza che già circolano in Europa ma in Italia faticano ad arrivare, chiave di sviluppo con l’apertura prevista nel 2026 della Galleria di base del Brennero. Il tutto è stato illustrato nella sede di Confindustria Verona col suo presidente, Michele Bauli, che spiega: «Teniamo molto a monitorare l’avanzamento delle infrastrutture perché il gap logistico rispetto all’Europa è pesante: con infrastrutture a regola d’arte avremmo circa 70 miliardi di esportazioni in più rispetto a quelle di oggi, e del resto per ogni 1% di Pil in investimenti infrastrutturali c’è un rientro dello 0,5% il primo anno poi, a seguire, di circa 1 punto e mezzo. Chiaro che anche la Tav, in tutto questo, gioca un ruolo importante».
Tornando al finanziamento sopra citato, si tratta del risultato del progetto «Veneto Intermodal», che rientra nel quadro generale del Piano dei trasporti della Regione Veneto ed è stato promosso dal Quadrante Europa coinvolgendo la Regione stessa, Rfi e l’Autorità di Sistema Portuale di Venezia. Una partnership allargata utile per avere più peso, più forza, nel presentarsi al bando europeo 2018 del programma Cef, con la Regione a portare avanti il Piano nelle aree «merci e logistica», Rfi a progettare non solo il terminal insieme al Consorzio Zai ma anche il collegamento di ultimo miglio della linea Padova-Mestre con l’interporto e l’Autorità di Sistema Portuale di Venezia a progettare un ponte ferroviario e opere che colleghino la parte occidentale della rete alla stazione ferroviaria di Marghera Scalo.
Ancora Gasparato: «Il Quadrante Europa è capofila di questo progetto che porta 2 milioni sul territorio veronese attraverso un fondo europeo per la progettazione che noi direzioneremo sulla progettazione, appunto, del terminale da 750 metri. Per noi quel terminale è fondamentale perché riguarda lo sviluppo dell’interporto nell’idea di stare al passo con l’apertura del tunnel di base del Brennero, evento che ci troverà preparati. La Tav, in tutto ciò, diventa poi un collegamento altrettanto importante perché, se terminata, potremmo sfruttare anche per la viabilità delle merci i binari oggi utilizzati per i passeggeri».
Il punto centrale, nell’ottica dell’interporto scaligero, resta comunque il tunnel del Brennero: «Con la sua apertura – spiega Gasparato – sarà possibile passare da treni che oggi possono essere lavorati su determinati terminali (da 500 metri, ndr) a treni di gran lunga superiori per portata».
Corriere di Verona – 08/05/2019
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