Traffico merci nei porti, lieve calo per Venezia e Chioggia

9 Maggio 2019

Musolino: «Gli scali a vocazione principalmente industriale hanno risentito della flessione della produzione del Paese nell’ultimo trimestre del 2018». Giù anche il trasporto passeggeri.

Il traffico merci generato dagli scali portuali di Venezia e di Chioggia nel primo trimestre dell’anno raggiunge quota 6.814.166 tonnellate con una flessione di -4,14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su base annuale la fluttuazione si stempera e cambia di segno: le 27.222.890 tonnellate registrate tra aprile 2018 e marzo 2019, infatti, rappresentano un risultato in crescita a +1,11% rispetto al 2018.

Economia nazionale

Nel primo trimestre 2019 i traffici dei porti veneziani, che sono scali a vocazione principalmente industriale, hanno risentito della flessione della produzione che ha interessato l’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2018 – commenta il presidente dell’autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale, Pino Musolino -. Il rallentamento dell’economia nazionale e la riduzione degli ordini ha significato, infatti, una minore importazione di materie prime e ridotte esportazioni di prodotti finiti verso i paesi extra-Ue attraverso il gateway portuale veneziano».

Scavi

«Parte della flessione è anche conseguenza delle difficoltà che sta subendo l’Autorità di sistema portuale nel poter programmare al meglio un calendario definito di escavi manutentivi – continua Musolino – e ciò determina con criticità per quanto concerne il pescaggio. Su base annuale la leggera flessione del primo trimestre viene comunque assorbita dagli ottimi risultati del 2018, tanto che il dato anno su anno rimane in campo positivo facendo segnare un +1,11% rispetto all’anno precedente. Confidiamo che l’andamento degli indicatori di produzione, che hanno registrato da gennaio 2019 una lenta ripresa, possa riflettersi sulla movimentazione merci già a partire dal prossimo trimestre».

I dati

I dati relativi al primo trimestre del porto di Venezia riportano una flessione di -5,8% sulle tonnellate complessivamente movimentate a livello trimestrale e una crescita di +1,2% su base annuale (26.093.508). Particolarmente buono il dato relativo ai traffici industriali che crescono negli ultimi 12 mesi di +18,3% (3.935.759). Nello specifico della tipologia delle merci, si registra un calo rispettivamente di -4,7% e di -16,4% nella movimentazione di rinfuse liquide, perlopiù prodotti petroliferi e chimici, e di rinfuse solide, che comprendono prodotti alimentari, metallurgici e materiali di costruzione. I valori, su base annuale, sono da aggiornare con un +2% per le rinfuse liquide (9.252.446 t) e con un -1,8% per le rinfuse solide (7.031.561 t). Vanno meglio le merci in colli, che crescono nel trimestre di riferimento del +2,4% e del +2,8% su base annua (9.809.502 t).

Container

La movimentazione di container cala del -3,6% su base trimestrale ma aumenta del +2,7% su base annnuale raggiungendo un valore di 626.882 Teu. Analizzando il dato trimestrale, si osserva come la diminuzione dei contenitori interessi solo quelli vuoti mentre quelli pieni di merci in entrata e in uscita risultano in aumento.

Passeggeri

Anche il trasporto passeggeri riporta dati in flessione su base trimestrale ma una buona tenuta sui 12 mesi. Calano del -36,2%, ad esempio, i crocieristi ma il trend annuale vede un valore di +7,1% con 1.569.610 passeggeri di cui 1.330.213 “homeport” (dunque contati due volte all’arrivo e alla partenza) e 239.397 “transits” (conteggiati una sola volta). Stabile a livello annuale anche il movimento di passeggeri locali e dei traghetti (207.554 passeggeri) che, pure, presenta una flessione del -7,7% su base trimestrale.

Venezia/Today – 09/05/2019

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Ferrovie: riaperta officina manutenzione rotabili a Udine

Grazie a un investimento di 3,5 milioni di euro l’impresa ferroviaria privata InRail ha riportato alla luce l’Officina manutenzione rotabili di via Giulia, nel cuore di Udine, dismessa da vent’anni.

L’inaugurazione si è tenuta oggi ed ha suggellato i dieci anni di attività della società friulana, festeggiati alla presenza della Regione, rappresentata da governatore, vicegovernatore e assessore a Infrastrutture e Territorio, oltre ai vertici del Comune di Udine.

Un investimento ingente che, secondo la Regione, conferma la vocazione logistica del Friuli Venezia Giulia. Infrastrutture e trasporti, è stato ribadito, sono un asset fondamentale dello sviluppo economico del territorio su cui l’Amministrazione regionale sta compiendo importanti investimenti con l’obiettivo di fare del Friuli Venezia Giulia una soluzione logistica unitaria capace di competere sui mercati internazionali della movimentazione merci e dell’intermodalità.

Ne sono un esempio gli investimenti sul porto di Trieste, sulla stazione di Campo Marzio, sulla Sdag di Gorizia, sull’interporto di Cervignano e di Pordenone. I privati, come in questo caso, diventano protagonisti di una visione di sviluppo supportata dalla Regione e favorita anche dai recenti provvedimenti di sostegno all’impresa regionale.

L’operazione di InRail, partecipata in parte dalla società di persone Tenor srl (63%) e in parte dalla Inter-Rail Spa (37%) i cui capitali sono riconducibili, tra gli altri, alle friulane Abs e Fantoni, è stata pensata dieci anni fa seguendo le linee di un piano strategico che dalla sede legale di Genova a quella operativa di Udine, ora punta a raggiungere il sud Italia (Taranto e Gioia Tauro) e ha da poco sconfinato in Slovenia con l’apertura di una sede a Nova Gorica e l’acquisizione del certificato di sicurezza per operare sulle tratte ferroviarie slovene senza il ricorso a partner stranieri.

L’azienda, con il supporto della Regione, è ora impegnata nella formazione di 40 macchinisti e conta di proseguire un piano di assunzioni di giovani appassionati del trasporto su rotaia.

Intanto, l’intervento di recupero ha consentito di restituire all’utilizzo un’area dismessa a due passi dal centro di Udine, vasta oltre 17mila metri quadrati, di cui 6mila di spazi coperti, e con un parco ferroviario composto da 11 binari che fanno di questo polo l’officina più grande tra quelle riconducibili a operatori ferroviari privati in Italia.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 09/05/2019

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Turismo: Ciset, nel 2018 il Veneto cresce ma più lentamente

Sono cresciute anche nel 2018, benché con velocità dimezzata (+3,8%) rispetto all’anno precedente (+8,4%), le entrate legate ai flussi turistici nel Veneto. È uno dei molti dati emersi oggi, a Treviso, nel corso della 19/a conferenza dal titolo «L’Italia e il turismo internazionale». In generale, i viaggiatori stranieri hanno speso lo scorso anno nel nostro paese 41,7 miliardi di euro (erano 39,1 nell’anno precedente) mentre i turisti italiani per le loro vacanze all’estero hanno investito 25,5 miliardi.

Sono cresciute anche nel 2018, benché con velocità dimezzata (+3,8%) rispetto all’anno precedente (+8,4%), le entrate legate ai flussi turistici nel Veneto. È uno dei molti dati emersi oggi, a Treviso, nel corso della 19/a conferenza dal titolo «L’Italia e il turismo internazionale» promossa dal Centro internazionale di studi e dell’economia turistica (Ciset) dell’università Cà Foscari, di Venezia, in collaborazione con Banca d’Italia. Sia nel Nordest sia in Veneto, hanno rilevato gli esperti che si sono succeduti al tavolo dei relatori, la crescita di ricavi è stata trainata soprattutto dalla spesa dei viaggiatori per motivi di vacanza e, in particolare, da quelli che si sono recati nelle località balneari e nelle città d’arte.

Nella regione i maggiori contributi sono giunti da turisti tedeschi, statunitensi, francesi e cinesi. Questi ultimi, grazie all’incremento sia dei loro flussi sia della spesa media pro capite, (176 euro), fanno registrare un significativo +45% dell’introito per vacanza. Calano invece gli indicatori per il turismo russo (-10%) e per quello brasiliano (-6%) a causa delle criticità economiche degli ultimi anni in entrambi i mercati. In generale, i viaggiatori stranieri hanno speso lo scorso anno nel nostro paese 41,7 miliardi di euro (erano 39,1 nell’anno precedente) mentre i turisti italiani per le loro vacanze all’estero hanno investito 25,5 miliardi, con una crescita dunque più moderata rispetto ai 24,6 del 2017. Più del 60% degli ospiti internazionali è giunto dai paesi confinanti con l’Italia (Austria, Germania, Francia e Svizzera), ma fra i primi 10 entrano anche Regno Unito (12,8%) e Usa (4,4%). La maggioranza di essi ha alloggiato in strutture ricettive extralberghiere ed il 75% ha scelto l’alloggio sul web, prenotando direttamente online sette volte su 10.

La ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime cinque regioni per attrattività, cioè Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana e Campania, che magnetizzano i due terzi della spesa dei visitatori stranieri in Italia. La provincia italiana con il maggior afflusso di entrate turistiche dall’estero, infine, si è confermata Roma (7.214 milioni), che ha segnato una crescita del 7%. Incrementi significativi hanno interessato anche le province di Venezia (+6,6%), Milano (+5,4%), Firenze (+3,4%) e Napoli (+4,5%).

Il Piccolo/Nordest Economia – 09/05/2019

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Nel primo trimestre 2019 il traffico delle merci nel porto di Ravenna è cresciuto del +1,6%

Rialzo del +15,5% nel solo mese di marzo

Grazie gli incrementi del +3,1% e del +15,5% del traffico delle merci movimentate registrati rispettivamente negli scorsi mesi di febbraio e marzo che hanno più che compensato il calo del -13,5% segnato a gennaio 2019, il porto di Ravenna ha archiviato i primi tre mesi di quest’anno con una crescita del +1,6% del traffico complessivo che è ammontato a 6,40 milioni di tonnellate rispetto a 6,30 milioni di tonnellate nel primo trimestre del 2018. Il traffico in arrivo è stato pari a 5,2 milioni di tonnellate (+1,0%) e quello in partenza dallo scalo a 879mila tonnellate (+5,6%).
Nel solo settore delle merci varie il traffico totale è stato di 2,78 milioni di tonnellate (+5,1%), di cui 604mila tonnellate di merci containerizzate (+1,6%) totalizzate con una movimentazione di container pari a 52.159 teu (+1,5%), 396mila tonnellate di rotabili (+0,4%) e 1,78 milioni di tonnellate di altre merci varie (+7,4%).
In aumento anche il traffico di rinfuse solide che si è attestato a 2,58 milioni di tonnellate (+1,0%), suddiviso in 1,08 milioni di tonnellate di minerali, cementi e calci (-1,8%), 471mila tonnellate di derrate alimentari, mangimi e oleaginosi (+33,6%), 406mila tonnellate di cereali (-26,4%), 45mila tonnellate di prodotti metallurgici (+238,8%), 27mila tonnellate di carboni fossili e ligniti (-52,0%), 10mila tonnellate di prodotti chimici (+4,9%) e 537mila tonnellate di altre rinfuse solide (+15,3%).
Nel segmento delle rinfuse liquide il traffico è diminuito del -5,3% scendendo a 1,04 milioni di tonnellate, di cui 443mila tonnellate di prodotti petroliferi raffinati (+26,5%), 198mila tonnellate di prodotti chimici (-15,5%), 103mila tonnellate di prodotti petroliferi gassosi, liquefatti o compressi e gas naturale (-36,7%), 18mila tonnellate di petrolio grezzo, tipologia di traffico assente nei primi tre mesi del 2018, e 278mila tonnellate di altre rinfuse liquide (-20,9%).

InforMare – 09/05/2019

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Iata: cargo torna in leggera crescita a marzo

A marzo il traffico cargo globale è aumentato dello 0,1% rispetto allo stesso mese 2018. Sebbene si tratti di un significativo miglioramento rispetto alla contrazione del 4,9% registrata a febbraio, in termini destagionalizzati, la domanda si conferma ancora in calo dell’1,5% nell’ultimo anno. La capacità è aumentata del 3,1% – si tratta dell’11° mese, sugli ultimi 12, in cui la capacità ha superato la crescita della domanda -. I dati diffusi dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) dimostrano come la domanda di trasporto aereo debba ancora fronteggiare venti contrari: nell’ultimo anno i volumi degli scambi globali sono diminuiti dell’1%; l’attività economica globale e la fiducia dei consumatori continuano a indebolirsi; gli ordini globali di esportazione dal settembre 2018 sono in caduta libera. Tuttavia, la fiducia del settore per quanto riguarda le prospettive rimane relativamente ottimista, con solo il 13% degli intervistati del Business Confidence Survey Iata che prevede una diminuzione dei volumi di merci nel 2019 rispetto al 2018.
“La domanda su base annua per il trasporto aereo è risalita in territorio positivo a marzo con una crescita dello 0,1%. Dopo quattro mesi consecutivi di contrazione, si tratta di un dato incoraggiante – ha dichiarato Alexandre de Juniac, Direttore Generale e Ceo Iata -. Ma i venti contrari derivanti dall’indebolimento del commercio globale, le crescenti tensioni commerciali e il calo degli ordinativi non sono superati”.
Tutte le regioni hanno registrato una crescita della domanda su base annua nel mese di marzo, ad eccezione dell’Asia-Pacifico, alle prese con una contrazione del 3,4% rispetto al 2018. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto al calo del 12% registrato lo scorso mese. Le condizioni di produzione più deboli per gli esportatori nella regione, le continue tensioni commerciali e il rallentamento dell’economia cinese hanno avuto un impatto sul mercato. La capacità è diminuita dell’1,%. In Nord America la crescita dei volumi cargo è stata dello 0,4%. Il recente allentamento della crescita è in parte dovuto al rallentamento dell’attività economica interna statunitense nella parte finale del 2018 e alla diminuzione dei volumi degli scambi globali. Nonostante ciò, stanno aumentando nuovi ordini di esportazione che sosterranno la crescita del trasporto aereo. La capacità è aumentata del 2,6% nell’ultimo anno. Le compagnie europee hanno registrato un aumento del 3,6%. Date le condizioni di produzione più deboli per gli esportatori in Germania e l’incertezza rispetto alla Brexit, la performance di marzo rappresenta un risultato positivo. Capacità aumentata del 6,4% anno su anno. I volumi di merci movimentati dalle compagnie aeree mediorientali sono cresciuti dell’1,3%. La capacità è aumentata del 3,8%. In questo caso si definisce una chiara tendenza al ribasso della domanda internazionale destagionalizzata di merci per via aerea con l’indebolimento dei volumi di trasporto aereo da/verso il Nord America e verso/da parte dell’Asia-Pacifico contribuendo a una performance più morbida. Le compagnie aeree dell’America Latina hanno registrato un aumento dei volumi merci movimentati del 3,6% e la capacità è aumentata del 16,9%. L’emergere dell’economia brasiliana dalla recessione sta sostenendo una ripresa della domanda di trasporto aereo. Tuttavia, le incertezze economiche e politiche in corso in varie parti della regione continuano a presentare sfide per l’industria. I vettori africani hanno registrato la crescita più rapida di qualsiasi regione nel marzo 2019, +6% rispetto a marzo 2018. La capacità è cresciuta del 15,2% anno su anno.

Trasporti-Italia.com – 09/05/2019

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Trasporto pubblico: Mit, nessuno taglio al Fondo Nazionale

“Non ci sarà alcun taglio al Fondo nazionale per il Tpl”. Lo comunica il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con un nota.

“Anche grazie al lavoro svolto da questa Amministrazione e alle richieste inoltrate al Ministero dell’Economia – si legge ancora nel comunicato – proprio oggi in Conferenza Stato-Regioni è stato raggiunto un accordo che conferma e certifica che non ci sarà alcuna decurtazione di 300 milioni di euro al comparto Tpl per il 2019. Si ricorda che a febbraio il Ministro Danilo Toninelli ha intanto già firmato il decreto interministeriale con il quale sono stati ripartiti tra le Regioni a statuto ordinario 3.898.668.289,20 euro, ovvero, come previsto dalla legge, l’anticipazione dell’80% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario. La cifra anticipata è stata calcolata sul 100% della dotazione del fondo stesso, come chiesto dal Mit al Mef, e dunque senza alcun taglio”.

Oggi, infatti, in Conferenza Stato-Regioni il Mef ha confermato che non ci sarà alcuna decurtazione di 300 milioni di euro per il 2019 al Fondo Tpl, nemmeno a fine anno, perché le risorse verranno recuperate in sede di assestamento di bilancio.
Il Mit plaude a questo accordo e procede nell’attuazione del piano mobilità, per dotare Regioni e città di 2000 nuovi bus all’anno.

Trasporti-Italia.com – 09/05/2019

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Interporti e Porto di Venezia, l’«ultimo miglio»

8 Maggio 2019

di Francesca Lorandi

Il progetto Veneto Intermodal, cofinanziato dal Programma Cef, ha come obiettivo il potenziamento del cosiddetto «ultimo miglio» di tre infrastrutture regionali: gli Interporti di Verona e Padova e il Porto di Venezia. A ogni partner spetterà la realizzazione di una parte specifica del progetto. La Regione Veneto dovrà concludere il Piano Regionale dei Trasporti, per la componente relativa al trasporto merci e alla logistica, che necessariamente sarà coerente alla programmazione comunitaria dei corridoi europei. L’Interporto Quadrante Europa di Verona progetterà, a livello preliminare ed esecutivo, insieme a Rete Ferroviaria Italiana, il nuovo terminal 750m adattandolo allo standard comunitario. Sono previsti poi una serie di interventi di implementazione della rete viabilistica di servizio al nuovo terminal, collegata anche agli interventi dell’Alta Velocità ferroviaria. Sul nodo di Padova, Rfi progetterà a livello preliminare un collegamento di ultimo miglio tra la linea Padova-Mestre e l’Interporto. Infine, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale presenterà la progettazione di un ponte ferroviario e delle opere viarie connesse per collegare la parte occidentale della rete portuale alla stazione ferroviaria di Marghera Scalo. Nonostante il rallentamento del commercio mondiale, le esportazioni venete hanno raggiunto nel 2018 il loro massimo storico: 63,3 miliardi di euro in valore, con un +2,8%. Un trend che evidenzia l’importanza del progetto Veneto Intermodal, che punta a rafforzare i legami commerciali con i nodi logistici e potenziare la rete.

L’Arena – 08/05/2019

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Veneto intermodale, progetto da 4 milioni per il traffico merci

Ha vinto il bando 2018 del programma europeo Michele Bauli, Confindustria: «Le infrastrutture sono una voce fondamentale degli investimenti»

di Francesca Lorandi

È una posizione strategica quella in cui si trova il Veneto, all’incrocio di tre Corridoi che fanno parte delle reti di trasporto trans-europee Ten-T: l’Asse del Brennero, quella Est-Ovest e il Valico del Tarvisio. Infrastrutture che possono diventare una leva fondamentale per lo sviluppo del settore dei trasporti e dell’economia. In questo contesto si inserisce il progetto Veneto Intermodal che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dei traffici merci attraverso i nodi logistici regionali. Vincitore del bando 2018 del Programma Cef (Connecting Europe Facility), il progetto è promosso e coordinato da Interporto Quadrante Europa di Verona e coinvolge la Regione Veneto, Rete Ferroviaria Italiana e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale. Ciascuno con un compito specifico, per un investimento complessivo di 4 milioni di euro, cofinanziato al 50%.

L’intervento, nel complesso, punta al potenziamento dell’«ultimo miglio» di tre infrastrutture regionali di interesse comunitario – l’Interporto di Verona, quello di Padova e il Porto di Venezia – che permettono l’interscambio commerciale con il resto d’Europa e del mondo. Con diverse conseguenze: migliorare i rapporti commerciali, stimolare gli investimenti, innalzare la qualità della vita. Lo ha sottolineato ieri anche Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona, facendo gli onori di casa al convegno di presentazione del progetto, ospitato nella sede di piazza Cittadella: «Le infrastrutture», ha spiegato, «dal punto di vista economico, sono in grado di agevolare gli interscambi, ma sono anche una voce fondamentale degli investimenti: una spesa in infrastrutture dell’1% del Pil stimola lo 0,4% di crescita in un anno e un 1,5% al quarto anno. Un sistema di infrastrutture efficiente è inoltre in grado di migliorare la qualità della vita di tutti, può rendere gli spostamenti sostenibili, tutelare ambiente e sicurezza. Verona ha una vocazione logistica imprescindibile», ha aggiunto, «è all’incrocio di due corridoi europei e al centro dei flussi di merci lungo le direttrici Nord-Sud e Est-Ovest: saper gestire i flussi attuali in modo efficace è essenziale ma è anche importante riuscire a far fronte ai nuovi insediamenti logistici per guardare alla crescita futura del territorio».

Verona Intermodal vuole iniziare a dare risposte a questa esigenza del sistema economico. I finanziamenti ci sono e c’è anche la volontà di mettersi in rete. Lo sanno bene i rappresentanti delle realtà protagoniste del progetto: «L’intervento del Quadrante Europa ha un valore di due milioni di euro», ha sottolineato il presidente Matteo Gasparato, «e prevede la progettazione del nuovo terminal, che faremo con Rfi. Sarà fondamentale per rispondere alle esigenze di trasporto sull’Asse del Brennero». L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale avrà invece a disposizione un budget di 865mila euro per realizzare un ponte che migliorerà il collegamento dei terminal commerciali alla rete ferroviaria. «Il porto di Venezia», ha spiegato il presidente Pino Musolino, «dovrà servire i mercati con maggiore rapidità». Tra i partner del progetto c’è Rfi: «Il nostro piano di interventi riguarda in primis i tratti della rete ferroviaria nazionale che fanno parte dei Corridoi Europei Ten-T», ha detto Carlo De Giuseppe, responsabile Esercizio Nordest.

L’Arena – 08/05/2019

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In arrivo 7 treni Bombardier per collegare Malles a Innsbruck

Il collegamento. I mezzi dell’azienda canadese potranno viaggiare anche sulla linea del Bbt

Viaggiare in treno da Malles a Innsbruck sarà presto possibile. L’Agenzia per i contratti pubblici della Provincia ha aggiudicato la fornitura di 7 treni con tre sistemi di propulsione differenti. La filiale italiana della multinazionale canadese del settore autotrasporti Bombardier è l’aggiudicataria della commessa che prevede la fornitura alla Sta, la società di trasporto della Provincia, 7 nuovi treni dotati ciascuno di 3 diversi sistemi di propulsione differenti. Con un’offerta di 64.165.717 euro la Bombardier si è vista assegnare lunedì la commessa. L’importo complessivo della fornitura ammonta a 65.800.000 euro. Obiettivo primario dell’acquisizione dei 7 nuovi treni è quello di dare vita a un collegamento diretto fra Malles e Innsbruck. «Mezzi di trasporto pubblici più comodi e interconnessi fra loro sono lo strumento grazie al quale contiamo di attrarre un numero ancora maggiore di persone a servirsi della mobilità sostenibile, connettendoli anche con le reti di trasporto oltreconfine», spiega l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider. Il nuovo piano per la mobilità prevede che già a partire dal dicembre 2021, con l’elettrificazione della linea della val Venosta, sia possibile garantire collegamenti Malles-Bolzano-Innsbruck a cadenza oraria. Con la fine dei lavori della variante della val di Riga anche i treni diretti che attualmente viaggiano tra Fortezza, San Candido e Lienz potranno essere collegati, garantendo un collegamento diretto sull’asse Malles-Bolzano-Fortezza-San Candido-Lienz. I treni Bombardier possono viaggiare in Italia, in Austria e anche sulla linea del Bbt. La loro tecnologia rispetta i più recenti standard europei, e altrettanto moderna è la sicurezza che garantiscono», spiega il direttore della Sta Joachim Dejaco.

Alto Adige – 08/05/2019

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Ecco i piani di Rfi «Per Interporto no al raddoppio ma nuova linea»

Solo un binario verso la stazione, si studia una via alternativa Borgomagno da rifare per la Tav: «Ci sono 3,6 milioni»

di Claudio Malfitano

Nessun raddoppio della linea ferroviaria tra stazione e Interporto («L’attuale capacità è sufficiente»). Piuttosto un nuovo collegamento tra la zona industriale e la linea verso Venezia, in modo da evitare il passaggio del treni merci in stazione centrale: su questo progetto è in corso uno studio di fattibilità. Nei piani di investimento di Rfi, la società del Gruppo Ferrovie che si occupa di infrastrutture, ci sono anche 3,6 milioni per il rifacimento del Borgomagno (legato alla Tav) ma non è prevista una nuova stazione.

Linea per interporto

«Il raddoppio del binario, anche a seguito di interlocuzioni con Interporto, non è stato ritenuto necessario in quanto l’attuale capacità risulta essere sufficiente». Così Rfi sancisce la definitiva archiviazione del progetto di una nuova linea ferroviaria parallela a quella esistente che taglia il parco Roncajette, attraversa San Gregorio e corre parallela a viale dell’Elettronica e poi via Friburgo (dove verrà chiuso il passaggio a livello) fino alla stazione centrale. Uno stop concordato anche con il presidente della società della logistica Sergio Gelain e con il direttore Roberto Tosetto.

L’attuale binario unico infatti è sufficiente anche per un’ulteriore crescita delle merci trasportate. Quello che serve invece è un nuovo binario che colleghi direttamente la zona industriale con la linea ferroviaria verso Venezia e Trieste, così da evitare il continuo passaggio dei treni merci dalla stazione centrale: «Su questo progetto è in corso uno studio di fattibilità che sarà terminato entro la fine dell’anno», fanno sapere da Rfi.

Non è ancora stato definito il tracciato, i tecnici sono al lavoro per capire come attraversare un’area estremamente urbanizzata. Servono nuovi collegamenti perché all’Interporto stanno per entrare a regime le quattro nuove gru a portale che permetteranno di arrivare a 10 mila treni annui e un milione di container movimentati. Si sta lavorando invece all’allungamento del terminal attuale da 450 a 750 metri per ospitare treni più lunghi.

Borgomagno da rifare

Investimenti sono in programma anche per l’area della stazione. A partire dal rifacimento del cavalcavia Borgomagno, incompatibile con il progetto della Tav (sempre che venga sbloccata dal governo).

«Il rifacimento del cavalcavia fa parte degli accordi di fine anni ’90 sulle opere compensative per i progetti di alta velocità e alta capacità – ricordano dalla società del Gruppo Ferrovie – Gli oneri sono a carico del Comune, con una partecipazione economica di Rfi pari a 3,6 milioni che nel tempo è stata parzialmente utilizzata, su richiesta del Comune, per interventi manutentivi sull’opera». Nelle scorse settimane infatti sono partiti i lavori, per un importo di quasi un milione di euro, di consolidamento del Borgomagno.

No alla nuova stazione

Nessuna novità invece per quanto riguarda la possibilità di una nuova stazione centrale. Il sogno di Sergio Giordani era avere un’infrastruttura che “ricucisse” lo strappo dei binari tra centro storico e Arcella. Magari con un progetto che ricalcasse il modello di Tiburtina a Roma, dove quella che un tempo era una stazione periferica si è trasformata in una moderna galleria commerciale che ha riqualificato anche l’intero quartiere.

Più volte il primo cittadino ha sollecitato Ferrovie a investire in questo progetto, ma nei piani di Rfi non risulta esserci traccia di una nuova stazione per Padova.

Il Mattino – 08/05/2019

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