Le società concessionarie sono pressoché allineate (con poche eccezioni) nel contestare la delibera dell’Autorità dei trasporti sul sistema tariffario. È quanto emerge dalle osservazioni inviate dalle singole società all’Autorità nell’ambito della consultazione pubblica. Sono 14 le società che hanno presentato le proprie osservazioni, cui si aggiunge l’Aiscat, che è l’associazione che rappresenta 20 concessionarie.
L’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali, contesta «a monte il contenuto della delibera» dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul sistema tariffario. Lo si legge nelle osservazioni inviate dall’Aiscat all’Autorità nell’ambito della consultazione pubblica. In particolare, l’Aiscat evidenzia come si consenta una «revisione unilaterale del sistema tariffario per le concessioni in essere, in palese violazione delle norme nazionali ed europee in tema di contratti, certezza del diritto e legittimo affidamento».
«L’applicazione di un diverso sistema di dinamica tariffaria si sostanzia, in altri termini, in una modifica unilaterale ex imperio di un elemento essenziale del rapporto contrattuale tra società concessionarie e concedente idonea ad incidere in maniera evidente anche sull’equilibrio dei piani economico finanziari e, più in generale, sulla redditività del contratto concessorio, ledendo i principi di certezza del diritto e pacta sunt servanda», osserva l’Aiscat, ricordando che questa modifica unilaterale che l’Art vorrebbe introdurre «è stata già stigmatizzata in ambito comunitario».
L’Aiscat evidenzia come «ulteriore profilo di grave illegittimità» l’ampliamento dell’ambito oggettivo di applicazione del sistema tariffario proposto dall’Art: «appare evidente l’incompetenza e carenza di potere dell’Art», osserva quindi l’Aiscat, evidenziando anche che questo determina anche «una paralisi degli aggiornamenti dei Piani, con la conseguenza di un blocco di tutte le nuove iniziative di investimento. Infine, secondo l’Aiscat, «l’Art ha ecceduto i limiti dei propri poteri consultivi «dal momento che la legge attribuisce all’Autorità funzioni di natura consultiva solo sull’indicatore di produttività ‘X’ e «non sulla tariffazione del pedaggio nel suo complesso».
Le società concessionarie sono pressoché allineate (con poche eccezioni) nel contestare la delibera dell’Autorità dei trasporti sul sistema tariffario. È quanto emerge dalle osservazioni inviate dalle singole società all’Autorità nell’ambito della consultazione pubblica. Sono 14 le società che hanno presentato le proprie osservazioni, cui si aggiunge l’Aiscat, che è l’associazione che rappresenta 20 concessionarie. Ad aver presentato osservazioni sono anche le organizzazioni sindacali e Federconsumatori.
I documenti sono in alcuni casi molto simili e in generale contestano la delibera dell’Autorità, in linea con la posizione dell’Aiscat. Solo nei documenti di Strada dei Parchi e Concessioni autostradali lombarde (Cal) non si critica espressamente la delibera dell’Autorità. Le Concessioni autostradali venete (Cav) rilevano «seri dubbi di legittimità»; il Raccordo Valle d’Aosta, la Milano-Serravalle e l’Autostrada tirrenica rilevano un’«illegittimità costituzionale»; l’A4 Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, la Società Autostrada ligure toscana (Salt) e le Autostrade Valdostane contestano la «revisione unilaterale del sistema tariffario; la Pedemontana evidenzia una «illegittimità costituzionale»; la Bremebi rileva «vizi di incompatibilità costituzionale»; la Tangenziale di Napoli «contesta radicalmente la legittimità del perimetro di applicazione del nuovo sistema».
Il Piccolo/Nordest economia – 02/04/2019
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