Economia: Zilli, Nordest abbia orgoglio di trainare ancora Paese

15 Novembre 2018

Da rapporto annuale emerge necessità grande piano di formazione

“Il Nordest abbia l’orgoglio di trainare nuovamente il Paese Italia. Abbiamo lo stesso Pil della Germania, dobbiamo cogliere la sfida della crescita”.

Lo ha affermato oggi a Padova l’assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, intervenendo, nell’aula Magna dell’Università, alla presentazione del Rapporto annuale della Fondazione Nordest a cui ha preso parte anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria.

Il Pil pro capite dell’area è pari a 33.900 euro, quasi allo stesso livello della Germania e al di sopra della media italiana, un dato che “dobbiamo leggere in maniera positiva per cogliere la sfida della crescita anche in Friuli Venezia Giulia, dove gli indicatori ci dicono che siamo in ripresa”, ha chiosato Zilli.

Il rapporto registra infatti che nel Nordest sono stati quasi raggiunti i livelli pre-crisi, anche se Emilia Romagna e Trentino Alto Adige recuperano più velocemente di Veneto e Friuli Venezia Giulia.

“Per accelerare la crescita è necessario investire nella formazione e riagganciare le Università della nostra regione, che sono altamente qualificate, alla formazione professionalizzante per rendere i profili dei giovani laureati più aderenti alle esigenze di innovazione del mercato”, ha sottolineato l’assessore.

“In Friuli Venezia Giulia siamo impegnati a mettere in atto politiche di sistema, per questo è fondamentale cercare la condivisione con tutti i soggetti economici e sociali”, ha affermato ancora Zilli, evidenziando come “gli sforzi di investimento vanno nella direzione di attrarre giovani e mantenere le imprese e le realtà artigiane sul nostro territorio”.

L’esigenza di un grande piano di investimenti in formazione è il dato più rilevante emerso dall’illustrazione del rapporto da parte di Carlo Carraro direttore scientifico della Fondazione Nord Est, così come dagli altri rappresentanti del mondo istituzionale ed economico (Giuseppe Bono, presidente Confindustria Fvg, Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico della Provincia autonoma di Trento, Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento, e Matteo Zoppas, presidente Confindustria Veneto) che, insieme a Zilli, hanno preso parte alla tavola rotonda.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 15/11/2018

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Tria, no a cattedrali nel deserto

Il Ministro dell’Economia intervenuto al Rapporto della fondazione Nordest ha sottolineato che bisogna puntare a rilanciare opere diffuse sul territorio che rispondano a bisogni specifici. Sull’attuale congiuntura economica ha sottolineato la preoccupazione per l’arretramento della Germania.

«Dobbiamo puntare a rilanciare opere diffuse sul territorio che rispondano a bisogni specifici, non bisogna investire in cattedrali nel deserto. Bisogna dotare tutti i territori italiani di una base su cui costruire la competitività». Lo ha detto il ministro del Tesoro, Giovani Tria, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale della Fondazione Nord Est, a Padova.

Parlando della Manovra e sul rapporto con la Ue ha aggiunto «Nella lettera all’Ue abbiamo ribadito la nostra posizione in merito alla strategia che intendiamo seguire: proseguire il dialogo con la Commissione ma lavorare concretamente per rendere efficaci le misure disegnate, per supportare la nostra strategia».

Rivendicando: «L’Europa siamo noi e lo sarà anche di più se dialoghiamo con convinzione per definire al strategia per governare le transizioni, sulle quali la nostra manovra offre una risposta diversa dal passato, ma non meno solida e meno credibile». Infine sull’attuale fase di rallentamento economico, «con l’assenza della crescita del pil nel terzo trimestre, va inquadrata in un rallentamento generalizzato di lungo periodo nell’Eurozona». I dati della Germania non sono incoraggianti e i riflessi sull’economia italiana «preoccupano», ha aggiunto. «Le previsioni della commissione Europea – ha ricordato – indicano un rallentamento dell’economia italiana» ma anche «che si restringe il nostro gap di crescita con altri Paese europei».

Il Mattino di Padova/Nordest Economia -15/11/2018

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Al Terminal Container Ravenna è attivo un innovativo sistema di controllo delle merci

Consente di vigilare sui carichi in entrata e in uscita in modo automatizzato

Il Terminal Container Ravenna (TCR) del porto di Ravenna è stato dotato di un moderno ed innovativo sistema che consente il controllo delle merci in entrata ed in uscita che è frutto dell’impegno e della collaborazione tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane ed operatori del terminal.

Il sistema, grazie ad una innovativa “sala controllo” a disposizione della Guardia di Finanza, consente, tramite scannerizzazione dei documenti, di vigilare sulle merci in entrata e in uscita in modo automatizzato. Attraverso l’immediata visualizzazione del documento inserito dal conducente nello scanner e i controlli in remoto tramite telecamere, la Guardia di Finanza in servizio presso la “sala controllo” può rapidamente verificare la regolarità dei documenti e dei mezzi e, se necessario, svolgere ulteriori approfondimenti.

Stamani l’innovativo sistema di controllo è stato presentato in occasione della visita del generale di divisione Giuseppe Gerli, comandante regionale dell’Emilia Romagna della Guardia di Finanza, accompagnato dal colonnello Andrea Fiducia, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna, visita alla quale hanno partecipato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale, Daniele Rossi, il segretario generale dell’ente, Paolo Ferrandino, il direttore dell’Agenzia delle Dogane di Ravenna Giovanni, Mario Ferente, il presidente di Sapir, Riccardo Sabadini, e il presidente di Terminal Container Ravenna, Giannantonio Mingozzi.

InforMare – 15/11/2018

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ACI Europe: rallenta nel terzo trimestre il traffico sugli aeroporti europei

14 Novembre 2018

Nel terzo trimestre dell’anno, il traffico passeggeri in Europa è  cresciuto del 5%, un po’ meno quindi rispetto al secondo trimestre, quando era aumentato del 6% e al primo trimestre, che invece aveva riportato una solida crescita dell’8,9%. In particolare, secondo i dati di Aci Europe, nei Paesi Ue l’incremento è stato del 4,6%, con una crescita a doppia cifra per gli aeroporti di Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta e Slovacchia.  In particolare, per quanto riguarda gli scali più grandi Atene ha riportato un aumento del 12%, Vienna del 10%, Milano Malpensa del 10,7%, Varsavia del 12%, Budapest del 13,6%, Malta dell’11,4% e Tallin del 10,5%. Nei Paesi non Ue l’incremento è stato invece del 6,5%, in diminuzione rispetto ai trimestri precedenti in particolare a causa di un rallentamento degli aeroporti turchi per la difficile situazione economica del Paese. Per contro, Mosca Sheremetyevo ha registrato un miglioramento del 14,3%, Mosca Vnukovo del 17,5%, Tel Aviv del 10,5%, Kiev del 16,6% e Skopje del 12,9%.
Il traffico cargo ha invece riportato un incremento dell’1,4% e i movimenti aerei sono saliti del 3,4%.

Trasporti-Italia.com – 14/11/2018

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Il Porto di Trieste in missione a Monaco

Il presidente D’Agostino nella capitale bavarese per illustrare i nuovi investimenti ferroviari er i piani di sviluppo di Trieste che si conferma porto di riferimento della Baviera nel Mediterraneo per i traffici con il Far East

Lo scalo giuliano consolida i legami istituzionali e commerciali con la Baviera, organizzando una missione nella capitale del land tedesco per illustrare i nuovi investimenti ferroviari e i nuovi piani di sviluppo.

Per gli operatori e le istituzioni bavaresi, Trieste si conferma scalo privilegiato nel Mediterraneo per i traffici con il Far East.

Specie ora che l’Europa guarda con attenzione alla Cina e al progetto One Belt One Road, “Trieste diventa un hub privilegiato” ha sottolineato Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, “grazie a una posizione geografica strategica, fondali naturali per accogliere le grandi navi oceaniche e collegamenti ferroviari giornalieri diretti in tutta Europa.

Un “rail port di rilievo internazionale” come l’ha definito D’Agostino, “che si propone come sistema logistico-portuale e industriale di riferimento per il mercato tedesco”.

L’evento organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-tedesca e il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Berlino, si è svolto presso la Camera di Commercio e dell’Industria di Monaco e dell’Alta Baviera.

Alla serata hanno assistito un centinaio di ospiti, tra rappresentanti istituzionali, operatori del settore e giornalisti. Francesco Leone, consigliere economico dell’Ambasciata d’Italia a Berlino, e Alessandro Marino, Segretario generale della Camera di Commercio Italo-tedesca hanno aperto i lavori, evidenziando il solido legame economico tra Trieste e la Baviera e il ruolo del porto a servizio dei mercati dell’Europa centrale.

Concetti ripresi da Alessio Lilli, presidente del Gruppo TAL, che gestisce l’oleodotto transalpino e testimonia concretamente il legame storico che unisce lo scalo giuliano alla Germania.

Se Trieste è il primo porto d’Italia e primo scalo petrolifero del Mediterraneo, il merito è di SIOT, che fornisce il 100% del fabbisogno energetico della Baviera e il 40% della Germania, verso cui sono diretti circa 30 milioni di greggio all’anno.

A seguire, Zeno D’Agostino ha presentato ad ampio raggio investimenti, numeri e statistiche parlando di un “modello Trieste” il cui successo si basa su una governance snella gestita direttamente dall’Authority, a capo di un sistema complesso che include zona industriale, punti franchi e interporti.

D’Agostino ha rimarcato anche i grandi passi avanti e sviluppi nel settore ferroviario in corso a Trieste, con investimenti per circa 110 milioni, nonché la strategicità che lo scalo riveste per l’economia della Regione Friuli Venezia Giulia e per il Governo italiano.

Per quanto riguarda le relazioni ferroviarie, il 30% dei treni del porto giuliano sono diretti verso la Germania, mentre nel primo semestre dell’anno in corso, 1.467 sono stati i treni coinvolti su questa direttrice con un aumento di quasi il 12% rispetto al primo semestre del 2017.

Vari i collegamenti diretti da Trieste alla Germania.

Dal molo VII (Trieste Marine Terminal) partono e arrivano 6 coppie di treni settimanali per Monaco, 2 per Burghausen al servizio della Wacher Chemie, una delle maggiori industrie chimiche della Baviera, e 2 per la nuova destinazione di Giengen con un servizio da poco attivato.

Dal molo VI (Ekol) invece 9 coppie di treni per Colonia, 4 per Ludwigshafen e 3 per Karlsruhe. Dal terminal della Samer Seaports invece 5 sono i roundtrip per Monaco, 3 per Ludwigshafen, 4 per Duisburg e infine 2 per Wörth.

Gli aspetti tecnici delle relazioni commerciali con Trieste sono stati evidenziati durante la tavola rotonda moderata da Gerhard Grünig, caporedattore della rivista VerkehrsRundschau, a cui hanno partecipato Daniel Jähn di Kombiverkehr, Sebastian Lechner (Associazione dei trasportatori baveresi) e Alexander Goldemund (Associazione degli spedizioneri bavaresi).

Infine, Karin Jäntschi-Haucke in rappresentanza del Ministero Bavarese delle Infrastrutture e Trasporti, ha illustrato i progetti in corso per rendere più efficienti i collegamenti tra Italia e Germania attraverso il Brennero, rimarcando il vantaggio competitivo della rotta adriatica via Trieste rispetto ai porti del Nord Europa, in termini di tempo e salvaguardia ambientale.

Il Piccolo/Nordest Economia – 14/11/2018

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Porti: Rixi, Mose e home port temi da affrontare per Venezia

13 Novembre 2018

Rendere compatibili ambiente delicato e crescita Italia

“Penso che prima di decidere le cose, bisogna vederle. Su Venezia, sono due i grossi temi da affrontare”: lo ha detto, al termine del suo sopralluogo al porto di Venezia, il viceministro per le Infrastrutture, Edoardo Rixi. “Il primo tema – ha spiegato – è la situazione del Mose e le sue influenze sulla gestione del porto, che diventerà un porto a orari come nel nord Europa, con un traffico da gestire con ore d’anticipo. Anche se va detto che lì le maree si possono sapere con anticipo, mentre qui, per l’acqua alta, ci sono tempi variabili, con non pochi problemi per la gestione, anche se ci lavoreremo con modelli matematici”. Il secondo tema, ha proseguito, “è legato al fatto che Roma e Venezia sono le principali mete dei crocieristi in Italia. Venezia, come home port delle crociere, è fondamentale per tutto l’Adriatico, visto che, se venisse meno questa qualifica, si perderebbe tutto il traffico in questo mare”. Per Rixi, “è un tema che va comparato con i temi ambientali, visto che vanno preservati i valori artistici e ambientali di Venezia, compatibilmente con la necessità di poter usufruire della città a livelli mondiali. C’è anche il discorso delle nuove navi, perché saranno un centinaio quelle che saranno destinate alle crociere nel Mediterraneo e i porti che non saranno in grado di accoglierle o di organizzarsi saranno sempre meno appetibili”. “Sono due temi – ha aggiunto il viceministro – da affrontare con la massima cura, ricordando l’importanza strategica del porto di Venezia, legata ai flussi turistici e al sistema industriale che dal nord-est arriva fino a Brescia, che trova in tutto ciò la sua base logistica. Bisogna migliorare gli impatti ambientali, attraverso un sempre maggior rispetto e la riduzione delle emissioni, ma non perdere strategicità, perché il rischio è quello di bloccare il sistema logistico del Paese. Il Mediterraneo è un pilastro della catena logistica continentale, che, negli ultimi decenni, ha investito soprattutto sul nord Europa: è qui che si decide il futuro, se cioè l’Italia, e il nord Italia in particolare, torneranno a crescere o semplicemente vedranno le navi che transitano nel Mediterraneo e si fermano solo per scaricare”. Quasi l’80% dei container, ha concluso Rixi, vengono scaricati nel nord Europa: “bisogna trovare una soluzione per rendere compatibili un ambiente delicato e la necessità che il Paese torni a crescere – ha concluso -. Non si può aspettare né dire che le navi non devono transitare, senza trovare soluzioni che devono essere rapide e serie, tranquillizzando gli operatori e dando risposte a Venezia”.

Ansa/Mare – 13/11/2018

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Regioni Veneto e Friuli assieme per formazione portualità

Veneto e Friuli Venezia Giulia avviano un ragionamento comune sullo sviluppo delle professioni-chiave di oggi e domani per la portualità nell’Alto Adriatico. Con il primo atto di intesa firmato oggi tra l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan e la collega della contigua regione autonoma Alessia Rosolen, e condiviso dai vertici dell’Its Marco Polo di Venezia e dell’Accademia nautica di Trieste, si posa la prima pietra di un percorso comune tra le due regioni per integrare l’offerta formativa degli istituti tecnici di terzo livello (cioè per figure specializzate post-diploma) per la portualità e la nautica, con l’obiettivo di garantire al sistema integrato di logistica mare-ferro-gomma dell’Alto Adriatico figure professionali in grado di guidare e accompagnare lo sviluppo della mobilità sostenibile nel sistema portuale e aeroportuale Venezia-Trieste.

L’Its-Academy Marco Polo di Mestre, presieduto da Damaso Zanardo e diretto da Enrico Morgante, mette in campo la propria esperienza formativa con i tre corsi attivati nel biennio in corso per super-tecnici per la mobilità in ambito marittimo portuale, per la gestione e conduzione dei mezzi ferroviari e quello per la gestione dei flussi logistici e delle catene di distribuzione. Anche la fondazione Accademia nautica di Trieste offre al momento tre corsi, uno per allievi ufficiali di coperta e macchine, uno per supertecnici dell’infomobilità e strutture logistiche e uno per la progettazione e manutenzione navale.

I tassi occupazionali ad un anno dal diploma per entrambi i poli formativi sfiorano l’84 per cento.

“Veneto e Friuli Venezia Giulia collaborano già da tempo nella formazione e, in particolare nell’offerta di percorsi professionalizzanti di alta formazione ITS-Academy- sottolinea l’assessore Elena Donazzan – Obiettivo dell’avvio di intesa è sviluppare il cluster marittimo-portuale in una logica multiregionale. Venezia e Trieste sono le porte dell’Europa sia per le persone che per le merci. Imprese e sistemi logistici hanno bisogno di personale altamente qualificato per rispondere alla crescente domanda di mobilità, implementata anche dallo sviluppo dell’e-commerce. La collaborazione e il rinforzo reciproco nella formazione di figure tecniche altamente qualificate tra ITS Marco Polo e Accademia di Trieste è il pre-requisito per allargare il raggio di azione dei due poli formativi e per sostenere il potenziamento e il rilancio della competitività del sistema portuale dell’Alto Adriatico”.

Ansa/Mare – 13/11/2018

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Aeroporto, la Provincia cede le quote. Base d’asta 3,8 milioni di euro

L’uscita della Provincia dalla società di gestione dell’aeroporto ABD è imminente. Il 13 novembre la Giunta provinciale, su proposta del presidente Arno Kompatscher, ha approvato l’avvio di una procedura di evidenza pubblica per cedere il proprio pacchetto azionario consistente nel 100% delle quote, così come da indicazione emersa nell’ambito del referendum popolare del 12 giugno 2016. A questo scopo sono stati autorizzati tutti i passaggi formali e burocratici necessari. Il prossimo step sarà la pubblicazione della gara. Come responsabile del procedimento la Giunta provinciale ha nominato il direttore dell’Ufficio vigilanza finanziaria della Ripartizione finanze Claudio Calè e autorizzato il presidente Kompatscher alla sottoscrizione del contratto di cessione/vendita delle azioni detenute in ABD una volta conclusa la procedura di evidenza pubblica. «La preparazione di questa gara pubblica è durata più a lungo del previsto, ma ora la strada per l’uscita della Provincia dalla società di gestione dell’aeroporto è chiara e definita» chiarisce il presidente Kompatscher.

Il vincolo: realizzare il piano di sviluppo

Nella bozza di bando di gara il prezzo di base d’asta è di 3,8 milioni di euro, sulla base delle risultanze aggiornate dell’attività di advisory economico-finanziaria del consulente incaricato. Alla gara pubblica può partecipare un qualsiasi operatore economico ossia un’impresa o un raggruppamento di imprese con sede in Europa. Il deposito delle offerte deve avvenire entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando di gara. Ai fini della valutazione della proposta d’acquisto vengono conferiti fino a 75 punti per i dettagli tecnici dell’offerta e fino a 25 punti per quelli economici. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato, previo parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’ENAC, la documentazione relativa alla procedura di gara. Il consiglio di amministrazione dell’ENAC ha autorizzato il direttore generale a sottoscrivere con la società la convenzione di gestione totale dell’aeroporto di Bolzano per una durata di 20 anni. La convenzione è stata inoltrata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’esercizio delle funzioni di vigilanza. Il concessionario deve impegnarsi a realizzare il piano di sviluppo aeroportuale approvato nel 2012 alla base dell’istanza per l’affidamento della concessione ventennale presentata dalla società nel 2011.

Alto Adige Innovazione – 13/11/2018

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BrennerCorridor, avrà sede a Bolzano la società che gestirà l’A22

Un capitale sociale che supera di poco il milione di euro. E la BrennerCorridor, ovvero la società inhouse regionale che gestirà per i prossimi 30 anni la concessione della A22, prende sempre più forma. Un altro passaggio formale il 13 novembre: l’approvazione di atto costitutivo e statuto da parte della giunta provinciale di Bolzano. Dopo l’ok della sovrastruttura regionale e dopo l’incontro della settimana scorsa fra i presidenti Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, arriva così un nuovo passo in avanti. La società avrà sede a Bolzano, sarà affidata ad un amministratore unico e avrà durata sino al 31 dicembre 2100. Nella delibera di oggi sono già stati impegnati i fondi per la costituzione delle quote in capo alla Provincia di Bolzano.

Per quanto riguarda lo statuto, viene messo nero su bianco l’oggetto sociale che è quello di esercitare «attività di progettazione, costruzione, esercizio e adeguamento di autostrade, infrastrutture di trasporto limitrofe alla rete autostradale, infrastrutture di sosta ed intermodali». Ciò significa, dunque, che la BrennerCorridor si occuperà anche di incentivare e sostenere il passaggio del traffico pesante da gomma a rotaia lungo tutto l’asse nord-sud, nonché del finanziamento trasversale di una serie di opere di fondamentale importanza per la viabilità.

Come noto, la concessione per la gestione di A22 è scaduta ad aprile 2014, e la società Autostrada del Brennero opera attualmente in regime di proroga. Nel gennaio 2016 la Regione, le Province di Bolzano e Trento e le altre amministrazioni locali che detengono pacchetti azionari di Autobrennero, hanno sottoscritto un’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con l’obiettivo di individuare e adottare le misure per la creazione di una società interamente a capitale pubblico che, attraverso una concessione di durata trentennale, provvedesse alla gestione dei trasporti e delle relative infrastrutture lungo il corridoio del Brennero. Con una nota del 26 giugno 2018, il Consiglio di Stato ha trasmesso il parere che stabilisce la legittimità di stipulare la convenzione di concessione.

Alto Adige Innovazione – 13/11/2018

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La Pedemontana apre a dicembre

Il 4 saranno inaugurati i primi 10 chilometri fra Thiene e Breganze. Cadono nel vuoto i proclami dei Cinque Stelle. C’è un caso pedaggi

di Marco Bonet

La Pedemontana aprirà tra meno di un mese, il 4 dicembre. Apertura parziale, parzialissima, appena una decina di chilometri tra Thiene e Breganze, eppure importante dal punto di vista simbolico perché segna il punto di svolta per un’opera di cui si parla dagli anni Settanta, ancor oggi contestata, il più importante cantiere autostradale aperto in Italia. A rivelarlo è stato, in un’intervista al Messaggero, il vice premier Matteo Salvini, diventato suo malgrado il «garante» delle Grandi Opere in Italia rispetto agli alleati del Movimento Cinque Stelle. «Vedo che gli amici Cinque Stelle vogliono fermare la Pedemontana – ha detto Salvini – ma sarebbe un’assurdità. Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastruttura cruciale. E dovremmo dire no grazie, smantelliamo tutto?». Il vicepremier leghista già in occasione della firma del protocollo di legalità insieme al governatore Luca Zaia, alla Scuola Grande di San Rocco alla fine di agosto, aveva promesso: «Torno presto per l’inaugurazione del primo tratto», ma la data definitiva è stata più volte cancellata e rimandata a causa di alcuni inconvenienti amministrativi (l’ultima volta era stata fissata per ottobre).

Tratta «pronta e funzionale»

La tratta interessata è quella tra Thiene e Breganze, nel Vicentino, pronta e «funzionale», come si usa dire in gergo tecnico, già da diverse settimane. Ciò che mancava, e ancora non è stato del tutto risolto, è l’accordo sui pagamenti (specie col Telepass) con Aiscat, l’associazione delle società concessionarie. Quando si affronta un lungo viaggio, infatti, ad esempio da Venezia a Torino, si attraversano tratte gestite da diversi concessionari che poi trovano la propria remunerazione, ciascuno per i chilometri di competenza, in quella camera di compensazione che è appunto l’Aiscat. Ma nel caso della Pedemontana l’arteria sarà gestita da un privato, mentre i pedaggi saranno incassati dalla Regione, sicché come si può armonizzare il sistema senza incappare in guai finanziari? La soluzione non è ancora stata trovata ma fonti della Regione confermano che sì, la data a cui si sta lavorando è quella del 4 dicembre (e per questo è già stata comunicata al vicepremier Salvini, così che possa tener libero il giorno in agenda). La tratta Thiene-Breganze, per quanto limitata, non ha però soltanto valore simbolico, come ha spiegato al Giornale di Vicenza Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza: «Ho chiesto il massimo impegno di Regione e Sis per giungere all’apertura anticipata di qualche tratto: anche solo 6-7 chilometri dal Thienese a Breganze possono sembrare un tratto modesto, ma per le imprese dover uscire dal casello di Dueville per entrare nella viabilità lenta della provincia, oppure poter proseguire sulla A31 e svoltare poi fino a Breganze con una viabilità di grande scorrimento e tempi certi, sarebbe già una gran bella differenza».

Opera competata al 55 per cento

Detto che l’opera da 2,2 miliardi, il cui sedime è già stato interamente scavato da Montecchio a Spresiano, è completata per il 55%, nel 2019 dovrebbero aprire uno dopo l’altro gli altri lotti già terminati ma non ancora «funzionali» (ad esempio perché mancano i guardrail o i pannelli fonoassorbenti), tutti in provincia di Vicenza. Fondamentale, però, sarà lo sblocco della galleria tra Malo e Castelgomberto sequestrata tre anni fa nel tratto di Malo dopo la morte di un operaio, travolto e ucciso da un masso durante i lavori. Sembra che dopo aver chiesto tre pareri a tre periti diversi il tribunale berico sia prossimo ad una decisione nel merito. Questo sequestro, più della sbandierata contrarietà all’opera del Movimento Cinque Stelle, preoccupa l’amministratore delegato di Spv (la società che sta costruendo la superstrada), Matterino Dogliani, come lui stesso ci disse a margine dell’evento con Salvini e Zaia a Venezia: «Lì si decide tutto». Quanto ai pentastellati, le perplessità restano intatte ma finora alle minacce di revisione non è seguito alcunché. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si è detto «preoccupato sia rispetto al livello di sostenibilità finanziaria sia in termini di costruzione che di gestione», per il vicepremier Luigi Di Maio «la Pedemontana è purtroppo un grande problema dal punto di vista economico e ambientale», il consigliere regionale Jacopo Berti continua a chiedere la revisione del Piano economico finanziario ma finora Sis e Regione hanno sempre detto no e insomma, intanto ci si vede al taglio del (primo) nastro il 4 dicembre, poi si vedrà.

Corriere del Veneto – 13/11/2018

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