Trasporti: Pizzimenti, dal 14/7 al 9/9 servizi sperimentali bici/bus

12 Luglio 2018

Tre servizi sperimentali bici più autobus saranno attivi dal 14 luglio al 9 settembre, il sabato e i giorni festivi, nell’ambito del Trasporto pubblico locale (Tpl). Collegheranno Grado e Lignano, un anello tra Tolmezzo Resiutta, Venzone e il capoluogo della Carnia, e Maniago con Gemona. Il trasporto delle biciclette su apposito carrello trainato dal bus sarà gratuito.

Lo annuncia l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, evidenziando che tali servizi si aggiungeranno a quelli già attivati negli anni scorsi, sviluppati sulla direttrice Udine-Grado e tra Gorizia e Grado, che saranno riproposti anche nel 2018.

Come anticipa Pizzimenti, ciò consentirà ai molti utilizzatori della rete di ciclovie regionali di disporre di ulteriori servizi di trasporto pubblico locale dotati di carrello portabici, in connessione con alcuni tra i più significativi percorsi ciclabili del Friuli Venezia Giulia.

Si tratta, secondo l’assessore “di potenziare ulteriormente la rete dei servizi del trasporto pubblico locale, sia per la connessione del territorio, che a sostegno della fruizione e della promozione dello stesso territorio e del sistema turistico”.

“Un’iniziativa di particolare significato – afferma Pizzimenti – che attiene a uno dei temi prioritari che saranno sviluppati dal futuro gestore dei servizi di Tpl su bacino unico regionale, com’è previsto dalla gara già bandita dalla Regione”.

“Una sperimentazione – prosegue – in attesa dell’avvio, previsto per il prossimo anno, di nuovi servizi che punteranno a sviluppare ulteriormente il tema bici più bus”.

“Un segmento – puntualizza l’assessore – al quale la Regione guarda con grande interesse, vista la crescita costante dei frequentatori delle ciclovie regionali e dei viaggiatori con bici al seguito sui servizi Tpl finora attivati; in particolare, sulla direttrice della Ciclovia di Alpe Adria, in questo caso valorizzata anche grazie all’importante investimento dell’Amministrazione regionale sui nuovi treni”.

Per illustrare i nuovi servizi sperimentali, è stato realizzato un depliant informativo, in collaborazione con PromoturismoFVG e con tutti i gestori dei servizi Tpl, che avrà ampia diffusione. I servizi, bici più bus, attivati nell’ambito di alcuni progetti di cooperazione territoriale nell’ambito del programma Interreg 2014-2020 interesseranno la tratta Grado-Lignano e ritorno, gestito SAF Autoservizi F.V.G. spa, con fermate ad Aquileia, Cervignano, San Giorgio di Nogaro, Marano Lagunare, Latisana: questo percorso consentirà, tra l’altro, l’interscambio con i servizi ferroviari treno più bici da e per Verona, ma anche con alcuni dei collegamenti barca più bici, da Marano Lagunare; l’anello stradale tra Tolmezzo-Resiutta-Carnia, Venzone, Carnia-Tolmezzo, sempre gestito dalla SAF; la tratta da Maniago e Gemona e ritorno, gestito dalla società ATAP spa, in connessione tra le ciclovie FVG1 (Adriabike) e FVG3 (la Pedemontana e del Collio) e con possibilità di interscambio con i servizi ferroviari.

Sempre in via sperimentale, sono altresì previsti: il prolungamento di una corsa pomeridiana del servizio bici più bus Grado-Udine, fino a Cividale del Friuli; e una corsa bici più bus tra Cividale e Udine, che consenta il rientro a Udine o di usufruire dei treni in partenza dal capoluogo udinese per i ciclisti, singoli o in gruppi, in visita al capoluogo delle Valli del Natisone e alle sue vallate, integrando così le possibilità già offerte dalla ferrovia Udine-Cividale.

Va specificato che i nuovi servizi bici più bus offrono una capacità costante del trasporto biciclette che varia dalle cinque bici sui treni della Udine-Cividale, alle sette della Sacile-Maniago, alle trenta sui treni tra Trieste e Tarvisio a cura di Trenitalia, alle centocinquanta bici sui treni Mi.Co.Tra. che svolgono un servizio diretto tra Trieste e Villaco, via Cervignano del Friuli/Udine, e sono gestiti dalla società regionale delle Ferrovie Udine Cividale con la collaborazione con la compagnia nazionale austriaca OBB.

Sui servizi imbarcazione più bici, sulle tratte Trieste-Grado, gestito dall’APT spa, Marano-Lignano, gestito dalla SAF, e Lignano-Bibione, la capacità di trasporto varia da sei a dieci biciclette.

Regione Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 12/07/2018

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Autovie: tir a 60 l’ora e più polizia, scatta il piano straordinario

11 Luglio 2018

La Regione Friuli Venezia Giulia investe 600 mila euro per implementare il personale a supporto della Polizia Municipale. La concessionaria riduce da Portogruaro a Pamanova la velocità dei Tir da 70 a 60 km orari

Un piano straordinario per far fronte alle criticità e diminuire i disagi in caso di incidenti sulla autostrada A4 interessata dal cantiere della terza corsia. La Regione Friuli Venezia Giulia investe 600 mila euro per implementare il personale a supporto della Polizia Municipale a presidio della viabilità alternativa nei comuni di Latisana, Palazzolo e San Giorgio di Nogaro durante i periodi di maggiore congestione della circolazione di auto e tir. Non solo: per cercare di ridurre l’incidentalità dovuta al mancato rispetto della distanza di sicurezza, la concessionaria autostradale, di concerto con la Polizia Stradale, ha deciso di ridurre ulteriormente la velocità dei mezzi pesanti nel tratto di A4 interessato dai cantieri, portandola dai 70 attuali ai 60.

Questo alla luce di una situazione attuale che vede i lavori in fase molto avanzata con la previsione di concludere l’intero terzo lotto, Portogruaro – Palmanova, il più critico dal punto di vista del traffico, “entro il 2020”.

Uno dei maggiori problemi in questo momento è legato al fatto che i cantieri per i lavori della terza corsia in A4, con le corsie a larghezza ridotta e la mancanza di corsia d’emergenza hanno, come ricaduta, la necessità di chiudere l’autostrada più spesso – otto i casi da inizio del cantiere – per poter intervenire in caso di incidente per la rimozione dei mezzi e per far defluire il traffico bloccato. La circolazione dei mezzi è cresciuta del 6,6% dal 2015 al 2017 con un milione di transiti in più nell’ultimo anno (da 47 milioni 033 mila 427 a 48 milioni 273 mila veicoli). Parallelamente nel 2017 ci sono stati 701 incidenti, complessivamente, (erano 631 nel 2016), con un’inversione di tendenza che si è registrata nel tratto San Donà di Piave – Quarto D’Altino, dove, grazie proprio alla conclusione dei lavori della terza corsia, i sinistri si sono addirittura dimezzati (da 240 a 118).

Per non rallentare i lavori della costruzione della terza corsia sulla A4, Autovie Venete ha deciso di concedere – alle ditte impegnate nei lavori – due chiusure notturne anche nel mese di luglio. Si tratta di due week end in cui il bollino è rosso (traffico molto molto intenso) e quindi i transiti per quanto sostenuti saranno gestibili. La prima chiusura è stata programmata nella notte fra sabato 14 e domenica 15 luglio dalle 21 alle 6 del mattino e riguarderà il tratto di A4 compreso fra Portogruaro e lo svincolo di Palmanova in direzione Trieste e il tratto da nodo di Palmanova fino a Portogruaro in direzione Venezia (quindi potrà entrare al casello di Palmanova soltanto chi è diretto verso Udine).

La seconda chiusura, pianificata nella notte fra il 21 e il 22 luglio sempre dalle 21 alle 6 del mattino, è legata alla demolizione del cavalcavia sulla Strada Provinciale 80 che porta da Palmanova a San Giorgio, effettuato il getto della soletta dell’impalcato del cavalcavia sulla Strada Comunale di Porpetto-Corgnolo e varato il cavalcavia Fauglis-Torviscosa.

L’altra misura a favore della sicurezza è stata annunciata dall’assessore Pizzimenti, prossimo soggetto attuatore e commissario della terza corsia su indicazione del presidente Fedriga. E riguarda “la decisione concordata con gli autotrasportatori – ha spiegato Pizzimenti – di ridurre ulteriormente la velocità dei mezzi pesanti nel tratto di A4 interessato dai cantieri, portandola dai 70 agli attuali 60. Inoltre la distanza di sicurezza sarà di 50 metri.

 I limiti su tutto il tratto Palmanova-Alvisopoli saranno uniformi e quindi più facili da rispettare. Si è ritenuto di intervenire in questo ambito perché a fronte di una velocità minore diminuisce anche lo spazio di frenata e quindi cala il rischio di tamponamento”.

Messaggero Veneto/Nordest Economia – 11/07/2018

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A4: Fedriga, subito misure tampone ma fine lavori va anticipata

La Regione Friuli Venezia Giulia mette in campo risorse e strategie per affrontare l’emergenza esodo e contro-esodo estivo sulla A4 alle prese con i lavori per la terza corsia. Fissati, in accordo con gli autotrasportatori, il limite di velocità a 60 km/h e la distanza di sicurezza minima a 50 metri per i mezzi pesanti nei tratti interessati da cantieri. Inoltre, attraverso un finanziamento di 600 mila euro, si va a rafforzare la campagna informativa e implementare la compagine di ausiliari del traffico da utilizzare sui percorsi alternativi all’autostrada in caso di rallentamenti o stop forzati sull’arteria di principale scorrimento.

Lo ha annunciato oggi a Trieste, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel palazzo della Regione, il governatore Massimiliano Fedriga, affiancato dal presidente di Autovie Venete, Maurizio Castagna, e dall’assessore a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, “che – come anticipato dal governatore in qualità di commissario straordinario per la A4 – sarà il soggetto attuatore dell’emergenza terza corsia”.

Fedriga ha quindi precisato di puntare dritto sull’obiettivo di completare in anticipo, presumibilmente prima dell’estate 2020, i lavori del terzo lotto della III corsia autostradale che interessa il tratto Alvisopoli-San Giorgio di Nogaro.

“L’attenzione della Regione – ha spiegato Fedriga – alle attuali problematiche legate alla A4 è massima, ben consapevoli che servono soluzioni tampone ora ma è anche fondamentale riuscire ad anticipare il più possibile la conclusione dei lavori maggiormente impattati sul traffico complessivo”.

Tra il 2015 e il 2017, ha evidenziato il governatore, il traffico è aumentato del 6,6% e in misura anomala, ovvero con un rapporto alla pari, 50-50, tra veicolare e pesante rispetto ad una media europea di 70-30.

Un concetto ripreso da Castagna che ha sottolineato quanto il terzo lotto sia particolarmente delicato perché non offre percorsi alternativi all’altezza. A questo proposito, ha dettagliato Pizzimenti, le risorse messe a disposizione dalla Regione serviranno in primis ad attivare quanti ausiliari del traffico necessari per fronteggiare 24 ore al giorno i flussi straordinari che vanno ad intasare le arterie stradali in caso di blocchi sulla A4, con particolare riferimento ai semafori di San Giorgio di Nogaro, Palazzolo e Latisana.

Regione Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 11/07/2018

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A4: Pizzimenti, confronto con categoria autotrasportatori è costante

“Ho incontrato recentemente le associazioni di categoria degli autotrasportatori in merito alla criticità del traffico sulla A4 e tutte le rappresentanze hanno ritenuto l’occasione particolarmente positiva in quanto ha permesso di avanzare proposte utili per affrontare le criticità derivanti dai lavori della terza corsia”.

Lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, in merito all’incontro che si è tenuto giorni fa a Trieste e a cui erano presenti le rappresentanze di Confartigianato imprese, Cna, Confindustria, Confapi, Federazione autotrasportatori italiani (Fai) del Friuli Venezia Giulia.

“In quella sede ho illustrato – precisa Pizzimenti – le iniziative messe in campo dalla Regione per migliorare la situazione e ho assicurato che ci saranno altri incontri che coinvolgeranno tutti i soggetti interessati”.

Regione Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 11/07/2018

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Anas: Osservatorio del traffico, a giugno + 1% su tutta la rete. Calano i veicoli pesanti

Traffico in crescita a giugno 2018, rispetto al mese precedente, sul campione della rete stradale e autostradale di oltre 26 mila km gestita da Anas (società del Gruppo FS Italiane). L’Indice di Mobilità Rilevata (IMR) dell’Osservatorio del Traffico ha infatti registrato una crescita dell’1%. Diminuisce invece del 4% il traffico a paragone con giugno 2017.

Scomponendo le percentuali all’interno delle macro-aree, i dati di traffico dei veicoli totali sono così distribuiti: rispetto al mese precedente, giugno registra stabilità al Nord, crescita al Centro e in Sicilia dell’1% e al Sud del 2%. Spicca in particolare la Sardegna con un +4%. Il confronto con giugno 2017 mostra invece una flessione su tutto il territorio: -3% al Nord e al Sud, -5% al Centro, -6% in Sicilia, -1% in Sardegna.

Cala il segmento dei veicoli pesanti: la flessione su tutta la rete a giugno è del 2% sia nel confronto con maggio 2018 che con giugno 2017. Unici dati in controtendenza, nell’ambito delle macro aree, si registrano in Sardegna con un + 4 rispetto al mese precedente e al Sud con un +1 rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Il massimo volume giornaliero è stato rilevato sul Grande Raccordo Anulare di Roma giovedì 28 giugno con un passaggio di 168.394 veicoli.

Trasporti-Italia.com – 11/07/2018

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Friuli Venezia Giulia, mobilità: al via nuove misure per evitare congestione del traffico sull’A4

Implementazione degli ausiliari del traffico nella viabilità ordinaria e dei servizi informativi per gli automobilisti, riduzione dei limiti di velocità per i mezzi pesanti e,soprattutto, velocizzazione dei cantieri per arrivare alla realizzazione della terza corsia in tempi più rapidi. Regione Friuli Venezia Giulia e Autovie Venete si sono attivate per ridurre i disagi sull’autostrada A4 nel periodo estivo, quando esodi e controesodi renderanno bollente l’estate per chi si mette alla guida.

Alle soluzioni già adottate – 309 telecamere, 203 colonnine Sos e 106 pannelli a messaggio variabile nella tratta gestita da Autovie Venete – si aggiunge uno stanziamento di 600 mila euro per aumentare l”utilizzo di ausiliari del traffico volontari nei momenti in cui la viabilità ordinaria viene interessata dal traffico deviato dall”autostrada. Ciò accade in caso di traffico particolarmente intenso o quando si verificano incidenti che costringono alla chiusuradi alcuni tratti autostradali.

“Abbiamo inoltre concordato con gli autotrasportatori – ha spiegato l’assessore regionale alle infrastrutture, Graziano Pizzimenti, che sarà anche Commissario per la terza corsia – di ridurre il limite di velocità dei mezzi pesanti da 70 a 60 km/h, portando la distanza di sicurezza a 50 metri”. Se l’estate attuale e quella del prossimo anno avranno ancora i cantieri sulla A4, l’obiettivo indicato dal presidente Massimiliano Fedriga è quello di arrivare a una chiusura dei lavori, in particolare del terzo lotto che va da Alvisopoli e San Giorgio di Nogaro, in tempi più rapidi del previsto.

“Nel 2017 abbiamo assistito a un aumento del traffico del 6,6%, arrivando a oltre 40,2 milioni di veicoli transitati, con una particolare incidenza dei mezzi pesanti. – ha spiegato Fedriga – L”obiettivo primario è finire i lavori il prima possibilie in modo da ridurre i disagi”. Secondo il presidente di Autovie Venete, Maurizio Castagna, “il terzo lotto diventa ancora più critico con la chiusura dei lavori della Pedemontana veneta, previsti a metà 2020. Da parte nostra puntiamo a terminare i lavori di questo lotto prima dell”estatedel 2020 e di terminare quelli relativi al nodo di Palmanova nell”autunno del 2019″.

Il presidente Fedriga si è detto anche “cautamente ottimista” per quanto concerne la costituzione della newco che dovrebbe ottenere la concessione autostradale. “Stiamo lavorando con Autovie e la sentenza del Consiglio di Stato agevola l”impostazione che abbiamo previsto. Lemie visite romane al ministero sono finalizzate proprio a sensibilizzare il ministro Toninelli sui tempi”

Trasporti-Italia.com – 11/07/2018

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Treni: dall’Autorità dei Trasporti nuove misure per garantire efficienza ai pendolari

Garantire l’efficienza delle gestioni dei servizi di trasporto ferroviario regionale del servizio pubblico (OSP). E’ l’obiettivo di metodologie e criteri contenuti nello schema di regolazione adottato dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

Le misure danno esito a quanto anticipato poche settimane fa, in occasione della presentazione al Parlamento del Rapporto Annuale dell’Autorità. Esse individuano le modalità per definire gli obiettivi di efficacia ed efficienza dei Contratti di Servizio di trasporto ferroviario regionale secondo il metodo delle frontiere di efficienza e della competizione per confronto (già applicato in ambito autostradale), consentendo così di attivare un miglior uso delle risorse pubbliche. Le misure individuano anche criteri per la tenuta della contabilità regolatoria delle imprese ferroviarie e obblighi di separazione contabile. Principale obiettivo è individuare e distinguere costi e ricavi riconducibili all’assolvimento degli OSP rispetto a quelli connessi ad altre attività delle imprese ferroviarie.

Le misure di regolazione sono rivolte sia agli enti appaltanti (per lo più le Regioni) che si apprestano a nuovi affidamenti, sia a quelli che si accingono a rinegoziare contratti preesistenti; tutto ciò nel contesto della implementazione del IV pacchetto ferroviario e in una fase di potenziale dinamismo dei mercati e della struttura dell’offerta.

Sulla corretta assunzione di tali obiettivi ART eserciterà la propria attività di verifica. La decisione completa il disegno iniziato dall’Autorità nel 2015, con la delibera sulle misure per la redazione dei bandi e delle convenzioni nelle gare per l’assegnazione in esclusiva dei servizi di TPL passeggeri, e proseguito nel 2017, con la delibera avente a oggetto la individuazione degli ambiti di servizio pubblico e le modalità più efficienti per il loro finanziamento.

Lo schema di atto di regolazione è sottoposto ad una consultazione che si concluderà il 10 settembre prossimo, termine entro il quale i soggetti interessati potranno formulare le proprie osservazioni e proposte sul documento. L’Autorità ha convocato anche un’audizione pubblica dei soggetti interessati per il 13 settembre prossimo, alle ore 11, presso la propria sede a Torino, al fine di consentire ai partecipanti che ne facciano richiesta di illustrare le proprie osservazioni e proposte innanzi al Consiglio dell’Autorità.

Trasporti-Italia.com –  11/07/2018

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Incentivi autotrasporto: 33,6mln di euro a disposizione delle imprese per il 2018. Domande entro il 15 aprile 2019.

Arrivano chiarimenti dal Mit sugli incentivi per rinnovare il parco veicoli. Lo scorso 6 luglio il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato  sul proprio sito, in attesa della loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, due provvedimenti sui contributi agli investimenti effettuati nel 2018 dalle imprese di autotrasporto. Le risorse a disposizione delle imprese ammontano a complessivi 33.600.000 euro.

Per l’annualità 2018 i beni che verranno agevolati sono i seguenti:
9,6 milioni di € per l’acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di autoveicoli nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore 3,5 ton.,  a trazione alternativa: a metano CNG,  gas naturale liquefatto LNG, ibrida (diesel + elettrico: art. 2, comma 2, lettere a e b) elettrica – Full Electric, dispositivi idonei ad operare la riconversione di autoveicoli per trasporto merci a motorizzazione termica in veicoli a trazione elettrica.
9 milioni di € per la acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di: automezzi industriali pesanti nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto merci di massa complessiva pari o superiore alle 11,5 ton, di categoria ecologica Euro VI con contestuale radiazione per rottamazione di automezzi di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 11,5 ton, 14 milioni di € per l’acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di: rimorchi e semirimorchi nuovi di fabbrica, per il trasporto combinato ferroviario rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di dispositivi innovativi volti a conseguire maggiori standard di sicurezza e di efficienza energetica; rimorchi e S/R o equipaggiamenti per autoveicoli specifici superiori a 7 tonnellate allestiti per trasporti in regime ATP, rispondenti a criteri avanzati di risparmio energetico e rispetto ambientale, ai sensi di quanto previsto dagli articoli 17 e 36 del Regolamento (CE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014.
1 milione di € per l’acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di: gruppi di 8 casse mobili ed un rimorchio o semirimorchio portacasse, così da facilitare l’utilizzazione di differenti modalità di trasporto in combinazione fra loro, senza alcuna rottura di carico.

Gli investimenti agevolabili sono esclusivamente quelli che saranno avviati dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del M 221 e realizzati entro il 15 aprile 2019, termine perentorio di invio della domanda di contributo.
La domanda di investimenti potrà essere presentata a partire dalla data che sarà tempestivamente resa nota dal Ministero, sull’apposita pagina del suo sito: anche per l’anno 2018 le domande di ammissione potranno essere presentate esclusivamente per via telematica, accedendo al sito https://www.ilportaledellautomobilista.it. Il portale, come comunica il Ministero, non è ancora operativo per cause di natura informatica e non è neanche possibile conoscere i tempi certi necessari al raggiungimento di tale operatività. Sarà quindi necessario attenderne l’operatività.

Il Decreto Ministeriale indica l’entità dei contributi previsti per i diversi tipi di investimenti:  4.000 euro per autoveicoli nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore 3,5 ton. e fino a 7 ton., a trazione alternativa: a metano CNG, gas naturale liquefatto LNG, ibrida (diesel + elettrico)
10.000 euro per autoveicoli nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 ton. e fino a 7 ton., a trazione elettrica;
20.000 euro per autoveicoli nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico superiore a 7 ton., a trazione elettrica;
8.000 euro per automezzi industriali pesanti nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto merci di massa complessiva pari o superiore a 7 ton e fino a 16 ton, a trazione ibrida (diesel/elettrico) ed a metano CNG.
20.000 europer automezzi industriali pesanti nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto merci di massa complessiva pari o superiore a 16 ton. a trazione alternativa a gas naturale liquefatto LNG ovvero a motorizzazione ibrida (diesel/elettrico);
40% con massimale di 1.000 euro per l’acquisizione di dispositivi idonei ad operare la riconversione da motorizzazione termica a trazione elettrica di autoveicoli per trasporto merci di massa complessiva pari a 3,5 ton.
5.000 euro per automezzi industriali pesanti nuovi di fabbrica, di categoria Euro VI, di massa complessiva da 11,5 a 16 ton. con contestuale radiazione per rottamazione di autoveicoli di massa complessiva pari o superiore a 11,5 ton.
10.000 euro per automezzi industriali pesanti nuovi di fabbrica, di categoria Euro VI, di massa complessiva pari o superiore a 16 ton. con contestuale radiazione per rottamazione di autoveicoli di massa complessiva pari o superiore a 11,5 ton.

Fino a 5.000 euro per l’acquisizione di: rimorchi, semirimorchi o equipaggiamenti per autoveicoli specifici superiori alle 7 tonnellate allestiti per il trasporto da effettuarsi conformemente agli accordi sui trasporti nazionali e internazionali delle derrate deteriorabili (ATP) mono o multi temperatura purché le unità frigorifere/calorifere siano alimentate da motore conforme alla fase V (STAGE V) del Regolamento UE n°2016/1628 o da unità criogeniche autonome non collegate al  motore  del  veicolo  trainante  oppure  da unità elettriche  funzionanti  con alternatore  collegato  al  motore  del veicolo  trainante, per la sostituzione delle unità frigorifere/calorifere installate, ove non rispondenti agli standard ambientali di cui alla lettera precedente, con unità frigorifere/calorifere alimentate da motore conforme alla fase V (STAGE V) del Regolamento UE n°2016/1628 o da unità criogeniche autonome non collegate al motore del veicolo trainante oppure da unità elettriche funzionanti con alternatore collegato al motore del veicolo trainante Tutte le unità precedentemente indicate dovranno essere dotate di gas refrigeranti con un GWP inferiore a 500 con le seguenti specificazioni:
Medie imprese: 10%del costo di acquisizione;
Piccole Imprese: 20% del costo di acquisizione;
Grandi imprese: 1.500 euro quale ristoro della differenza di costo degli adeguamenti ambientali
8.500 euro per l’acquisizione di gruppi di 8 casse mobili ed un rimorchio o semirimorchio

Trasporti-Italia.com – 11/07/2018

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Appalti, il piano del governo via i controlli anticorruzione

10 Luglio 2018

Si torna al modello Berlusconi: più spazio ai privati, meno all’Anac. Vitalizi dei deputati: da Bassolino a Pomicino, chi ci perderà e quanto

di Gianluca Di Feo, Claudio Tito

La corruzione non è più un’emergenza. La priorità è sbloccare gli appalti pubblici.
Liberarli dalle presunte pastoie burocratiche. E quindi rivedere alla radice il Codice degli appalti e anche il ruolo dell’Anac, l’Autorità presieduta da Raffaele Cantone.
La nuova parola d’ordine del governo è liberalizzare e privatizzare. La normativa che ha garantito trasparenza nella assegnazione dei lavori pubblici è diventata un impaccio per la maggioranza giallo-verde. Bisogna tornare al modello della famigerata “Legge Obiettivo” del governo Berlusconi, che delegava ai privati tutte le scelte ed è stata poi archiviata proprio per la degenerazione che aveva prodotto, con opere sempre in ritardo e bustarelle a pioggia.
Del resto il presupposto “politico” su cui si fonda l’orientamento dell’esecutivo è sorprendente: al governo ci sono Lega e M5S, quindi non c’è bisogno di procedure in grado di arginare le derive corruttive perché le percezioni cambiano. Che poi la stragrande maggioranza degli appalti pubblici siano in carico agli enti locali – in particolare ai comuni – e non al governo centrale, è un aspetto secondario per la coalizione Di Maio-Salvini. Resta il fatto che la squadra guidata da Giuseppe Conte ha fatto partire l’iter per modificare il cuore del Codice degli appalti.
L’idea è quella di arrivare alla effettiva revisione entro quest’anno. Portando il provvedimento ad una approvazione parallela rispetto alla Legge di Bilancio 2019.
Anzi, proprio la riforma di queste procedure dovrebbe essere – secondo Palazzo Chigi – il principale volano per far ripartire l’economia e permettere di mettere in cantiere le due misure-bandiera di leghisti e grillini: flat tax e reddito di cittadinanza.
È stato istituito con questo fine presso il ministero delle Infrastrutture un tavolo incaricato di studiare rapidamente tutti i possibili cambiamenti. Di questo organismo fanno parte, oltre al dicastero guidato dal pentastellato Toninelli, l’Economia, la Presidenza del consiglio, la Ragioneria generale dello Stato, l’Ance (l’associazione dei costruttori) e, appunto, l’Anac. Le intenzioni del governo sono già abbastanza chiare. Il punto di partenza è semplice: il Codice degli appalti è talmente complicato da aver bloccato la pubblicazione dei bandi di gara e da averne arrestato l’aggiudicazione.
Sostanzialmente il complessivo iter degli investimenti pubblici – vera garanzia di un impulso al pil – sarebbe compromesso da una normativa troppo attenta a tutelare la moralità dei lavori.
Una valutazione, però, contestata dai dati: il primo semestre 2018 segna un più 55,9 per cento nell’importo di bandi pubblicati rispetto allo stesso periodo del 2017 e un più 75,5 per cento di bandi assegnati. Nonostante questi numeri, il governo è pronto ad abbattere anche alcuni capisaldi in passato condivisi da Lega e M5S al grido di “onestà, onestà”.
La modifica propedeutica, infatti, riguarda l’Anac. Nelle proposte il suo ruolo viene ridotto drasticamente. Viene sottratta all’organismo pilotato da Cantone la possibilità di impugnare i bandi di gara e di stabilire le regole di vigilanza.
Così come verrebbe ridimensionato il controllo sugli equi compensi e l’accreditamento delle imprese.
Quasi tutta la vigilanza preventiva, insomma, verrebbe soppressa. Al tavolo del confronto la stessa Autorità anticorruzione – anche con l’intenzione di limitare lo smantellamento delle procedure più importanti – ha dichiarato la disponibilità a rinunciare ad alcune verifiche, come quelle sulle stazioni appaltanti.
La seconda direttrice lungo la quale Palazzo Chigi si propone di muoversi è quella che viene definita la “privatizzazione” degli appalti. Nella sostanza il controllo dei processi di affidamento e realizzazione delle grandi opere sarebbe sottratto al “pubblico” e trasferito ai privati.
Questo riguarderebbe le funzioni connesse alla direzione dei lavori e alla certificazione di qualità dei progetti. Nelle discussioni al ministero delle Infrastrutture, il quadro di riferimento è infatti la “Legge Obiettivo” di Berlusconi.
Il meccanismo sarebbe allora quello della “concessione”: lo Stato dà in “concessione” ai privati il lavoro e la gestione dell’esecuzione è completamente, o quasi, esternalizzata. Con il governo di centrodestra la figura utilizzata era il “general contractor”. Una soluzione che è stata però foriera di diversi scandali e di sostanziosi ritardi nel completamento delle opere pubbliche, dall’Expo all’Alta Velocità, dalla Salerno-Reggio al Mose. Sul tavolo c’è pure il ritorno alla trattativa privata, seppur all’interno di liste preselezionate di fornitori, e l’ipotesi di dare più spazio alla scelta in base all’offerta minima, che spesso poi viene rimpinguata con costose varianti in corso d’opera. Ossia i meccanismi che più spesso hanno alimentato il mercato delle tangenti.
Il terzo punto riguarda i subappalti. Notoriamente una delle fonti più drammatiche di corruzione e di ritardi. Al momento l’attuale normativa prevede un tetto del 30 per cento ai subappalti. Il disegno – anche approfittando del fatto che la direttiva europea non lo prevede – è quello di cancellare il tetto o di elevarlo.
La somma di questi tre fattori stravolgerebbe nella sostanza il Codice degli appalti e soprattutto ne minerebbe l’efficacia anti-corruzione.
Anche perché i presupposti da cui prende le mosse questa nuova forma di “privatizzazione” delle opere pubbliche appaiono fragili.
L’idea che la lotta alla corruzione non serva più in quanto la presenza di M5S e Lega al governo sarebbe di per sé una garanzia, si scontra su un dato di fatto: la stragrande maggioranza degli appalti riguardano gli enti locali, in particolare i Comuni.
Quelli gestiti dagli enti centrali (quindi riferibili al governo) ammontano a meno dell’8 per cento del totale.
Per non parlare della denunciata paralisi: le ultime statistiche spiegano che l’importo dei bandi pubblicati è cresciuto del 55,9 per cento rispetto al 2017. Tra questi i bandi più consistenti, ossia quelli con una spesa superiore ai 50 milioni di euro, sono raddoppiati. Persino quelli aggiudicati (quindi in via di realizzazione) sono cresciuti: del 75,5 per cento. Gli “appalti di sola esecuzione” (quelli con il progetto già approvato e solo da compiere) sono addirittura saliti del 252 per cento.
Ma davvero la corruzione in Italia è solo una questione di percezione?

La Repubblica – 10/07/2018

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A maggio traffico in crescita del 7,6% sugli aeroporti europei

9 Luglio 2018

A maggio il traffico passeggeri in Europa è aumentato del 6,1%, leggermente meno rispetto al +7,6% del primo trimestre 2018. Il mercato non-Ue, sottolineano i dati di ACI Europe, continua a rimanere molto dinamico, con un incremento del traffico dell’8% (+12,5% nel primo trimestre dell’anno). La crescita è stata particolarmente forte in Georgia (+27%), Islanda (+26,5%), Montenegro (+22,2%) e Ucrania (+20,7%) mentre è stata più moderata in Russia (+8,6%) e in Turchia (+7,5%). I passeggeri del mercato Ue sono invece cresciuti del 5,5% (+6,2% nel primo trimestre 2018).
Nei primi cinque aeroporti europei il traffico è salito del 3%, grazie soprattutto al forte incremento di Francoforte (+9,5%); seguono Londra Heathrow (+3%), Amsterdam Schipol (+2,1%) e Parigi Charles de Gaulle (+2,1%) mentre Istanbul-Atatürk registra la performance più bassa (-0,3%).
Per quanto riguarda il traffico merci è stato sostanzialmente piatto a maggio (+0,8%) mentre i movimenti aerei sono aumentati del 2,6%.

 Trasporti-Italia.com – 09/07/2018

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