Porti: Venezia; ampliata la capacità d’ingresso per navi container

12 Giugno 2018

Ma è polemica con il sindaco

“Ringrazio il sindaco Brugnaro per la possibilità che ci offre di chiarire, ancora una volta, che gli escavi volti ad accogliere navi da 8.500 Teu sono conclusi”.

Ha commentato così il presidente dell’Autorità portuale, Pino Musolino, la conclusione dei lavori di scavo e adeguamento del canale Malamocco-Marghera, attraverso cui sono stati rimossi 80 mila metri cubi di sedimenti. In questo modo il Porto di Venezia, che ha aumentato il traffico container dell’1,3% nel primo quadrimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è per la prima volta in grado di ricevere navi porta contenitori da 8500 TEU. Musolino risponde più volte agli interrogativi posti in questi giorni dal sindaco rispetto all’operato dell’Autorità portuale: “Sono certo, sebbene non emerga dalle sue dichiarazioni – ha sottolineato – che, nel suo duplice ruolo di amministratore e di imprenditore, il sindaco ha ben compreso come gli interventi infrastrutturali operati dagli enti pubblici, in questo caso dall’Autorità di sistema portuale, sono volti ad aumentare la competitività dello scalo e che, parallelamente, il mercato risponde a tali interventi con logiche e tempi differenti”. “Non siamo nell’Unione Sovietica – ha rimarcato – dove il pubblico decide cosa deve fare il privato e controlla il mercato”. Musolino rivendica, per bocca dell’Autorità portuale, il rinforzo “della flotta di navi che operano sulla rotta Venezia-Estremo Oriente, attiva nel nostro porto da diversi anni e che non ha mai smesso di scalare a Venezia durante l’ultimo anno e mezzo, la cui rilevanza strategica è confermata dall’impegno delle compagnie della Ocean Alliance a garantire il servizio con frequenza settimanale”.

Ansa/Mare – 12/06/2018

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Porti: Il Noe sequestra il bacino di Monfalcone, garantita l’attività

Si ipotizzano reati ambientali in operazione dragaggi

Il bacino portuale di Monfalcone (Gorizia) e tre motopontoni impegnati nei lavori di dragaggio dell’area, stimata in circa 300 mila metri quadri, sono stati posti sotto sequestro oggi dai Carabinieri del Noe di Udine nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Gorizia che ipotizza reati ambientali. Quattro persone, due interne alla Società con sede in provincia di Pordenone, aggiudicataria dei lavori di manutenzione dei fondali del porto, e due con mansioni direttive rispettivamente dell’Azienda Speciale Porto e della Regione “Friuli Venezia Giulia”, sono state denunciate all’autorità giudiziaria. L’utilizzo dello specchio d’acqua portuale è garantito per i normali traffici portuali. L’ipotesi è che sia stata svolta un’attività di dragaggio fanghi per una volumetria di circa 110 mila metri cubi senza la prescritta autorizzazione, mascherandola come manutenzione dei fondali. Inoltre, sempre secondo l’accusa, i sedimenti non avrebbero potuto essere refluiti nuovamente in mare ma avrebbero dovuto essere collocati nelle casse di colmata. E’ stato il gip del tribunale di Gorizia a emettere il decreto di sequestro preventivo dell’intera area, all’esito degli accertamenti svolti dai militari del Noe di Udine, coordinati dalla Procura del capoluogo isontino e dal Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Milano. Oltre all’area portuale il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di tre motonavi allestite con gru del valore complessivo di circa 4,5 milioni di euro.

Ansa/Mare – 12/06/2018

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Dopo la Germania si smarca anche l’Italia Toninelli non ci sarà

Vertice depotenziato, doccia gelida per i governatori. Incidente diplomatico. Il ministro Scheuer è stato il primo a tirarsi indietro, mandando il sottosegretario Steffen.

di Marco Angelucci

Sono mesi che i governatori dell’Euregio – Arno Kompatscher, Ugo Rossi e Günther Platter – cercano di mettere attorno ad un tavolo i ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania per discutere un pacchetto di misure per il trasporto lungo l’asse del Brennero. Ancora una volta però il vertice trilaterale salta al fotofinish. Il tedesco Andreas Scheuer ha disdetto la partecipazione la scorsa settimana in polemica con l’Austria che ha imposto i blocchi unilaterali. L’incidente è parzialmente rientrato dopo che Berlino ha deciso di inviare il sottosegretario Thomas Steffen, che avrà delega di firmare l’eventuale documento finale. Ma ieri è arrivata la mazzata che rischia dia affondare definitivamente l’incontro: il ministro dei trasporti italiano Danilo Toninelli ieri ha dato forfait ma, magra consolazione, si è detto disponibile a firmare un eventuale memorandum of understanding. Il vertice si terrà comunque ma solo l’austriaco Hofer ha confermato la sua presenza.

Una situazione simile si era verificata a gennaio con i tre governatori dell’Euregio che si erano ritrovati da soli. Stavolta a convocare l’incontro era stato il coordinatore del corridoio scandinavo-mediterraneo della Ue Pat Cox. Un vertice molto tecnico in cui si dovevano discutere le misure elaborate dai quattro gruppi di lavoro transfrontalieri che riguardano soluzioni possibili per la gestione del traffico, il suo monitoraggio, la politica dei pedaggi e l’autostrada viaggiante. Senza l’Italia sarà difficile ottenere certezze: il governo infatti deve dare risposte sulla concessione A22 e pure sull’eventuale aumento dei pedaggi.

Il tema del Brennero è parecchio sentito dagli autotrasportatori che avevano già iniziato a fare pressioni sul ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli perchè intervenisse contro il contingentamento dei mezzi pesanti attuato unilateralmente dall’Austria nei confronti dei tir provenienti dall’Italia e dalla Germania.

«L’Austria – avverte il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè – lavora da tempo per ostacolare, in assenza di alternative efficienti, il superamento dell’arco alpino, attraversato da 200 milioni di tonnellate all’anno per un valore pari a 524 miliardi. Il blocco dell’Austria, oltre a generare inquinamento (i Tir fermi inquinano più di un euro 6) e costi. Il fermo di un Tir costa all’impresa tra gli 800 e i mille euro al giorno. La decisione dell’Austria provoca una distorsione della concorrenza e gravi disagi per gli autisti. Non solo: secondo quanto affermato dalla stessa commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, sarebbe una violazione del principio della libera circolazione delle persone e delle merci: il 70% dell’import-export italiano passa sulle Alpi, e gran parte di questo transita sul Brennero portando i nostri prodotti verso i mercati del centro e del nord Europa. Non siamo contrari al trasferimenti delle merci su rotaia, anzi crediamo fermamente nell’intermodalità. Ma pensare di poter trasferire in toto lungo la ferrovia ciò che oggi viaggia su gomma significa non avere il senso della realtà – conclude Uggè – . Facciamo appello al ministro Toninelli perché ribadisca in maniera ancora più decisa la posizione assunta in merito dal suo predecessore».

Ma sono anche gli ambientalisti a chiedere provvedimenti per limitare un’inquinamento diventato ormai insostenibile nelle valli percorse da un’autostrada sempre più congestionata. Nel 2017 il traffico è aumentato del 7% rispetto all’anno precedente e quest’anno potrebbe essere superata la soglia 2,5 milioni di mezzi pesanti, 1 milione in più rispetto al 2009. Il risultato è un’arteria che collassa nei giorni di grande afflusso. Con enormi disagi per i viaggiatori e per chi vive, e respira, lungo l’autostrada.

Accanto agli ecologisti, si sta sempre più mobilitando anche i secessionisti di Südtiroler Freiheit che sposano in pieno la linea austriaca pretendono misure di rottura. «Il diritto alla libera circolazione delle merci finisce dove inizia il diritto alla salute» avverte Sven Knoll che chiede l’aumento del pedaggi ai livelli del nord Tirolo, introduzione dei divieti settoriali anche sul lato italiano, unificazione delle misure di contingentamento, divieto di circolazione su strada per le merci non deperibili e interventi sulla ferrovia. «La riduzione dei mezzi pesanti deve riguardare tutto il Tirolo» insiste il consigliere provinciale di Südtiroler Freiheit.

Ottenere un successo diplomatico alla vigilia delle elezioni sarebbe vitale sia per il presidente altoatesino Kompatscher sia per il governatore trentino Rossi. Entrambi puntano ad essere confermati e hanno bisogno di risultati concreti. Ora però entrambi rischiano di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.

«Per la mobilità occorrono misure immediate ma anche strategie a lungo termine. Nell’Europa di oggi – sottolinea il vice Obmann della Stella Alpina, Daniel Alfredier – gli investimenti infrastrutture transfrontaliere non sono semplici costruzioni ma molto di più. Per il Sudtirolo è importante fare da ponte tra Italia, Austria e Germania, anche per riuscire ad ottenere più finanziamenti europei anche per le tratte di accesso al tunnel del Brennero».

Corriere dell’Alto Adige – 12/06/2018

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Tunnel del Brennero, il ministro Toninelli firma l’intesa a Bolzano

Firmato a Bolzano tra Italia, Austria e Germania il memorandum of understanding sul corridoio trasportistico del Brennero. Non firma la Regione austriaca del Tirolo, che avrebbe voluto la conferma del contingentamento immediato dei mezzi pesanti

Firmato a Bolzano tra Italia, Austria e Germania, e dalle Regioni e province autonome interessate, il memorandum of understanding sul corridoio trasportistico del Brennero. Non firma pero’ la Regione austriaca del Tirolo, che avrebbe voluto la conferma del contingentamento immediato dei mezzi pesanti.

L’intesa rafforza invece una strategia multimodale per spostare il traffico dalla gomma al ferro, con strategia graduale e diversificata, comprensiva della realizzazione del nuovo tunnel ferroviario Innsbruck-Fortezza (Bz).

Lo riferiscono fonti del Ministero delle Infrastrutture italiane. Il Ministro Danilo Toninelli ha confermato il valore strategico della realizzazione dell’opera ferroviaria da 8,3 miliardi (lavori in corso, completamento previsto nel 2027), nonostante la storica posizione contraria del Movimento cinquestelle della provincia di Bolzano.

Corriere delle Alpi/Nordest Economia – 12/06/2018

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Anas: il traffico cresce dell’1% a maggio sulla rete autostradale

11 Giugno 2018

Anas rileva traffico in crescita a maggio 2018 sulla rete autostradale rispetto al mese precedente. Anas fa sapere che il dato è +1% (in base all’Indice di Mobilità Rilevata Imr dell’Osservatorio del Traffico). Stabile, invece, rispetto a maggio 2017.

Scomponendo le percentuali all’interno delle macro-aree, i dati di traffico dei veicoli totali sono così distribuiti: rispetto al mese precedente, maggio registra stabilità al Nord, crescita al Centro e in Sardegna dell’1%, al Sud del 2% e in Sicilia del 3%. Il confronto con maggio 2017 mostra una crescita del 2% al Sud, mentre nelle altre macro-aree il traffico è stabile o in lieve flessione.

Spicca invece maggiormente il segmento dei veicoli pesanti rispetto al mese precedente, infatti l’aumento su tutta la rete a maggio è dell’11%, una crescita che si registra in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, senza particolari scostamenti fra le macro-aree. Rispetto a maggio 2017, i mezzi pesanti riportano invece una leggera flessione dell’1% su tutto il territorio, con un picco del 2% al Sud.
Il massimo volume giornaliero è stato rilevato sul Grande Raccordo Anulare di Roma venerdì 4 maggio con un passaggio di 165.654 veicoli.

Trasporti-Italia.com – 11/06/2018

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Trento in sotterranea?

10 Giugno 2018

Trento in sotterranea? È stato sottoscritto un Protocollo d’intesa da Ministero Infrastrutture e Trasporti, Provincia e Comune di Trento, RFI, che istituisce un gruppo di lavoro per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, considerata prioritaria per il potenziamento della linea di accesso da sud alla galleria di base del Brennero. Il nuovo collegamento ferroviario partirà da Roncafort, 4 km a nord della stazione, procederà poi in affìancamento alla linea esistente, interessando in sotterraneo l’area dell’ex scalo Filzi, per proseguire in galleria naturale e ricollegarsi alla linea esistente in località Acquaviva, circa 9 km a sud di Trento. Il protocollo prevede inoltre l’avvio di uno studio di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di una stazione provvisoria presso l’ex scalo Filzi e per l’interramento della linea esistente in corrispondenza dell’attuale stazione di Trento.

I Treni – 10/06/2018

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Italo arriva a Bolzano, dal primo agosto collegamenti con Roma

9 Giugno 2018

Dal primo agosto si potrà viaggiare in da Bolzano a Roma con i treni di Italo. Un’altra buona notizia dopo il collegamento con Rimini annunciato da Obb. Al momento sono arrivate le biglietterie automatiche in stazione, ma da agosto arriverà anche la prima corsa giornaliera. La partenza è prevista  alle 6.41 dalla stazione di Bolzano con arrivo a Roma Termini alle 11.25 (4 ore e 44 minuti di viaggio). Il costo del biglietto, ad oggi, è di 49,90 euro in classe Smart che diventano 52,90 in Comfort, 56,90 in Prima e 64,90 in Executive. Il treno fermerà anche a Trento, Rovereto, Verona, Bologna e Firenze (quest’ultima con biglietti a partire da 28,90 euro). Il collegamento, annunciato a dicembre 2016 da Italo, era lungamente atteso perché arricchisce l’offerta di Trenitalia su una tratta critica per i collegamenti dell’Alto Adige.

Italo: gli orari all’andata e al ritorno

Questi gli orari: In direzione sud, come detto, si parte da Bolzano alle 6.41, da Trento alle 7.12, da Rovereto alle 7.27 con arrivo a Roma Termini alle 11.25 (fermate intermedie a Verona PN alle 8.07, Bologna Centrale alle 9.07 e Firenze SMN alle 9.44). Viceversa in direzione nord, partenza da Roma Termini alle 13.15 (partenze intermedie da Firenze SMN 14.54, Bologna Centrale 15.33 e Verona PN 16.33) con arrivi a Rovereto alle 17.10, Trento alle 17.24 e Bolzano alle 18. Il biglietto andata e ritorno per Roma (in giornata) parte da 64,90 euro, ma l’orario di ritorno (ore 13.15 da Roma Termini) rende molto problematico questa possibilità per chi parte e arriva nel capoluogo altoatesino.

Alto Adige Innovazione – 09/06/2018

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«Non staremo fermi se vengono frenate Pedemontana e Tav»

«Bene la firma per la Brescia-Verona, ma siamo preoccupati per la “verifica” del neo-ministro Toninelli»

«La firma del contratto per la realizzazione del primo lotto dell’Alta Velocità ferroviaria da Brescia Est a Verona, con valore 1,6 miliardi, è un’ottima notizia. La posizione del neo ministro Danilo Toninelli che la considera un’opera “sotto esame” è invece una notizia preoccupante». Confartigianato Veneto con il suo presidente, il vicentino Agostino Bonomo, si schiera subito dalla parte della Regione e contro i 5Stelle sulla vicenda delle grandi opere che pare destinata ad agitare i rapporti nel governo Lega-grillini. «L’opera ferroviaria – scrive Bonomo in una nota che definisce “pragmatica” la sua posizione – è necessaria per tenere il Veneto all’interno del grande triangolo industriale economico e sociale “Milano-Venezia-Bologna” e per evitare un’ulteriore marginalizzazione della nostra regione».

«Ci tengo a ricordare – aggiunge Bonomo – che solo un anno fa è stato certificato, attraverso i dati dei censimenti Istat, che il Nord Est è il nuovo triangolo economico motore dell’economia italiana in sostituzione del precedente To-Mi-Ge. Se uniamo questo a quanto denunciato dal prof. Paolo Gubitta sullo “spopolamento” in atto, nella nostra regione, di giovani laureati in favore dei nostri “vicini” Lombardia e Emilia Romagna, dovuto anche alla difficoltà di movimento di merci e persone in tempi ragionevoli capiamo la pericolosità che sta dietro a questo scontro politico sulle infrastrutture. L’alta velocità ha portato a 1 ora e 11 minuti la “distanza” Bologna-Milano, mentre ci si mette ancora due ore e 16 per andare da Mestre a Milano. Questo carica di responsabilità l’attuale classe dirigente».

«Non assisteremo da semplici osservatori – chiude – a quanto potrà succedere in tema Tav e Pedemontana Veneta. Il quadrante lombardo-veneto-emiliano è abitato da un terzo della popolazione italiana, produce il 40% del Pil nazionale, occupa il 49% degli addetti al manifatturiero ed esporta il 54% del “made in Italy”. Secondo i dati cresce il peso della piccola impresa arrivata ad occupare il 72% degli addetti. Una realtà che merita di essere tutelata e rappresentata, e noi siamo tra i candidati a farlo».

Il Giornale di Vicenza –  09/06/2018

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Divieti circolazione 2018: rischio caos per i camion in Italia

8 Giugno 2018

Un incontro urgente sulle problematiche relative al calendario dei divieti di circolazione. Lo chiedono oggi le associazioni Anita, Assotir, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fedit, Fiap, Legacoop Produzione e servizi, Sna Casartigiani, Unitai con una lettera indirizzata a Virginio Di Giambattista, Direttore generale per la sicurezza stradale presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e a Giovanni Busacca, Direttore Servizio Polizia stradale ministero dell’Interno.

“Alla luce della recente sentenza del TAR del Lazio – si legge nella lettera – che ha accolto il ricorso del Codacons e in considerazione del comportamento di alcune prefetture che stanno negando il riconoscimento delle autorizzazioni per la circolazione in deroga nei giorni di divieto, le scriventi associazioni dell’autotrasporto, preoccupate del danno che ciò potrebbe determinare all’intero settore nonché più in generale all’economia italiana, richiedono la convocazione di un urgente incontro”.

Il 23 maggio i giudici amministrativi hanno accolto un ricorso sul decreto che istituisce il calendario dei divieti per i mezzi pesanti. Tale ricorso chiedeva di annullare parte del decreto in quanto lo stesso non prevede divieti nei giorni antecedenti o successivi alle festività. I giudici hanno quindi evidenziato che il Mit deve considerare, nel fissare le limitazioni, anche gli incrementi di traffico generati nelle giornate precedenti o successive al giorno festivo; inoltre deve tenere in considerazione la tipologia di merce trasportata. Infine i giudici hanno ribadito che l’Autorità centrale deve fornire alle prefetture indicazioni precise sui criteri alla base del rilascio dei permessi in deroga per garantire omogeneità di condotta.

Trasporti-Italia.com – 08/06/2018

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Linea della Val Venosta, proseguono i lavori. Cantieri in nove stazioni

Proseguono i lavori per l’elettrificazione della linea ferroviaria della Val Venosta. I prossimi passi saranno rappresentati dal prolungamento dei marciapiedi in 9 stazioni. Contrariamente a quanto annunciato in origine, quest’estate non è prevista una chiusura parziale della ferrovia della Val Venosta. I lavori di costruzione previsti per i mesi estivi nei pressi di Lasa sono stati rinviati all’anno prossimo. I lavori di costruzione alle stazioni e fermate di Castelbello, Laces, Coldrano, Oris, Sluderno, Lagundo, Rablà, Plaus e Naturno sono in fase di assegnazione e cominceranno a breve. I marciapiedi saranno allungati sino a 125 metri per soddisfare le esigenze dei treni FLIRT a sei vetture che circoleranno sulla linea dopo l’elettrificazione. Inoltre, la segnaletica e il sistema di guida tattile delle fermate di Naturno e Rablà saranno ridisegnati.

 «I lavori nelle 9 stazioni rappresentano un passo importante verso la realizzazione a livello provinciale del progetto relativo alla mobilità. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere un numero ancora più elevato di pendolari a lasciare il mezzo privato per passare al trasporto pubblico. Questo potrà essere raggiunto grazie all’ottimizzazione dei collegamenti tra Malles e Bolzano ed all’utilizzo di treni sempre più confortevoli dotati di un numero più elevato di posti» afferma l’assessore alla mobilità, Florian Mussner. Il coordinamento dei vari cantieri è stato affidato alla STA – Strutture Trasporto Alto Adige Spa. «Ci prefiggiamo di effettuare i lavori nelle 9 stazioni senza interrompere il traffico ferroviario. La maggior parte dei lavori di costruzione sarà effettuata durante il giorno per ridurre al minimo i disagi per i residenti. Laddove sia necessario il lavoro notturno, il disturbo della quiete sarà ridotto al minimo necessario.  Poiché la ferrovia deve viaggiare a velocità ridotta nelle aree di cantiere, possono verificarsi ritardi. Inoltre, in questo periodo non è possibile garantire i collegamenti a Merano, cosa di cui ci rammarichiamo molto. Nei prossimi giorni e settimane informeremo costantemente i nostri passeggeri in merito» dichiara Joachim Dejaco, direttore generale della STA. I lavori di costruzione dovrebbero concludersi nel mese di ottobre.

Per quanto riguarda i lavori a Lasa la loro esecuzione è stata spostata al prossimo anno. In autunno si passerà alla fase successiva dell’elettrificazione della linea con lo spostamento della fermata di Stava, mentre nell’autunno del prossimo anno verranno effettuati i lavori per la posa dei pali per la linea elettrica.

Alto Adige Informazione – 08/06/2018

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