Vertice depotenziato, doccia gelida per i governatori. Incidente diplomatico. Il ministro Scheuer è stato il primo a tirarsi indietro, mandando il sottosegretario Steffen.
di Marco Angelucci
Sono mesi che i governatori dell’Euregio – Arno Kompatscher, Ugo Rossi e Günther Platter – cercano di mettere attorno ad un tavolo i ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania per discutere un pacchetto di misure per il trasporto lungo l’asse del Brennero. Ancora una volta però il vertice trilaterale salta al fotofinish. Il tedesco Andreas Scheuer ha disdetto la partecipazione la scorsa settimana in polemica con l’Austria che ha imposto i blocchi unilaterali. L’incidente è parzialmente rientrato dopo che Berlino ha deciso di inviare il sottosegretario Thomas Steffen, che avrà delega di firmare l’eventuale documento finale. Ma ieri è arrivata la mazzata che rischia dia affondare definitivamente l’incontro: il ministro dei trasporti italiano Danilo Toninelli ieri ha dato forfait ma, magra consolazione, si è detto disponibile a firmare un eventuale memorandum of understanding. Il vertice si terrà comunque ma solo l’austriaco Hofer ha confermato la sua presenza.
Una situazione simile si era verificata a gennaio con i tre governatori dell’Euregio che si erano ritrovati da soli. Stavolta a convocare l’incontro era stato il coordinatore del corridoio scandinavo-mediterraneo della Ue Pat Cox. Un vertice molto tecnico in cui si dovevano discutere le misure elaborate dai quattro gruppi di lavoro transfrontalieri che riguardano soluzioni possibili per la gestione del traffico, il suo monitoraggio, la politica dei pedaggi e l’autostrada viaggiante. Senza l’Italia sarà difficile ottenere certezze: il governo infatti deve dare risposte sulla concessione A22 e pure sull’eventuale aumento dei pedaggi.
Il tema del Brennero è parecchio sentito dagli autotrasportatori che avevano già iniziato a fare pressioni sul ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli perchè intervenisse contro il contingentamento dei mezzi pesanti attuato unilateralmente dall’Austria nei confronti dei tir provenienti dall’Italia e dalla Germania.
«L’Austria – avverte il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè – lavora da tempo per ostacolare, in assenza di alternative efficienti, il superamento dell’arco alpino, attraversato da 200 milioni di tonnellate all’anno per un valore pari a 524 miliardi. Il blocco dell’Austria, oltre a generare inquinamento (i Tir fermi inquinano più di un euro 6) e costi. Il fermo di un Tir costa all’impresa tra gli 800 e i mille euro al giorno. La decisione dell’Austria provoca una distorsione della concorrenza e gravi disagi per gli autisti. Non solo: secondo quanto affermato dalla stessa commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, sarebbe una violazione del principio della libera circolazione delle persone e delle merci: il 70% dell’import-export italiano passa sulle Alpi, e gran parte di questo transita sul Brennero portando i nostri prodotti verso i mercati del centro e del nord Europa. Non siamo contrari al trasferimenti delle merci su rotaia, anzi crediamo fermamente nell’intermodalità. Ma pensare di poter trasferire in toto lungo la ferrovia ciò che oggi viaggia su gomma significa non avere il senso della realtà – conclude Uggè – . Facciamo appello al ministro Toninelli perché ribadisca in maniera ancora più decisa la posizione assunta in merito dal suo predecessore».
Ma sono anche gli ambientalisti a chiedere provvedimenti per limitare un’inquinamento diventato ormai insostenibile nelle valli percorse da un’autostrada sempre più congestionata. Nel 2017 il traffico è aumentato del 7% rispetto all’anno precedente e quest’anno potrebbe essere superata la soglia 2,5 milioni di mezzi pesanti, 1 milione in più rispetto al 2009. Il risultato è un’arteria che collassa nei giorni di grande afflusso. Con enormi disagi per i viaggiatori e per chi vive, e respira, lungo l’autostrada.
Accanto agli ecologisti, si sta sempre più mobilitando anche i secessionisti di Südtiroler Freiheit che sposano in pieno la linea austriaca pretendono misure di rottura. «Il diritto alla libera circolazione delle merci finisce dove inizia il diritto alla salute» avverte Sven Knoll che chiede l’aumento del pedaggi ai livelli del nord Tirolo, introduzione dei divieti settoriali anche sul lato italiano, unificazione delle misure di contingentamento, divieto di circolazione su strada per le merci non deperibili e interventi sulla ferrovia. «La riduzione dei mezzi pesanti deve riguardare tutto il Tirolo» insiste il consigliere provinciale di Südtiroler Freiheit.
Ottenere un successo diplomatico alla vigilia delle elezioni sarebbe vitale sia per il presidente altoatesino Kompatscher sia per il governatore trentino Rossi. Entrambi puntano ad essere confermati e hanno bisogno di risultati concreti. Ora però entrambi rischiano di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
«Per la mobilità occorrono misure immediate ma anche strategie a lungo termine. Nell’Europa di oggi – sottolinea il vice Obmann della Stella Alpina, Daniel Alfredier – gli investimenti infrastrutture transfrontaliere non sono semplici costruzioni ma molto di più. Per il Sudtirolo è importante fare da ponte tra Italia, Austria e Germania, anche per riuscire ad ottenere più finanziamenti europei anche per le tratte di accesso al tunnel del Brennero».
Corriere dell’Alto Adige – 12/06/2018
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