Fruitlogistica oggi a Berlino: alla fiera internazionale presenti 514 imprese italiane

7 Febbraio 2018

Con una cifra record di 514 imprese (su un totale di 3000), anche quest’anno è italiano il contingente più numeroso che partecipa da oggi alla Fruitlogistica di Berlino, la fiera internazionale più importante del settore ortofrutticolo. “Ci tengo a precisare che più della metà delle aziende italiane presenti sono cooperative”, commenta Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che con oltre mille cooperative associate (33% nord, 9% centro, 58% sud), 30.000 persone impiegate e 8,7 miliardi di euro di fatturato, esprime più del 50% del valore della produzione nazionale commercializzata.

“L’export – sottolinea Vernocchi – resta la strada maestra per rafforzare la competitività del comparto ma per aumentare la nostra quota di export, che supera di poco i 4 miliardi di euro, occorre puntare con forza ai mercati extra Ue.  In tal senso assume una valenza fondamentale la reciprocità nelle negoziazioni con i Paesi Terzi dell’UE e a una significativa riduzione dei tempi di chiusura dei protocolli fitosanitari. Su questi aspetti, auspichiamo che le future missioni di alto livello della Commissione, in particolare la prossima visita in Cina, siano sempre più finalizzate all’ottenimento di condizioni favorevoli per una veloce chiusura dei protocolli proposti dai vari Stati Membri, come nel caso del protocollo italiano delle pere e delle mele, cosi come sulla negoziazione per il Kiwi in Giappone  giunta alle sue battute finali ma che va chiusa rapidamente per consentire l’apertura del mercato per la prossima campagna”.

Sul piano interno – ha aggiunto Vernocchi – per rafforzare la redditività delle imprese occorrono politiche commerciali che mettano al centro la qualità e la valorizzazione del prodotto anche attraverso politiche di marca. Assume inoltre una valenza sempre più strategica puntare sulla sostenibilità ambientale declinata anche sotto il profilo etico-sociale, temi sui quali l’attenzione dei media è costante e a volte ingenerosa verso gli sforzi che gli agricoltori stanno attuando in tale direzione, con risultati non trascurabili”.


Trasporti-Italia.com – 07/02/2018

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Brennero, +22% tir a gennaio

6 Febbraio 2018

Il traffico pesante continua a crescere al Brennero. A gennaio sono stati registrati 36.100 mezzi pesanti, ovvero +22%. Il quotidiano Tiroler Tageszeitung pubblica i dati all’indomani del Brenner Summit, il vertice di Italia, Austria e Germania ieri a Monaco. L’incontro è stato segnato da un braccio di ferro tra Vienna e Berlino per quanto riguarda il cosiddetto ‘numero chiuso’ di tir nei giorni di bollino nero in Tirolo. Il provvedimento, criticato da autotrasportatori in Germania come anche in Italia, viene invece difeso dal governatore tirolese Guenther Platter.
“La misura ha fatto sì che il tema del traffico pesante sull’asse del Brennero sia stato riportato a livello europeo”, ha detto Platter al giornale.

Ansa/Trentino A.A. – 06/02/2018

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Kompatscher, subito merci su rotaia

“Non possiamo attendere fine lavori Tunnel Brennero”

“Il traffico pesante va subito spostato su rotaia dove possibile. Non possiamo attendere l’inaugurazione del tunnel del Brennero nel 2027”. Lo ha detto il governatore Arno Kompatscher all’indomani del vertice transfrontaliero a Monaco. “Non possiamo più tollerare – ha aggiunto – il forte impatto del traffico pesante sull’ambiente e sulla salute”. Il presidente della Provincia autonoma si è detto comunque soddisfatto di un consenso raggiunto in tal senso con l’Austria e la Germania. “Con provvedimenti immediati – ha detto – dobbiamo rendere la rotaia più interessante”. Secondo Kompatscher, l’attuale linea del Brennero avrebbe la capacità per 100 treni in più al giorno. Kompatscher ha infine auspicato interventi di sostegno dei tre governi in tal senso. “Chi inquina deve pagare di più”, ha sottolineato.

Ansa/Trentino A.A. – 06/02/2018

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Alpi e trasporto combinato: 7-8 febbraio AlpInnoCT fa tappa a Venezia

Migliorare la competitività del trasporto combinato delle merci attraverso un’ottimizzazione integrata e transnazionale dei servizi intermodali, promuovendo l’utilizzo di un trasporto a basse emissioni di carbonio. È l’obiettivo del progetto AlpInnoCT, acronimo di Alpine Innovation for Combined Transport, approvato a fine 2016 dal Programma di Cooperazione territoriale transnazionale Interreg V Spazio Alpino 2014-2020 con un finanziamento complessivo di tre milioni di euro. Il 7-8 febbraio AlpInnoCT farà tappa a Venezia con il IV Consortium Meeting del progetto europeo per le aree geografiche di Italia, Germania, Austria, Slovenia e Svizzera.

La due giorni di Venezia, che vedrà confrontarsi 30 partecipanti in rappresentanza dei 15 partner internazionali di progetto, segue l’incontro dello scorso ottobre a Trieste durante il quale, col coordinamento del Lead partner Baviera, è stata condivisa la metodologia per avviare l’impiego dello strumento del ‘Dialogue event’, pensato per coinvolgere attivamente i portatori d’interesse dell’area nell’attuazione delle attività di progetto.

“Le Alpi rappresentano un delicato ecosistema che dev’essere protetto da emissioni inquinanti e dal cambiamento climatico. La continua crescita del volume del traffico merci causa problemi ambientali. Questi trend aumentano la necessità di rivedere i sistemi di trasporto attuali e sviluppare modelli innovativi per proteggere lo Spazio Alpino come stabilito, ad esempio, nel Libro Bianco UE del 2011 e dalla strategia EUSALP (Macro Strategia EUSALP) – sottolinea Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto –. Spesso però l’efficienza del trasporto combinato è bassa. AlpInnoCT affronta la sfida di aumentarne efficienza e produttività attraverso l’applicazione del know-how dell’industria di produzione. Il progetto rappresenta un’opportunità per migliorare i processi e la cooperazione nelle reti di trasporto europeo, integrare approcci innovativi per incoraggiare uno spostamento del trasporto merci dalla strada alla rotaia e sviluppare la conoscenza e le possibilità di partecipazione di ogni stakeholder. I fornitori di servizi logistici beneficeranno di processi migliori e di un CT di più facile accesso. I produttori di camion e rimorchi potranno avere una panoramica delle innovazioni nel mondo del CT”.

Nel corso dell’incontro veneziano sarà discusso lo stato di avanzamento delle attività di progetto e la mid conference evento che avrà luogo ad inizio maggio a Prien (Germania).

Per l’Italia partecipano ad AlpInnoCT, oltre alla Regione Friuli Venezia Giulia e al Porto di Trieste, Unioncamere del Veneto – Eurosportello, che è responsabile delle attività di promozione e comunicazione, l’Accademia Europea di Bolzano e il Consorzio ZAI Interporto Quadrante Europa di Verona.

Trasporti-Italia.com – 06/02/2018

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Treni, Verona-Rovigo: al via un programma di interventi per migliorare il servizio

Interventi per migliorare la qualità infrastrutturale del collegamento ferroviario della Verona-Rovigo. Li hanno annunciati al municipio di Legnago (Vr) l’assessore ai trasporti della Regione Veneto, i rappresentanti dei Comuni attraversati dalla linea (Legnago, Bovolone, Cerea, Castagnaro, Villa Bartolomea, Badia Polesine, Lendinara, Costa di Rovigo e Rovigo), il direttore generale di Sistemi Territoriali, società che gestisce la linea, e i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).

“Sono previsti interventi di miglioria sia sull’infrastruttura sia nella gestione del servizio – ha spiegato l’assessore regionale –. RFI già nel corso del 2018 investirà importanti risorse per la realizzazione del nuovo Apparato Centrale Computerizzato della stazione di Legnago (circa 5 milioni di euro) e per il rinnovo dell’armamento fra Cerea e Isola della Scala (circa 9 milioni di euro). Regione e RFI, inoltre, all’interno di un ampio accordo sottoscritto lo scorso luglio per l’eliminazione di passaggi a livello nel territorio regionale, cofinanzieranno la costruzione di un sottopasso in Comune di Cerea, di cui è già stato approvato il progetto definitivo, che assicurerà la soppressione di ben tre barriere oggi esistenti”.

Regione, RFI e Comuni, attribuendo alla vetustà del materiale rotabile ma anche alla presenza di troppi passaggi a livello (ben 83 lungo i 74 chilometri della tratta) le principali cause di disservizio, considerano prioritario procedere speditamente con la loro eliminazione: le amministrazioni locali, pertanto, verificheranno da subito la possibilità di eliminare al più presto i passaggi a livello vicini tra loro, la cui chiusura non provocherà alcun disagio alla viabilità stradale, valutando tale fattibilità in sede tecnica già nel corso di questo mese.

Per quanto riguarda il servizio, le novità riguardano la qualità del materiale rotabile: Sistemi Territoriali ha comunicato che, sul totale di cinque convogli utilizzati sulla linea, da gennaio 2018 sono in servizio due treni di nuova generazione a sostituzione dei vecchi mezzi e un terzo entrerà in esercizio nelle prossime settimane.

“Il servizio risulterà più efficiente – ha rilevato l’assessore – ma sappiamo che il margine di miglioramento è ancora notevole e contiamo sulla collaborazione di utenti e pendolari, i cui suggerimenti e segnalazioni ci aiuteranno a perfezionare ulteriormente il trasporto”.
Nel frattempo la Regione ha assegnato a Sistemi Territoriali un finanziamento di 17 milioni di euro per l’acquisto di nuovi convogli diesel, che saranno disponibili sulla Verona-Rovigo dal 2020, fornendo migliori prestazioni tecniche, più comfort e spazi adeguati per il trasporto di biciclette”.

“Promuoveremo due altre importanti iniziative – ha concluso l’assessore regionale – una riguarda lo studio per l’elettrificazione della tratta Cerea-Isola della Scala, affidato a RFI, che renderebbe l’intera linea Legnago-Verona idonea all’uso di elettrotreni; l’altra coinvolge le aziende di trasporto su gomma del territorio, al fine di migliorare l’integrazione ferro-gomma, in un’ottica di intermodalità dei servizi pubblici, per rendere gli stessi più appetibili, sull’esempio di altre realtà venete in cui questo connubio sta dando ottimi risultati”.

Trasporti-Italia.com – 06/02/2018

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Treni merci, allarme da Assologistica e Fercargo: difficoltà ai terminal sulla Milano – Venezia

“Dopo 13 giorni dal terribile incidente ferroviario di Pioltello, i terminal intermodali posizionati sulla linea ferroviaria che collega Milano a Venezia risultano fortemente penalizzati con impossibilità per molti di essi di far entrare ed uscire i convogli dedicati alle merci”.

Le associazioni di categoria Assologistica e Fercargo, pur comprendendo le terribili conseguenze in termini di vite umane e dei continui disagi che colpiscono i pendolari, lanciano l’appello affinché “tutti i soggetti coinvolti lavorino con maggiore rapidità per evitare ulteriori ricadute economiche negative sulle aziende e gli operatori privati associati che così tanto hanno investito per il trasporto ferroviario delle merci in Italia”.

“Non basta – prosegue la nota congiunta – il positivo cambio di passo del ministro Delrio impostato grazie alla cosiddetta “cura del ferro”, perchè è in occasioni come queste che si nota quanto in Italia il trasporto ferroviario delle merci continui a scontare un problema di percezione e strategicità. Non solo per ciò che riguarda lo stato delle infrastrutture, ma anche per ciò che attiene ai risvolti sull’ambiente e alle ricadute in termini di competitività per i prodotti italiani. I mercati d’oltre Alpe che guardano ai corridoi logistici verso i porti italiani richiedono un ripristino completo ed urgente per il traffico merce. Le associazioni scriventi, nel rispetto dei ruoli di chi oggi è impegnato a indagare sulle cause del tragico incidente, non possono infatti nascondere le ricadute negative del sistema logistico ferroviario italiano nei mercati oltre Alpe. Mercati che con difficoltà e impegno i porti italiani stanno cercando di contendere ai porti del Nord Europa”.

 Trasporti-Italia.com – 06/02/2018

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Porto “meno peggio” degli altri

Numeri in calo nel settore passeggeri e merci, ma con dati molto migliori della media nazionale.  Lieve crescita dei container dopo il boom del 2016. Trieste, concorrente diretto, perde quattro volte di più.

di Elisio Trevisan

Il Porto perde ma in definitiva vince. Nel 2017 ha registrato 142 mila e 630 tonnellate in meno rispetto al 2016 e anche 180 mila e 560 passeggeri in meno delle crociere. Insomma globalmente ha perso il 3,9% ma la media nazionale è stata del meno 11% e se si vanno a vedere gli scali vicini, Trieste ha perduto addirittura il 16,81%.

A Venezia i settori in crescita sono i container, il general cargo (dentro i container, con i traghetti e in altre forme) e i passeggeri dei ferry.

«Non voglio alimentare polemiche ma mettiamo i puntini sulle “i”: il Porto di Venezia è legato al territorio, alle sue industrie e alla sua economia quindi produce ricchezza e posti di lavoro, quello di Trieste invece è sostanzialmente un porto di transito e quindi l’unica ricchezza che porta è con le tariffe che le navi pagano all’Autorità ma per il resto nulla o, meglio, solo il peso delle navi e dei camion. Piuttosto, dunque, dovremmo guardare con attenzione a Capodistria: che ha segnato un 7,8% in più di container arrivando a 900 mila. Globalmente rimaniamo più grandi di loro grazie al fatto che, dietro, non hanno industrie». Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Settentrionale, commenta così i dati dello scalo lagunare dell’anno appena trascorso. «E per non fuggire ai numeri ammetto pure che è chiaro che abbiamo perso tutti ma noi teniamo di più e molto meglio. Perciò siamo moderatamente soddisfatti e contiamo nel 2018 di crescere, mantenendo la linea diretta per i container con il Far East e aumentando anche il numero di navi che da lì arriveranno. È che leggere acriticamente i dati lordi rischia di fuorviare».

PALLA AL PIEDE
Per il presidente, insomma, i settori con dati negativi non sono indice di un porto malato, anzi. «Le crociere perdono ma era annunciato abbondantemente: è evidente che se ci fai lavorare con la palla al piede, la contrazione arriva ma non è legata a condizioni oggettive del Porto né a scarsi servizi, quanto alla difficoltà oggettiva legata ai limiti di stazza e a una discreta dose di pubblicità negativa. Ad ogni modo l’intero Mediterraneo ha registrato una leggera flessione dovuta all’instabilità politica in Turchia e in altri paesi, e noi ci consolidiamo come home port italiano e uno dei primi 5 del Mediterraneo. Ora speriamo che, con la strada avviata dal Comitatone che ha scelto Porto Marghera per le grandi navi, potremo superare le criticità più importanti e uscire da questo sul de sac».

CONTAINER: SEGNO PIU’
Il settore container è tra quelli che segnano un più ma si tratta di soli 133 contenitori. «Il 2016 era stato l’anno del record dei record: a vincere un campionato di calcio sono capaci tutti ma per ripetersi il secondo anno bisogna essere grandi. Noi nel 2017 abbiamo fatto numeri positivi dopo un record».

Trieste, però, ha registrato 616 mila Teu (unità di misura dei container) rispetto ai 606 mila di Venezia, 10 mila in più. «Sì ma se leggiamo i dati, scopriamo che quasi 270 mila dei loro Teu sono transhipment, vale a dire che vengono sbarcati a Trieste ma sono destinati altrove e in buona parte proprio a Marghera. Paradossalmente se il porto di Venezia dovesse chiudere, anche Trieste ci rimetterebbe. Vengono da noi perché noi serviamo l’industria vera, reale, qui c’è l’ossatura dell’economia del Nordest. Ecco perché Venezia è uno dei porti italiani fondamentali per il territorio circostante e per l’intero Paese»

Il Gazzettino/Mestre – 06/02/2018

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Porto, traffici complessivi in lieve calo

 

di Gianni Favarato

Il porto di Venezia ha chiuso il 2017 con un totale di merci movimentate nei dodici mesi in modesta flessione (-0,5% rispetto al 2016), confermando i 25 milioni di tonnellate di merci in arrivo e partenza dalle banchine portuali a fronte dei 21 milioni di tonnellate del 2015, ma ancora lontano dal totale di 30 milioni di tonnellate del 2007 e 2006, quando non era ancora scoppiata la crisi finanziaria e poi economica a livello internazionale, dovuta alla bolla speculativa dei mutui negli Usa.

Il traffico merci. I saldi negativi dei settori commerciali che hanno pesato sull’andamento del 2017 sono le rinfuse liquide (-2,4%), dovuto ad un -3,7% (pari a 279.347 tonnellate in meno) di combustibili già raffinati, ma sopratutto al saldo uguale a zero del traffico petrolifero che è cessato in laguna in quanto la raffineria dell’Eni è stata trasformata in una bioraffineria che lavora gasolio già raffinato in altri siti che viene miscelato con olio di palma per produrre biodiesl. Le rinfuse solide hanno segnato un saldo ancora più negativo (-3,8%) dovuto essenzialmente al costante calo delle importazione di carbone che ha fatto seguito alla chiusura di una delle due centrali termoelettriche dell’Enel (la centrale Giuseppe Volpi di Marghera attualmente in demolizione) e l’utilizzo, insieme al carbone, dei rifiuti urbani utilizzati come combustibile. In calo anche l’import di semi oleosi, derrate alimentari e foraggi (-6%). Ben diversi sono i dati relativi al traffico di traghetti ro/ro che arrivano e partono dal terminal delle Autostrade del Mare di Fusina (con una sola darsena delle due previste in funzione) che è cresciuto l’anno scorso di ben il 44,8%, ancor più dell’anno precedente (+30 % nel 2016 rispetto al 2015). Per quanto riguarda il traffico di merci su container nei terminal di Vecon-Psa e Tiv-Msc, il saldo del 2017 sul 2016 è uguale a zero, confermando il record dei 600 mila teu (l’unità di misura di standard dei contenitori con certificazione Iso) dell’anno scorso, dei quali 203.210 teu di container vuoti e 402.798 pieni.

Il traffico passeggeri. I dati dell’Autorità Portuale di Sistema relativi al traffico passeggeri confermano, ancora una volta, un calo dei passeggeri delle navi da crociera (-11,1%), in particolare di quelle che iniziano o concludono la crociera proprio a Venezia (-12,8 % pari a 183.235 passeggeri in meno), mente il calo è molto più contenuto (-1,3 % pari a 2.665 mila passeggeri in meno del 2016) per le toccate. Nel 2017, comunque, le navi da crociera hanno portato a Venezia 1.445.067 passeggeri, confermando il quarto posto nella classifica dei porti per croceristi del Mediterraneo, dopo Barcellona, Civitavecchia e Palma di Mallorca. In ulteriore e forte crescita sono, invece, i passeggeri dei traghetti (+34,4%) che sono arrivati nel 2017 ad un totale di 203.966, dei quali 104.294 su “ferry boat” per altri porti e 99.702 su traghetti locali con traghetti che non superano le 20 miglia giornaliere.

La Nuova di Venezia – 06/02/2018

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Brennero, patto europeo per promuovere la ferrovia

di Marco Morino

Il futuro del trasporto merci attraverso il valico alpino del Brennero sarà nella ferrovia, che avrà il compito di riequilibrare il rapporto strada-ferro, oggi fortemente sbilanciato a favore della gomma (Tir). Ma non si aspetterà il 2027, quando verrà ultimato il nuovo tunnel ferroviario di base attualmente in costruzione tra Fortezza e Innsbruck, per celebrare uno spostamento completo delle merci dalla strada alla ferrovia. Italia, Austria e Germania «si impegnano fin da subito con azioni comuni», dice il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, per scoraggiare l’utilizzo della gomma rispetto al ferro.

Questo l’esito del vertice su Brennero e traffico merci che si è svolto, nel tardo pomeriggio di ieri, a Monaco di Baviera. Il meeting è stato convocato dal coordinatore del corridoio scandinavo-mediterraneo della Ue, Pat Cox e ha messo attorno a un tavolo i ministri dei Trasporti di Italia, Austria e Germania, nonché i presidenti delle Regioni coinvolte, ovvero Baviera, Tirolo, Alto Adige e Trentino. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni sostenibili e di lungo periodo per il problema del traffico lungo l’asse del Brennero, dove le infrastrutture stradali sono ormai al limite delle proprie capacità. Con quasi 47 milioni di tonnellate di merce sugli oltre 160 milioni che varcano ogni anno i confini terrestri nazionali, il corridoio multimodale (strada + ferrovia) del Brennero già oggi rappresenta di gran lunga il più trafficato corridoio transalpino e, dunque, il principale elemento di connessione tra l’Italia e l’Europa. Tuttavia lo sbilanciamento a favore della strada è evidente, con 33,5 milioni di merce trasportata su gomma (71%) e 13,4 milioni su ferro (29%).

La Provincia di Bolzano, rappresentata dal presidente Arno Kompatscher, ha avanzato le sue proposte per sgravare il valico alpino dal traffico di transito. Al termine del vertice, sintetizza Kompatscher, è emersa la volontà comune di ricercare soluzioni di respiro europeo per risolvere la questione e in maniera particolare per incentivare il passaggio del traffico da gomma a rotaia. Durante il Brenner Meeting è stato deciso di dare vita a un gruppo di lavoro che valuterà nel dettaglio tutti gli aspetti legali, infrastrutturali ed economici, e che a maggio si ritroverà a Innsbruck per fare un nuovo punto della situazione. L’obiettivo è quello di partire entro la fine dell’anno con le prime misure concrete del pacchetto di interventi.

«Per assicurare una migliore qualità di vita ai residenti e per ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute della popolazione e sull’ambiente – spiega Kompatscher – è necessario mettere in campo un mix di misure coordinate: il pedaggio di corridoio, l’armonizzazione dei sistemi ferroviari per rendere il trasporto su rotaia più attraente, l’istituzione di un punto di controllo dei mezzi pesanti al confine del Brennero per chi proviene da sud e il potenziamento dell’autostrada viaggiante RoLa». Nel breve periodo rimane «necessario – ribadisce il presidente della Provincia di Bolzano – intervenire in maniera incisiva per limitare sia il traffico di transito che il traffico deviato, ovvero quello attirato lungo il Brennero da tariffe e fattori di costo che rendono questo valico più conveniente rispetto agli altri dell’arco alpino». Il mondo industriale però si oppone vivacemente a qualsiasi tipo di misura che contempli, nello specifico, un aumento dei pedaggi per i soli Tir in transito al valico del Brennero.

Il Sole 24 Ore/Impresa & Territori – 06/02/2018

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Aegean Airlines: da giugno nuovo collegamento Genova-Atene

5 Febbraio 2018

Aegean continua a investire in Italia e come parte della propria strategia di crescita aumenta l’offerta sui collegamenti verso il nostro Paese. Per la stagione estiva 2018 la compagnia greca opererà su 13 destinazioni in Italia tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia, Torino, Verona, Bologna, Pisa ,Bari, Catania, Palermo, Lamezia Terme e Genova.
Il nuovo volo che collegherà Atene con il capoluogo ligure sarà operativo dal 13 giugno sino al 16 Settembre 2018, con frequenza bi-settimanale, ogni mercoledì e domenica, e sarà effettuato con aeromobili A319/320, configurati in due classi di servizio, Business ed Economy.
Oltre a fornire ai passeggeri l’accesso diretto alla capitale greca, il nuovo collegamento permette di accedere a comode coincidenze per numerose destinazioni servite da Aegean tra cui Salonicco, Rodi, Santorini, Mykonos, nel network domestico, e Larnaca, Tel Aviv, Yerevan, Tbilisi, Beirut, Amman, nel network internazionale.

Trasporti-Italia.com – 05/02/2018

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